Atmest mich

Capitolo 35

“ Adesso mi spiegherete, tutto dal principio…” Con queste parole esordii, chiudendo la porta della mia stanza. I ragazzi e Kat mi guardavano perplessi.
“ Ary…” sussurrò Tom.
“ Ary un corno. Mi state nascondendo qualcosa e io voglio saperlo…” Guardai Kat, che mi restituì uno sguardo preoccupato.
“ Wernon è un maledetto porco, ecco cos’è!” Bill sbottò all’ improvviso, alzandosi dal divano su cui si era seduto.
“ Ti sei mai chiesta perché non siamo sotto la sua ‘protezione’?”
“ No, ma io…”
“ Tu non sai nulla Aryanne di questo mondo, a che compromessi devi scendere a volte per avere successo. Sei stata fortunata in questo senso, hai un manager che ti segue e che è una brava persona. Ti ha messo nelle nostre mani, sapendo che avremo potuto aiutarti ad avere successo fuori dai confini dell’ Europa, ma non ha fatto i conti con il potere di quell’ uomo...”
“ Ne parli come se fosse un demone.”
“ Lo è...”
“ Bill, sono stanca di parlare per enigmi.”
“ E’ cominciato tutto l’ anno scorso, all’ epoca della nostra prima tournèe...”
Tom aveva affiancato il fratello, pregandolo di lasciarlo continuare.
“ Aveva già contattato David, nello stesso modo in cui l’ ha fatto con Stephen. Vuole tenere tutti in pugno, esser il supervisore di tutti gli artisti...”
“ Beh, in un certo senso è il suo lavoro...” Azzardai io, non molto convinta.
“ E’ solamente un manipolatore, gode del successo e dei soldi guadagnati da altri, fregiandosi di chissà quale merito. In concreto non fa nulla, a parte trovarti gli ingaggi.” Continuò Georg, vedendo il chitarrista in difficoltà.
“ Perchè ho la sensazione che continuiate a girare intorno al problema?”
“ Praticamente, ci ha fatto capire da subito che senza il suo aiuto potevamo tornarcene in Germania...” Disse Gustav.
“ Ma poi il tour è stato un successo, quindi che è accaduto?” Cominciavo a spazientirmi, quel loro prender tempo mi dava sui nervi.
“ Nonostante le sue insistenze e i suoi tentativi di boicottaggio, abbiamo portato a termine i concerti. I fan continuavano a riempire le sale e di questo non smetteremo mai di ringraziare internet. Chi già ci conosceva, non ci aveva abbandonato...” Bill aveva pronunciato quelle parole con grande gratitudine. Adoravo quella parte di lui ancora così sincera, nei riguardi degli ammiratori.
“ Poi la sera della vittoria ai VMA, abbiamo festeggiato e complice qualche bicchiere di troppo, io e Tom ci siamo lasciati andare a qualche effusione di troppo e lui ci ha visti...”
“ Ovviamente è stato inutile cercare di negare e fargli credere che il nostro bacio e la sua mano all’ interno dei miei jeans fosse solamente un semplice scambio di affetto e così lui ha iniziato a ricattarci. Il suo silenzio in cambio di un contratto esclusivo con noi. Se non avessimo firmato, lui avrebbe rivelato alla stampa che io e Bill eravamo gay e soprattutto incestuosi...” Gli occhi di Tom erano colmi di lacrime, che da troppo tempo forse premevano per uscire.
Guardai Kat che, in disparte, in un angolo della stanza, aveva sul suo volto dipinta una maschera di scherno.
Come aveva potuto esser amica di una persona così viscida?
Avevo paura a chiedere il proseguo della vicenda, forse, anzi sicuramente avrei dovuto rivedere alcuni miei atteggiamenti e pensieri.
“ Ci siamo scervellati, per trovare un modo per uscirne. Certo sarebbe stato da eroi impavidi rifiutare e sperare che una volta tornati in Germania sconfitti, lui ci lasciasse in pace, ma nessuno ne era convinto. David aveva addirittura pensato di assoldare un sicario. Con un pò di fortuna e complici i parecchi nemici che nel tempo si era fatto, ci avrebbero messo secoli a trovare il mandante...” Disse Georg serio.
Bill aveva abbracciato il gemello, cullandolo tra le sue lunghe braccia. Era veramente un dolore vederli così affranti. Li esortai a continuare rimbalzando lo sguardo su tutti quanti.
“ Qualche giorno dopo l’ ho chiamato, dicendogli che dovevo parlargli. Non avevo un piano preciso, ero solo guidato da sensazioni. Nonostante il viscidume che trasudava dalla sua pelle era sempre stato estremamente gentile con me, anche troppo. Andai a casa sua, nella speranza di poter salvare in qualche modo la situazione. Ero pronto a tutto...” Bill si era tornato a sedere sul divano, trascinando lì anche Tom che continuava a tenergli la mano.
Sentii la necessità di imitarli. Un leggero tremore si era impadronito del mio corpo.
“ Mi aprì la porta sorridente. Da subito intuii di non essermi sbagliato. Mi desiderava ed immediatamente mi palesò le sue intenzioni. Lo lasciai fare combattendo con la necessità di vomitare. Le sue mani mi accarezzavano ovunque, provo ancora disgusto al ricordo del sapore della sua bocca sulla mia, al suo alitare sul mio collo. ‘ Sei proprio una brava bambina...” mi sussurrava succhiando il lobo dell’ orecchio, mentre febbrilmente cercava di abbassare la zip dei miei pantaloni...”
Il mio cuore aveva cessato di battere, inorridita da quel racconto. Il moro teneva saldamente la mano del fratello come a rassicurarlo che quell’ incubo non era che un brutto ricordo. Il suo sguardo era quello di un uomo fiero.
“ Mi sono fatto scopare da lui, ed è stata l’ esperienza peggiore della mia vita. Ho stretto i denti, convinto sempre più del piano che si stava facendo strada nella mia mente. Lo avrei sconfitto con i suoi stessi mezzi.
Quella tortura sembrava non aver fine. La sua smodata gentilezza era svanita alla vista del mio corpo privo di vestiti. Mi aveva penetrato senza troppi complimenti, sputando tra le mie natiche per diminuire l’ attrito.
Avrei voluto gridare per il dolore, ma non emisi un soffio. La soddisfazione di vedermi soffrire non gliel’avrei data per nulla al mondo. Accolsi il suo orgasmo come una liberazione. Uscì dalla mia apertura con un ghigno vittorioso stampato sul suo volto. ‘ Brava la mia bambina...’ disse poi scoppiando a ridere mentre si dirigeva verso il bagno. Sentivo nella mia bocca il sapore del sangue, mi ero morso la lingua e le mucose, tra le mie gambe l’ umido del rilascio. Vomitai tra i cuscini, mentre lo scroscio dell’ acqua della doccia copriva i miei conati. Trovai la forza per rivestirmi e fuggii da quella casa. Due ore dopo eravamo in volo per tornare a casa. Avevamo qualcosa in mano anche noi per ricattarlo, se avesse proseguito con le sue richieste esose...” Bill si era zittito per accogliere la carezza del fratello. Un gesto così tenero che solo un amore profondo come il loro poteva far scaturire.
Le lacrime che scendevano imperterrite sulle mie guance, bagnarono il mio prezioso vestito color ambra.
“ Cercò di contattarci, furibondo per la nostra fuga e dopo un paio di giorni piombò a Berlino. La sua ostinazione era veramente senza limiti. Ma era caduto nella mia trappola. Dopo tutto non era neppure così intelligente come dava a vedere, ed era parso veramente sorpreso quando gli dicemmo che se non ci avesse lasciato in pace e quindi continuare per la nostra strada, avremo rivelato al mondo intero che era un lurido finocchio. Tu penserai che in fondo non ci fosse di chè vergognarsi alla fine, ma forse non sai che è sposato con la figlia del capo dell’ Interscope. Senza quel matrimonio lui sarebbe stato uno zero.
Marito devoto in pubblico e lurido schifoso in privato...” Bill si era alzato e avvicinato, inginocchiandosi poi ai miei piedi.
“ Ary, ti prego non firmare quel contratto...”
Lo abbracciai forte incapace di soffocare i singhiozzi. Era stato come svegliarsi all’ improvviso da un sonno eterno. La mia ingenuità era spaventosa e il pensiero che quell ‘individuo mi avesse sfiorato anche solo con un dito mi dava il voltastomaco.
“ Sei stato grande, Bill...” gli sussurrai tra i capelli.
“ Peccato che il mio sedere ancora non sia del parere...” Esclamò lui cercando di sdrammatizzare. Tom ci raggiunse e si unì al nostro abbraccio.
Kat, Georg e Gus, abbandonarono la stanza, consci che molto altro ci saremo detti quella notte...