Atmest mich

Capitolo 21

Arrivai agli studi accompagnata da Stephen e Dinah, in perfetto orario.
La scelta di registrare un’intervista con i Tokio Hotel era, secondo i nostri rispettivi manager, un’ ulteriore opportunità per la mia carriera e per loro un modo nuovo di porsi al pubblico.
La troupe di RTL era già arrivata. In un angolo della stanza dove si sarebbe svolta l’ intervista, una rossa che riconobbi esser la ragazza con cui Georg aveva trascorso la serata, parlava con uno dei cameramen.
“ Vieni…” Mi disse Stephen, “ Voglio presentarti una persona…”
Mi portò verso di lei e la chiamò.
“ Katarina?”
La donna si voltò, rivolgendo al mio manager un grande sorriso.
“ Stephen, ciao! Mi presenti la tua protetta?”
Le tesi la mano senza attendere oltre e lei me la strinse con vigore.
Decisi in quel momento che quell’ esile rossa mi era simpatica, senza sapere minimamente chi fosse.
“ Ciao, io sono Aryanne…” Mi presentai semplicemente.
“ Lo so, chi è che ormai non ti conosce?” Rispose ilare.
Entrai immediatamente in sintonia con lei e dopo pochi minuti chiacchieravamo già come due vecchie amiche.
Era tedesca di nascita, ma aveva vissuto per anni a Parigi, aveva 23 anni e lavorava come booking manager nell’ agenzia che avrebbe curato i miei live e quelli dei ragazzi in Germania, Austria e Svizzera.
Aveva esordito con un “ Dovrei odiarti per esser stata la ragazza di Georg, ma sono troppo intelligente per non capire quanto sia difficile resistergli!!”.
Avevamo riso di questa frase, consapevole che per me non era stato esattamente così, ma il fascino di Georg era comunque indubbio.
Si conoscevano da un anno, ma per mesi non si erano visti. L’ incontrarsi nuovamente la sera prima alla festa, aveva fatto scoccare la scintilla.
Mi faceva piacere per Georg, gli occhi della rossa scintillavano al pronunciare del suo nome.
Arrivarono anche i ragazzi, accompagnati da David.
Georg venne immediatamente verso di noi e con gli occhi baciò la sua rossa preferita.
“ Me l’ ha detto Georg, tranquillo…” Gli sussurrai all’ orecchio, sorridendo.
Lui diventò rosso in volto, ma esistevano ancora ragazzi timidi?
“ Mi fa piacere per voi, vi auguro ogni bene…” Continuai, congedandomi da loro per lasciarli un po’ soli.
Mi avvicinai al resto del gruppo, dove Bill ovviamente teneva già banco.
Tom mi sorrise e mi abbracciò leggero il fianco.
Il gesto non sfuggì né ai nostri intervistatori, né al moro che si fermò per un attimo di parlare per poi riprendere con un tono decisamente più acuto.
“ Ragazzi, tutti in sala trucco!” Ordinò David, interrompendo il soliloquio di Bill.
Come tanti soldatini ubbidienti, ci dirigemmo nel camerino improvvisato.
Bill era particolarmente logorroico e trovava da ridire su tutto.
“ E’ successo qualcosa?” Chiesi in un sussurro a Tom, arrampicandomi sulla sua spalla.
“ Niente di particolare, abbiamo discusso un po’…”
“ Tu e Bill?”
“ Già…”
“ A causa mia vero?”
“ Aryanne, inutile girarci intorno, questa idea è stata in assoluto la più idiota che io abbia mai avuto…”
I truccatori e i parrucchieri ci “rapirono” ancor prima che io potessi replicare. Mi trovai seduta tra Bill e Georg e quindi impossibilitata a continuare il discorso con il rasta.
Non che ci fosse da dire chissà che cosa poi, il messaggio era stato fin troppo chiaro.
Cercava un modo per scaricarmi?
Esisteva un sistema per addolcire un: “ Mi dispiace, ma io amo Bill ed è lui che voglio accanto a me per tutta la vita?”
Un sordo dolore mi invase il petto.
Dopotutto non ero io quella che si dichiarava solo attratta fisicamente da Tom?
“ Potrei avere un po’ d’ acqua?” Chiesi al parrucchiere, che mi stava acconciando i capelli.
“ Certo, mia cara… “
Il liquido trangugiato tutto ad un fiato non mi diede beneficio.
“ Ti senti male Ary?” La voce di Bill non fece altro che aumentare il senso di costrizione al mio petto.
“ Scusate ho bisogno di prendere un po’ d’ aria…” Mi alzai senza attendere risposta e con metà testa coperta di bigodini e l’ altra ancora libera, lasciai la stanza.
A passo svelto percorsi il lungo corridoio fino ad arrivare all’ uscita di sicurezza che dava su un terrazzo che sapevo esser ventilato e a quell’ ora in ombra.
Aprii la porta con violenza,investendo la persona che dietro di essa stava fumando, facendola quasi cadere a terra.
“ Kat, scusami, non pensavo ci potesse esser qualcuno…”
La rossa spense la sigaretta che nel colpo, era caduta a terra.
“ Ary che hai? Sei pallida come un cadavere!”
“ Non mi sento molto bene” Risposi con un filo di voce.
Non mi resi neppure conto di aver cominciato a parlare, ma sentivo che di Kat potevo fidarmi.
Ovviamente non le raccontai del rapporto intimo tra Bill e Tom, ma le aprii il mio cuore. Avevo bisogno di sfogarmi con qualcuno che non fosse coivolto sentimentalmente con i gemelli.
Ci eravamo sedute sui gradini della scala anti incendio e lei aveva ascoltato le mie parole in silenzio.
Si era poi alzata per accendere un’ altra sigaretta ed aveva così parlato.
“ Io sono figlia unica e non so cosa si prova ad avere un fratello, ma ti posso dire che tra Bill e Tom c’è un rapporto speciale. E’ lampante. Vivono in totale simbiosi ed è impossibile separarli.
Tom è un ragazzo stupendo che fa girar la testa alle ragazze di tutto il mondo e Bill non è da meno, ma io credo che sia così perché sono gemelli. E’ stato detto molto sul loro legame, forse fin troppo e a sproposito.
E’ un’ impresa la tua.
E credo che ne uscirai vincitrice solo se lui si dichiarerà veramente innamorato di te. In caso contrario ci sarà sempre anche Bill tra di voi…”
“ Ma io non voglio separarli!” Dissi con enfasi, mentre sentivo gli occhi pizzicare.
“ Allora chiediti chi dei due ami veramente…”
Quell’ ultima sua frase era stata peggio di uno schiaffo in pieno volto.
Era dunque questo il vero problema?
Era così evidente agli occhi degli altri, quanto fossi attratta anche dal gemello isterico?
Sbuffai, appoggiando la fronte sulle ginocchia.
In che razza di guaio assurdo mi ero cacciata?
“ Bill ha una personalità invasiva, è impossibile tenerlo a bada. Un momento ti ama e l’attimo dopo vorrebbe gettarti nell’ Elba con una pietra di 100 chili appesa al collo!”
“ Bill è geloso di suo fratello, lo è sempre stato…” disse serafica.
“ Li conosci bene…”
“ Non c’è bisogno di conoscerli. Si vede e basta. Non mi stupirei affatto se fossero vere le voci che corrono su di loro…”
Deglutii, mentre il dolore mi strinse nuovamente il petto in una morsa.
Mi portai la mano sullo sterno come a lenire quel senso di costrizione che mi impediva quasi di respirare.
“ Aryanne, affronta Tom prima che sia troppo tardi. Io non voglio raccogliere con il cucchiaino la mia nuova amica!” Mi consigliò sorridendo.
Cazzo se aveva ragione! Io in realtà non sapevo neppure dove stesse di casa la spavalderia che pensavo di possedere a bizzeffe.
Ero una stupida ragazzina che aveva creduto possibile metter le mani sui gemelli, almeno su uno… Le spalle di Tom erano difficili da dimenticare, come il torace, il suo sedere sodo, per non parlar del resto… E Bill era un tormento sensuale fatto persona. Un demone dalle mani leggere. Sentii ancora quel brivido al ricordo delle sue carezze.
Sorrisi amaramente, suscitando la curiosità della rossa che mi guardò da sopra i vistosi occhiali da sole.
“ Devo lasciarlo vero?” Chiesi increspando le labbra.
“ Devi lasciarli…” Mi corresse.
“ Se vuoi continuare a vivere sì…”

La porta anti incendio si aprì nuovamente rivelando il volto preoccupato di Stephen.
“Ecco dove ti eri cacciata!” Esclamò sollevato.
“ Scusami avevo bisogno di un po’ d’ aria e di parlare un po’…”
“ Presto su, devi ancora finire di pettinarti e siamo già in ritardo!”
“ Ok…” Mi alzai e in uno slancio affettivo abbracciai l’ esile corpo di Kat.
“ Grazie, farò tesoro dei tuoi consigli…”
“ Quali consigli?” Chiese Stephen incuriosito.
“ Oh, nulla, roba da donne!!” Rispose la rossa illuminandosi con un sorriso.
Afferrai la mano che lei mi tendeva e alzai gli occhi al cielo, sconsolata.
“ Ce la farai, Ary. In fondo sono solo due uomini…”