A lifetime of memories

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    Titolo: A lifetime of memories
    Autore: Alessandra/Mamy *billaly*
    Rating:PG13
    Genere: Romantic/Angst/
    Avvisi: Non saprei.
    Riassunto: Ero diventata la tua ragazza segreta, quella da non esibire in pubblico, ma quella da cui rifugiarsi ogni qualvolta il tempo te lo concedesse.
    Disclaimers: I Tokio Hotel purtroppo non mi appartengono, tutto quello che leggerete è frutto della mia fantasia e non è mai accaduto realmente, e inoltre, non ci guadagno nulla.

    Ti ricordi Bill?
    Avevi 16 anni la prima volta che mi hai baciato.
    Mi avevi scelto tra tante.
    Eravamo tutte in quella stanza, in trepidante attesa. Avevamo vinto un meet&greet del tutto particolare.
    “ Trascorri una giornata con Bill Kaulitz” era il titolo del concorso di quello stupido giornaletto, letto da ancora più stupide ragazzine, che gridavano isteriche alla sola visione del tuo nome stampato su una pagina.
    Non so nemmeno il perché decisi di partecipare, forse per far diventare verde di rabbia Rebecca, che si vantava col mondo intero di esser salita sul palco, una volta ad un live a Berlino, e di aver cantato con te ‘Schrei’.
    E avevo vinto, inaspettatamente, sorteggiata tra le oltre 5000 partecipanti.
    “ Ciao Amy…” Mi avevi semplicemente detto, leggendo il nome sull’ adesivo attaccato alla mia maglietta, tra la disapprovazione generale e qualche insulto.
    Mi avevi piantato addosso quei tuoi occhi nocciola, che mai mi sarei immaginata fossero così grandi e luminosi e dopo un interminabile momento di stallo, mi avevi sorriso, prendendomi gentilmente la mano.
    “ A quanto pare, dovremo trascorrere la giornata insieme, io e te…” Notai un certo imbarazzo nella tua voce, mentre nervoso ti spostavi una ciocca di capelli dietro l’ orecchio.
    “ Già…” Sicuramente dovevo averti dato l’ impressione di una che se la tirava da morire, mentre invece il mio silenzio era causato solamente dall’ improvvisa inattività dei miei neuroni di fronte a tanta bellezza.
    Un Dio.
    Con quella zazzera nera che ti ricadeva scomposta sulle spalle e quel viso rubato sicuramente ad un angelo. Eri di una magrezza e altezza spaventose e io ti arrivavo si e no al naso con i dieci centimetri di tacco prestati da mia sorella, che si era privata per un giorno delle sue scarpe preferite.
    “ Che vorresti fare?” Mi chiedesti una volta rimasti soli nella stanza.
    “ Perché mi hai scelta?” Chiesi di rimando.
    “ Mi piace il tuo nome e la maglietta che indossi…” Rispondesti sincero.
    “ La maglietta?” Dissi incredula, guardandomi l’ anonima t-shirt nera da danza che lasciava scoperto l’ ombelico. Non che avessi a disposizione molto denaro per comprarmi vestiti firmati…
    “ Sei l’ unica che non ha cercato in qualche modo di imitarmi…” Mi sussurrò dolce, guardandomi le mani prive di smalto e accarezzandomi i miei lunghi capelli castani, raccolti in una coda alta.
    “ Sei bella Amy e semplice. Ecco perché ti ho scelta.”
    Quel complimento mi aveva incendiato le guance e le orecchie e lui aveva riso, bellissimo, alla mia insperata timidezza.
    Ci avevano accompagnato in un ristorante elegante e barricato in una saletta privata, attorniata da bodyguards. L’ esterno dell’ edificio era stato circondato dalle fan e si era reso necessario l’ intervento della polizia per disperderle.
    Un po’ impaurita avevo deciso in quel momento, che la vita della rockstar non avrebbe sicuramente fatto per me e mi chiedevo come tu potessi resistere a tutto questo.
    “ Come fai?” Gli chiesi all’ improvviso.
    “ Fare cosa?” Le sue pupille si erano dilatate.
    “ A non aver voglia di fuggire via da tutta questa bolgia…”
    “ E’ grazie a loro se io sono Bill Kaulitz von Tokio Hotel…”
    “ Chi ho qui davanti a me, ora?” Chiesi addentando un grissino.
    “ Quello che vuoi tu…”
    “ Io vorrei non aver vinto questo dannato concorso…”
    “ Perché?”
    “ Perché non saprò mai se in un altro frangente avrei comunque avuto possibilità di parlarti…”
    “ Mi dipingi come una star irraggiungibile…”
    “ Lo sei, e ora sei qui per dovere e lealtà verso le fan…”
    Ti avevo guardato, mentre ti sporgevi verso di me, arrivando ad addentare il pezzo di grissino che tenevo tra le labbra fino a sfiorarmele. Ricordo perfettamente quel brivido, che come una scossa, mi aveva percorso la schiena e fatto sospirare rumorosamente.
    “ Se fosse stato solo per dovere non ti avrei portato in uno dei ristoranti più romantici di Berlino e ora non starei qui a fissare le tue labbra che sembrano fatte per esser baciate…”
    La tua audacia mi spiazzava, al pari della mia voglia di perdermi in quel sogno ad occhi aperti. Avevo lasciato che tu proseguissi nella tua impresa con mille farfalle che volavano nel mio stomaco.
    Unire le mie labbra alle tue era stato magico. Mi ero sentita trasportare leggera su di un altro pianeta. Non avevo considerato che questo avrebbe dato inizio ad una nuova vita. Non mi ero illusa, fermamente convinta che quella sarebbe stata un’ unica giornata, la più bella della mia vita, da custodire gelosamente tra i miei ricordi.
    Invece no, tu avevi espresso il desiderio di rivedermi e io ben presto ero diventata la tua ragazza segreta, quella da non esibire in pubblico, ma quella da cui rifugiarsi ogni qualvolta il tempo te lo concedesse.
    Tu tenero e imberbe amante ai miei occhi e idolo amoroso delle ragazze di mezzo mondo.
    Mi ero chiesta spesso come far conciliare le due cose. In fondo io non ero che la tua puttana preferita, come mi aveva definito tuo fratello in un accesso di ira, suscitando in te, per la prima volta, istinti omicidi. Avevi preso a pugni il tuo adorato gemello, facendogli sanguinare il naso.
    Tom ci ero rimasto così male, che invece di saltarti addosso e replicare con una scarica di cazzotti, mi aveva chiesto scusa.
    Da quel giorno molte cose erano cambiate, tanto che Tom oggi è uno dei miei migliori amici, forse l’ unico.
    Non aveva certo tutti i torti però a definirmi così, avevo accettato da te numerosi regali, tra i quali l’ appartamento in quel lussuoso residence, che occupai non appena la maggiore età me lo consentì, insieme all’ auto e alla retta per l’Università. Invidiavi la mia voglia di studiare e la mia istruzione, tu che ti eri preso un diploma in una scuola su internet, tanto per non apparire l’ ennesimo ragazzino ignorante a cui non interessava nulla sapere cosa fosse un’ equazione algebrica o un periodo storico.
    Era stato a lungo il nostro luogo d’ incontro, quando furtivo tornavi a Berlino, tra un concerto e l’ altro nel cuore della notte o quando gli impegni ti lasciavano un po’ di tempo libero da dedicarmi.
    Ti attendevo felice, come la più innamorata delle fidanzate, senza sapere se ciò che provavi per me fosse veramente amore o necessità di avere un nido a cui far ritorno, per lasciar fuori dalla porta il “Von Tokio Hotel”.

    Avevi cambiato pettinatura, lasciandomi interdetta. Avevo compiuto intorno a te un giro completo prima di affermare quanto fossi sexy ma al contempo assurdo.
    “ Quando li toglierai?” Chiesi, facendo una faccetta un po’ schifata, mentre tra le dita mi passavo un paio di dread bianchi sintetici.
    “ Non so, dipende…” Rispondesti altezzoso, prendendomi deciso la mano per allontanarla dalla tua testa.
    Eri arrabbiato, non eri abituato a sentirti dire di non esser bello e piacente.
    “ Sembri un selvaggio Billy…” avevo continuato imperterrita salendo sul tuo bacino e implorando di esser presa all’ istante.
    Adoravo far l’ amore con te, che eri gentile, accorto ed infinitamente tenero. Avevamo scoperto il sesso insieme e la nostra prima volta era stata un disastro, nella camera da letto di casa mia. Il tuo cellulare aveva suonato un’ infinità di volte e i miei erano tornati prima del previsto, trovandosi due energumeni che li avevano fermati in malo modo davanti alla porta di ingresso, chiedendo loro dove stessero andando.
    Mio padre si era inalberato immediatamente asserendo che quella era casa sua e che quindi aveva tutto il diritto di girare la chiave nella toppa ed entrare in quella che era la sua abitazione da oltre 15 anni.
    A Tobias non era rimasto altro da fare che incassare il colpo e sperare che i miei genitori non ci cogliessero in flagrante.
    Cosa impossibile, vista la confusione del piccolo diverbio. Ci avevano sorpresi in camera, sul letto, completamenti vestiti, mentre armeggiavamo con la play station che non voleva saperne di avviarsi.
    Credo che sui nostri volti ci fosse comunque stampata la parola sesso, visto che mia madre ci aveva salutato con un sorriso complice, chiedendoci di scusare mio padre che invece imprecava per la mancata privacy da qualche tempo a questa parte.
    Infatti la nostra vita, sebbene io non fossi la tua ragazza agli occhi del mondo, era notevolmente cambiata. Se tu eri nei paraggi, era inevitabile che ci fossero le guardie a difendere quello che era il tuo privato. Diventava sempre più complicato vederti e soprattutto vivere con te. Trascorrevamo lunghi periodi lontani e spesso mi chiedevo se ne valeva la pena. Tu eri famoso e osannato, apparivi su ogni dove, riviste, internet, televisione, e a me toccava il ruolo di concubina. Mai un ristorante, un cinema, una passeggiata in centro…

    Il giorno della mia laurea, avrei tanto desiderato che tu fossi tra quelli che mi avevano stretto in un abbraccio commosso e sincero. “Il primo dottore della famiglia…” Diceva a tutti mio padre, visibilmente commosso e orgoglioso della sua Amy. Mi ero laureata in lettere col massimo dei voti, sperando di diventare una brava insegnante o una “ scrittrice di fama mondiale” come amavi canzonarmi tu, mentre ti accoccolavi sul mio petto e ti lasciavi accarezzare la chioma corvina finalmente libera da quegli insulsi dreadlocks posticci.
    “ Ho scritto una canzone…” Avevo bisbigliato piano, quasi timorosa che tu potessi sentirmi. Mi avevi strappato il pezzo di carta che timidamente tenevo tra le mani e ti eri immerso nella lettura del testo.
    “ Oh, Mio Dio è bellissima!” Avevi esclamato, con lo sguardo lucido, alzando gli occhi dal foglio.
    Avevo sempre invidiato questa tua dote ti poterti ancora commuovere così facilmente. Io da anni avevo imparato a celare i miei sentimenti, per non apparire una stupida e vuota ragazzina invaghita del famoso cantante.
    “ Davvero ti piace?” Forse per una volta mi sarei lasciata andare…
    “ E’ la dichiarazione d’amore più bella che io abbia mai letto o sentito!”
    Mi avevi abbracciato a lungo, prima di dar inizio al nostro ennesimo amplesso che non avrebbe subito interruzioni, quella volta.
    Era stato diverso, più intenso, più audace. In te c’era una specie di violenza amorosa, un desiderio di possessione mai riscontrato fino a quel momento.
    Non so se quelle parole appena lette avessero smosso in te qualcosa, ma di certo non era il solito Bill quello che bramava prendermi.
    Non avevi commentato oltre quel testo, dichiarando solo che avrebbe meritato di diventare una hit discografica.

    Quello fu il mio ultimo dei pensieri, quando scoprii quasi con orrore di esser incinta.
    Il tuo bambino stava crescendo dentro di me e io non sapevo come dirtelo. Questo avrebbe implicato nuove responsabilità da parte mia e soprattutto da parte tua. Avevamo entrambi 24 anni e una carriera, seppur in strade differenti, davanti. Io avevo appena iniziato a lavorare in una casa editrice e i Tokio Hotel erano una delle migliori rock band sulla scena musicale mondiale. Ma soprattutto il nostro rapporto era ancora clandestino. Da 8 lunghi anni la facevamo in barba ai media con ottimi risultati, e io avevo sopportato di tutto.
    Non mi faceva certo piacere apprendere dai giornali o dal web dell’ ennesimo flirt a te attribuito, mentre io a migliaia di chilometri di distanza, mi svegliavo triste ogni mattino per condurre un’esistenza piatta, priva di emozioni e soprattutto senza di te.
    Avevo preparato con cura la tavola quella sera e cucinato, sebbene in preda alla nausea, il tuo piatto preferito. Avevo acceso le due candele rosse e messo sotto al tuo tovagliolo una piccola busta con annesso bigliettino. L’ avevo disegnato io, raffigurando un piccolo bambino che usciva da sotto un cavolo. Avevo pensato tutto il giorno cosa scrivere su di esso e alla fine avevo optato per una semplice frase. “ Ti amerò, come ti ama la mia mamma…” Ero orgogliosa di ciò che la mia elegante grafia aveva segnato su quel cartoncino bianco, consapevole che in quel messaggio ci fosse finalmente quella parola. Non ti avevo mai detto quanto il mio amore per te fosse immenso.
    Avevo atteso il tuo arrivo per ore, le candele si erano consumate, la cena riscaldata, sarebbe stata presto da buttare. E avevo pianto quella sera, finalmente libera di poterlo fare, mentre mi tenevo il grembo con quella piccola creatura al suo interno che altro non poteva fare che assorbire il mio dolore.
    Mi ero addormentata sul divano ormai stremata e non ti avevo sentito arrivare, a notte fonda. Ti eri seduto accanto a me e avevi blaterato qualche parola, scusandoti per il ritardo. Mi ero svegliata di soprassalto, investita da quell’ odore disgustoso di alcool che il tuo alito emanava.
    Lo stomaco si era contorto violentemente, costringendomi ad una rapida corsa verso il bagno.
    Mi avevi seguito barcollante chiedendomi cosa stesse succedendo.
    Non ero riuscita a trattenermi e consapevole che comunque la “colpa” fosse tanto tua, quanto mia, ti avevo urlato in faccia la mia gravidanza.
    Ricordo come fosse ora il tuo pallore, mentre lasciavi che la tua schiena scivolasse giù, contro le piatrelle del bagno, fino ad arrivare a terra.
    Ricordo solo quella parola, che per giorni risuonò nel mio cervello al pari di una fucilata: “ NO! ”.

    E’ stata una bella giornata oggi. Il sole sta volgendo al tramonto e dalla finestra posso osservare gli alberi le cui fronde, cariche di foglie verdi, vengono smosse dalla leggera brezza di primavera.
    “Sarebbe un’ occasione d’oro per una delle nostre interminabili passeggiate, vero Sylvia?” Chiedo al mio ormai vistoso pancione, accarezzandolo attraverso il mio abito bianco di organza. Di rimando la mia creatura sembra acconsentire, dandomi un amabile calcetto sul fianco sinistro. Continuo ad accarezzarla ancora per un po’, godendo di quel momento di solitudine.
    Chissà perché alla fine ci si rifugia sempre dentro ad un bagno per ritrovare un po’ se stessi. Oserei dire che sia la mia seconda casa, l’ unico posto dove posso star veramente in pace e mascherare questa mia necessità con un impellente bisogno fisiologico.
    Non questa volta però. Un lieve bussare alla porta, mi distoglie dai miei pensieri.
    “ Amy, tutto bene?”
    Apro la porta, lasciando entrare il mio interlocutore.
    “ Dovresti scendere, gli invitati stanno andando via…”
    “ Ok…”
    Due esili braccia mi abbracciano da dietro, accarezzando il pancione.
    “ Sei stupenda, amore mio. La sposa e mamma più bella che io abbia mai visto.”
    Cerco le sue labbra, grata di quel complimento fatto con il cuore.
    “ Anche tu non sei niente male… anzi credo che il più ammirato, in questo abito di Dolce & Gabbana sia stato tu!”
    “ Tu sei radiosa, brilli di luce propria. E io sono orgoglioso di esser tuo marito.”
    “ Anche se i media ti hanno demolito?”
    “ Non mi importa, io ho te. Ti ho tenuta segreta fin troppo a lungo ed è giusto che il mondo sappia che d’ora in poi, tutto girerà intorno a te e alla nostra bimba che tra poco verrà alla luce…”
    “ Ti amo Bill…” Gli dico abbracciandolo con impeto, “ Non smetterò più di dirtelo…”
    “ Anche io ti amo signora Kaulitz…Scusa se non te l’ ho mai detto abbastanza.”
    Mi prende per mano ed insieme usciamo dal bagno. Scendiamo uniti per le scale, dove in fondo ad esse i nostri invitati si sono raccolti per un ultimo saluto agli sposi. Mia madre e Simone stanno consegnando un pensiero ai parenti giunti da lontano che devono far necessariamente ritorno a casa. Tom e Sarah, mia sorella, stanno parlando ininterrottamente da ore.
    Vuoi vedere che…
    Sorrido a questa mia nuova balzana idea, mentre Sylvia scalcia allegramente.
    Stringo la mano del mio neo marito e mi avvicino al primo gruppo per salutarli e ringraziarli e così questo rito fino all’ ultimo, quando finalmente nella nostra grande casa torna a regnare il silenzio.
    Ripenso con commozione a quanti anni della mia vita ho trascorso al buio per amore, per amore di quel ragazzino ora diventato un uomo meraviglioso, un uomo che tra tre mesi diventerà padre e che questa mattina sposandomi, ha giurato davanti a Dio che mi amerà per sempre.
    E i ricordi ritornano nel loro cassetto, per lasciar posto ad un nuovo capitolo di questo libro chiamato vita…

    Note dell'autrice: Questa shot l' ho scritta per partecipare ad un contest, che ovviamente non ho vinto.
    E' una storia scontata e scritta di getto in un momento in cui avevo bisogno di coccole e attenzioni che puntualmente non sono arrivate...
    Che dire? Grazie Bill di esistere.

    Edited by *billaly* - 21/7/2009, 11:12
     
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  2. •MiQi.
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    Mamy,non so davvero cosa dire...
    mi è piaciuta da morire,è un commento scontato...
    Grazie a te per averla postata,mi ha addolcito la giornata!
     
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  3. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    ... per un attimo ho temuto che la storia non avesse il lieto fine; credevo che Bill l'avesse abbandonata.
    E' una shot che mi ha trasmesso tantissimo... ho ancora i crampi allo stomaco. E' una delle migliori che abbia mai letto. Brava, mamma! :cuore:
     
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  4. Antea;LollipopLuxury»
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    Mamy, non ci sono parole.
    Davvero.. E' stupenda, grazie per averla postata anche qui. Mi hai fatta sorridere fino all'ultimo.
    Brava, bravissima. Una delle più belle OS che abbia mai letto.
     
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    Grazie bimbe.
     
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  6. {Hysteria
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    Bellissima!

    CITAZIONE
    Invece no, tu avevi espresso il desiderio di rivedermi e io ben presto ero diventata la tua ragazza segreta, quella da non esibire in pubblico, ma quella da cui rifugiarsi ogni qualvolta il tempo te lo concedesse.

    Questa fras è fantastica: mi ha colpita in modo particolare...
     
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    Grazie.
     
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  8. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    Mi spieghi come hai fatto a scrivere cotanta beltà?
     
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    E' bastato pensare a quante volte mi sia sentita sola...
     
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  10. Antea;LollipopLuxury»
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    Mamy, comunque vadano le cose, non sarai mai sola!
     
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  11. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    CITAZIONE (*billaly* @ 22/7/2009, 21:47)
    E' bastato pensare a quante volte mi sia sentita sola...

    SPOILER (click to view)
    Sai che sono qui sempre, e non ti mollo per nessun motivo, vero? :cuore:
     
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  12.     +1   -1
     
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    Grazie bimbe, lo so che ho sempre voi!!
     
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  13. katarina stratford
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    L'hai postat mentre non c'ero e solo stasera guardando la tua firma mi sono accorto di questo titolo che non conoscevo.
    Non so come tu possa dire che è scontata.
    A me non sembra.
    La storia lo è?
    Il personaggio di Amy no e Bill è diverso da solito, sembra che tu stessi esplorando nuovi lati della sua personalità, più causativa, più complessa di quanto spesso si creda.
    E' una bellissima shot, penso quella che preferisco delle troppo poche tue.
     
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  14.     +1   -1
     
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    Se avessi tempo scriverei molto di più...
    Grazie Kat.
    SPOILER (click to view)
    Intanto puoi leggere quelle che ho già pubblicato e notare quanto sia cresciuta i due anni!
     
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  15. vivitokietta
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    Davvero bellissima!
    Mi è piaciuta da morire!

    CITAZIONE
    E i ricordi ritornano nel loro cassetto, per lasciar posto ad un nuovo capitolo di questo libro chiamato vita…

    Questa frase è fantastica, scrivi benissimo!
    ^_^
     
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15 replies since 20/7/2009, 22:24   492 views
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