Atmest mich

Finita

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  1. stefy89wth
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    nche io ci sono O__O
     
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    Stop Babe

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    Avviso per il gentile pubblico.
    Nulla è come sembra.

    Capitolo 3

    “ Ma prima ceniamo.” Continuò guidandomi verso il tavolo.
    Aveva notato il mio sguardo attonito e se ne stava compiacendo.
    L’ effetto sorpresa giocava in suo favore.
    “ Che genere di affari, potremo mai concludere io e te?”
    Ignorò la domanda volutamente, portandosi alla bocca in maniera molto sensuale un pezzetto di Makizushi.
    Come sapeva che adoravo la cucina giapponese?
    Tom era un amabile conversatore, parlammo di svariati argomenti, di musica, di aneddoti divertenti della nostra infanzia, delle nostre famiglie, simili a causa del divorzio dei nostri genitori.
    “ Almeno tu avevi Bill, io ero una bambina di 9 anni completamente sola e alla deriva.”
    Mi versò dell’altro sakè e così fece anche per lui.
    “ Sì, siamo stati l’ ancora di salvezza l’ uno per l’altro.”
    Il suo sguardo si era improvvisamente incupito. Ma fu questione di un attimo.
    “ Vuoi un altro Yachitori?” Chiese ritrovando il sorriso.
    “ Per carità potrei esplodere!!”
    “ Mi piacciono le donne affamate…”
    Lo guardai, alzando beffarda il sopracciglio.
    “ Scusa…Cioè…le donne a cui piace mangiare, che non sono ossessionate dalla linea!”
    Avevo notato un leggero imbarazzo nelle sue parole.
    “ Ok, ok…perdonato…” Sorrisi, scuotendo il capo.
    Mi piaceva Tom, ogni secondo di più.
    E per di più eravamo insieme da due ore e ancora non aveva fatto alcuna avance esplicita..
    Si era tolto la giacca della tuta evidentemente accaldato, rimanendo in t-shirt.
    Il sakè cominciava a far effetto.
    Avrei voluto alzarmi, ma non ero sicura della stabilità delle mie gambe.
    Le mie bellissime scarpe tacco dodici mi sembravano ora due trampoli su cui sarebbe stata un’ impresa rimanere in equilibrio.
    Tom sembrò leggermi nel pensiero e mi tese una mano per aiutarmi a guadagnare la posizione eretta.
    “ La prossima volta dovrò controllare meglio la gradazione alcolica...” disse abbagliandomi con un sorriso sghembo.
    “ Non sono ubriaca, ma mentirei se ti dicessi che tutto è perfettamente al suo posto e soprattutto fermo.”
    Lui rise di gusto all’ affermazione avvicinandosi di un passo a me.
    “ Vuoi un caffè?” Mi sussurrò tra i capelli.
    “ Non chiedo di meglio.”
    Lo seguii barcollante in cucina.
    “ Se ti va puoi toglierti le scarpe, non so come voi donne riusciate ad imbottigliare i piedi in uno spazio così ristretto!”
    “ Ci si abitua a tutto Kaulitz.”
    “ Del tipo: Se bella vuoi apparire, un poco devi soffrire?”
    “ Sì, più o meno…”
    “ Non mi sembra che tu ne abbia bisogno.”
    “ Mi stai adulando perché ti serve qualcuno che lavi i piatti e riassetti la cucina?” Chiesi maliziosa.
    “ Può essere.” Rispose leccandosi il piercing, mentre metteva la caffettiera sul fornello.
    “ Uh, caffè all’ italiana!!” esclamai cercando di darmi un contegno.
    Mi ero tolta le scarpe e ora lui mi sovrastava di parecchi centimetri.
    Si avvicinò spaventosamente a me, che stavo appoggiata al ripiano della cucina circondandomi con le sue lunghe braccia.
    Il suo occhi erano leggermente lucidi, ma vigili.
    “ Di che cosa mi dovevi parlare?” Chiesi cercando di porre una distanza tra i nostri corpi che stava diventando pressoché nulla.
    Il borbottio della moka, lo obbligò a muoversi dalla sua incauta posizione e precipitarsi al fornello per spegnere il gas.
    “ Klara odia il fornello sporco di caffè.”
    “ Klara?”
    “ Sì, la domestica.”
    Mi accorsi di aver tirato un sospiro di sollievo.
    Non me la sentivo proprio di trovarmi davanti un’ eventuale, quanto improbabile fidanzata del rasta.
    “ Quanto zucchero?”
    “ Due, colmi.”
    “ Bisognosa di coccole?” Chiese porgendomi la tazzina.
    “ No, ma non mi piace amaro.” Risposi improvvisamente sulla difensiva.
    Le nostre dita si sfiorarono per una frazione di secondo.
    Si portò la tazza alla bocca e piano soffiò sul liquido nero.
    Lo imitai, increspando leggermente le labbra, conscia che non si sarebbe mai raffreddato a sufficienza, come il mio corpo del resto.
    Mi indicò di seguirlo sul divano, dove si sedette a gambe incrociate, invitandomi a fare altrettanto.
    “ Immagino tu voglia sapere cosa ho da proporti…” disse con un sorriso.
    “ Sesso?” Mi venne spontaneo pensare, ma decisi di concedergli un’ opportunità.
    “ Ti ho sentita cantare ‘Eine Welt aus Papier’, mi piace molto. E’ un testo semplice, diretto, accattivante. La musica è ok. Inutile girarci intorno. David ha chiesto a Stephen se potesse mai diventare il lato B del nostro nuovo singolo.”
    Spalancai gli occhi incredula.
    Una canzone di Aryanne cantata e suonata dai Tokio Hotel?
    “Tom…. Io…io non so che dire…è lusinghiero!! Cioè io scrivo canzoni da quando avevo 12 anni, ma per me è un onore poter scrivere per voi!!”
    “ Lo posso interpretare come un sì?”
    “ Non so, dovresti delucidarmi sui dettagli.”
    “ Inseriremo il tuo pezzo cantato in inglese nel singolo. Stephen e David sono entusiasti all’ idea!!”
    “ Cioè fammi capire. Sarebbe una tua idea? E Bill che ne dice?”
    “ Mio fratello, non si opporrà, tranquilla. Apprezza le cose belle!!”
    “ Quindi non ne sa nulla.”
    “ Lo saprà al suo ritorno, sempre che tu mi dica di sì.”
    Ancora seduti sul divano, mi si avvicinò, accarezzandomi con quegli occhi da cerbiatto.
    Un ondata di calore mi infiammò le guance.
    Fissai lo sguardo su quelle labbra seducenti, su quella lingua che giocherellava furbescamente con il piercing.
    “ Vorrei dirti di sì, ma non voglio fare mosse avventate.” Sussurrai incerta.
    Il suo sorriso mi avvolse al pari delle sue braccia che mi circondarono le spalle.
    “ Non ti chiedo una risposta definitiva a quella proposta, ma vorrei che tu mi dessi una risposta affermativa a questo, ora.”
    Posò le labbra sulle mie, spingendomi piano contro il divano.
    La sua lingua si insinuò nella mia bocca.
    Le mani sondavano il mio corpo, leggere.
    La mia mente si svuotò ebbra di quel piacere che sentivo impadronirsi di ogni mia singola cellula.
    Mi staccai da lui, priva di fiato.
    Sentivo la pelle bruciare, arsa da quel contatto.
    Tom mi guardava serio in attesa della mia mossa successiva.
    Una folata di vento improvvisa spense le candele che illuminavano fiocamente la stanza.
    Un segnale?
    Non sapevo come interpretare ciò che stava accadendo, ma era chiaro il desiderio che provavo nei suoi confronti.
    Lo tirai verso di me, cingendogli il collo con un braccio.
    Infilai la mano libera sotto la sua maglietta extralarge e gli accarezzai la schiena.
    Lo sentii sospirare tra i miei capelli, mentre le sue mani percorrevano i miei fianchi veloci ed ansiose di sbarazzarsi degli abiti che impedivano loro il contatto diretto con la mia pelle.
    “ Ti voglio...” Mi sussurrò roco.
    Sentivo chiaramente la sua eccitazione anche attraverso i pantaloni della sua tuta e un brivido mi percorse la schiena.
    Il mio ventre caldo lo invocava.
    Si liberò degli abiti gettandoli sul pavimento, presto raggiunti anche dai miei.
    Il suo fisico asciutto era illuminato solo dalla luce bianca della luna che entrava dalla finestra.
    Desideravo solo che mi prendesse in fretta.
    Entrò in me deciso.
    Tutto come mi aspettavo.
    Una spinta.
    Due.
    Tre.
    Una danza frenetica, dove la musica era il nostro respiro affannato.
    Erano piacevolmente dolorosi quegli affondi contro la parete del mio utero.
    Quella brama di possessione.
    Non c’era traccia di romanticismo in quell’ amplesso, ma piuttosto lussuria.
    La sua mano si mosse sul mio inguine, per aumentare il piacere.
    Avvertii una specie di scossa che mi pervase dalla punta dei capelli, fino alle dita dei piedi.
    Impossibile fu trattenere un sorriso.
    “ Ehi, che hai da ridere?” Mi chiese rallentando i movimenti.
    “ Niente, continua...” Lo pregai affondando le unghie nelle sue natiche.
    Poi un’ esplosione.
    Una miriade di colori mi schizzarono negli occhi, mentre il piacere prendeva possesso dei nostri corpi con il suo dolce pulsare.
    Si adagiò su di me e finalmente mi baciò.
    Per tutta la durata dell’ amplesso non lo aveva fatto.
    “ Grazie…ne avevo bisogno…” Mi sussurrò piano.
    Non era ciò che volevo sentirmi dire in quel momento, ma sicuramente potevo affermare che quella era stata la miglior scopata della mia vita…

     
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  3. stefy89wth
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    Oddio O_______O hai capito ary...

    brava brava scopa con Tom XD

    a il cuore di Tom sarà solo di Bill muhahahah

    uhmmmmmmm mi puzza un po' di bruciato il fatto che billuzzo non sappia niente dell'idea di cantare la canzone di Ary

    credo si opporrà U_U
     
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  4. §babyblu§
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    oh mamma.... :woot:
    non devo leggere queste cose di prima mattina...
    come mi concentro poi sul lavoro???
    Che dire...
    E brava Ary! Ha saputo cogliere l'occasione al volo, brava brava...
    Però puzza nache a me sta storia che Bill non sa nulla della canzone...
    Mh....
    Mi lasci in sospeso la cosa, e non va bene..
    Ergo..
    Sbrigati a postare :addict:
    *me ti ama, lo sai!?* :cuore:
     
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  5. musettino
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    Moje commento oggi pome ok?^^
     
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    No problem Mojettina mia! image
     
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  7. katarina stratford
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    CITAZIONE
    “ Grazie…ne avevo bisogno…” Mi sussurrò piano.

    Perché mi sta sempre antipatico Tom, in quasi tutte le fic?

    Hai descritto molto bene la scena, Aly mi piace, non cadi nel troppo volgare ma allo stesso tempo si sente che il desiderio fisico c'è e che emtrambi si trovano in questo istante di passione fisica.
    Qualcosa sotto c'è di fisso, e aspetto di scoprirlo :addict:
     
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    Qualcosa c'è sì...
    Grazie Kat.
     
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  9. NeideLunare
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    Oddio non so come commentarti, sono così ---> o.O
     
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  10. musettino
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    Bene bene bene

    Alla fine un po avevo ragione
    Gli affari di cui voleva parlare Tom erano anche a livello musicale

    Devo dire che non mi aspettavo un Tom cosi...come posso dire...calmo
    Pensavo che sarebbe partito in quinta non appena Ary avesse posato la forchetta nel piatto a fine cena
    Ancora non riesco a capire perche lui poi sia cosi interessato alla musica di Ary
    A merito di questo mi so fatta due seghe mentali
    Secondo me centra Bill
    Il nostro caro Tom da un po di tempo a questa parte prova dei sentimenti non ancora decifrati verso il fratello e questo ha portato Tom a doversi distrarre
    E qui entra in campo Ary
    Ary e una brava cantante e in piu e una bella ragazza
    Puo darsi che proponendogli di fare una song con i TH lui spera in questo modo di avere lei in tour con la band
    In questo modo cerca anche di auto convincersi che la sua attrazione verso il fratello sia qualcosa di infondata
    Qualcosa dovuta al fatto che durante le registrazioni in studio o durate il tour non si possono avere sempre molti contatti fisici con ragazze specialmente se sei sempre in sbattimento tra un concerto e l’altro
    Naturalmente poi si accorgerà che con Ary le cose non cambiano e Tom finirà col infatuarsi ancora di piu del proprio fratello
    Queste seghe mentali me le so fatte anche poi per colpa della frase che ha pronunciato Tom quando hanno finito di fare sesso

    “ Grazie...ne avevo bisogno...”

    Questa frase mi fa pensare che il caro Tom sia gia da un bel po di tempo in astinenza forse per colpa di questi strani sentimenti che prova verso il fratello

    Non puo mancare la seconda ipotesi
    Ovvero che i due gemellini stiano insieme e tutto
    ma che il caro Tom ha voglia di risentire come si prova a fare sesso con una donna
    infondo e sempre il famoso SexGott no?
    puo darsi poi che per colpa di quella che Tom credeva una scappatella il suo amore per il fratello si va affievolendo per via della momentanea cotta che il chitarrista si e preso per Ary

    puo anche darsi che stia sparando una marea di minkiate che non stanno ne in cielo e ne in terra u.u

    WAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA BASTA VOGLIO LEGGERE IL PROSSIMO CAPITOLO

    VOGLIO SAPERE COSA SUCCEDE DOPO

    *cof cof*

    Bene

    Il capitolo e stato molto eccitate complimenti
    La scena di sesso e stata descritta molto bene
    E stata una scena non troppo spinta ma che regala al lettore la giusta dose di “ormone impazzito” tanto da poter immaginare la scena e sbavare sulla tastiera del PC rischiando di allagare tutto

    Complimenti Moje
    Sei stata davvero brava
    Sai tenere il lettore con il fiato sospeso fino al capitolo successivo facendogli riempire la testa di tante domande
    In questo modo la voglia di leggere cresce a dismisura
    Questa e una grande dote per uno scrittore
     
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    Le due Roby...
    Una senza parole e l' altra che ne dice troppe!!
    Grazie a tutte e due.
    Moje i tuoi commenti mi piacciono troppo!!!
    * Me strapazza la moje!
     
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  12. NeideLunare
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    Ci completiamo ù.ù
     
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    DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''

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    arcadia

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    LI HO LETTI FINO ADESSO MA NON HO COMMENTATO PERCHé ERO IN STATO ''STOP''
    BE CHE DIRE ? QUESTO TOM MI PIACE MOLTO,E ALLA FINE QUEL AVEVO BISOGNO? MESSO IN QUESTO TIPO DI FF MAGARI HA QUALCOSA DI PIU' NASCOSTO E VISCERALE DI QUELLO CHE SEMBRA UN VERO E PROPRIO BISOGNO .....ASPETTO IL SEGUITO
     
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  14. musettino
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    pui dirlo forte image

    UP!
     
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    Se sei amico dell' orso, tieni vicino una scure.
    ( Proverbio canadese )


    Capitolo 4

    Mi svegliai infreddolita, disturbata dalla luce del giorno che filtrava dalle finestre della camera da letto.
    Tom accanto a me ancora dormiva. I suoi dread scomposti sul cuscino e sulla sua schiena gli conferivano un aspetto decisamente selvaggio.
    Era completamente nudo e scoperto.
    Rimasi ad ammirare il suo corpo stupendo, nonostante la magrezza.
    Erano terribilmente eccitanti quelle due fossette a livello sacrale.
    La sua pelle era fresca. Ebbi così l’ istinto di coprirlo.
    Presi il lenzuolo aggrovigliato in fondo al letto e lo tirai su.
    Lui si mosse appena, girando il volto dall’ altro lato.
    Mi alzai per andare alla ricerca dei miei abiti sparsi per tutto il salone.
    Non sapevo a che ora Bill sarebbe tornato, ma di certo non era mia intenzione farmi trovare nuda da lui. Forse neppure farmi trovare ancora in quella casa.
    Avevo avuto come l’ impressione che quello fosse una specie di rifugio tutto loro.
    Un nascondiglio segreto dove rilassarsi ed esser se stessi.
    Passai davanti alla stanza di Bill. La porta era socchiusa, la curiosità tanta.
    Aprii la porta e rimasi sulla soglia ad osservare la camera.
    Al suo interno regnava una specie di disordine organizzato.
    Oggetti e vestiti buttati in ogni dove, ma con stile.
    Sembrava una di quelle fotografie nelle riviste di arredamento.
    Una maglietta piena di brillantini e un paio di jeans in tinta sulla sedia.
    Giubbotti di pelle sul letto disposti a raggiera.
    Da sotto il letto sbucavano due Vans nere e fogli, fogli ovunque.
    A terra, sulla scrivania, sul comodino...
    “ Klara ha rinunciato a pulire qui dentro...” Disse Tom alle mie spalle, facendomi sussultare.
    “ Scusa... non volevo curiosare... ma la porta era aperta...”
    “ Ho capito… l’ animo della fan che fa capolino!!” Mi prese in giro, baciandomi sul collo.
    “ Ti va di far colazione?” Mi chiese prendendomi per mano e trascinandomi lungo il corridoio.
    “ Non so Tom... non è meglio se ritorno a casa mia?”
    “ Non c’è fretta abbiamo appuntamento con David, Stephen e gli altri alle dodici...”
    “ Appunto, vorrei andare a casa a farmi una doccia e...”
    “ Dopo...” Mi sussurrò prendendomi per i fianchi e tirandomi a sè.
    “ Non volevi far colazione?”
    “ Mangerò te.”
    I suoi baci impetuosi mi fecero ben presto dimenticare il mio desiderio di darmi una sistemata.
    Era incredibile come riuscisse a mettere scompiglio nei miei ormoni con un battere di ciglia.
    Ritornammo a letto e facemmo l’ amore nuovamente.
    Era instancabile quel ragazzo, degno della sua fama.
    “ Devo andare Tom, veramente…” Brontolai cercando di liberarmi dalla sua stretta scherzosa.
    “Non arriverò in tempo se rimango ancora...”
    “ Puoi farti una doccia anche qui, poi andremo allo studio insieme.”
    “ No, Tom non mi sembra il caso... Arrivare insieme? No davvero...”
    “ Hai paura che Georg ti giudichi male?”
    “ No, ma non era previsto che io venissi a letto con te...”
    “ Pentita?”
    “ No, ma anche se lo fossi, non credo che farebbe differenza per te.
    Abbiamo scopato, ok. Nulla che non si possa rimediare.”
    “ Mi piacciono le ragazze che non si fanno troppe paranoie. Che non pensano di esser state usate.”
    “ Tom sei bravo a letto, ma hai la sensibilità di un sasso…” pensai tra me.
    Mi rivestii in fretta e lo salutai con un rapido bacio a fior di labbra.
    Lasciare quella casa, fu meno faticoso di quello che pensavo.
    In fondo non avevo concluso che un affare.

    L’ incontro con i rispettivi manager andò come previsto.
    Stephen e David si erano dichiarati entusiasti della proposta di Tom.
    Prevedevano un grande successo di vendite.
    Avevo l’ impressione che poco importasse, quello che la canzone voleva trasmettere.
    L’ unico che sembrava rimasto colpito era Georg.
    Mi guardava con occhi colpevoli certo che l’ispirazione mi fosse venuta da quello spiacevole episodio intercorso tra noi.
    Appena possibile mi prese in disparte e cercò di scusarsi.
    “ Come stai Ary?”
    “ Bene, perché me lo chiedi?”
    “Du hast mein Herz gestohlen, hast ihn der Dunkelheit der Nacht geworfen…”
    ( Mi hai rubato il cuore e l’ hai gettato nell’ oscurità della notte…)
    “ Sono parole, Georg…”
    “ Mi dispiace Ary… io non volevo farti soffrire...”
    Mi faceva tenerezza quel ragazzo, avrei voluto confortarlo, ma sicuramente non avevo a portata di mano le parole giuste.
    Lo avrei ferito sicuramente.
    Lui era convinto di avermi fatto del male, mentre invece ero io ad averne fatto a lui.
    Era convinto di avermi spezzato il cuore, in realtà non vi era mai entrato.
    Tom mi guardava distratto mentre parlava con gli altri e intanto dava rapide occhiate all’ orologio.
    Bill era in ritardo.
    Arrivò dopo poco, trafelato, posando la grande borsa di Gucci sul tavolo.
    Sebbene avesse viaggiato per molte ore nel traffico, sembrava appena uscito da un fotoshoot.
    “ Scusate il ritardo, ma c’era un traffico infernale sull’ autostrada…”
    Si mise seduto e solo allora notò la mia presenza.
    “ Ciao Aryanne…”
    Mi salutò cordialmente, ma nel suo sguardo laccato di nero, non c’era la benché minima ombra di calore umano.
    Presi la mano che lui mi tendeva senza nemmeno alzarsi, e gliela strinsi.
    Era calda, liscia, morbida.
    La ritrasse quasi subito, come ansioso di mettere distanza tra di noi.
    “ Allora di cosa dobbiamo parlare?”
    Tom prese immediatamente la parola. Sapeva come lavorarsi il fratello.
    “ Bill abbiamo avuto un’idea grandiosa per il lato B del singolo…”
    Il rasta prese la chitarra e cominciò a strimpellare.
    L’ aveva suonata forse un paio di volte, come faceva a ricordarla così bene?
    “Ary vuole farti sentire una cosa.”
    Lo guardai sbigottita.
    “ Che bastardo... perché mi fa cantare davanti a lui?” dissi a me stessa.
    “Tom la mia voce non è al top stamattina.”
    “ E per quale motivo? Hai dormito male questa notte?”
    Si stava divertendo alle mie spalle.
    “ Si pensavo a te e a quanto sei stronzo.” Ribattei suscitando l’ ilarità dei presenti.
    “ Ullallà!! Mi sento onorato!”
    “ Fai poco il furbo, sennò prendo la mia canzone e il vostro tanto agognato lato B andrà a farsi fottere!!”
    Bill era l’ unico a non ridere del nostro divertente battibecco.
    Sentivo i suoi occhi puntati su di me, indagatori.
    Come se mettesse a nudo ogni mio singolo pensiero.
    Presi la chitarra dalle mani di Tom ed iniziai a suonare.
    “ Faccio io, ok?”
    “ Come vuoi, piccola…”
    “ Che sfrontato!! E pensare che era anche più giovane di me!!”

    Le note introduttive della canzone, zittirono immediatamente tutti.
    La mia voce un po’ nasale a causa della notte passata praticamente in bianco era comunque apprezzabile.
    Mentre cantavo non potevo far a meno di osservare i visi dei ragazzi seduti di fronte a me.
    Ognuno a suo modo cercava di fare “suo” il brano.
    Gustav era buffissimo mentre mimava il rullo della batteria.
    Bill continuava a fissarmi, ma finalmente il suo volto sembrava più disteso.
    Erano sparite quelle piccole rughe di espressione dalla sua fronte.
    Tom guardava me e il fratello rimbalzando lo sguardo da una all’ altro.
    Georg teneva il capo abbassato.
    Al termine dell’esibizione, posai la chitarra sul supporto e mi alzai per prendere un bicchiere d’acqua.
    La gola bruciava come avessi cantato per ore ed ore.
    Il silenzio continuava a regnare nella stanza.
    Tutti attendevano che Bill proferisse parola.
    Il moro si alzò dal divanetto e mi si avvicinò.
    Mi accorsi di tremare, mentre cercavo di sostenere il suo sguardo.
    Mi sembrava addirittura che fosse ancor più alto del fratello.
    Un sussurro.
    “ E’ stupenda Aryanne.
    Sarò felice di cantarla.”

     
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