Atmest mich

Capitolo 28

Il suono ripetuto e fastidiosissimo del campanello, mi trafiggeva il cervello come lame taglienti.
Allungai una mano sul comodino per girare la sveglia verso di me e vedere che ora fosse.
“ Neppure le nove…” Brontolai, sapendo già, chi impaziente come un leone in gabbia in attesa del suo pranzo, suonasse alla mia porta.
A piedi nudi andai ad aprire.
Stephen con una rivista in mano, aveva una faccia scura come il cielo prima di un temporale.
Peggio ancora, un uragano.
Entrò in casa senza salutarmi e mi sbattè il giornale sul naso.
“ Che, dico, sei diventata pazza? O pensi che fare la puttanella giovi alla tua immagine? Mi ha chiamato David ed era furioso! Come pensate di gestire questa ennesima trovata tu e il tuo bel chitarrista?”
Le poche ore di sonno e gli occhi ancora gonfi dal lungo pianto notturno mi impedivano di metter a fuoco immagini e parole.
“ Io… Io… mi dispiace Stephen, non so come sia potuto succedere. E’ che era da tanto che non stavamo insieme…” Borbottai, sapendo quanto fossero inutili e stupide le scuse da me accampate.
“ Due idioti! Ecco che siete!! Tom abita a 10 minuti dallo studio, che ci voleva ad andare a casa sua?”
“ Lo so, hai ragione, ma che ti devo dire?”
“ Leggi che hanno scritto! E le foto sono degne di un film a luci rosse!!”
“ Il quinto Tokio Hotel si dà da fare con gli altri membri…
Aryanne Schell e Tom Kaulitz non amano perdere tempo, non lasciano gli studi di registrazione nemmeno per i loro focosi incontri.”
Le foto scattate erano sgranate ma entrambi eravamo riconoscibilissimi, sulle mie nudità erano stati apposti ridicoli minuscoli bollini rossi.
Un articolo vergognoso, ma purtroppo corrispondente a verità.
Gli occhi del mio manager mandavano fulmini e saette e io sarei sprofondata volentieri in un buco che mi avesse potuto condurre fino agli inferi.
“ Io non so che dire Stephen…”
“ Te lo dirò io che dovrai dire. Io e David abbiamo indetto una conferenza stampa per oggi pomeriggio dove tu e Tom direte al mondo intero che siete fidanzati.”
“ Ma non è vero!” Mi affrettai a protestare, sentendomi già venir meno le forze.
“ Vero o no, tu non passerai per una puttana in cerca di fama! Ho lavorato tanto per il tuo successo e non permetterò che la vostra irresponsabilità mandi al diavolo tutto quello per cui ho dato l’anima! Credi che sia stato facile piazzarti sul mercato discografico europeo? Ci sono centinaia di ragazze piacenti con una bella voce là fuori!!”
Era la prima volta che Stephen mi maltrattava e io mi sentivo come se fosse mio padre a rimproverarmi. Mi rendevo conto per la prima volta dopo un anno e mezzo, che il talento da solo non mi avrebbe portato da nessuna parte, se dietro non ci fosse stato il minuzioso operato degli addetti ai lavori.
Gli occhi mi si inumidirono all’ istante e grosse lacrime mi bagnarono il viso già sfatto.
“ Smettila di piangere, con me non attacca, io non sono stupido! Oggi alle sedici, fatti trovare pronta…”
Se ne andò senza nemmeno salutare, richiudendosi alle spalle la pesante porta il cui tonfo fece tremare i vetri.
Rimasi inginocchiata sul tappeto per un tempo indefinito, incapace di formulare un pensiero coerente, mentre i singhiozzi mi scuotevano il petto.
Ora avremo dovuto fingere in due. Ero sicura che anche Tom avesse provato ad obbiettare invano. David era un osso duro anche peggio di Stephen.
“ Fidanzati…” Lo stomaco mi si capovolgeva solo al suono di quella parola così fuori luogo, nel nostro caso.
Era ancora troppo vivo nella mia mente l’ immagine di quei due corpi nudi, ormai familiari, allacciati in quell’ amplesso così ardente.
“ Stupida! Stupida! Stupida!” Gridai scagliando la rivista che ancora tenevo in mano contro la vetrata semiaperta che conduceva in giardino.
Dalla siepe di lauceraso sbucò Bill che per poco non mi fece prendere un colpo.
“ Non è mattina eh?” Disse togliendo parte del suo travestimento.
“ Ho messo la mia auto dentro, spero non ti dispiaccia…” Continuò mettendo il berretto dentro la sua grande borsa.
“ E come hai fatto?” Chiesi, sapendo che il cancello automatico non si sarebbe aperto per magia senza il telecomando.
“ Ieri sera l’ hai lasciato a casa nostra. Evidentemente ti è caduto dalla borsa…” Rispose porgendomi l’ apparecchietto nero.
“ Ah, grazie allora…” Sussurrai mettendomi seduta sul divano.
Bill mi fissava serio dall’ alto del suo quasi metro e novanta.
“ Tom ha preso una bella strigliata da David… Era furioso stamattina…”
“ Beh, nemmeno Stephen è stato tenero con me…”
“ Trovo che sia assurdo che rendiate ufficiale la vostra storia, ma è l’ unica cosa sensata da fare…” Disse con tono incolore.
“ Mi dispiace Bill…”
“ E perché, non era questo che volevi?” Esclamò sarcastico.
“ No e Tom lo sa perfettamente. Come sa che non posso fare a meno del sesso con lui…”
“ Beh, non è l’ unico uomo sulla terra in grado di scopare, credo…”
“ Vaffanculo Bill…” Sbottai risentita.
“Scusa, ti posso capire in un certo senso…” sghignazzò.
“ C’è poco da ridere. Ok, hai vinto tu Bill, che vuoi ancora da me? Il mio scalpo?”
Si mise seduto accanto a me e inaspettatamente mi abbracciò.
“ Ary so come ti senti, davvero, e mi dispiace che quei paparazzi vi abbiano beccato…” Mi accarezzò i capelli, posandomi le labbra sulla fronte leggermente sudata.
“ Io non sono una puttana…” Sussurrai con la voce nuovamente rotta dal pianto.
“ Aryanne tu sei brava e di talento, non ti fermeranno certo queste fotografie!”
“ Mi hanno dipinto come una donnaccia e il peggio è, che anche Stephen lo pensa!”
“ Stephen è arrabbiato, ma gli passerà. Come passerà a David. Tra una settimana saremo in America e questo articolo del cazzo sarà già stato dimenticato…”
Mi asciugò con i pollici le lacrime dalle guance e mi cullò tra le sue lunghe braccia. Era meravigliosa la tranquillità che in quel momento riusciva a trasmettermi. Come era inebriante il suo profumo.
“ Grazie Bill, sei un amico…” Dissi osservando le sue labbra carnose e i suoi occhi gianduia che mi sorridevano colmi di tenerezza.
“ Ok, se sono tuo amico posso dirti una cosa?”
“ Dimmi, purché non sia una cattiveria!”
“ Ary, hai un aspetto terrificante! Tra mezz’ora ho appuntamento con Julia, vieni con me?”
“ Julia, quella Julia?”
“ Sì e chi altro? L’ unica che è in grado di restaurare un grattacielo e farlo assomigliare alla Torre Eiffel! Il centro sarà chiuso e quindi tutto per noi! In un paio d’ore non sembrerai più nemmeno la stessa persona!”
“ Dici che ne ho bisogno?”
“ Assolutamente!”
“ Ok, vado a farmi una doccia!”
“ Ti aspetto.” Rispose baciandomi galantemente una mano.
“ Però, nelle foto hai proprio un bel seno!” Gridò mentre chiudevo la porta del bagno.
Per esser gay era fin troppo attento ai particolari femminili…

La nostra avventura al centro estetico si rivelò un toccasana momentaneo sia per il mio aspetto devastato, sia per il mio malumore.
Julia Kneipp era uno spasso e la sorella Rosaline un clown rubato al circo. Per due ore filate avevano raccontato aneddoti sui vari VIP passati per il loro salone di bellezza e figuracce raccolte qua e là. Consapevoli che l’ aspetto androgino di Bill dovesse nascondere qualche inconfessabile segreto non risparmiavano battute neppure sulla sua dubbia sessualità.
Il moro con una maschera verdastra sul viso e i capelli tirati all’ indietro, non la smetteva più di ridere e dovetti ammettere che quell’ ilarità aveva contagiato pure me.
“ Aryanne abbiamo visto le tue foto sul giornale…” Mi disse Julia fingendosi seria per un momento.
“ Già, bella roba vero?” Risposi sconsolata.
“ Bella roba?” Esclamò Rosaline scandalizzata.
“ Eri a cavalcioni di Tom, senz’altro c’era della gran bella roba lì sotto!!” Rise sguaiatamente a conclusione del discorso.
Ero sicura che Bill fosse arrossito sotto la maschera e così anche io perché le guance parvero prender fuoco.
“ Beh, non è una cosa di cui andar fieri, comunque, almeno non per me!”
“ Aryanne sei proprio una ragazzina! La gente dimentica in fretta! Sapessi che racconti hanno dovuto sopportare le nostre orecchie in questo anni! Scene di sesso spinto e sfrenato tra persone rispettabilissime e al di sopra di ogni sospetto!! Siete belli, giovani ed innamorati, non avete nulla da nascondere, per cui fidatevi, lo scoop non c’è. Sarete dimenticati in un baleno!”
“ E quello che speriamo anche noi…” Disse Bill guardandomi serio.
Forse l’ idea di divulgare la notizia del nostro fidanzamento si sarebbe rivelata vincente e avremo subito perso l’ interesse dei media.
Bill e Tom avrebbero ripreso a vivere il loro amore e io a guardarli da lontano.

Capitolo 29

Come previsto, il palesare la nostra fantomatica relazione, aveva fatto perdere interesse nei media. Alla conferenza erano presenti 12 giornalisti, che nemmeno riempivano le prime due file di sedie. Alcuni fotografi in fondo alla sala, fermavano le immagini di quello che doveva essere lo scoop del secolo.
Finalmente Tom Kaulitz, il Dio del Sesso del rock tedesco, aveva messo la testa a posto, accasandosi con Aryanne Schell, cantante emergente e di talento.
Guardavo Tom mentre parlava e raccontava ai giornalisti una quantità industriale di fandonie architettate ad hoc, ma era stato convincente, almeno in apparenza. Io avevo parlato poco e risposto alle domande a me rivolte, dosando le parole, senza espormi troppo. Avevo cercato la mano del rasta a beneficio di fotocamera e per cercare conforto, leggendo nei suoi occhi il timore di esser scoperto. Non piaceva nemmeno a lui, ciò che stavamo facendo.
Accogliemmo la fine della conferenza stampa con sollievo. Ci alzammo dal tavolo sorridendo amabilmente, mentre Tom mi cingeva i fianchi con un braccio e mi depositava un tenero bacio a fior di labbra.
“ Come potete ben capire, per me è impossibile resistere a questa donna. Ci scusiamo per l’ increscioso incidente di ieri sera. In futuro faremo più attenzione…” Disse solennemente rivolgendosi al fotografo che immortalava il dolce momento.
“ Aryanne sei di poche parole…” intervenne Anja Ludbeck, una giornalista che ricordavo bene quanto fosse tagliente e demolitrice. Lo aveva fatto anche con me all’ uscita del mio primo album, dipingendomi come l’ ennesima meteora della musica.
“ Non credo ci sia molto da dire e diciamo che quelle foto rubate ad un nostro momento intimo, non mi hanno reso felice. Mi sento colpevole, colpevole di non esser stata in grado di nascondere l’ amore e l’ attrazione che provo per Tom in maniera adeguata…” Risposi, stringendomi di più a lui.
“ Allora brindiamo all’ amore!” Esclamò un fotografo brandendo un bicchiere di carta colmo di acqua.
Cercai con lo sguardo Stephen. Ormai non ce la facevo più a sostenere quella farsa. Rispondendo alla mia muta richiesta d’aiuto, ci venne in soccorso e velocemente mise fine alla conferenza stampa.
La sala si vuotò e rimanemmo così solo io e Tom.
“ Bel casino abbiamo combinato…” Disse tornando all’ improvviso serio. Si era messo seduto sulla pedana rialzata e si teneva la testa tra le mani.
“ Tom…”
“ Mi dispiace Ary, non dovevo metterti in mezzo…”
“ E’ un po’ tardi per le scuse, non trovi?”
“ Aryanne io ti voglio bene davvero, ma sono uno stupido egoista. Ho pensato solo a me stesso. Ti ho ferito, lo so e me ne pento…”
“ Non mi hai obbligato, puntandomi una pistola alla tempia…”
“ Io amo Bill…” sussurrò con gli occhi lucidi. “ Ho creduto di impazzire quando mi ha detto che sarebbe uscito con Andreas. Hanno avuto una storia un po’ di tempo fa, quando io credevo fermamente di poter dimostrare al mondo intero la mia eterosessualità…”
“ Tom, è tutto ok…” Mentii spudoratamente, mentre l’ ennesimo groppo mi saliva in gola.
Mi tirò a sé e mi baciò dolcemente.
Non seppi e non volli resistere a quel contatto, il primo a telecamere spente. Avevamo annunciato il nostro fidanzamento alla stampa ed eravamo invece in procinto di dirci addio.
“ Sarà un problema continuare a fingere agli occhi della gente…” Mi sussurrò, appoggiando la fronte alla mia.
“ Beh, non mi sembra che l’ allenamento stia andando poi così male…” Cercai di sdrammatizzare con la morte nel cuore.
“ Già e poi perché fingere? Ora non dobbiamo più nasconderci, quindi ci comporteremo come due normali innamorati…”
Non so perché mi venne da ridere. Non riuscivo ad immaginare la nostra esistenza senza la continua ed ingombrante presenza di Bill.
“ Dovremo comperare un armadio nuovo…”
“ Perché?” Chiese spaesato.
“ Per nasconderci Bill, il tuo amante…” Risi nuovamente non troppo convinta.
“ Tom è meglio chiudere qui. Troveremo il modo per gabbare i media…”
“ Non voglio lasciarti…”
“ Devi. Non c’è altra possibilità e io non resisterei a lungo…”
Mi staccai da lui dopo avergli sfiorato le labbra in un ultimo bacio. Mi trattenne per un braccio e mi riportò a sé. Unì le labbra alle mie e si insinuò con la lingua tra di esse. Sensuale ed affamato.
“ Mi sa che dovrò chiudere te nell’ armadio…”
“ Bill non sarebbe d’accordo… e nemmeno io ormai… Tom sarebbe meraviglioso poter vivere tutti e tre sotto lo stesso tetto e non porci il minimo problema, ma è impossibile. Non se ci sono di mezzo sentimenti. Stiamo turbando a vicenda il nostro equilibrio ed è sbagliato.”
Mi allontanai da lui, raccogliendo la borsa e il giubbotto. All’ improvviso sentii freddo. Un gelo interiore che nemmeno i caldi raggi di un sole estivo che ormai volgeva al tramonto, riuscirono a sciogliere.
Salii in auto con Stephen in silenzio e voltai il volto verso il finestrino. Dall’ altro lato della strada la Q7 parcheggiata con Bill al volante, attendeva Tom.
Era quindi sicuro che avrei gettato la spugna.

L’ aereo atterrò sul suolo americano con 2 ore di ritardo. Era stato un volo travagliato, ma tutto sommato divertente. I ragazzi della mia band erano entusiasti di questa seppur breve avventura. La loro genuinità era disarmante. Bambini curiosi che ad occhi spalancati si affacciavano ad un nuovo mondo. Karl, il batterista, aveva legato subito con Gus e da ore chiacchieravano di rullanti, crash e tamburi con il foglio interno di acero, a detta di Gustav i migliori. Io avevo sonnecchiato sulla spalla di Markus, il bassista, per un paio d’ore ed ero stata svegliata bruscamente dalla risata acuta e sibillina di Bill che sedeva dietro di noi. Tom al suo fianco era paonazzo e a stento riusciva a parlare.
“ Cazzo dammi dell’ acqua!” Brontolò al gemello.
“ Che succede?” Chiesi alzandomi dal sedile e girandomi verso di loro.
“ Ha ingoiato un orsetto gommoso intero!” rise Bill, divertito.
“ C’è mica da ridere! Poteva soffocare!” Esclamai io preoccupata.
“ Tranquilla, non morirà per stavolta il tuo fidanzato!” Rispose Bill, immediatamente risentito.
Anche Georg e Kat dietro di loro si erano affacciati per assistere alla scena e ridevano sotto i baffi.
Quei due erano diventati inseparabili e Katarina una mia buona amica.
Avevamo trascorso insieme la serata precedente e io avevo trovato normale rivelarle i miei sentimenti nei confronti dei gemelli.
Se fossi così morta di crepacuore, almeno qualcuno avrebbe saputo il perché. A parte Gus che già da tempo aveva intuito tutto.
La rossa mi guardò al pronunciare della parola ‘fidanzato’. Sapeva perfettamente ciò che passava per la mia mente in quel momento. Ringraziai mentalmente Dio di non aver indossato scarpe con tacchi a spillo, perché sicuramente uno di questi sarebbe immediatamente stato conficcato in fronte al moro.
Le sorrisi, scuotendo la testa. Anche lei aveva notato quanto Bill fosse scostante in quei giorni.
“ Neppure io in fase premestruale sono così isterica!” Aveva sentenziato addentando una patatina fritta ustionante.
“ Sembra addirittura che sia geloso di te e Tom, ma se è tutto finito che pretende ancora?”
Georg le aveva confessato dell’ amore incestuoso tra i gemelli, dando così certezza ai dubbi che lei da tempo nutriva.
“ Non lo so Kat, di certo è che sta facendo impazzire tutti! Me per prima!”
“ Tu sei innamorata amica mia! Ecco il motivo della tua pazzia!” Mi aveva preso in giro, sapendo quanto questo mi gettasse nello sconforto più totale.
Avevo avuto modo di conoscere le varie sfaccettature del carattere del moro e le mille personalità che albergavano in lui. Non riuscivo a farmi un’ idea precisa del vero Bill che forse solo Tom conosceva, ma quello che vedevo spesso non mi piaceva.
In lui c’era un continuo dibattimento interiore che riaffiorava in forma diversa in ogni suo stato d’animo.
Dopo la sua visita, il giorno della conferenza stampa, in cui aveva addirittura cercato di confortarmi, non ce n’erano state altre, ma in compenso mi tempestava di messaggi chiedendomi come stessi o accusandomi di esser responsabile dei cambiamenti di umore del fratello che io continuavo a vedere in luoghi pubblici, per supportare la farsa.
Cominciavo ad averne abbastanza. Già faticavo di mio a sopravvivere decorosamente ai gemelli Kaulitz.
Perché Bill mi continuava a dare il tormento?
Tom era suo, che voleva ancora?
La domanda di Kat, all’ uscita dal ristorante mi aveva destabilizzato.
“ E se anche lui volesse te?”