Atmest mich

Capitolo 34

L’ esibizione mi aveva come iniettato una dose di fiducia. D’ altra parte cantare era ciò che sapevo fare meglio. Facemmo alcune foto pubblicitarie con i membri della radio e dopo aver ricevuto le ennesime congratulazioni da parte dell’ austera ed acida Kemurnian, finalmente lasciammo gli studi. Tom era euforico. Mi aveva abbracciato e baciato a stampo sulle labbra. Un gesto istintivo senza secondi fini. Era felice per me ed era ansioso di dimostrarmelo a tutti i costi. Non avevo assolutamente voglia di rimproverarlo, anzi risposi con piacere a quel bacio datomi in pubblico. In fondo eravamo fidanzati…
Bill ci osservava severo. Si poteva leggere sul suo volto il disappunto. Decisi di ignorarlo, godendomi quel momento di gloria. Forse si aspettava un ringraziamento solenne da parte mia per avermi lasciato per così dire la scena, ma decisi di lasciarlo ancora in sospeso.

Tornammo in albergo per prepararci alla serata. Avrei avuto necessità di un bel bagno rilassante, ma avvertivo nell’ aria una certa elettricità. Bill aveva parlato poco durante tutta la durata del viaggio al contrario di Tom, che logorroico, non faceva altro che glorificare la mia sicura carriera discografica nel Nuovo Continente.
“ Li hai stesi Aryanne e quella Kemuri…Kermu…”
“ Kemurnian…” Lo corresse Kat, “ Beh quella lì, si rimangerà le parole che ha detto! Sei una grande artista e ti doveva più rispetto!!”
“ Ma è solo una speaker radiofonica!” Esclamai io, sicura che nulla nelle prossime ore avrebbe più potuto turbarmi.
“ Una speaker con la vista lunga. E non sarà stata l’ unica a porsi quella domanda. Ma d’altro canto loro sono lì per criticare e noi per dargliene l’opportunità…” Esordì Bill, togliendosi gli occhiali per posarli poi sulla testa.
I suoi occhi erano cupi, quasi tristi. Non capivo se quello sguardo fosse solo per me o frutto degli ultimi avvenimenti.
“ Ary è un ottima cantautrice e anche senza il nostro supporto se la sarebbe cavata comunque, lo ha ampiamente dimostrato con il suo primo CD. Quella è stata una iena, anche se alla fine si è dovuta ricredere…” Intervenne Gustav.
“ Ok, non parliamone più. In fondo la brutta figura l’ ha fatta lei, mi pare!” Concluse Georg, baciando la sua rossa preferita.

Mi svestii e solo con addosso gli slip tolsi dall’armadio l’ abito di Gucci comprato al mattino e lo accostai ad un paio di sandali neri dal tacco vertiginoso. Da quando frequentavo i gemelli, mi era venuto una sorta di complesso di inferiorità per quanto riguardava l’ altezza.
Dinah, aveva provveduto a farmi stirare l’abito e Natalie si era offerta di truccarmi e pettinarmi. Avevo comunque un’ ora di tempo prima del suo arrivo, sempre che Bill non avesse fatto i capricci.
Dalla stanza a fianco non si udiva nessun rumore, tranne quello dell’ acqua nella doccia che scendeva.
Strano, avrei detto che quei due una volta soli avrebbero avuto di che discutere. Bill sembrava sul punto di esplodere mentre salivamo nelle nostre stanze in ascensore.
Quel silenzio era quasi irreale.
Fissavo quella porta che ci divideva, mentre una curiosità morbosa stava prendendo possesso della mia mente.
“ Se perdi terreno, stringi i denti e mettiti a correre più velocemente…” Non so chi avesse pronunciato quelle parole, se fossero frutto della mia mente, o se le avessi lette da qualche parte, ma certo fu che invasero i miei pensieri.
Indossai una maglietta e lentamente aprii la porta. Nella stanza regnava un grande caos. I loro abiti erano sparsi sul pavimento e la luce filtrava dalla porta socchiusa del bagno.
Guidata da quel fascio luminoso dal potere ipnotico, varcai quella porta sapendo già a che tipo di visione mi sarei trovata davanti.
I cristalli erano appannati, ma era chiaramente visibile sotto il getto la sagoma di Bill inginocchiato davanti a Tom che gli teneva saldamente la testa fra le gambe. Faticava a stare in piedi scosso del gemello che teneva il suo membro in tutta la sua lunghezza in bocca e sembrava piuttosto intenzionato a portare a termine un pompino da manuale.
Ingoiò il suo rilascio completamente e dopo essersi sciacquato la bocca prese a baciarlo con foga. Tom sembrava soggiogato dall’impeto del gemello, quasi incapace di reagire. Gli accarezzava la schiena con movimenti languidi quasi a voler riprendere fiato. Si versò poi il bagno schiuma sulla mano ed iniziò ad insaponarlo lentamente. Bill si sfregava contro di lui come una gatta in calore, lasciando che Tom si insinuasse nella sua apertura con le dita. Non era sicuramente pronto per un nuovo amplesso ma avrebbe saputo ovviare a questo inconveniente. Con la mano libera prese a massaggiare il pene eretto del fratello, fino a farlo gridare di piacere.
L’acqua lavò ben presto ogni traccia del loro incontro, lasciando che lo scarico ingurgitasse il loro amore.
Non so perché, ma mi venne da ridere. Più che ardente desiderio, mi dava l’impressione fosse più un modo per cercare di riconquistare il fratello.
“ Il tuo trono sta vacillando Bill…” Sussurrai, prima di lasciare la stanza.
Niente avrebbe più potuto turbarmi…

Arrivammo al party con un’ ora di ritardo. Bill come previsto aveva impiegato moltissimo tempo a prepararsi, colpa di quell’ interminabile doccia…
Kat era stupenda nel suo abito verde e Georg non aveva occhi che per lei. Non l’ aveva lasciata un istante da quando eravamo entrati nel locale e l’aveva presentata praticamente a tutti.
Tom mi aveva preso quasi timidamente la mano, chiedendomi come avevo intenzione di comportarmi.
“ Se è necessaria la farsa facciamola…” Gli avevo risposto con rassegnazione.
“ Non dovremmo fingere se solo tu volessi…”
“ Tom non mi sembra il caso di parlarne qui, ok?” Esclamai dandogli un bacio a fior di labbra a beneficio del fotografo che ci seguiva dal nostro ingresso.
Bill si avvicinò a noi ed abbracciò entrambi.
“ Su che sono quelle facce tristi? Non siete felici di interpretare i fidanzatini del rock made in Germany?” Disse caustico.
“ Vaffanculo Bill...” Mormorai tra i denti, certa che la musica avrebbe coperto le mie parole.
“ Leggo il labiale signorina Schell, la pregherei di esser più carina con colui che le ha ceduto il passo oggi e il fratello per stasera…”
“ Smettila Bill, non vorrai ricominciare vero?” Lo rimproverò il rasta.
“ Tomi, dov’è finita la dolcezza di poco fa? Se non fosse che sei un uomo, direi che sei in fase pre- mestruale!” Detto da lui era tutto un programma.
Vidi Stephen dirigersi verso di noi, con un grande sorriso.
“ Ary, vieni, c’ è una persona che vorrei farti conoscere…”
Dietro di lui, una figura sconosciuta, illuminata dalle luci psichedeliche, mi tese la mano.
“ Piacere Aryanne, sono Christian Wernon…”
Rimasi per un attimo interdetta di fronte alla sua persona.
Era addirittura più alto dei gemelli e i suoi occhi azzurri brillavano come diamanti.
Il suo volto abbronzato dai tratti irregolari era comunque di una bellezza sconvolgente.
Aveva sicuramente superato la trentina e sulla sua mano destra un anello esageratamente grande copriva quasi interamente l’anulare.
Kat mi aveva mentito. Ovvero aveva omesso qualche particolare. Era sì il più grande organizzatore di eventi di tutta l’ America, ma era anche uno degli uomini più affascinanti che io avessi mai conosciuto. Il suo sorriso era magnetico, lo sguardo ipnotico.
Presi la mano che lui mi tendeva e con un caldo sorriso, risposi al suo saluto.
“ Ciao Christian, è un piacere conoscerti. Ho sentito parlare molto di te…”
“ La mia fama mi precede?”
“ Diciamo che mi è stato detto che sei un Dio nel tuo lavoro.”
“ E chi sarebbe questo adulatore?”
“ Io.” Kat gli si parò davanti sorridente.
“ Katarina!! Piccola furfante! Che ci fai qui?” Esclamò abbracciandola con foga.
“ Lavoro?”
Georg si mise al suo fianco cingendole la vita con il braccio.
“ Salve Christian, conosci Kat?” Chiese serio.
“ E’ una delle mie pupille! Le ho insegnato tutto del mestiere qualche anno fa, quando eravamo a Parigi…”
“ Uh, davvero? Non me ne avevi mai parlato Kat!” Dissi io, divertita dall’ atteggiamento esageratamente protettivo del bassista.
“ Abbiamo lavorato insieme per un anno…” Spiegò la rossa leggermente imbarazzata. “ Poi lui è tornato in America ed ha spiccato il volo…”
“ Beh, anche tu non te la passi male a quanto pare…”
“ Non mi lamento. Sono felice con lui.” Georg a quelle parole le aveva sorriso, dandole un bacio sulla tempia.
I gemelli osservavano la scena in disparte. Sui loro visi era evidente il disappunto. Feci un cenno a Tom di raggiungermi. E Bill ovviamente lo seguì.
“ Christian, conosci Bill e Tom, vero? Chiesi io con fare ammiccante.
“Certo, come no! Ci siamo conosciuti l' anno scorso ai WMA! Come state ragazzi?”
“ Uh, bene… anche tu mi sembri in forma!” Rispose il moro, dandomi un‘ occhiata furibonda.
Sicuramente c’era qualche particolare, di cui io non ero a conoscenza, che turbava parecchio il gruppo.
Tom mi cinse i fianchi e mi baciò sul collo.
Christian alzò il sopracciglio e sorrise. “ Ecco il Sexgott all’ attacco! Ti tieni sempre allenato a quanto vedo!!”
“ Noi stiamo insieme, non lo sapevi?”
“ Davvero? Chi l’ avrebbe mai detto?” Rispose sarcastico.
La conversazione stava prendendo una piega alquanto insolita. Stephen richiamò l’ attenzione di Christian dicendo che avremmo potuto parlare in un angolo appartato del locale.
Lasciai il gruppo e mi avviai con loro al tavolo designato. Il cuore mi batteva forte e una sorta di presagio nefasto si era impadronito dei miei pensieri.
Perché i gemelli si erano rivelati così ostili verso di lui?
Il colloquio fu interminabile e in realtà parlò solamente Christian. Ci illustrò ciò che avrebbe potuto far per me se ci fossimo appoggiati a lui.
“ L’ Interscope non può fare più a meno dei miei servigi. Se deve lanciare una nuova proposta, con me non può esser che un successo. Devi solo dirmi di sì Aryanne e tra un paio di mesi, avrai le tue date in America…”
Certo in un altro frangente avrei fatto salti di gioia, ma non riuscivo a togliermi dalla mente lo sguardo da animale ferito che mi aveva lanciato Bill prima di raggiungere gli altri al loro tavolo. Li potevo scorgere al di sopra della spalla di Stephen, seduti l’ uno vicino all’ altro con un espressione annoiata. Ogni tanto si sussurravano qualcosa all’ orecchio, talvolta sfiorandosi. Doveva esser una tortura per loro desiderarsi e far finta di nulla. Stavano entrambi bevendo qualcosa di sicuramente alcolico, nonostante David glielo avesse tassativamente proibito.
Non potevano permettersi una sbornia la sera prima del concerto.
Era trascorso parecchio tempo e Christian e Stephen continuavano a parlare come se io non esistessi. Stavano stilando un contratto per il momento solo a voce, dove io ero la beneficiaria inconsapevole. Mi aspettavo almeno che il mio manager mi interpellasse, cosa che tra l’ altro fino a quel momento aveva sempre fatto, ma pure lui sembrava ammaliato da quegli occhi incantatori.
“ Scusate, vorrei un po’ di tempo per pensarci…” Dissi ad un tratto per fermare quel flusso interminabile di parole, “ E se non vi dispiace vorrei tornare dai miei amici…”
“ Ma Ary, si tratta della tua…”
“ E’ tutto ok Stephen. Non preoccuparti. Capisco, Aryanne è una ragazzina in fondo, è giusto che vada a divertirsi coi suoi coetanei, anche se qui si stava discutendo della sua possibilità di diventare una star di prima grandezza…” I suoi occhi erano ora due laghetti neri e profondi.
“ Christian… Scusa, non volevo sembrarti scortese, è che… che mi sembra che tutto stia andando troppo veloce. Io non mi sono mai esibita qui e vorrei prima capire se sarò apprezzata dal pubblico a meno…”
“ Giusto. Ma in tal caso meglio mettere le mani avanti. Dev’ esser tutto perfetto quando terrai il primo concerto negli Stati Uniti…”
“ Non so se sentirmi lusingata o impaurita…” L’ uomo mi sorrise alzandosi ed invitandomi ad imitarlo. Mi prese una mano tra le sue e se la portò alla bocca sfiorandone il dorso con le sue labbra.
Gelide.
In brivido mi percorse la schiena, incapace di parlare.
“ Vai ora Aryanne il tuo fidanzato mi sembra in ansia…”
Presi la pochette posata sul tavolo e mi diressi verso di loro. Quando mi scorsero si zittirono immediatamente.
“ Potete continuare a sparlare tranquillamente. Ora capisco che il fischio continuo che avvertivo nell’ orecchio destro non era frutto del volume della musica troppo alto…”
“ Ary, non è come tu credi…” Kat si era alzata e mi aveva posato le mani sulle spalle.
“ Anche io stentavo a crederlo, ma molto è successo da quando Christian Vernon era il mio collega di Parigi…”