Atmest mich

Capitolo 15

“ Ragazzi, inutile che continuiamo con questa farsa. Come già sospettavate io e Aryanne stiamo insieme…”
La notizia ebbe su tutti l’ effetto di una doccia fredda.
Avrei preferito che Tom avesse usato altre parole per comunicare ai suoi compagni la nostra relazione.
Gli occhi di Georg mi fissavano interrogativi, senza però osare chiedere spiegazioni in merito.
Gustav aveva continuato a mangiare, tenendo il capo abbassato sul piatto e Bill…
Beh, Bill era il ritratto della rabbia e il suo bel viso in quel momento aveva assunto una tonalità violacea.
“ Oh bene, ci mancava il quinto Tokio Hotel…Lo sai Aryanne che noi ci dividiamo anche le ragazze?”
Mi disse sarcastico il moro, in vena di farmi del male.
“ Se non altro allora potrai riposarti per un po’!” Risposi conscia di quanto la mia battuta fosse infelice.
“ Basta, hai rotto il cazzo Bill!” Gridò Tom rosso in volto.
Il moro si alzò improvvisamente da tavola e prendendo la borsa lasciò il locale.
“ Che giornata grandiosa!” Borbottò il batterista bevendo l’ ultimo sorso della sua birra.
Georg ritrovò la favella, rinvigorito dalla reazione di Bill.
“ Quando pensavate di dirmelo? Il giorno del vostro matrimonio?”
“ Georg scusa, ma è successo tutto improvvisamente…” Dissi a mia discolpa.
“ Ah, certo! Capisco il perché del tuo accanimento verso la nostra storia, Tom!” Continuò, rivolgendosi al rasta.
“ Che c’entra questo? Sai benissimo ciò che pensa il management. E poi se fossi stato veramente innamorato di lei non ti saresti arreso subito…”
“ Certo, perché tu sei innamorato invece…?”
Già provavo un intenso fastidio sentirli parlare di me come se nemmeno esistessi, ma quella affermazione quasi mi strozzò.
Cercai lo sguardo di Gustav, l’ unico che non aveva ancora parlato.
Nei suoi occhi castani lessi compassione.
Ora mi erano chiari i suoi gesti, la sua offerta di amicizia. Lui sapeva che prima o poi avrei avuto bisogno di conforto.
E quel momento era giunto anche fin troppo presto…

Uscimmo dal ristorante senza nemmeno terminare il pranzo.
Il mio cellulare vibrò nella borsa.
“ Anche se sono uno stronzo, rispetto i miei impegni. Ti aspetto agli studi, abbiamo una canzone da incidere.”
Non so perché, ma il messaggio mi fece sorridere. Anche se non potevo dire di conoscere Bill, quelle parole risuonavano come scuse.
“ Bill ci aspetta agli studi…”
“ Ok, voi che fate?” Chiese Tom.
“ Io me ne vado un po’ in giro, devo calmarmi…” Borbottò Georg.
“ Georg, mi dispiace…” Riuscii solo a dirgli.
“ Non devi dispiacerti. Tom ha ragione, non ho fatto nulla per difendere la nostra storia. Ma meglio così, tanto non sarebbe comunque durata…” mi sussurrò prendendomi una mano tra le sue.
“ Amici?” Chiesi, sapendo quanto infantile fosse la mia richiesta.
Lui piegò la testa di lato e mi inondò di una cascata color smeraldo.
“ Le nostre strade continueranno ad incrociarsi a quanto pare, non mi conviene farti la guerra. E poi hai già Bill da cui difenderti, che è un avversario più che temibile!” Mi avvisò alzando gli occhi al cielo.
“ Affilerò gli artigli allora!”
“ Uh, meglio una scimitarra!!” Continuò il bassista accennando un sorriso, mentre lasciandomi la mano, mi sospingeva verso Tom impegnato in una telefonata.
Mi voltai verso Gus che mi abbracciò con lo sguardo.
Mi diressi agli studi in auto con Tom.
David e Stephen ci attendevano. Bill evidentemente non era riuscito a tacere la notizia o più semplicemente sperava in cuor suo che i due manager ci facessero desistere.
David era parecchio agitato.
Appena arrivati in ufficio ci aggredì.
“ Ragazzi, ma siete impazziti? Domani esce il singolo! Almeno se la notizia avesse riguardato te e Bill!” Esclamò, rivolgendomi uno sguardo feroce.
“ David, l’ ho detto a Georg e a Gus, mica al mondo intero!” Si difese Tom.
“ Che mi frega a chi l’hai detto! Sta di fatto che non è una buona pubblicità farvi vedere ora insieme!”
“ Staremo attenti…” Borbottai confusa.
La risata di Jost, mi perforò i timpani.
“ Ary non ti facevo così ingenua, già ci sei caduta con Georg e me ne sono stato zitto. Anche se io per primo la ritengo una cosa stupida, non è bene che i ragazzi abbiano una love story pubblica. Loro devono continuare a rimanere gli ipotetici fidanzati delle loro fan. E non mi interessa minimamente ciò che fai tu nella tua vita privata, a patto che non ti faccia vedere con un Tokio Hotel diverso ogni settimana…”
Mi ci volle qualche secondo per assimilare il discorso.
“ Io non mi faccio vedere con un Tokio Hotel diverso tutte le settimane! E con Georg è finita perché lui mi ha mollato! E se proprio lo volete sapere io me ne frego di tutte le vostre regole e timori. Anzi farò di più! Io non lo voglio più incidere sto cazzo di singolo ok? Non voglio più avere niente a che fare con voi, va bene? Io sono ingenua, ma non totalmente stupida. Non conosco i segreti dello showbusinnes e a dire il vero non sono tanto sicura di volerli sapere. Decido io chi frequentare e come. Se i fan non mi appoggeranno vorrà dire che non mi apprezzano come cantante, ma solo perché sono piacente e carina. E non è questo che voglio, assolutamente. Piuttosto me ne torno a far la cassiera al supermercato, dove ero l’ anomima Aryanne Schell della cassa numero 2. E con questo non ho più nulla da dirvi. Me ne vado. Stephen occupati tu delle beghe burocratiche, ti pago per questo no?”
Senza aspettar risposta dai presenti, afferrai la borsa e uscii dagli studi.
Speravo che Tom mi seguisse, ma evidentemente non aveva sufficienti palle per farlo. O forse era impegnato ad uccidere seduta stante il suo assurdo manager.
La voce di Bill mi scosse mentre a passo svelto percorrevo il corridoio.
“ Ary, dove stai andando?”
“ Lontano da qui. Mi dispiace non posso più registrare. La canzone non si fa più.” Mi tirò per un braccio in malo modo dentro uno stanzino pieno di scaffali carichi di demo e accese la luce per guardarmi in faccia.
“ Che cazzo stai dicendo?” Dal suo sguardo era scomparsa ogni traccia d’ odio.
“ E’ per colpa mia?” Chiese afflitto.
“ La colpa è solo mia. Sono una stupida che crede ancora alle favole…”
“ Se per questo ci credo anche io. Siamo in due allora…”
“ Bill per favore…”
Mi porse un fazzolettino di carta, già prevedendo la mia successiva azione. Due grosse lacrime infatti mi scesero agli angoli degli occhi.
“ Mi scoccia, ma devo chiederti scusa Ary, mi sono comportato in maniera improponibile con te,
ma io amo Tom e non mi va che una Aryanne Schell qualsiasi me lo porti via…” Abbozzò un sorriso e mi asciugò le guance con il palmo delle sue mani.
“ Io non voglio portarti via Tom. Non voglio che la mia felicità sia la tua infelicità. Il vostro rapporto è
indiscindibile…”
“ Tom si sta innamorando di te e questo mi fa impazzire.” Lo disse con estrema semplicità, mentre anche i suoi occhi diventavano lucidi.
Mi venne quasi da ridere. “ Siamo due sciocche donnette in lotta per il medesimo uomo…” Esclamai mentre a mia volta asciugavo le lacrime nere del moro.
Sopirò a lungo e ripreso il controllo mi riprese per il braccio, questa volta dolcemente per stringermi a sé.
“ Dobbiamo andare a registrare piccola. So quanto stronzo possa essere David, anche più di me. Non capisce un cazzo di donne, glielo dico sempre…”
“ Tu invece si?”
“ Certo, più di quanto tu possa immaginare.” Rispose gonfiando il petto, quasi orgoglioso della propria affermazione.
“ Bill, io non voglio rubarti Tom…Se è necessario io mi faccio da parte…”
“ Non servirebbe, lui verrebbe a cercarti…” Disse con rammarico.
“ Io non avevo idea…”
“ Shh, basta ora, ci penseremo poi…” Mi baciò tra i capelli e mi prese il volto tra le mani.
“ Sei stupendamente orrenda. Hai il trucco sbavato fino a metà viso…” Mi sussurrò sorridendo.
“ Pure tu, ma sicuramente sarai più stupendamente orrendo di me…”
Ci aggiustammo il kajal, inumidendo reciprocamente dei fazzolettini con la saliva e uscimmo dallo stanzino, badando che il corridoio fosse libero.
Lungi da noi l’ idea di farci beccare insieme da qualcuno.
Avevo circa un milione di domande ancora in sospeso che avrei voluto fargli, ma per il momento poteva bastare.
Le sue scuse erano state un insperato traguardo.
La mossa successiva era forse diventare amici sul serio?
Ci dirigemmo con circospezione allo studio.
I tecnici erano ancora tutti lì ad aspettarci.
Di Tom, David e Stephen nessuna traccia.
Probabilmente stavano ancora discutendo su cosa fare per farmi cambiare idea e finir di registrare quella benedetta canzone.
“ Ho un’ idea grandiosa per il video…” Mi bisbigliò Bill all’ orecchio porgendomi la cuffia.
Lo guardai curiosa.
“ Parigi, la Tour Eiffel, Champ de Mars, la Senna…”
“ E perché non Berlino,il muro, Alexander Platz, la Torre della televisione?”
“ Mmh, decadente…”
“ Mmh, la tua idea è troppo smielata…”
“ No, se giriamo in un giorno di pioggia o di notte…”
“ Vedremo. Ora finiamo di registrare. Concentrati sulla mia bellissima voce, Kaulitz, ed impara.” Conclusi in maniera molto altezzosa.
Il moro mi assecondò scuotendo il capo.
Avevamo deciso di cantare separatemente e poi di fondere le nostre voci durante il mixaggio. Il risultato ottenuto era decisamente migliore. Non c’era tentativo di sovrastare l’ uno la voce dell’ altra e i tecnici potevano modificarne il suono fino a renderle perfette.
Terminammo di registrare tardi, sotto gli occhi sbalorditi dei nostri manager e di Tom che continuava comunque a guardare il gemello con aria quasi di disprezzo.
Immaginavo quanto fosse ancora arrabbiato con lui, ignaro dei nostri passi avanti fatti.
E quella sera decisi, complice la stanchezza, di lasciar loro campo libero per potersi chiarire.
Inconsciamente Bill aveva già iniziato a farlo, lanciando al fratello occhiate cariche di significato al di là del vetro. Piccole sfumature che solo chi sapeva, poteva cogliere.
Posammo le cuffie sui microfoni ed uscimmo dallo studio seguiti a ruota dai tre.
David prese immediatamente la parola.
“ Sono contento che tu alla fine sia rinsavita.” Disse con voce inespressiva.
“ Devi ringraziare Bill, è lui che mi ha convinto…”
Stephen sospirò abbozzando un sorriso. Sul suo volto c’era stampato il sollievo, pagare penali per rotture di contratti, non era il massimo della vita per un manager.
Tom ci guardava in sottecchi, sicuramente aveva intuito qualcosa e il fatto che io e Bill non ci fossimo sbranati, ma addirittura avessimo terminato di registrare il pezzo, lo riempiva di gioia.
“ Vorrei andare a casa, sono stanchissima…” Dissi a tutti i presenti, sbadigliando.
Mi avvicinai a Tom e posai le mie labbra sulla sua bocca per la prima volta incurante dei presenti. Lui rimase sorpreso dal mio gesto, ma rispose al mio bacio, cingendomi per un attimo i fianchi con il braccio.
“ Fai pace con Bill, ti prego… “ Gli sussurrai all’ orecchio.
Il rasta mi guardò stupito per poi sorridermi.
“ Farò il possibile, piccola…grazie…”
Mi staccai da lui per battere un ‘cinque’sulla mano destra del moro.
“ Siamo una squadra ora?” Chiese, facendomi l’ occhietto.
“ Può darsi Bill, può darsi…”
Prendemmo le nostre cose e insieme ci avviammo all’ uscita.
“ Vuoi che ti accompagniamo a casa?” Mi chiese Tom.
“ No, mi farò dare un passaggio da Stephen. Ho idea che abbia qualcosa da dirmi…” Esclamai abbozzando un sorriso.
“ Ok, a domani allora…”
“ Sì, notte ragazzi…”
Mi girai e presi a camminare verso l’ auto del mio manager e loro presero la direzione opposta.
Mi voltai un’ ultima volta per scorgere il braccio di Tom che si posava sulle spalle di Bill.
Un gesto fraterno, certo, agli occhi dei più.
Ma io sapevo che quella notte, quel ragazzo androgino che così bene conosceva le donne, avrebbe toccato il cielo con un dito.