Atmest mich

Capitolo 52

Il Roseland Ballroom, mi accolse come una grande star.
Nelle prime file del pubblico mi accorsi della presenza di molti ragazzi, che mi acclamavano a gran voce. Riservai a loro il più solare dei miei sorrisi, ringraziandoli del loro calore.
Quello era il mio ultimo concerto in America per il momento e ci tenevo a lasciare un bel ricordo.
Cantai con rinnovato vigore e terminato il mio repertorio, posai il microfono e mi avvicinai alla prima fila tendendo la mano verso di loro. Mano che venne immediatamente stretta.
L ‘affetto dimostratomi mi strinse il cuore e gli occhi divennero immediatamente lucidi per l’ emozione. Salutai frettolosamente con il gesto della mano e raggiunsi la mia band nel backstage.
Questa emotività mi disturbava, ma era impossibile arginarla. L’abbraccio del pubblico era importante, ma sapevo che il groppo che mi serrava la gola era di tutt’altra natura.
Tom era rimasto ai margini del palco per tutto il tempo e il suo sguardo non si era staccato dalla mia persona neppure per un momento.
Mi sarebbe mancato indubbiamente, come gli altri del resto.
Bill…
Neanche a farlo apposta, si materializzò davanti a me, sbucato dal nulla.
“ Devo complimentarmi con te, sei stata bravissima…” Disse, posandomi la mano sulla spalla. Quel istantaneo contatto, mi provocò un brivido lungo la schiena, abbassai lo sguardo, sicura che non sarei riuscita a guardare in quelle iridi d’ ambra.
“ Grazie…” Sussurrai, pregando che quella mano calda rimanesse per sempre su di me.
“ Ci vediamo tra in po’…” Il suo sorriso era disarmante, ma i suoi occhi distanti, lo sguardo perso in un pensiero che non ero io.
La loro performance fu impeccabile, e il fanservice spinto all’ inverosimile.
Bill si muoveva sul palco come una pantera sinuosa, chiaramente provocatorio. Ovviamente il fratello era il bersaglio dei suoi continui ammiccamenti, il pubblico un complice perfetto.
Faceva un caldo terrificante e piccole gocce di sudore scendevano lungo il viso e il collo del rasta. Mi ritrovai a sorridere, al pensiero di ciò che in quel momento poteva attraversare la mente di Tom.
Bill era un demone, una droga che provata una volta, creava immediatamente dipendenza.
“ Ce la devo fare…” Ripetei a me stessa, scuotendo il capo.
Il braccio di Kat mi avvolse le spalle.
“ Coraggio Ary, è ora di iniziare a camminare con le proprie gambe…” Sorrisi alla mia rossa amica, alzando le spalle.
“ Alla fine sopravviverò, anche se una parte di me rimarrà sepolta per sempre…”
Una lacrima scese a bagnarmi la guancia, portandosi con sé una scia nera di matita.
“ Devi sistemarti il trucco, o penseranno nuovamente che tu debba seriamente prendere lezioni di makeup da Bill!” Sorrisi a quell’ affermazione e ci avviammo ai camerini. Mi aiutò a sistemarmi e poi cambiai la canottiera, indossandone un’ altra simile alla precedente in lurex nero. Si allacciava dietro al collo, lasciando parte della schiena scoperta.
“ Sei perfetta!” Esclamò Kat con un sorriso.
“ Sono pronta…” Sospirai, dando un’ ultima occhiata allo specchio che rifletteva una figura che a stento riconoscevo.
Raggiunsi il resto del gruppo nel backstage, mentre sul palco di affrettavano a preparare per l’ acustico.
Stephen mi venne incontro porgendomi la mia chitarra classica.
“ Grazie...” Riuscii solo a dirgli. Il cuore aveva preso a martellarmi nel petto, mi era bastato posare lo sguardo sul moro, tra quell’ andirivieni confuso di persone, per sentir venire a meno il terreno sotto i piedi. Era a torso nudo e cercava di infilare una t-shirt senza rovinarsi il trucco, Tom si era avvicinato a lui e delicatamente gli aveva tirato fuori i capelli dalla scollatura, accarezzandogli impercettibile il collo. Bill aveva sorriso quasi imbarazzato per poi voltargli le spalle e chiamare a gran voce la sua truccatrice.
“ Sul palco!” Gridò qualcuno a porre fine a quel caos.
Le luci si spensero e l’ occhio di bue illuminò una sfera argentata al centro della sala.
Era una sorpresa anche per noi, dovevo immaginare che tutto il confabulare dei nostri manager avesse in serbo qualcosa di speciale...
Raggiungemmo il centro del palco dando il via alla nostra ultima esibizione insieme.
Le noti struggenti del mio mondo di carta per l’ ennesima volta fecero calare il silenzio in sala. Il pubblico ascoltava rapito quelle parole tristi che narravano di un amore finito. Mai come in quel momento avrei voluto gridare, invece di continuare a perdermi in quel mare d’ambra.
Quattro minuti sofferti che terminarono con una cascata di coriandoli provenienti dalla sfera che magicamente si era aperta rilasciandoli sui presenti che ci premiarono con una standing ovation.
Le mie braccia si alzarono insieme a quelle dei gemelli, mentre anche Georg, Gustav e la mia band ci avevano raggiunti sul palco.
Presi il microfono e mi rivolsi al pubblico che non cessava più di applaudire.
“ E’ stata una bellissima esperienza e sono lusingata e felice dell’ accoglienza ricevuta qui negli States. Stupita di fronte all’ entusiasmo di questo grandioso pubblico che ama la musica, più di ogni altra cosa. Ora tornerò in Europa dove sarò in tournèe per due mesi, ma giuro che vi porterò sempre con me nel cuore e spero di ritornare qui molto presto…
Grazie ai Tokio Hotel che hanno creduto nelle mie capacità e mi hanno voluto qui con loro, grazie a Bill che ha cantato la mia canzone facendola diventare una hit a livello mondiale, che ha contribuito a far accrescere la loro fama e di conseguenza anche la mia.
Grazie a tutti, davvero…”
Tom mi prese il microfono dalle mani all’ improvviso.
“ Di solito è mio fratello che parla per tutti... Ma stasera vorrei esser io a ringraziare personalmente Aryanne. Lavorare con te è stato fantastico e mi auguro che la nostra collaborazione non termini con stasera...”
“ Sposala!!” Gridò qualcuno dal pubblico, suscitando l’ ilarità generale e una smorfia di scherno sul volto di Bill.
Tom mi prese una mano e se la portò alle labbra per baciarla.
“ Ragazzi siete stati fantastici! Speriamo di vedervi tra un paio di giorni a Philadelphia!” Intervenne il moro, quasi a distogliere l’ interesse dei presenti, dal nostro simpatico teatrino.
Le mani si alzarono un’ ultima volta in gesto di saluto e poi tutti quanti raggiungemmo il backstage.
Era davvero finita. Mi sentivo svuotata. Si chiudeva un capitolo importante della mia vita e di certo Tom non aveva contribuito a rendere il distacco meno traumatico.
La tensione tra lui e il gemello era quasi palpabile, se ne stavano tutti in silenzio, improvvisamente ammutoliti da quell’ energia che vibrava nell’ aria, attendendo con timore il prossimo uragano.
Qualcuno parlava di una festa di addio in nostro onore, di certo io non vedevo l’ ora di uscire da quel locale e mettermi al sicuro dalle ire furibonde del moro.
Mi affrettai verso il camerino e una volta entrata mi chiusi dentro.
Avevo bisogno di rimanere sola un istante per riprendere fiato e riordinare, per l’ ennesima volta ormai, le idee.
Speranza vana. Da dietro la porta udii chiamare il mio nome.
“ Apri sono Kat!”
“ Perchè sei scappata via?”
“ Niente, sono solo stanca, voglio ritornare in albergo...”
“ Bill ha preso le sue cose ed è andato via...”
“ E allora? Se è incazzato che se la prenda con suo fratello! Io sono sorpresa quanto voi del suo comportamento. Non gli ho chiesto io di metter in piedi questa messa in scena!” La rossa sbuffò, a corto di parole.
“ Torni con noi? Io e Georg non vogliamo passare le ultime nostre ore insieme ad ubriacarci ad un’ assurda festa...”
“ Dammi cinque minuti e poi vi raggiungo...” Raccolsi le mie cose sparse nel camerino e le gettai alla rinfusa nel borsone. Cominciavo seriamente ad averne abbastanza di tutto questo. Mi sentivo in gabbia, prigioniera dei miei sentimenti contrastanti. Cambiare aria mi avrebbe giovato sicuramente. Senza contare che il tour avrebbe assorbito poi tutte le mie energie.
Motivo in più per gettarmi tutto alle spalle.
“ Al diavolo!” Borbottai, chiudendo con rabbia la zip del mio giubbotto di pelle e mettendomi la borsa sulle spalle.
Il locale era ormai vuoto, Kat, Georg e uno dei bodyguard mi attendevano all’ uscita secondaria del locale.
“ Andiamo...” Dissi, abbozzando un sorriso sghembo.

Fortunatamente davanti all’ hotel non c’erano fan. Sicuramente si erano riversati verso il luogo della festa che si teneva in uno dei locali della città.
“ Ho bisogno di farmi una bella dormita...” Annunciai, non appena usciti dall’ ascensore.
“ Ok, ci vediamo domattina, allora. Il nostro volo è a mezzogiorno...”
“ Buonanotte ragazzi...” Mi avviai verso la mia stanza che era l’ ultima ad angolo, in fondo al corridoio.
Girai la chiave nella serratura e non appena la porta si scostò dallo stipite, mi sentii afferrare per le spalle e sospingere con forza all’ interno della camera.
“ Ehi, ma che caz-....”
“ Stai zitta!” Nel buio della stanza potevo percepire il suo respiro affannato, quanto il suo profumo.
“ Sei contenta?” Continuò, schiacciandomi tra la parete e il suo corpo.
“ Ma si può sapere che vuoi ancora da me? Domani tornerò in Germania!”
“ Credi che basti la lontananza a far tornare tutto come prima? Non sono i chilometri che restituiranno i cuori ai legittimi proprietari!”
“ Io non ho potere sul cuore di tuo fratello!”
“ Oh sì, che ne hai! Tu non te ne rendi neppure conto!”
“ Lui mi ha detto che l’ ha fatto per proteggermi da Wernon!”
“ Non mi importa un cazzo, di ciò che ti ha detto! La realtà è ben altra! Che vuoi Aryanne, fare sesso? Credi che non ne sia capace?” Mi aveva sollevato la gonna sui fianchi e spostato gli slip.
“ Smettila Bill, sei impazzito?”
“ Impazzito? Dimmi quanto ti piace, piuttosto, scopare con noi!”
“ Lasciami stronzo!” Avevo gridato cercando di divincolarmi dalla sua presa. Nonostante l’ esile figura, aveva una forza notevole.
“ Fai la difficile? Con Tom sì e con me no? “
“ Io ho chiuso con Tom e anche con te! Lasciami ti ho detto!”
“ Sei solo una stupida voyeur che non sa cosa vuole! Avrai anche chiuso con Tom, ma lui non è del tuo stesso avviso. Continui ad esser presente nei suoi pensieri e lo sarai sempre. Hai rovinato l’ unica cosa bella della mia vita! Hai fatto in modo di insinuarti tra di noi, l’ hai portato via da me, mentre a te importa solo di questo!” Mi aveva penetrato con due dita, facendomi sussultare. Sentivo il suo membro pulsante premere contro il mio addome.
“ No, non così...” Gridò la vocina all’ interno della mia testa.
Con un’ insperata forza riuscii a sospingerlo lontano. Davanti a me non avevo più l’ angelo dei miei sogni, ma un’ anima dannata.
“ Vattene, prima che io cambi idea e chiami tuo fratello. Se sapesse in che modo scarichi la tua rabbia nei suoi confronti, non credo sarebbe più molto propenso a riallacciare i rapporti con te! Sei così preso da te stesso che non vedi neppure le persone che ti amano sul serio! Sei un essere impossibile Bill e nessuno merita di averti vicino! Neppure Tom, sei solo uno stronzo egocentrico!”
Si era riavvicinato a me, guardandomi negli occhi.
“ Devi solo andartene, al resto ci penserò io, sta tranquilla...” Sibilò, stringendomi il viso tra le sue mani.
“ Buonanotte Aryanne e scusa se domani non verrò a salutarti...”
La porta si era richiusa alla sue spalle con un tonfo.
Il vaso sul mobile dell’ ingresso in un impeto di rabbia, era stato buttato a terra, frantumandosi in mille pezzi.
Tanti, quanti quelli del mio cuore.