Tra finzione e realtà 3

Una nuova avventura

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    Donne non ho scritto una riga, scusate...
     
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  2. katarina stratford
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    Capitolo 33

    Amburgo 13 Maggio 2009, ore 18.12

    Aurora Sophie sgranò gli occhi all’ ennesimo singulto di Gabrielle, mentre in braccio alla madre tentava di prendere sonno. Certo lei piccola com’ era, non poteva rendersi conto dell’ accaduto, ma il fatto che non avesse iniziato a piangere, come capendo la situazione delicata, aveva fatto sì che si fosse guadagnata la riconoscenza di tutti i presenti.
    La bionda continuava a singhiozziare sulla spalla di Chiara, giunta anch’ essa dopo aver appreso la notizia direttamente da David che preoccupato l’aveva chiamata. Il fatto di esser gli unici adulti con un’ esperienza vera di vita alle spalle, tra quei ragazzi catapultati in una realtà a volte troppo grande per loro, li metteva in una posizione di genitori improvvisati, in mancanza di quelli naturali.
    Inutili erano al momento i tentativi di persuadere la ragazza dal prendere il primo volo disponibile per Los Angeles per raggiungere Tom e rendersi conto coi propri occhi dell’ accaduto. Poco importava che lei e il chitarrista stessero attraversando un periodo nero, il bisogno di vederlo era diventato fisico e il senso di colpa opprimente.
    Sapeva che non avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi, ma chiaro in lei era diventato in concetto di non commettere altri errori con il marito.
    Doveva rimediare, riparare al dolore ulteriore che lei stessa gli aveva procurato, ci fosse voluta tutta la vita. “ Gabrielle, David ci informerà non appena avrà avuto modo di parlare con la Polizia e con Tom…”
    “ Non mi importa, voglio esser sicura che lui stia bene. Ho provato a chiamarlo, ma il cellulare è spento! E anche Alice non sa nulla, in ospedale non li hanno fatti passare!” Gridò, riprendendo a piangere sconsolata.
    Noemi osservava la bionda, stentando a credere fosse la stessa Gabrielle conosciuta un anno prima. Vederla così fragile al limite del crollo nervoso, le faceva stringere il cuore. Aveva sempre visto in lei la donna forte, pronta ad affrontare e superare ogni ostacolo pur di arrivare all’ obiettivo. Essere la compagna di Tom Kaulitz non era stato per niente facile agli inizi eppure lei era riuscita a conquistarlo e a cambiarlo. Non si era mai data per vinta nemmeno quando la situazione stava per precipitare…
    Si avvicinò a lei e le accarezzò la guancia bagnata dalle lacrime.
    “ Gaby calmati, non appena David ci darà notizie certe, vedremo che fare. Sono sicura che Tom non è grave e forse non sarà necessario andare a Los Angeles…”
    “ Ma io devo andare! Il mio posto non è qui, ma vicino a lui! Dio che stupida che sono stata a non rendermi conto prima che stavamo andando alla deriva!!”
    Il cellulare di Chiara trillò nella sua tasca, sul display l’avviso di un sms arrivato zittì tutti improvvisamente
    “ Ciao, stiamo andando in ospedale sperando che Tom smetta di fare i capricci e acconsenta di vederci. Ti chiamo più tardi…”
    “ Perché non li vuole vedere?” Chiese stupito Gustav. Che avevano combinato?

    Los Angeles, 13 Maggio 2009 ore 8.49

    Janira si avvicinò al letto di Tom che sembrava assopito. Sul suo bel volto spiccavano un piccolo taglio sulla guancia destra e un bel bozzo violaceo sulla fronte, i suoi occhi chiusi erano contornati da occhiaie scure. Le braccia erano posate lungo i fianchi e su quello di sinistra vi era applicato l’ago della fleboclisi. Sospirò e si fece coraggio, non sopportava di vedere le persone care stare male. Si sedette sulla sedia accanto al letto indecisa sul da farsi. Non voleva svegliarlo, magari si era addormentato da poco, ma aveva necessità di sentire la sua voce e di tuffarsi in quella distesa ambrata dei suoi occhi.
    “ Tom…” Sussurrò al suo orecchio, prendendogli la mano. In risposta ricevette un mugugno.
    “ Ehi Tom, sono Janira…” Il chitarrista le strinse la mano, ma non aprì gli occhi.
    “ Allora sei vivo…” Continuò lei, sedendosi sul letto.
    “ Ho la pelle più dura del previsto…” Bofonchiò lui, accennando un sorriso.
    “ Su apri gli occhi Tom…” Il chitarrista obbedì, riversando sulla ragazza uno sguardo triste e ferito.
    “ Ti va di parlare?” Chiese lei, continuando a tenere la mano tra le sue.
    “ Non credo ti piacerà ascoltarmi…”
    “ Certo che sì! Io adoro le storie violente!” Tom inarcò il sopracciglio. Quella ragazza era tutta una sorpresa.
    “ Sono un bastardo io, ti conviene star fuori dalla mia vita…”
    “ Impossibile, sappi che sono appena stata licenziata per aver abbandonato il mio posto di lavoro questa notte, per accompagnare qui Bill e Alice…”
    “ COME?!” Gridò, balzando a sedere sul letto.
    “ Shhh, piano!! Sei ferito, non devi sforzarti e non devi preoccuparti per me, me la caverò. L’ importante è che tu stia bene!”
    “ Quello stronzo di mio fratello trasforma in merda tutto ciò che tocca!”
    “ Perché dici così? Questa notte credevo sarebbe impazzito di dolore, era completamente fuori controllo e neppure Alice è riuscita a calmarlo!
    “ Alice… è tutta colpa mia se ora è in questo casino!”
    “ Bill e Alice si amano e si riconciglieranno, sei tu ora quello che ci preoccupa! David quando l’ ha saputo ha dato di matto!”
    “ Strano che non sia ancora piombato qui armato per metter fine alla mia vita insulsa…”
    “ Arriverà presto, stanne certo, anzi credo saranno qui a momenti…”
    “ Non voglio vedere mio fratello!”
    “ Tom smettila…”
    “ Tu non sai nulla di noi…”
    “ Più di quanto non immagini Tom Kaulitz von Tokio Hotel…”
    “ Non mi riferivo alla nostra immagine pubblica…”
    ”Alice mi ha raccontato qualcosa… Sei un’ inguaribile, sentimentale e persino romantico donnaiolo. Nutri per tua cognata quasi una venerazione e non la toccheresti neppure con un dito, come non potresti mai fare un torto del genere a tuo fratello. Non ci vuole un genio a capirlo, basta solo guardarti negli occhi. Tu sei un’ ottima persona Tom, anche se non lo vuoi ammettere e preferisci far trasparire il peggio di te agli occhi della gente…” Sussurrò Janira, accarezzandogli il braccio.
    “ Questa notte mi sono scopato Christinee Paine su uno dei divanetti del V Lounge…” Janira rimase apparentemente impassibile alla notizia, anche se era certa che il crepitio del suo cuore potesse esser avvertito anche all’ esterno.
    “ Perché, che dovevi dimostrare?” Chiese con voce malferma.
    “ Niente, ero distrutto e soprattutto ubriaco, ma non è una scusante. So di aver commesso una grande cazzata e me ne pento, ma non tollero che mi si dica te l’ avevo detto, o peggio ancora mi sia rivolta compassione. Sto abbondantemente pagando, e continuerò a farlo per l’ eternità, la mia innata stupidità.
    “ Ti hanno aggredito per questo?” Chiese asciutta.
    “ In principio lo avevo pensato pure io. In fondo Chantelle è una bella donna, quando quel tipo è entrato nel bagno, mi ha chiesto se mi ero divertito in maniera sarcastica. Sulle prime ho creduto fosse un suo ammiratore e che ci avesse visto e il mio primo pensiero è stato quello di andarmene immediatamente da quel bagno, ma non appena mi sono girato per andare verso la porta ed uscire, questo mi ha sbarrato la strada, iniziando a colpirmi.
    Mi gridava: Che si prova a scopare la donna di un altro? Io cercavo di difendermi e l’ ho steso con un calcio, non mi importava nulla di come sarebbe finito quello scontro. Ho iniziato a colpirlo alla cieca, obbligandolo a rialzarsi, ricordo che il suo naso sanguinava, come la mia guancia.
    Tornatene in Germania Kaulitz, non è posto per te qui…
    Solo perché mi sono fatto una delle vostre donne? Ho esclamato beffardo, in fondo Chantelle era stata più che consenziente…L’ ho colpito poi alle spalle e lui mi si è avventato contro, mi ha spinto contro i lavandini facendomi cadere e battere la fronte su uno di essi. Ricordo solo di essermi accasciato e terra in preda ad un dolore lancinante e prima di perdere i sensi ho udito distintamente le sue ultime parole…”
    “ Quali parole?” Incalzò Janira con le lacrime agli occhi.
    Tom chiuse i suoi, serrando i denti. Avrebbe preferito morire piuttosto che sentirsele dire, piuttosto che arrivare a pensare fosse possibile un gesto del genere per vendicarsi.
    “ Tom?... Che ti succede?” Chiese apprensiva la ragazza.
    “ Fa troppo male anche solo ricordarlo…”
    “ Dimmelo, dopo ti sentirai meglio…” Gli sussurrò, sfiorandogli le labbra con le dita.
    Sentiva che doveva farlo, Janira era il suo unico appiglio in quel mare in tempesta.
    Deglutì e a fatica pronunciò quella fatidica frase.

    E questo è da parte di tuo fratello, per avergli scopato sua moglie…

    La ragazza non poteva credere alle sue orecchie. Dubitava fortemente che Bill avesse potuto esser il mandante di un’ infamia simile nei confronti del fratello. Non era successo nulla tra Tom e Alice, ma erano gli unici a sapere che era rimasto con lei la notte prima… Il personale dell‘ albergo? No, non poteva pensare che ci fosse qualcuno dalla mente così contorta e poi a che pro? Sarebbe stato molto più semplice scattare qualche foto ed inviarla ai giornali, perché prendersi la briga di fare del male fisico a Tom?
    “ Ma…Ma ne sei sicuro?”
    “ Certo che sì, mio fratello è in grado di fare questo ed altro!”
    “ Cerchiamo di ragionare Tom. Tuo fratello ieri sera era fuori di sé, dubito che sia un attore degno di premio Oscar! Il suo dolore, la sua preoccupazione erano autentici, e poi perché, visto che alla fine lui sa che non è successo nulla tra te e Alice?”
    “ Lui è geloso del rapporto che io e lei abbiamo. Anche Gabrielle a volte lo era. Ci vogliamo un gran bene, e io la rispetto profondamente. Ci capiamo al volo e ci aiutiamo a vicenda. In questo periodo se non avessi avuto Alice al mio fianco sarei impazzito…” Janira lasciò la sua mano e si alzò dal letto. Quelle ultime dichiarazioni l’ avevano letteralmente sconvolta. Era ben conscia dell’ effetto che Tom faceva alle ragazze e in un qual modo poteva capire Alice, sebbene sposata con il suo altrettanto avvenente gemello, anche se lui si era prodigato del giurare che il loro rapporto fosse profondo ma altrettanto innocuo, ma non poteva nemmeno pensare che Bill fosse così malvagio da far picchiare il fratello.
    “ Dev’esserci una spiegazione plausibile Tom, io non credo che B…”
    “ Janira, quelle parole sono inequivocabili. Con me o contro di me, non c’ è posto per le supposizioni…” Disse, guardandola truce.
    “ Con te, ma non smetterò mai di cercare la verità. Siete lo stesso sangue e nulla può dividervi…”
    Un soffio di vento forte spalancò i vetri della finestra, grandi nubi nere si addensavano velocemente nel cielo minacciando l’ arrivo di un acquazzone. Janira richiuse la finestra, ricordando un vecchio proverbio messicano che spesso sua nonna ripeteva: La casa poggia le sue fondamenta, non sulla terra, ma su una donna e si augurò che Alice fosse in grado di reggere il peso della situazione…

    Edited by *billaly* - 20/6/2010, 18:00
     
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  9. katarina stratford
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    NATALIE!
    Ne sono sicura è tutta colpa sua, lei ha visto Tom uscire dalla stanza di Alice, sapeva di poter fomentare una tragedia istigando i K l'uno contro l'altro!
    Mi è venuto un colpo quando ho letto il racconto di Tom a Janira......
    Qualcuno deve ristabilire la verità.

    Aly leggere questa fic è peggio che guardare un polizziesco!
     
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    Mi sento come il Commissario Rex...
    Tu Kat leggi e stai muta!! *__*
     
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  11. Mondlicht
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    Sì, la storia sta diventando un giallo, degno di Sherlock Holmes :)

    Dunque, il racconto di Tom è a dir poco sconvolgente, ma non può essere stato Bill a ordinare questa sorta di spedizione punitiva. In effetti, Natalie potrebbe essere la vera responsabile di tutto quello che è successo, mentre Janira potrebbe diventare colei che riesce a fare un po' di luce in questa intricata vicenda. Ormai su Gaby non mi pronuncio più, nutro una forte antipatia nei suoi confronti :)

    In attesa del prossimo.... I stay tuned :)

    Bravissima!
     
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    Gabrielle è solo una ragazza disperata che si resa conto della sua stupidità.
    E sì è palese che sia stata Natalie ad architettare il tutto, ma come potrà Janira fermare la sua lucida follia?
     
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  13. katarina stratford
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    CITAZIONE (*billaly* @ 16/6/2010, 15:48)
    Mi sento come il Commissario Rex...
    Tu Kat leggi e stai muta!! *__*

    Sono la reincarnazione della Signora Fletcher
     
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  14. innocence ´zla9‚
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    1. ti odio.
    2. Ti Odio.
    3 TI ODIO.

    Tu devi deciderti o a fare capitoli più lunghi, o a postare ogni ora, oppure a far finire questa situazione! *sclera*
    Comunque sono d'accordo con Kat, è stata Natalie, quindi nel prossimo risolvi le cose
    E dammi un po' di Gio
     
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  15. Mondlicht
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    Ah non ne ho idea... Il genio della scrittrice ci illuminerà ben presto :)

    Hai lettrici molto intuitive, hai notato Aly?
     
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827 replies since 10/10/2009, 18:24   12196 views
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