Tra finzione e realtà 3

Una nuova avventura

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    *si immerge nella lettura*

    La prima parte mi sembra un possibile episodio della THTV... ce li vedrei benissimo! Sono così teneri... spero che Gustav non cambi. Almeno un po' di tranquillità nelle coppie...
    E il ritorno (?) di Gaby... wow. Forse se n'è resa conto troppo tardi, però, e non so perché ho questa sensazione... insomma, in America stanno succedendo tante cose, e ne sono già successe altre, è possibile che Tom mandi tutto a 'fanculo e decida di non tornare con lei, almeno per ora.
    Ma credo nel lieto fine, yes!

    Ora... queste frasi:
    CITAZIONE
    Esclamò Georg, alzandosi dalla poltrona e correndo immediatamente ad abbracciarla.
    (...) Provò un moto di tenerezza, sembrava infinitamente piccola in quel momento. La sua sposa bambina, che era in grado di farlo sentire il più felice degli uomini. Le accarezzò leggero la testa ricevendo in cambio un mugugno.

    sono un colpo al cuore, per quanto sono dolci. Cioè... davvero. Davero davero! E' carino Gio che aiuta la mia trasposizione romanzesca!

    Grazie per aver scritto
     
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  2. innocence ´zla9‚
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    Capitolo 27

    Los Angeles 12 maggio 2009, ore 8.04

    Janira passeggiava nervosamente sul marciapiedi, in attesa dell’ arrivo di Tom, sperando non si fosse messo sul serio nei guai. Le aveva promesso che sarebbe tornato in tempo ed invece ora lei si trovava lì come un allocco, a scrutare il passaggio con una stecca di sigarette in mano, prese al volo dall’ hotel. Almeno avrebbe potuto rendere credibile la bugia che il chitarrista avrebbe raccontato al fratello. Era certa che lui si fosse recato dalla cognata. Un taxi svoltò velocemente l’ angolo, frenando bruscamente. La portiera di aprì e Tom scese, porgendo il denaro per la corsa appena conclusa ad un nerboruto autista di colore.
    “ Tom dov’eri finito?” Esordì la ragazza quasi gridando.
    “ Scusa mi ero addormentato…”
    “ Tuo fratello è fuori di sé, ti ha chiamato mille volte, ma il tuo cellulare non era raggiungibile…”
    “ E’ scarico…” Sbuffò l’ ex rasta, “ E ora dov’è?”
    “ Non lo so, ha ricevuto un sms e mentre lo leggeva, io ne ho approfittato per uscire; ecco tieni,almeno potrai dirgli che sei andato a comperare le sigarette…”
    “ Pensi che mi crederà?”
    “ No, ma far un tentativo non nuoce…”
    “ Grazie Janira, davvero… Sei una ragazza fantastica…”
    “ Ehi piano coi complimenti! Tu sei pur sempre Tom Kaulitz e io una vostra fan! Vuoi farmi credere che anche il Sexgott abbia un cuore e un’ anima?” Rispose sorridendo.
    “ Nostra fan, sul serio?”
    “ Certo e anche la mia piccola Destiny…”
    “ Destiny? Tua sorella?”
    “ No è mia figlia, il mio piccolo diamante. Devo andare da lei ora. Mi aspetta per esser accompagnata alla scuola materna.”
    “ Ah, capisco…” Annuì, con una luce triste negli occhi che la ragazza colse immediatamente. Gli si avvicinò, sfiorandogli il braccio con la mano, era percepibile il suo dolore che era riaffiorato prepotentemente alla mente.
    “ Avrete altre possibilità, tu e Gabrielle, mi si è stretto il cuore quando ho letto della perdita dei vostri bambini, ma sono certa che presto il Signore vi farà di nuovo un grande dono…”
    “ Io e Gaby non stiamo più nemmeno insieme…” Perché sentiva che di quella ragazza poteva fidarsi ciecamente? Gli sembrava di conoscerla da una vita.
    “ Mi dispiace veramente…” Disse commossa.
    “ E tu, quindi sei sposata, fidanzata?...”
    “ Ragazza madre. Il padre di Destiny è stato… diciamo un incidente di percorso… E sparito il giorno stesso in cui ha saputo che io ero incinta…”
    “ Un vero gentiluomo…”
    “ Era il mio capo, era sposato e per niente intenzionato a rovinarsi la sua splendida vita. Mi ha offerto dei soldi in cambio del mio silenzio e della mia scomparsa…”
    “ E tu che hai fatto?” Chiese curioso.
    “ Mi sono licenziata e gli ho strappato il suo bell’ assegno da diecimila dollari davanti al naso, dicendogli che i suoi fottutissimi soldi li poteva usare per comperarsi una coscienza, e me ne sono andata sbattendo la porta. Da allora non l’ ho mai più visto né sentito,non ha nemmeno mai incontrato sua figlia, ma so che la moglie lo ha lasciato per mettersi con un maestro di balli latino americani. Strana la vita, eh?”
    “ Direi giusta, spesso…” Rispose sorridendo.Quella ragazza gli piaceva, ogni istante di più.
    “ Tom devo andare ora, mi ha fatto piacere parlare con te. Mi raccomando, con Bill sostieni la tesi del giro panoramico per la città a cercare le sigarette, conciato così nessun locale ti avrebbe fatto entrare…” Lo prese in giro la moretta.
    “ Perché che ha che non va il mio abbigliamento?” Chiese guardandosi i jeans e la felpa over size.
    “ Oh nulla, davvero… ti manca lo skate sottobraccio e poi saresti perfetto…” Rise lei, aprendo la portiera della sua utilitaria.
    “ A stasera Tom, conto di vederti…” Aggiunse ammiccante, prima di salire sull’ auto.
    Tom rimase ad osservarla, mentre si immetteva nel traffico cittadino, salutandola con la mano. Sì, gli piaceva proprio Janira…

    La porta si aprì immediatamente dopo il primo tocchettio sul legno. Alice ben vestita e con i capelli raccolti in una coda alta, lo fece accomodare in stanza. Sembrava quasi imbarazzata, notò Bill. Il volto era tirato e il sapiente trucco, anche se leggero non aveva certo nascosto i segni della notte praticamente insonne. Il moro le si avvicinò cercando di abbracciarla, ma lei abilmente scansò la presa.
    “ Non ti ho chiamato qui per recuperare una notte perduta. Dobbiamo parlare e seriamente anche…”
    Bill si afflosciò sul letto sfatto, tenendosi la testa tra le mani e temendo il peggio.
    “ Mi vuoi lasciare?” Chiese sconfitto.
    “ Non lo so, tu che faresti al mio posto?”
    “ Aly io ti amo, solo di questo sono certo. In questo momento sento di esser disposto a tutto pur di tenerti stretta a me. Non posso immaginare la mia vita senza te.” Alice deglutì, ricacciando indietro le lacrime. Quello che Bill le aveva appena detto era meraviglioso.
    “ Denunciala allora e falla sparire dalla faccia della Terra.”
    “ E su che base?” Chiese, spalancando gli occhi ambra.
    “ Calunnia, diffamazione, prostituzione, poligamia, quel che ti pare, ma toglimela da sotto il naso, altrimenti verrò presto condannata per omicidio colposo e soprattutto volontario.” Il moro nonostante la grave affermazione, sorrise. La sua Alice non sarebbe mai cambiata.
    “ Uccideresti per me?”
    “ No, ucciderei te, smidollato che non sei altro!” Bill si irrigidì e balzò dal letto. Non poteva credere di aver udito quelle parole uscire dalla bocca di sua moglie.
    “ Esistono metodi meno cruenti per far uscire dalla propria vita le persone indesiderate…” Sussurrò.
    “ Allora trovane uno e fai sparire quella puttana!” Gridò Aly, rossa in volto. “ Sono stufa di passare per la mogliettina devota e stupida!”
    “ Nessuno ha mai pensato questo di te! Sei forse impazzita?”
    “ Credi che non mi sia mai accorta degli sguardi di compatimento che mi rivolgono i tuoi amici e colleghi? Oh,piacere… tu saresti la mogliettina di Bill? come posso dimenticare le risatine di Nicole e il suo augurio di una lunga vita insieme, che risuonava come un’ anatema? Non ti accorgi mai di nulla tu!”
    “ A me non importa di ciò che dice la gente. Io ti amo e le malelingue possono andare a farsi fottere!”
    “ Fai presto a dirlo tu, sei Bill Kaulitz!”
    “ Io sono tuo marito…” Le si avvicinò e la prese tra le braccia, pronto all’ ennesimo rifiuto. Invece con stupore, la sentì sciogliere e ricambiare l’ abbraccio. Posò allora le labbra sulla sua tempia e gliela baciò leggero.
    “ Alice io ti amo così tanto, perdonami ti prego, troverò una soluzione…”
    “ Sappi che se avessi immaginato a priori che sarebbe stato tutto così complicato, non avrei insistito certo per farmi sposare, ma ti amo anche io…”
    Un lungo bacio suggellò la pace ritrovata, come sempre aveva ragione il suo dolce Schwager…

    “Devo andare…” Borbottò a malincuore il moro, dando un calcio alle coperte. “ Tra un paio di ore dobbiamo esser agli studi…”
    “ Ok, butto la mia roba in valigia, farò in un attimo…” Rispose Alice alzandosi dal letto.
    “ Dunque hai deciso di venire con me in hotel?” Chiese, tirandola a sé e facendola cadere sul suo petto.
    “ Sempre che tu sia d’accordo, ovvio…”
    “ Scema, non chiedo di meglio e poi ho giusto alcune cose da stirare…”
    “ Come?” Gridò falsamente indignata, tirandogli un pugno ad un fianco, seguito da un tenero incontro delle loro labbra. Si rivestirono in fretta e raccolsero le cose di lei sparse per la stanza. Era incredibile quanti oggetti ed indumenti potesse contenere la sua valigia,gli stava assomigliando sempre di più…
    “ Ehi, ti sei messa a fumare?” Chiese ad un tratto brandendo un accendino nero e rosso tra le mani, trovato sul comodino.
    Alice sbiancò improvvisamente, facendo cadere la trousse del trucco a terra. Sapeva perfettamente a chi apparteneva quell’ accendino e pregò solo che Bill non lo riconoscesse.
    “ Ma… non so… questa è una camera fumatori credo, forse lo fornisce l’hotel stesso…” Provò ad imbastire su, sperando di esser convincente.
    “ Allora glielo frego, peccato non ci sia inciso il nome dell’ albergo…” Rise infilandolo nella sua borsa. Attese che Alice facesse un ultimo giro di ricognizione e poi finalmente uscirono dalla stanza per raggiungere il Sofitel.
    Insieme.
    Era ritornato il sereno in casa Kaulitz.
    Forse…

    Edited by *billaly* - 27/4/2010, 00:40
     
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    Ho letto prima di cena e commento ora! Che dire... Secondo me, Tom difficilmente tornerà con Gabi (meglio così). Non riesco a vederli come coppia... mentre bill e alice... mmm non mi convincono molto e più in generale quel forse che chiude il capitolo non fa altro che confermare i miei dubbi. Sono sicura che ci sarà ancora qualche sconvolgimento per il quale si allontaneranno, ma credo molto in questa coppia...
    bravissima Aly!
     
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    Capitolo 28

    Los Angeles 12 Maggio 2009, ore 9.38

    Tom uscì dalla doccia e si avvolse in un morbido accappatoio, neppure il getto bollente aveva saputo lavar via la sensazione di disappunto e di impotenza al tempo stesso, che gli aveva lasciato la chiamata di Georg.
    Gabrielle era tornata a casa. Avrebbe dovuto rallegrarsi alla notizia ed invece un nodo al petto gli impediva quasi la normale respirazione.
    I sentimenti erano contrastanti e mille pensieri gli avevano invaso la mente come un fiume in piena che, rompendo gli argini, allagava le campagne circostanti.
    Era tornata. Perchè non ne avevano parlato prima? L’ ultima chiamata era terminata con un litigio che a tutto faceva presagire, tranne al suo ritorno. Era stanco, stanco di esser in balia del suo umore, stanco di dover sempre intuire ogni sua possibile mossa.
    La amava ancora? Non era più così sicuro di volerla accanto a sè, non dopo ciò che avevano passato. Gli aveva sbattuto la porta in faccia più di una volta, trincerandosi dietro ad un dolore che sembrava appartenesse solo a lei. Lo aveva abbandonato, ecco sì, quello era il termine giusto, come si lascia un fardello indesiderato all’ angolo della strada.
    Scartò la stecca di sigarette e ne aprì un pacchetto, guardandosi intorno nella stanza, alla ricerca dell’ accendino.
    “ Dove l’ ho messo?” Si chiese, borbottando spazientito. Rovistò nei jeans, nelle tasche della felpa, senza esito. Cercò tra i suoi effetti, trovandone un altro e perplesso accese la sigaretta. Camminava per la stanza torturandosi il piercing al labbro con le dita, come se da esso dovesse pervenire la soluzione ai suoi innumerevoli problemi.
    L’ amico era come sempre stato di poche parole, ma severo nel suo giudizio. Chissà perché continuavano a dipingerlo come il buffone del gruppo, quando in realtà era l’ unico in grado di fare discorsi da “grande”.
    “ Tom non hai bisogno di altri problemi. Assicurati delle intenzioni di Gabrielle, è brutto dovertelo dire, ma trovo assurdo il suo comportamento, non so come tu possa averlo accettato…”
    Era stato inutile cercare la replica, Georg avevo colto nel segno. E quella frase continuava a martellare nel suo cervello, implacabile.

    “ Ciao Gaby…” Gli pareva di sentire i battiti accelerati del cuore della moglie.
    “ Ciao Tomi…” Da quanto tempo non lo chiamava più così?
    “ Perché hai deciso di tornare a casa senza avvertirmi?”
    “ Tom… io… io volevo farti una sorpresa… ho pensato che…”
    “ Pensavi potesse rimanere un segreto inviolato per i prossimi dieci giorni?”
    “ No è che io…”
    “ Tu, tu, tu! Tu che te ne vai, tu che non mi vuoi, tu che ritorni… In che posto mi collochi Gabrielle? Fai sempre tutto da sola, costruisci e distruggi a tuo piacimento!” Il silenzio che seguì la sua affermazione gelò l’ aria. Si era reso immediatamente conto della durezza delle sue parole, ma ormai la bomba era stata innescata.
    “ Gaby?...” In risposta ricevette un singhiozzo. Ci mancavano solo le lacrime…
    “ Gaby, ok scusa. Ma io non ti capisco più. Sei la contraddizione fatta persona, anche un santo perderebbe la pazienza! Sei tornata per rimanere o alla prima difficoltà te ne andrai di nuovo a Loitsche? Come ben sai, questo non è un grande periodo per me, sei pronta a starmi vicino nella buona e nella cattiva sorte?”
    “…”
    “ Gabrielle cazzo rispondi!”
    “ Vaffanculo Tom! Accidenti a me, che ho pensato di poter aggiustare le cose con te! Ma sì, hai ragione io non sono più la persona adatta a starti accanto! Vai, vai da quella puttanella tutta tette che non vede l’ ora di farsi scopare da te!” L’ antipatico click della linea interrotta, lo zittì all’ improvviso. Quella puttanella tutta tette… In effetti gli pareva strano che non avesse dato immediatamente di matto alla notizia. Nonostante tutto si ritrovò a sorridere, gli sembrava di esser tornato indietro nel tempo, quando la fama del Sexgott lo precedeva.
    Gabrielle, Christine, Janira… Alice… chissà se aveva fatto pace con Bill?
    Fece un grande sospiro e ricompose il numero della moglie, sperando non fosse così testarda da non rispondere.

    “ S.C.U.S.A.”
    “ No, scusa tu Tom. Sono stata stupida e presuntuosa nel credere che tu mi avresti accolto a braccia aperte.
    Ne riparleremo quando tornerai… Posso rimanere qui o preferisci che torni a Loitsche?” La sua voce era incrinata dal pianto e a Tom si strinse il cuore. Se fossero stati vicini l’ avrebbe presa tra le braccia e cullata fino a quando le sue lacrime non si fossero placate.
    “ Voglio che rimani sciocca, quella è anche casa tua…” Riuscì solo a dire, un po’ incolore.
    “ Tom, so che è difficile per te perdonarmi, ma ti prego dammi un’ altra possibilità. Voglio rimediare ai miei sbagli e tornare ad essere la tua Gaby…”
    “ Commovente…” pensò il chitarrista, ma perché non era convincente?
    “ Gabrielle, abbiamo bisogno di stare un po’ insieme e capire. Analizzare ciò che è successo e dare una spiegazione ai nostri comportamenti. Non possiamo continuare a vivere sospesi, come se nulla fosse successo…”
    “ E’ un modo elegante per dirmi che i tuoi sentimenti nei miei riguardi sono cambiati?”
    “ No, è un modo elegante per dirti che quando tornerò dovremo parlare seriamente della nostra situazione. Far luce sulle zone d’ombra e dare un senso alla tua fuga…”
    “ Io non sono fuggita!”
    “ Te ne sei andata senza dare spiegazioni, cosa ti sembra allora?”
    “ Io avevo bisogno di stare da sola, di cambiare aria…”
    “ Il problema è sempre lo stesso, Gaby… Tu pensi solo a te stessa e ora non ho più il tempo, né la voglia sinceramente di starne a parlare al telefono. Mi aspettano agli studi e sono già in ritardo…”
    “ Ci sarà anche quella?”
    “ Quella chi?”
    “ Christine…”
    “ E che ne so? Ci sono varie sale di registrazione, è possibile…”
    “ E’ così bella…”
    “ Gaby anche tu sei bella e lei non ha nulla più di te. Tu sei mia moglie, conterà qualcosa no?” Voleva esser un complimento, ma dovette ammettere che la frase gli era uscita proprio male.
    “ Il fatto che io sia ancora tua moglie, non implica la tua fedeltà soprattutto se siamo così lontani…” Disse in un soffio.
    “ Dovresti avere un po’ più di fiducia in me…”
    “ Ok…”
    “ Devo veramente andare…”
    “ Ti amo Tom…”
    “ Un bacio…”
    Non le aveva volutamente risposto o effettivamente non voleva mentirle?
    Si vestì in fretta, decidendo di non pensare più alla conversazione appena terminata.
    Erano a Los Angeles per il CD e già questo era sufficiente a riempire la sua mente.
    Uscì dalla stanza e bussò immediatamente a quella del fratello, sperando fosse tornato. Aveva provato a chiamarlo, ma ora era il suo cellulare a risultare irraggiungibile. Immaginava si fosse recato da Alice e per un pelo non si erano incontrati. Non sarebbe stato molto contento di trovarlo nel letto della moglie.
    Il volto di Alice comparve sulla porta.
    “ Ciao Schwag... Bill è in bagno...” Disse semplicemente, facendosi da parte per lasciarlo entrare, “ Siamo appena tornati...”
    “ Tornato il sereno?” Chiese il chitarrista, accarezzandole il braccio.
    “ Già, per il momento...”
    “ Aly, hai un temperino? Ho rotto la punta della mat... Ciao Bruder! Allora sei vivo!” Esclamò il moro, sorpreso di vederlo.
    “ Certo che sono vivo, pensavi il contrario?”
    “ Diciamo che mi ero ragionevolmente preoccupato, dopo la tua fuga notturna dall’ albergo!”
    “ Non sono fuggito, ma solo uscito a fare un giro, avevo bisogno di pensare...”
    “ Beh, non potevi farlo comodamente sdraiato sul letto della tua stanza?” Continuò indagatore.
    “ Avevo terminato le sigarette... c’è uno store aperto tutta la notte qui vicino...”
    “ Ah, capisco, e ci hai messo tutta la notte?...” Chiese il gemello poco convinto.
    “ Ehi, ma che è sto terzo grado? Potrò decidere di fare un giro, cazzo!”
    “ Sai benissimo che non possiamo permetterci di andarcene in giro da soli! Se ti fosse successo qualcosa?
    “ Non ti preoccupare, ero al sicuro...”
    “ E dove, nel letto di qualcuno?”
    “ Non sono cazzi tuoi...” Rispose bruscamente, dando loro le spalle e mettendo fine alla loro conversazione.
    Alice guardava entrambi in sottecchi, rovistando nel frattempo nel suo beautycase. Era evidente che Bill non credesse ad una sola parola del gemello e che Tom fosse stato fin troppo precipitoso a dare una risposta a tutti gli interrogativi, come se si fosse imparato la storiella a memoria.
    Il moro prese il temperino che Alice gli porgeva e tornò in bagno lasciando la porta aperta. Voleva tenerli sotto controllo quei due. Il colorito pallido che aveva assunto il volto della moglie e quello fin troppo roseo del fratello erano al pari di una confessione.
    Terminò di truccarsi con estrema lentezza, continuando ad osservarli riflessi nel grande specchio sopra il lavabo. Tornò in stanza e presa una sigaretta l’ accese con l’ accendino trovato nella stanza di Alice.
    Lei sbarrò gli occhi cercando disperatamente lo sguardo di Tom.
    Troppo tardi.
    “ Ecco dov’era il mio accendino, me l’ avevi fregato tu!”...

    Edited by *billaly* - 20/6/2010, 17:43
     
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