Untitled

One shot dedicata a Noemi.

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    Titolo: Untitled
    Autore: Alessandra / Mamy
    Rating: PG13
    Avvisi: Adult Content
    Genere: Angst
    Disclaimers: I Tokio Hotel non mi appartengono, tutto quello che leggerete è frutto della mia fantasia e non è mai accaduto realmente, e inoltre, non ci guadagno nulla.



    UNTITLED




    Untitled - Simple Plan



    Ormai 21.o7.2oo8; Ore o4.58

    Sono qui a scrivere.
    Stavolta non per Lui.
    Ma per te.
    Per te che resti a leggere di me, dei miei sentimenti, dei miei momenti no, dei miei sogni.
    Sai, certe sere penso al destino, ai giri molto spesso misteriosi e incomprensibili che ci fa fare...
    So che capita di cadere e dire - Stop, adesso basta. -
    Guardiamo il cielo alla ricerca di una stella, ma nuvoloni neri ne impediscono la vista.
    Piangiamo nel silenzio della notte e Dio solo sa quanto abbiamo bisogno di una voce che ci trascini via da questo incubo.
    Vorrei aiutarti, aiutare te che riesci a capirmi, che mantieni vivi i miei sogni...
    Ma purtroppo ogni parola sarebbe patetica, perchè io non so come si fa a dimenticare un'illusione, o a girare pagina perchè molte volte manca il coraggio.
    Ma sappi che io sarò qui se avrai voglia di sfogarti, di piangere, di gridare...
    Quando ti sentirai sola, alza una mano... Sarò la prima a correre in tuo aiuto.
    Non so come avrei fatto se non ci fossi stata te...
    Ti voglio un bene immenso, mamy mia!

    With a lot of love,
    La tua Noemi <3



    Ripiego quel foglio ora liso e lo rimetto nella borsa.

    Quanto tempo era passato dal giorno in cui avevo ricevuto quel messaggio privato?
    7 anni.
    Dio, come vola via veloce il tempo. Non riesco a capire per quale recondito motivo quei momenti sono ancora così vivi nella mia mente.

    Ti ricordi Noemi quando vinsi il biglietto per il fan party ad Amburgo? Ero così sconvolta che sentivo ogni singolo neurone del mio cervello spappolarsi come gelatina. Ma un unico solo grande pensiero, portarti insieme a me. Portarti da Georg. Portarti dal tuo sogno.

    Un sogno che si era infranto appena passato il traguardo, mi scrivesti. Un modo poetico per dirmi che non saresti potuta venire.

    E io ci sono andata per te, per incontrare quei magici ragazzini che ci toglievano il sonno. Per incontrare il tuo sogno.

    Gli avevo messo tra le mani la lettera che tu gli avevi scritto, pregandolo di non cestinarla. Lui mi aveva guardato incuriosito e per un’ attimo il mondo si era fermato. Non c’ erano più urla, più spintoni, solo io e lui. E ho capito perché ti eri persa in quegli occhi verdi e non avevi più trovato la strada della ragione. In fondo anche io provavo le stesse cose per Bill, anche se assurdamente ero così grande da poter esser sua madre. Mi aveva sorriso e l’ aveva infilata nella tasca del giubbotto.

    Almeno non l’ aveva buttata insieme alla miriade di regali accatastati su di un enorme tavolo.

    Non mi ero avvicinata nemmeno a Bill, colta da un timore reverenziale. Era bellissimo, un Dio. Avevo stretto la mano a Gustav e addirittura fatto 2 foto con Tom.

    Ero tornata a casa, lasciando l’ ultimo dei miei fottutissimi neuroni ad Amburgo, dove a 42 anni avevo vissuto il mio sogno di ragazzina.

    Erano passati i giorni, le settimane, i mesi. Tutto all’ apparenza era come prima. Ma solo io e te sapevamo che in realtà non era così. Non ci eravamo mollate da quel giorno, neppure per un istante. Conoscevo il contenuto di quella lettera, ma tu non sapevi ciò che io avevo aggiunto in fondo a quelle parole bellissime.

    Le ricordo ancora tutte ad una ad una.

    Quante cose avrei da dirti,
    quante cose vorrei sussurrarti.
    Eppure guardo questo foglio bianco e sento solo le lacrime nascere e morire.
    Le parole non vogliono venir fuori.
    Forse perché sono troppe.
    Cosa potrei dirti?
    Ciao Georg, mi hai insegnato a volare.
    Oppure la solita frase: Ich liebe dich.
    No, mi sembrano così banali…
    E potrebbero esser prese per false.
    Non sei altro che la moda del momento, per chi mi circonda…
    E come spiegare ciò che davvero provo per te?
    Sì, proprio per te.
    La mia esistenza è legata alla tua..
    Puoi farmi morire o ridarmi la vita.
    Ho bisogno di sentirti vicino..
    Il mio cuore sta sanguinando,
    una ferita che non può rimarginarsi.
    Sì, un male che non può guarire.
    Ed io… Io so che posso sembrarti patetica ed infantile..
    Ma so anche che mi stai uccidendo.
    Ed è il migliore dei modi per farlo,
    sapendo che quello che provo,
    è così vero e così immenso che non basterebbe un’ eternità per cancellarlo.
    E in questa morte,
    ogni cosa grida il tuo nome..

    Lui può amare l’ intero oceano..
    Ma non potrà mai amare ogni singola goccia.
    In ogni caso, l’ amore che gli potrebbe dare la goccia…
    E’ più grande di quello che gli dà l’ oceano….
    Noemi.



    Poi un giorno, mi avevi chiamato.
    Non riuscivi a parlare, sentivo solo il tuo pianto e le tue grida.
    Sorrisi.
    Solo una cosa, quella cosa, poteva scatenare in te una reazione simile.
    Georg ti aveva contattato.
    Aveva digitato diligentemente il tuo indirizzo e ti aveva mandato una mail.
    Esattamente dopo 3 mesi dal party.
    Non riuscivi a spiegarti come fosse successo.
    Continuavi a leggermi quelle poche righe, in cui lui ti chiedeva di incontrarti la prima volta che sarebbero ricapitati in Italia.
    Le tue parole lo avevano colpito profondamente.
    Solo dopo svariati minuti, avevi capito che ero stata io l’ artefice di tutto ciò.
    Avevo aggiunto il tuo indirizzo email in fondo alla lettera prima di stamparla.
    Questo rapporto telematico era andato avanti per parecchi mesi. Di tanto in tanto ti dava sue notizie. Tu gli scrivevi quasi tutti i giorni. Bambina testarda, con che coraggio io potevo dirti, che forse le tue parole lo avevano spaventato e mosso da un senso di colpa temeva che tu potessi farti del male a causa sua?

    Un bel giorno, piombasti a casa mia.
    Ti eri sciroppata 12 ore di treno, solamente per vedermi e per ringraziarmi.
    Stavi per lasciarmi. Correvi da lui.
    Inutili furono i miei tentativi di ricondurti alla ragione, ma se con una mano ti trattenevo, con l’ altra ti spingevo a spiccare il volo.
    “Vieni con me, ti prego.” mi dicesti.
    Non aveva senso.
    Ci avrebbero trovato ancor prima di varcare il confine.
    Sei andata senza di me, lasciandomi il peso del nostro segreto.
    Avevi aspettato pazientemente i tuoi 18 anni.
    Eri esplosa all’ improvviso, colpita dalla tua stessa follia.
    Sapevo che non ti saresti più fatta sentire.
    Dovevi far perdere le tue tracce.
    Il silenzio che ne seguì era stato devastante.
    Non seppi più nulla di te, ingoiata dal tuo stesso sogno.
    Il tuo sogno che era diventato il mio incubo.
    La vita non era più la stessa.
    I giorni non erano più gli stessi.
    Il tempo scivolava via a velocità supersonica.
    Noemi, non c’eri più.
    E questo mi faceva così male, tanto da maledire il giorno di quel party ormai lontano, quella lettera che mai avrei dovuto consegnare.

    Ad Amburgo fa freddo anche d’ estate. Il tempo cambia così all’ improvviso che non riesci nemmeno a rendertene conto. Sono partita dall’ Italia con una maglietta leggera e ora non disdegnerei una giacca pesante.
    Ma in valigia ho infilato poche cose.
    Non mi rendo nemmeno conto di ciò che sta gridando il mio cuore. Non ho tempo di analizzare i miei sentimenti in questo momento. L’ ho fatto per troppo tempo. E sono in ritardo come al solito.
    Sarei dovuta partire prima, ma non ho trovato il volo. Sembra che tutti in questi giorni abbiano deciso di viaggiare.
    Metter piede in quell’ aeroporto dopo tanti anni, mi provoca un brivido lungo la schiena.
    I taxisti sembrano tutti in sciopero. Possibile che non ce ne sia nemmeno uno?
    Mi avvicina un uomo che mi chiede se io sono Alessandra, in un italiano stentato.
    Lo guardo stranita,facendo un cenno di assenso con il capo.
    Mi prende la valigia dalle mani.
    Come un’ automa lo seguo, mentre ci dirigiamo verso un’ auto nera dai vetri oscurati.
    “ Mi manda Georg.. non abbia timore..” mi dice quasi per scusarsi.
    Il viaggio dura alcuni minuti, per terminare poi nel cortile di una villa.
    “ Venga la stanno aspettando….”
    Mi guardo intorno. Tutto è così irreale….
    Entro in un salone immenso dall’ arredamento decisamente hi-tech, nettamente in contrasto con l’ esterno di quell’ elegante abitazione.
    Una voce mi scuote dai miei pensieri.
    “ Alessandra?”
    Mi volto ed incrocio due laghetti verdi.
    Mollo la valigia per terra ed istintivamente lo abbraccio.
    Non so per quanto tempo rimaniamo così. Forse un secondo, un minuto.
    “ Georg che bello rivederti!!” Erano trascorsi due anni dalla loro ultima apparizione in pubblico.
    I Tokio Hotel non esistevano più, se non nei miei ricordi. Si erano sciolti ed ognuno di loro aveva intrapreso strade diverse.
    Non avevano retto allo stress del successo.
    Ricordo che avevo quasi provato sollievo ad apprendere la notizia dalla stampa.
    “ Arriveranno anche gli altri, tra un po’…” mi dice facendomi strada.
    “ Vieni, immagino tu non veda l’ ora di rivederla…”
    Saliamo i gradini dell’ ampia scalinata che conduce alle stanze del piano superiore.
    “Mio Dio! Non ce la farò mai!” Gli dico stringendogli il braccio.
    “ Sarete in due allora, non hai mai smesso un solo giorno di parlare di te…”
    Ci fermiamo davanti alla porta di una stanza.
    “ Secondo me sta scrivendo, se non si è addormentata sulla tastiera, ma sai ultimamente non è molto in forma…”
    Entra senza far rumore, pregandomi di rimanere dietro alla porta. Nelle sue condizioni era meglio evitarle le forti emozioni…
    Noemi come previsto dormiva, seduta davanti al portatile appoggiata sulla scrivania.
    Georg le si avvicina sussurrandole qualcosa all’ orecchio.
    Lentamente lei alza il capo e lo guarda assonnata.
    “ Ho una sorpresa per te..”
    Non capisco come il suo campo visivo non abbia percepito la mia presenza.
    “ Dio come è bella, è diventata una ragazza incredibile…” dico a me stessa mentre un nodo alla gola mi impedisce quasi di respirare.
    Lei si volta, rivelando ai miei occhi un vistoso pancione.
    “ Oh, Mio Dio, No!! Mamy!!!” Viene verso di me, quasi sorretta da Georg.
    Non ci sono parole.
    Non ci sono lacrime.
    Non c’è più il tempo che ci ha tenuto separate.
    Siamo sempre quelle due sceme che scleravano sul forum.
    “ Perdonami, ma avevo paura a cercarti, pensavo fossi troppo arrabbiata con me…”
    L’abbraccio forte.
    E’ bastato rivederla per cancellare quegli anni trascorsi a chiedermi perché.
    “ Sei una bellissima mamma…” Le dico tra le lacrime che non vogliono più smetter di scendere.
    “ Anche tu non sei male, Mamy…” mi prende in giro, accarezzandomi le rughe che impietose circondano i miei occhi.
    Prese dai nostri discorsi, non ci accorgiamo che Georg rispettoso ha lasciato la stanza.
    Al piano di sotto, voci sovrapposte, grida, risate.
    Usciamo e ci fermiamo a guardarli in cima alle scale.
    Sono arrivati.
    Si sono buttati su Georg, gettandolo a terra e lo stanno praticamente uccidendo.
    Non eravate cambiati allora, eravate sempre i miei dolci ragazzini di Durch den Monsun.
    “ I soliti cretini….” Borbotta Noemi sorridendo.
    “ Ehi, ragazzi!! Non sopprimetelo!! Devo sposarlo domani!!!” Grida loro scendendo un po’ a fatica le scale.
    Io la seguo intimorita.
    Bill si alza di scatto. “ Mamma sei stupenda!!” Le urla, correndo su per le scale per abbracciarla.
    “ Bill, questa è Alessandra… “ gli dice così semplicemente.
    Lui mi guarda curioso con quei suoi occhi bellissimi circondati di nero, sul volto finalmente è comparsa la barba, ma è sempre lui il mio Bill.
    A sorpresa abbraccia anche me.
    “ So tutto di te, Mamy.. e al party non mi hai nemmeno salutato!!” esclama falsamente indignato, investendomi con uno dei suoi splendidi sorrisi.

    “Che stupido.. La solita diva….”
    Il tempo ora non vola più.
    In questo fermo immagine ritrovo tutti i miei desideri. Il mio sogno si avvera per la seconda volta.
    Non c’è altro posto in cui vorrei esser ora.
    Perchè è giusto che sia qui.
    Con voi.

    Le parti in corsivo sono state scritte da Noemi.
    Ti voglio bene piccola mia.

    Edited by *billaly* - 7/3/2009, 11:41
     
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  2. *Alleine;
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    ... E dire che il mio intento era fare un bel commento decente.
    Non ci riesco, stella mia, perdonami...
    Ma tutto ciò che ci sarebbe da dire...
    Io provo a farlo trasperire giorno per giorno... Insieme
    Ti Amo, Aly.
    Sei sempre la mia vecchia citrulla, la mia mamy, la stella più luminosa del mio cielo... E se ogni giorno mi rialzo... E' grazie a te.
     
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    Non mi lasciare mai bici scassata!!!!
     
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  4. *Alleine;
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    Nemmeno tu.
    Mai.
     
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  5. *pepe*_94
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    che belle che siete ^_^ si vede che avete un legame fortissimo.
     
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  6. *Alleine;
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    Grazie :1:
     
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    Grazie...
     
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  8. *Alleine;
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    Andiamo avanti a ringraziamenti?! xD
     
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  9. *pepe*_94
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    niente,è la verita'
     
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  10. ;Reden™
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    Santo Cielo...
    Credo che il commento più... più tutto, spetti a Noemi...
    Io mi limito a dire che, come sempre, mi hai fatta piangere...
    E non è una cosa facile...
    Ti voglio bene mamy
     
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  11. ..FroZen.TeMpTaTiOn..
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    ragazze...*-*
    Non ci sono parole.
    :1:
    Solo un grande bacio ad entrambe!
     
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  12. *Alleine;
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    Grazie zeme, grazie Caro :1:
    Ringrazio io, perchè l'autrice è una fallita -_-
     
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    L'autrice ha fallito...
     
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  14. *Alleine;
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    Non dirlo nemmeno per scherzo..
     
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    Invece sì....
    SPOILER (click to view)
    Doveva esser il nostro party....
     
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