Atmest mich

Capitolo 56

La sala congressi del Ritz Carlton era stata allestita minuziosamente per la festa di fine tour e c’erano veramente tutti. La mia band, gli organizzatori, i tecnici, il mio manager ancora miracolosamente in vita e... Bill.
Per un attimo mi ero illusa che avesse sul serio preferito il morbido lettone king size della suite presidenziale al nostro party, invece dovetti rassegnarmi e constatare che il suo ritardo era stato dovuto solo ad un cambio d’ abito. Quando entrò nella sala più di persona si zittì per osservarlo. Era veramente da togliere il fiato. Indossava pantaloni neri aderenti e sopra una giacca in pelle la cui cintura annodata segnava la sua vita stretta, stivali rigorosamente tacco dodici che lo facevano sembrare altissimo, trucco e capelli perfettamente pettinati.
“ Oh merda...” Esclamò Kat, rimanendo con un pasticcino tra le labbra.
Solo un minuto eh? Se fosse stato l’ ospite d’ onore si sarebbe vestito come lo scià di Persia?
E io che a stento avevo lavato via il sudore e cambiato al volo la t-shirt...
Stephen con una coppa di champagne in mano salì sul palco e impugnò il microfono.
Ora avrebbe fatto un discorso strappalacrime, complice il vino e l’ euforia della serata terminata in gloria.
“ Ringrazio tutti di esser qui stasera. Sono stati due lunghi mesi, nei quali abbiamo condiviso praticamente tutto. Fatica, stanchezza, gioia e successo. Un grazie particolare a questa splendida creatura e alla sua fantastica band che hanno reso possibile questo sogno.” Tese la mano nella mia direzione e mi fece cenno di raggiungerlo sul palco.
Mi stampai sul volto il sorriso delle grandi occasioni, in fondo i miei ragazzi se lo meritavano davvero e io li adoravo tutti.
Sentivo gli occhi di Bill puntati su di me e lo osservai mentre si avvicinava a Kat per sussurrarle qualcosa all’ orecchio. Lei di rimando spalancò occhi e bocca, sbiancando.
Doveva esser sicuramente qualcosa di tremendo, per suscitare nella mia amica una tale reazione.
Lo vidi avvicinarsi a noi e salire sul palco prendendo il microfono dalla mano di Stephen.
“ Molti di voi penseranno che sia stato un atto di protagonismo salire sul palco del Velodrome stasera e rubare per così dire la scena ad Aryanne in quello che doveva essere il trionfo definitivo della sua tournèe grandiosa. Voglio anticiparvi che in America, quando vi farà ritorno, verrà accolta a braccia aperte. Stewart mi ha pregato di farvi da portavoce e informare tutti che “ Ein Welt aus Papier” ha festeggiato le sue diecimila copie in lingua originale. Un’ impresa impossibile per un artista di lingua tedesca.
Congratulazioni Aryanne!!” L’ applauso che seguì la sua dichiarazione fu la mia salvezza. Non avrei potuto proferire parola. Le gambe mi tremavano non tanto per la sua affermazione, quanto per il suo braccio che mi aveva cinto i fianchi. Le sue labbra si erano posate lievi sulla mia tempia lasciando un marchio a fuoco.
“ Dio ti prego, fa che io resista…”
Kat mi lanciava occhiate sgomente come se volesse avvisarmi di chissà che pericolo.
Brindai assieme a lui con una coppa di champagne che si era materializzata improvvisamente nella mia mano.
“ Alla nostra sfolgorante carriera…” Sussurrò con uno sguardo mai visto.
Feci tintinnare il mio bicchiere contro il suo per poi girarmi verso i presenti.
“ Stasera sono successe molte cose e sono a corto di parole. Vorrei solo ringraziarvi nuovamente tutti per il vostro impegno e la vostra dedizione. Lo devo a voi se il nostro tour è stato un successo.”
Un nuovo applauso invase la sala, mentre sentivo le forze abbandonarmi. La voce altisonante di Karl si levò per gridare un “ Hip hip hurrà” che venne ripetuto all’ unisono da tutti. Era meraviglioso l’affetto dimostratomi, ma io desideravo solamente mettermi seduta e allontanarmi dal moro che continuando ad abbracciarmi, muoveva sinuoso il suo pollice sulla pelle nuda del mio fianco. Era una reazione a dir poco esagerata e sconsiderata, ma il mio corpo non reagiva più ai comandi mentali. Quel demone mi stava torturando sotto gli occhi di tutti.
Sentii il fianco vibrare e lui tolse dalla tasca della giacca il cellulare. Lesse rapidamente il messaggio e poi lo rimise in tasca. Pochi secondi in cui allentò la presa nei quali io finalmente riuscii a sottrarmi alla sua vicinanza e raggiungere Kat.
“ Che sta succedendo?” Chiesi sconvolta.
“ Non lo so, chedilo a lui…” Rispose in tono grave.
“ Kat che ti ha detto prima?”
“ Che deve farti una proposta.”
“E quale? Non inciderò un'altra canzone con lui, che se lo scordi!”
“ Ho il vago presentimento che non si tratti di una cosa del genere…”
Un cameriere passò e io presi al volo dal vassoio altre due coppe di champagne, porgendone una alla rossa.
“ Tu che pensi?”
“ Non credo si tratti di lavoro...”
“ Eh no amica mia, non ci casco! Non ho intenzione di soffrire oltre!”
“ Lascialo parlare, forse ho travisato le cose...”
La voce di Bill alle nostre spalle fece sussultare entrambe. Kat quasi si strozzò deglutendo.
“ Ragazze, io salgo in camera sono esausto... posso parlarti un attimo Ary?”
Ecco eravamo giunti a capolinea. Guardai la mia amica, cercando nei suoi occhi una soluzione immediata.
“ Ehm... Bill io non ho molta voglia di parlare con te...”
“ Sei ancora arrabbiata con me?”
“ Non dovrei esserlo?”
“ Ci si può sempre sbagliare...”
“ TU HAI SBAGLIATO, NON IO!”
“Ary, per favore...”
“ Per favore un cazzo! Io. Non. Voglio. Parlare. Con. Te.”
“ Kat puoi lasciarci soli per un momento?”
“ Tu non ti muovi da qui! Sei tu che te ne devi andare! O meglio ancora me ne andrò io!”
Tornai verso il palco e dopo aver fatto un grande sospiro per ritrovare un pò di calma, salutai tutti, ringraziando nuovamente. Uscii a passo svelto dalla sala sperando che Bill non mi seguisse.
Entrai in ascensore e pigiai il bottone del decimo piano. Le porte si mossero, ma si riaprirono fermate da due mani dalle unghie smaltate di nero.
“ Aryanne dobbiamo parlare io e te!” Entrò anche lui in ascensore e spinse nuovamente il tasto del piano. Lo scansai pigiando l’ apriporte e feci per uscire.
Mi prese per il braccio e mi tirò dentro.
“ Cazzo, vuoi ascoltarmi per un momento?”
“ No.”
“ Invece dovrai, perchè io non ho intenzione di andarmene senza averti detto quello che mi sta facendo impazzire da giorni.”
Le porte si chiusero ed iniziammo la salita. Tenevo lo sguardo basso, evitando di incrociare quell’ ambra liquida che in quel momento sembrava fuoco.
“ Aryanne, ti prego...”
Bill Kaulitz implorava le persone? L’ avevo sentito solo una volta pronunciare quelle due parole, rivolgendosi al fratello e non certo in un ascensore.
L’ immagine di loro due che facevano sesso si impadronì della mia mente, mentre un brivido di eccitazione mi percorreva la schiena.
Sbuffai sconfitta, appoggiandomi alla parete metallica.
“ Devo prenderlo come un assenso?”
“ Prendilo come vuoi, ma sbrigati. Sono stanca e non ho voglia di trascorrere l’ ennesima notte insonne a causa tua.”
“ Ti tolgo il sonno? “ Mi rivolse il sorriso più dolce che avessi mai visto.
“ Non ho voglia di scherzare, dimmi quello che devi dirmi e facciamola finita...”
“ Saresti in grado di smontare anche un caterpillar, tu...” Borbottò grave.
“ Dovrei saltellare esultante, solo perchè tu ti degni di rivolgermi la parola?”
“ Smettila di comportarti come una bambina.”
“ E come dovrei comportarmi? Tu in questi mesi non hai fatto altro!”
“ Lo so e me ne pento. In realtà cercavo di mascherare quello che provavo...”
“ Mascherare? Mi hai reso la vita un inferno! Se allora avessi esternato tutto che avresti fatto? Mi avresti eliminato fisicamente?!”
“ Sai benissimo che non avrei mai potuto fare una cosa del genere...” Si era avvicinato ulteriormente azzerando lo spazio tra i nostri corpi.
Le porte dell’ ascensore di aprirono, ma lui non accennava a muoversi.
“ Bill, dobbiamo scendere...” Balbettai, il cuore mi martellava così forte nel petto che a stento riuscii a udire il suono della mia voce.
Lo sospinsi leggermente e lui si scostò per farmi spazio. Mi seguì nel corridoio deserto, fermandosi davanti alla porta della sua stanza.
“ Sono arrivato. Ary, aspetta...io...”
“ Bill, non ha più importanza ciò che mi devi dire, qualsiasi cosa sia. Io sono uscita per sempre dalle vostre vite...”
“ Ma non lo sei dal mio cuore...” Finalmente l’ aveva detto e il suo viso si era immediatamente disteso, come liberato da un pesante fardello.
“ Io... io credo di essermi innamorato di te...”
“ COSA?!” Sognavo da mesi questa dichiarazione, ma non immaginavo che il mio io razionale avesse intenzione di giocarmi un tiro mancino. La vocina si era improvvisamente risvegliata, gridandomi di fuggire lontano.
“ Bill, per favore...”
“ Ary, ascoltami ti prego. Lo so che sembra incredibile, ma solamente con la lontananza ci si rende conto di quanto una persona ti possa in realtà mancare. E tu mi sei mancata, da morire...”
“ E a Tom non ci pensi?”
“ Credi che ci avrei impiegato tutto questo tempo a farmi avanti, se non ci fosse stato lui?”
“ Bill tu ami tuo fratello!”
“ Io amo te.” Ero sinceramente spiazzata e molto dispnoica. Ad un tratto quel corridoio era privo d’aria. Mi accorsi di boccheggiare.
“ Non si diventa etero in un giorno e tu sei l’ amante di tuo fratello, ti rendi conto? Come posso pensare, dopo tutto ciò che è successo, che tu ti possa esser innamorato di me?”
“ E’ successo e basta. Non puoi impedire alla pioggia di cadere o al sole di splendere. Non puoi guidare il destino o sopprimere i sentimenti...”
“ O certo che sì e tu farai lo stesso. Io non voglio mettermi in mezzo nuovamente. Voi due siete una miscela pericolosa e letale, vi appartenete e checché tu ne dica, non riuscirai mai a staccarti da Tom.
“ Sono qui, questo non significa nulla per te?”
“ Oh sì, altri guai in arrivo.” Si era nuovamente avvicinato, posando la sua fronte contro la mia.
“ Dammi una possibilità, Aryanne...” Sussurrò roco. I suoi occhi erano lucidi, le sue mani si erano posate leggere su i miei fianchi parzialmente scoperti, facendomi rabbrividire.
“ Io non voglio più soffrire, ho passato settimane d’ inferno...” Balbettai confusa. Sentivo le gambe molli e un formicolio strano alle dita.
“ Bill, mi devo sedere...” Prese la tessera magnetica dalla tasca e la inserì nell’ apposita apertura. Aprì la porta sostenendomi e mi fece sdraiare sul divanetto. Si inginocchiò al mio fianco, preoccupato.
“ Ary che ti succede?”
“ Un capogiro, ora passa...” Il suo volto era a pochi centimetri dal mio, i suoi occhi erano fissi sui miei. Era impossibile sostenere il suo sguardo che sembrava addirittura innocente, era lo era resistere a quelle labbra leggermente socchiuse.

“ Non puoi permetterti altra sofferenza, ti ucciderà.”

Cercai di sollevarmi e mettermi seduta, ma le sue mani si posarono sulle mie spalle e mi spinsero nuovamente giù.
“ Dove credi di andare? Vuoi svenire sul pavimento? Sei pallida da far spavento...”
Chiusi gli occhi sconfitta. La stanza aveva ripreso a vorticare e sicuramente sarei stramazzata al suolo al primo tentativo di rimettermi in piedi. Sentivo gli occhi pizzicare per le lacrime che incombenti premevano per uscire. Sospirai, quando sarebbe terminata questa lenta agonia?
La sua mano si muoveva leggera sfiorandomi il collo, il suo profumo mi stordiva. Sarebbe stato semplice arrendersi all’ evidenza dei sentimenti, credere alle sue parole, rifugiarsi tra le sue braccia e lasciare che il destino compisse il suo corso...

“ Vuoi continuare a giocare per sempre?”


Sia - Breathe me (instrumental)

Aprii gli occhi all’ improvviso, come quella domanda provenisse da una terza persona presente nella stanza e non dalla mia testa. Il moro era sempre accanto a me e tuffarsi in quel mare d’ambra che mi osservava non era certo rassicurante.
“ Bill, io non dovrei esser qui...”
“ Lo so, infatti questa non è la tua stanza...” Cercò di scherzare, sorridendomi.
Mi accarezzò la guancia e poi la bocca con il pollice.
“ Sei così bella Aryanne...” Posò le labbra sulle mie sfiorandole appena. I miei sensi si allertarono, riprendendo vigore all’ improvviso. Mi sentii avvampare come se il sangue avesse ripreso a circolare.
“ Bill, no.”
“ Perchè no?”
Mi sollevai appena sostenendomi sui gomiti. La stanza si era fermata fortunatamente.
“ Perchè è sbagliato. Perchè io non ho più voglia di soffrire, perchè Tom ti ama e tu ami lui...”
“ Io non posso vivere senza di te...”
“ Se posso farlo io, ci riuscirai anche tu.” Cazzo stavo dicendo? Era l’ ultima delle cose che doveva sapere! Idiota, Idiota, Idiota!
“ Ar-... come se puoi farlo tu?... Vuoi dire che anche tu mi ami?”
“ Non ho detto questo! E’ che...” L’ arrampicata sugli specchi non era certo lo sport in cui eccellevo.
“ Tu sei innamorata di me?! Allora Tom non mentiva!”
“ IO NON HO MAI DETTO DI ESSERE INNAMORATA DI TE!” Mi ero seduta sul divano, ma non azzardavo a rimettermi in posizione eretta. Sentivo le guance in fiamme, lo stomaco sottosopra.
“ Allora giurami che non provi nulla per me!” Abbassai lo sguardo, stringendomi le ginocchia al petto. Il moro si era alzato ed era fermo davanti a me con le mani appoggiate sui fianchi e un’ espressione torva in volto.
“ Io non ti amo...” Bofonchiai.
“ Guardami in faccia!” Alzai il capo, facendo appello a tutte le mie forze, mentre una lacrima scendeva sulle mia guancia destra come lava incandescente. La scacciai con un gesto stizzito della mano.
“ Io non ti amo! Non posso e non voglio amarti! Noi non potremo mai vivere una storia d’amore, è impossibile!!”
“ Perchè piangi allora?”
“ Perchè sono stanca e stupida, ecco perchè...” Ero riuscita miracolosamente ad alzarmi ma mi ero appoggiata con la schiena alla prima parete libera. Non sarei riuscita a tenergli testa ancora a lungo...
Si era avvicinato prendendomi le mani. La sua voce era pacata, ma il suo sguardo acceso di desiderio.
“ Non me ne andrò senza aver la certezza che ciò che dici corrisponde alla realtà. Io lo sento qui, e il cuore non mente. Ho trascorso giorni a chiedermi cosa mi stava succedendo, al motivo per cui il mio amore per Tom vacillasse, io così sicuro che sarebbe sopravvissuto a tutto. E Tom non ha colpe, perchè chi è cambiato sono io. Per la prima volta provo qualcosa di importante per una persona che non è mio fratello e questo è spiazzante, ma anche meraviglioso, perchè quella persona sei tu. Ti prego Aryanne non sbattermi la porta in faccia, perchè io so che anche tu mi vuoi...”
Il nodo in gola mi impediva di parlare e quasi di respirare, il mio corpo era attraversato da piccoli tremiti, il cuore batteva furioso nel petto e nelle tempie. Forse quello era il momento giusto per svenire ed interrompere ogni contatto con il mondo esterno...
Mi prese il volto con le mani e mi baciò sicuro sulla bocca. Un bacio intenso ed incredibilmente dolce.

“Addio Aryanne...”

Cinsi il suo collo con le braccia, aderendo al suo torace. La sua erezione prepotente si sfregò contro di me, facendomi sussultare. Le sue mani si infilarono sotto il leggero tessuto della maglietta accarezzandomi la schiena in modo molto sensuale. Sentivo la testa leggera, svuotata da ogni pensiero, o meglio ora la mia unica preoccupazione sarebbe stata lui. Lui così dolce, forte e uomo come mai avrei potuto pensare potesse essere. Mi sollevò tra le braccia e mi portò fino al letto, senza smettere di baciarmi. Mi spogliò e in fretta si liberò dei suoi abiti, ansioso di prender possesso nuovamente della mia bocca. Non era la prima volta che ci baciavamo, ma aveva tutto veramente un nuovo significato. Una sensazione indicibile, una felicità esplosa all’ improvviso. Mi misi a cavalcioni su di lui e mi fermai ad osservarlo. Gli occhi chiusi, le labbra semiaperte, quel suo torace magro, infantile, i tattoo in contrasto con quella pelle che sembrava di avorio. Il suo membro pulsante premeva di esser soddisfatto, tra le mie gambe. Mi abbassai a sfiorargli il collo con le labbra e la lingua, lasciando piccole scie bagnate al suo passaggio. Lo sentii agitarsi al quel contatto, mentre le sue labbra si piegavano in un sorriso, Le sue mani percorsero la mia schiena fino ad arrivare alle natiche e stringerle possessivo per poi accarezzare la mia intimità. Scesi sul suo petto, concedendomi di indugiare sul piercing al capezzolo, tirandolo dolcemente, per poi arrivare al suo addome, baciare la stella sul fianco e il suo pene gonfio. Inarcò la schiena emettendo un gemito di piacere. Si abbandonò alle sensazioni continuando ad accarezzarmi dove il contatto permetteva.
“ Ary, vieni qui...” Si spostò, invitandomi tra le sue braccia e baciandomi con trasporto.
“ Non voglio venire nella tua bocca...” Sussurrò dolcemente sulle mie labbra, prima di riprendere a baciarmi. La sua mano accarezzava la mia pelle, senza un percorso definito, ma incredibilmente eccitante. Raggiunse pigro il mio basso ventre, facendomi sospirare di piacere, mentre dava il via ad una nuova lenta agonia. Mi baciò il seno, languido, solleticando con la lingua i miei capezzoli turgidi, prima di scendere sul mio addome e raggiungere l’altra sua mano. Il contatto con il piercing mi fece gemere di piacere.
“ Entra dentro di me, subito...” Lo implorai ormai al limite.
Allargai le gambe per accoglierlo e lui mi penetrò con una forte spinta facendomi sussultare. Si fermò un attimo guardandomi interrogativo.
“ Scusa...” Lo tirai verso di me e lo baciai avida.
“ Non fermarti più...” Mormorai, mordendogli il labbro inferiore.
Affondò di nuovo il suo membro, accelerando il movimento, ormai prossimi all’ orgasmo.
Mille stelle e sospiri riempirono la stanza, lasciandoci la sensazione di aver respirato l’ uno la vita dell’altra.