Atmest mich

Capitolo 13

Una luce rossastra illuminava i due corpi nudi allacciati in un selvaggio amplesso. Tom inginocchiato davanti a Bill, lo aveva appena penetrato, facendolo gridare di piacere.
“ Più forte, lo voglio tutto…” Diceva rauco, mentre allargava le gambe per avvicinare il più possibile il bacino all’ inguine del fratello.
“ Ti amo Bill…” Diceva a sua volta il rasta, accarezzandogli con una mano il suo membro indurito e con l’ altra la coscia.
“ Sto per venire, Tom,oh… ti prego… ti prego…”
Il fratello affondò la spinta, facendolo sussultare e gemere al tempo stesso ed accelerò il ritmo fino ad accasciarsi sopra di lui ansimante e lasciare che lo sperma di Bill si appiccicasse al suo stomaco.
“ Dio, è stato fantastico Bill…” Gli aveva sussurrato, baciandolo dolcemente.
“ E a te è piaciuto?”
Mi voltai stupita della voce alle mie spalle.
“ Bill?...Ma tu eri lì!” Girai il capo, ma sul letto non c’era nessuno.
“ Tom?...”
“ Sono qui.” Il rasta era sbucato dall’ oscurità. Il suo corpo nudo era impalpabile, quasi fosse un fantasma.
“ Ti piace giocare Ary?” Quella domanda si ripeteva nella mia mente.
La voce di Bill risuonava quasi fastidiosa.
Le sue mani mi afferrarono le braccia.
“ Vieni, non devi aver paura di noi…”
I piedi sembravano incollati a terra. “ Non posso…” gridavo senza esser sentita.
Mi sembrava di esser immobile e al contempo osservavo la mia figura camminare insieme loro verso il buio.
“ Non posso…” Continuavo a dire, mentre l’ oscurità ci inghiottiva…

Balzai sul letto, spalancando gli occhi nella penombra della stanza.
Madita di sudore, mi resi conto di aver sognato.
Dalle tende scure filtrava già la luce del sole.
La sveglia segnava le 9.45.
Chi stava suonando così insistentemente alla mia porta?
Senza controllare il mio aspetto e ancora con il bassoventre in subbuglio, andai ad aprire.
“ Buongiorno Aryanne, ti ho svegliata?”
“ Beh, sì… Ciao Bill…”sussurrai sconvolta.
“ Stai male?” Chiese sulla difensiva.
“ No. Sto solamente ancora dormendo.”
Lui entrò a grandi passi, senza tanti complimenti. Tolse dalla sua inseparabile borsa un sacchettino.
“ Ho portato le brioches. Facciamo colazione?”
“ Bill, cosa ti fa pensare, che io abbia voglia di far colazione con te?” La sua sicurezza mi urtava i nervi.
“ Tom è andato in palestra con Georg e Gustav.”
“ E allora?”
“ Mi sentivo solo.”
“ Non potevi andarci pure tu?”
“ Io? Ti sembra che io sia un tipo che possa andare a sprecare il proprio tempo in una squallida palestra?”
“ Certo che no…” Sbadigliai senza curarmi di metter la mano davanti alla bocca, mentre accendevo la macchina per il caffè.
Bill mi osservava, scrutandomi dall’ alto al basso.
“ Che ti è successo? Sembri reduce da un incontro di lotta greco romana!”
“ Sono sveglia da circa sette minuti. Tu in genere sei già presentabile al risveglio?”
“ Mmh, dipende da cosa ho fatto durante la notte. Ad esempio stamattina no.” Disse candidamente.
Mi stava provocando, quello stronzo. Come se non sapessi ciò che era successo tra di loro. L’ avevo pure sognato!
Decisi di ignorare l’ affermazione e rimanere in silenzio ad ascoltare il suo divertente sproloquio.
“ Vieni a fare shopping con me?” Chiese addentando un cornetto alla crema.
“ Non mi piace andare a far spese. Lo trovo una perdita di tempo al pari della palestra!”
“ E allora chi ti compra i vestiti?”
“ Gli gnomi del bosco?”
“ Ahahahah!! Sei pure spiritosa!! Mi piaci ogni minuto di più!” Esclamò allungandosi in maniera molto poco elegante sulla sedia.
“ Bill, che ti sei fumato stamattina?”
“ Moi? Nulla tesoro. Perché?”
“ Sei stranamente ben disposto nei miei confronti…”
“ Certo che sono ben disposto! E poi tutto quello che piace a Tom piace anche a me!!” rispose facendo una smorfia.
“ Tu sei fuori di testa Kaulitz, anche più di tuo fratello.”
“ Verrai con me a far compere?” Mi implorò, bevendo un sorso di caffè.
“ Ok, ma niente negozi di biancheria intima. Non oso pensare a ciò che saresti in grado di acquistare.”
Andai in bagno e rapidamente mi preparai. Lo sentii canticchiare nel salone la ‘nostra’ canzone e poi accendere lo stereo.
“ Fai come se fossi a casa tua Bill…” Dissi allo specchio mentre pettinavo i capelli.
Non era poi tanto male andare a far shopping con Bill. Conosceva ogni negozio di tendenza della città e tutte le commesse. Aveva già saccheggiato cinque negozi, comprando magliette, giubbotti, jeans e scarpe.
“ Ora devi comprare qualcosa anche tu!” Mi ordinò scegliendo per me una mini di jeans nero molto particolare e alcune magliette stampate. Mi fece strada verso i camerini di prova, mettendomi in mano gli indumenti.
“ Ti aspetto qui fuori…Sono sicuro che questa mini ti starà benissimo!”
Sorrisi, mentre mi spogliavo. Attraverso la tenda bianca, riuscivo ad intravederlo mentre, seduto su di una poltroncina, agitava nervoso le gambe.
“ Allora? E’ così complicato infilarsi una gonna?”
“ Bill… Si è incastrata la zip…”
La tenda si aprì e Bill si inginocchiò ai miei piedi ed iniziò ad armeggiare con la cerniera. Imperterrito mise una mano sotto la gonna per sfilare quel piccolo lembo di tessuto dal carrello.
“ Ecco fatto Ary…” Disse soddisfatto, accarezzandomi la coscia.
Io lo guardai attonita, con il fiato corto. Forse non si rendeva nemmeno conto del suo gesto, di ciò che quel tocco aveva scatenato in me.
Mi sorrise e poi osservandomi meglio, le sue labbra si piegarono in una smorfia alquanto buffa.
“ Questa maglietta ti sta malissimo…Toglila per favore.”
Lui si sfilò la sua rimanendo a torso nudo ed indossò quella che avevo appena tolto.
“ Ma è un modello da donna…” Protestai.
“ Nel mio armadio almeno la metà degli abiti sono da donna… ovviamente non ho gonne, reggiseni o calze autoreggenti, ma nei negozi Goldmarie sono sempre il benvenuto…”
Prese un’ altra maglietta e me la fece indossare.
“ Questa ti sta decisamente meglio…” Mi accarezzò le spalle per poi salire verso il collo.
“ Che c’è Aryanne? Sembri spaventata…” Posò entrambe le mani all’ altezza della mia testa, continuando a guardarmi dritto negli occhi.
“ Io…niente…Fa un po’ caldo qui dentro…” Borbottai incespicando nelle parole. Il cuore sarebbe presto esploso in mille pezzi.
“ Sei arrossita… Non è che sei imbarazzata dalla mia presenza?”
“Certo che no, in genere condivido sempre il camerino con gli altri clienti del negozio, quando provo degli abiti…”
“ Ma io non sono un cliente qualunque e poi noi ci conosciamo…” Rispose avvicinandosi ancor di più al mio viso.
“ Smettila Bill, non sei divertente…” Esclamai afferrandogli i polsi con le mani.
“ Comincio a capire per quale motivo Tom abbia perso la testa per te… “
“ Bill esci di qui, per favore…” La voce mi tremava nonostante tentassi in tutti i modi di ostentare sicurezza.
Il moro si tolse la maglietta e tornò ad indossare la sua, uscendo poi da quell’ angusto spazio per lasciarmi sola ad odorare ciò che rimaneva del suo profumo, con il cuore in subbuglio…