Atmest mich

Capitolo 12

Un nuovo giorno, ci aveva sorpreso abbracciati nel letto.
Ci eravamo arresi alla stanchezza, dopo l’ ennesimo selvaggio amplesso.
Ci eravamo addormentati, ebbri del nostro stesso sensuale odore.
“ Buongiorno…” Mi sussurrò sulla tempia, mentre io, tentando di divincolarmi, cercavo di far riacquistare la sensibilità al mio braccio sinistro.
“ Buongiorno Tom…” Borbottai in risposta, dando un calcio alle lenzuola e rivelare così i nostri corpi nudi.
“ Mmh, che deliziosa visione di primo mattino…” Scherzò lui prendendomi un seno tra le mani.
“ Tom sono le 10. Tra 1 ora e mezzo devo esser agli studi…”
“ Mio fratello è uno stakanovista…”
“ No al contrario. Sono io la fannullona…” Dissi alzandomi.
“ Vado a fare la doccia. Tu che farai oggi?”
“ Non so. Vengo con te agli studi?…” Chiese seguendomi nel bagno.
“ Ma non puoi!!” Mi affrettai a rispondere.
Tom mi guardò di sbieco.
“ Cioè, non possiamo arrivarci insieme…”
“ Sto pensando di far rivedere il nostro ‘regolamento interno’…”
“ Eh?”
“ Non ti piacerebbe uscire allo scoperto?”
“ Come?”
“ E’ una scocciatura vivere da clandestini…”
“ Tom, non credo sia una buona idea…Bill che direbbe?”
“ Non lo so…”
Sentii una fitta alla bocca dello stomaco.
Lo guardai cercando di decifrare il suo sguardo.
“ Ok, aspetteremo. Tra poco esce il disco e non vorrei mai che una simile notizia potesse causare un calo di popolarità del gruppo!” Esclamò, mentre una smorfia si dipingeva sul suo bel volto.
“ E dopo, sarà anche peggio! Ma chi ha avuto questa idea del cazzo?” Chiesi, aprendo l’ acqua.
“ Il management. Agli inizi della nostra carriera era indispensabile perché potessimo entrare agevolmente nel cuore delle fan…”
“ Allora ciò che si mormora su di voi era vero…”
“ Cosa?”
“ Che siete una band costruita a tavolino…”
Tom rise buttando la testa all’ indietro.
“ Ma non è vero!! Solo che qualche compromesso lo abbiamo dovuto accettare! Tu non l’ hai mai fatto?”
“ No. Il mio manager è stupendo.”
“ E’ forse innamorato di te?”
“ Chi Stephen? Antonia, sua moglie, non credo che ne sarebbe entusiasta!”
“ Non sapevo che fosse sposato…”
“ Ci sono molte cose che ancora non sai Tom, checché tu ne dica…” Affermai mentre il getto della doccia bagnava entrambi.
Realizzai solo in quel momento, che anche lui era entrato nel box.
“ Non ti avevo invitato a far la doccia con me…” Sussurrai insaponandomi.
“ Ormai… Vuoi che esca?”
“ Mmh, no…” Dissi maliziosa sfiorandogli il petto.
“ Però niente scherzi, ci si lava e basta!” Aggiunsi versandomi altro bagno schiuma sulla mano.
“ Farò il bravo bambino, promesso…Posso insaponarti io?”
“ Avevi promesso!”

Quando arrivammo agli studi, trovammo Bill di cattivo umore.
Alla fine avevamo deciso di andarci insieme con auto separate.
Tom aveva guidato più veloce nel traffico ed era arrivato qualche minuto prima di me.
Ma invece di entrare, mi aveva aspettato nel parcheggio e questo aveva disturbato notevolmente il moro.
“ Alla buon’ ora! Stavo per andarmene!!”
“ Scusa Bill, è colpa mia…”
“ Non trovavi la t-shirt da abbinare a quella che mio fratello indossa da ieri?”
“ Come scusa?”
“ Georg stamattina mi ha chiamato per chiedermi se fra voi due c’è qualcosa…”
“ Ci ha per caso visti, ieri in parcheggio?” domandai.
“ Perchè che avete fatto in parcheggio?” Chiese a sua volta scuro in volto.
“ Nulla, che richiedesse il bollino rosso, credo…” Tentai di scherzare, mentre guardavo Tom, che divertito si godeva il nostro battibecco.
Ero sicura che avrebbe sistemato le cose con il fratello, poi.
Iniziammo a registrare, ma fu un disastro.
La mia voce proprio non andava.
Dovevo stare più attenta. Le notti di fuoco con Tom, mi stremavano e la voce ne risentiva.
Stephen al di là del vetro mi guardava serio. Lo visi rovistare nella mia borsa in cerca dello spray al cortisone.
Entrò in studio e me lo porse.
“ Prova ad inalarne un po’, se la voce non migliora, rimandiamo o peggioreremo le tue condizioni…”
Portai il boccaglio alla bocca e nebulizzai il farmaco.
Aveva un sapore disgustoso, ma dopo pochi minuti potemmo riprendere a registrare.
Bill, per tutto il tempo mi aveva osservato in silenzio.
Nel suo sguardo era però scomparsa la freddezza di poco prima, per lasciar posto ad una luce strana.
“ Che hai da guardare?” Non riuscii a trattenermi dal chiedere, mentre uscivamo dagli studi.
“ Nulla. Lo usi spesso?”
“ Cosa?”
“ Il cortisone…”
“ No, solo in casi estremi… Questa è la seconda volta a dir la verità.
E la prima avevo 40 di febbre e un live dopo 2 giorni…”
“ E come è andata?”
“ Sopravvissuta agli 80 minuti di concerto…”
Tom si era fermato a parlare con David. Temevo che volesse veramente discutere con lui il fatto di rendere pubblica la nostra frequentazione.
Non ero pronta ad impegnarmi in un’ altra relazione. Non dopo essermi fatta fotografare fino a poco tempo prima con Georg. Non mi andava di passare per quella che non ero.
Ma io che ero? Di certo non una santarella. Non avevo certo disdegnato Tom neppure per un momento, ed ora ero complice di qualcosa di ben più grande…
La voce di Bill mi riportò alla realtà.
“ Che fate stasera?” Chiese serio.
“ Io voglio solo dormire. Non ho intenzione di uscire con tuo fratello…”
Vidi i tratti del suo volto distendersi. Si avvicinò al mio viso e mi baciò sulla guancia.
“ Odio dirlo, ma grazie. Da quando sta con te, mi evita…” Mi sussurrò all’ orecchio.
“ Non dovrebbe e tu non devi ringraziarmi, non siamo rivali in amore…”
“ Tu credi?” Chiese accarezzandomi con l’ indice destro la linea del mento.
“ Tom è diventato incredibilmente etero, da quando esce con te e a dir la verità non posso biasimarlo.
Sei molto bella Aryanne…”
Stava giocando? Il suo dito aveva tracciato un sentiero infuocato sulla mia pelle.
I suoi occhi mi accarezzavano.
“ E tu Bill sei gay?”
Lui scoppiò in una sonora risata, gettando la testa all’ indietro in una mossa alquanto sensuale.
“ E tu sei una voyeur?”
Sentii le guance avvampare e la necessità di distogliere lo sguardo dal suo viso.
“ Non mi era mai capitato prima di allora, ma voi due insieme…”
“ Noi due cosa? Siamo eccitanti?” Disse a bruciapelo.
“ Sì, diciamo di sì…”
“ Ti piacerebbe farlo insieme a noi, vero?” Incalzò.
“ Bill, per favore…”
“ Ti piacerebbe vero? Non lo ammetteresti mai, ma muori dalla voglia di sentire la mani di entrambi sulla tua pelle…”
“ Smettila Bill!”
“ Ok, come vuoi. Scoprire la verità in questo modo è traumatico, non è così?” Sussurrò a denti stretti.
“ Io vado. Immagino che non mi saluterai Tom, per cui lo chiamerò più tardi…”
“ Il suo cellulare, sarà irrimediabilmente spento, tesoro…”
“ Non importa. Gli darò la buonanotte ora. Eccolo sta uscendo…”
Mi incamminai verso di lui, fermo sulla porta ancora intento a parlare con Jost.
“ Scusate… Tom io vado a casa, sono sfinita… A domani…”
“ Ciao piccola…” disse facendomi l’ occhietto e sfiorandomi la fronte con un leggero bacio di circostanza.
Non gliene aveva parlato, ma David ci guardò sospettoso e continuò a farlo anche mentre io mi dirigevo all’ auto.
Già immaginavo quale sarebbe stata la sua domanda successiva…