Atmest mich

Capitolo 48

Il concerto sebbene la tensione tra di noi fosse palpabile andò anche meglio dei precedenti.
Le milletrecento persone del pubblico erano andate letteralmente in delirio quando io e Bill, accompagnati da Tom, avevamo cantato la nostra canzone. Quella volta non c’erano state mani appoggiate sul cuore e sguardi languidi, ma una grande aria di sfida, quasi a definire quale dei due nostri mondi, a dispetto delle parole del testo, fosse il meno fragile.
Una nuova guerra era cominciata. Qualcosa era scattato in Bill e il non sapere quale sarebbe stata la sua prossima mossa, mi faceva impazzire. Non avevo idea di cosa si fossero detti tra quei baci ardenti, ma ero sicura che un nuovo patto fosse stato suggellato tra loro.
Gustav mi stava osservando, mentre silenziosa mi asciugavo il sudore dal viso. Mi mancavano le nostre uscite in pizzeria e le sue perle di saggezza. In quei giorni ci eravamo parlati a malapena, ma intuivo dai suoi sguardi che fremeva per darmi qualche altro suggerimento. Forse lui aveva captato parole, discorsi tra i gemelli, o più semplicemente capito che mi stavo seriamente innamorando di Bill, tanto da rendere la cosa palese anche agli occhi degli altri. La mia reticenza ad avvicinarlo era causata sicuramente dal timore di ciò che avrebbe potuto dirmi. Era fin troppo diretto a volte. Ma purtroppo sincero. Conosceva alla perfezione il mio pensiero e ciò che la frequentazione dei gemelli stava causando alla mia psiche.
Perchè sì, la mia sanità mentale iniziava a vacillare.
“ Ehi Ary, il locale organizza un party, sei dei nostri?” La voce di Kat mi scosse dai miei pensieri.
“ Uh, beh, no, non ne ho voglia...” Risposi distratta.
“ Non puoi mancare! L’ hanno organizzato per noi e le fan che hanno vinto il Meet & Greet!!” Esclamò Bill.
“ Il Meet è vostro, non voglio rubarvi la scena!” Tentai di scherzare, sperando lasciasse perdere. Per quel giorno avevo recitato il mio ruolo abbastanza a lungo e avevo bisogno di ritornare Aryanne Schell la cassiera.
“ Mi sa che devi...” Intervenne Stephen, seguito da Dinah che teneva tra le mani il necessaire per una doccia e abiti puliti.
“ Tempestivi, pensate sempre a tutto eh? Tranne che avvisarmi.” Dissi, sorridendo stancamente.
“ L’ avremmo fatto se non fosse che abbiamo saputo di questa cosa non più di quindici minuti fa!”
“ Ma scusate, non siete voi che pianificate anche l’ orario per sbadigliare?” Esclamai, ironica.
“ Già. Mea culpa. Mi sono completamente dimenticato di comunicarlo agli interessati...” Si scusò mesto David.
“ Cominci a perdere colpi?”
“ Può essere! Questi ragazzini mi fanno dannare!”
“ Ok, va bene. Ma mi tratterrò poco. Sono stanchissima...”
Tom mi riservò uno sguardo indagatore, ma non fiatò. Non ci eravamo parlati da quando l’ intervista era terminata.
Sembrava quasi avesse timore a rivolgermi la parola. Sicuramente il gemello l’ aveva strigliato a dovere…

Il party fu di una noia mortale. Non tanto per le fortunate trenta ragazze che avevano vinto il concorso ed erano arrivate da ogni angolo d’ America per un autografo, un sorriso, e una foto con i loro beniamini, ma per tutta la stampa presente e personaggi dello spettacolo sbucati all’ improvviso dal nulla. Non ricordavo di averli visti tra le prime file del pubblico durante il concerto.
“ Facciata…” Mi sussurrò Kat porgendomi un bicchiere contenente un profumato liquido chiaro.
“ Eh?” Chiesi distratta, prendendo ciò che la mia amica mi offriva.
“ La tua espressione è inequivocabile; nessuno di questi era al concerto tranne Jay Z, se proprio lo vuoi sapere… quella avvinghiata a Bill tipo edera carnivora, lui non la conosce neppure…”
Bevvi un sorso di quello che riconobbi essere un Bellini, che mi arrivò al cervello immediatamente, visto il mio stomaco vuoto.
“ E lui lascia che questa gli stia così addosso?”
“ Due foto e il gioco è fatto. Domani tutti sapranno chi è Jenny Forbes…”
“ E chi è?”
“ Un’ aspirante attrice…”
“ Molto aspirante?”
“ Già, ma con buone possibilità di terminare la serata nel letto giusto…”
“ Quello di Bill?!” Il mio cuore manco di un battito.
“ Ary, Ary… Quando imparerai? Vedi quel ciccione con la giacca a quadretti? E’ un noto produttore ed è nel suo letto che la bionda finirà!”
Il mio sospiro di sollievo fece ridere di gusto la rossa, che scosse poi la testa in una sorta di gesto di compatimento.
“ Aryanne diventerai pazza se non ti riportiamo in patria alla svelta…”
“ No è che… proprio non ce lo vedo Bill alla presa con una mangiatrice di uomini!” Balbettai in mia difesa.
“ Non devi fingere con me. Ti conosco abbastanza bene, tanto da non riuscire più ad ingannarmi sui sentimenti che provi per quei due…”
“ Kat che devo fare?” Chiesi bevendo l’ ultimo sorso del mio cocktail, mentre la mente cominciava un po’ ad annebbiarsi.
“ Lasciarti tutto alle spalle. Non puoi continuare una relazione di questo genere. L’ unica a perderci sarai solo tu.” Sbuffai, cercando un divanetto su cui sedermi. Katarina aveva ragione da vendere, ma ogni singola cellula del mio organismo era refrattaria a questo tipo di discorso. Non volevo separarmi da loro in maniera così definitiva. Esser disposta a troncare questo assurdo menage a trois era una cosa, ma dimenticarmi della loro esistenza era un altro paio di maniche… Non volevo rinunciare a loro, ai sentimenti che nutrivo nei loro confronti, anche se contrastanti. Mi rendevo conto però,che più andavo avanti, più era difficile conservare l’autocontrollo e anche Bill cominciava a perdere i colpi. Non era più solo la diva volubile e capricciosa di quando l’ avevo conosciuto, ora assomigliava più ad un groviglio di emozioni che riaffioravano anche se non desiderate. Era divorato dalla gelosia e il comportamento di Tom lo faceva impazzire. Lo capivo benissimo, per ogni passo fatto in avanti, due se ne facevano a ritroso. Il rasta era diabolico, ma forse gli ultimi eventi avevano cambiato le carte in tavola.
Dentro la mia mente si fece strada il pensiero del ricatto. Per forza doveva esser così, altrimenti non si sarebbe spiegato il repentino cambiamento di comportamento nei miei confronti.
Bill aveva costretto il gemello ad una scelta, o era successo il contrario? Tutti sembravano essersi accorti del mio innamoramento per Bill, tranne forse l’interessato. O fingeva di non aver capito?
“ Ary?...Ary? Sei in trance?”
“ Scusa Kat, è che…”
“ Tra cinque giorni saremo di nuovo a casa… E come si dice? Lontano dagli occhi, lontano dal cuore?”
“ Non è così semplice…”
“ Aryanne, riprendi la tua vita in mano! Tra nove giorni inizia il tuo tour, starai in viaggio per due mesi e non avrai tempo di pensare a loro! Sei giovane, bella e di talento, non vorrai farti inebetire da questi due demoni?
“ Demoni, hai detto bene… Fortunata tu che hai incontrato un angelo…”
“ Georg non è un angelo, però sì sono stata fortunata… ma non è del mio rapporto che dobbiamo parlare, ma piuttosto come uscirne indenne dal tuo…”
“ Ciaooo!! Io sono Jenny Forbes, piacere!!” Una voce stridula, e due mani strette al braccio del moro, interruppero bruscamente il nostro discorso. La bionda era parecchio alticcia e il volto di Bill, l ‘immagine della sofferenza fatta persona.
“ Piacere, io sono Ar-…”
“ Aryanne Schell! Lo so!! Il tuo ultimo cd è una bomba!! Stavo giusto dicendo a Billy, quanto mi piaceva!! L’ ho fatto arrivare apposta dalla Germania!” I suoi occhietti saettavano veloci sulle nostre figure. Avrei voluto ridere davvero, se non altro per allentare la tensione che immediatamente si era creata. Il moro sembrava sul punto di esplodere, Kat si congedò accampando la scusa del bagno e anche io avrei fatto lo stesso, se gli occhi imploranti di Bill non mi avessero toccato il cuore.
“ Ti ringrazio Jenny, comunque Bill credo che dovremmo andare, domani ci aspetta una lunga giornata…” Borbottai, pentendomi subito della frase uscitami dalla bocca. Il moro mi guardò interrogativo, ma felice di poter scaricare l’edera carnivora, che si stava forse chiedendo il perché io stessi lasciando la festa con Bill e non con il gemello. Tom stava chiacchierando con una persona a me sconosciuta. Gli passammo accanto e il fratello gli sussurrò qualcosa all’ orecchio. Immediatamente salutò l’ uomo e poi ci corse dietro, raggiungendoci all’ entrata secondaria del locale dove un’ auto stava già attendendo.
“ Uff!... Meno male! Quella Forbes mi stava uccidendo! Immagino che dovrò ringraziarti Aryanne!”
“ Non c’è problema. Quella ragazza è urticante solo a guardarla…”
Salimmo in auto e un silenzio di tomba regnò per tutto il tragitto. Tom guardava fuori dal finestrino concentrato sulle luci notturne di Chicago che passavano veloci. Non c’era traffico per cui arrivammo al nostro hotel in pochi minuti. Bill aveva involontariamente sfiorato il mio ginocchio un paio di volte con il suo e in più di un’ occasione lo avevo sorpreso ad osservarmi.
L’ atmosfera era cupa, più di quella notte senza stelle che minacciava pioggia da un momento all’ altro.
“ Ok, buonanotte ragazzi… Ci vediamo domattina…” Dissi sulla porta della mia stanza.
“ Notte Ary…” Biascicarono entrambi prima di sparire oltre la loro.
Mi svestii lentamente e mi infilai sotto le coperte. Nonostante la stanchezza, il sonno tardava ad arrivare.
Un lampo illuminò a giorno per qualche istante il cielo, seguito da un tuono che fece tremare i muri, la pesante tenda che copriva la finestra venne scostata da una folata di vento.
“Ci mancava pure il temporale…” Mi alzai per chiudere i vetri. Le prime gocce avevano iniziato cadere, bagnando il davanzale. Mi piaceva l’ odore della pioggia, della polvere bagnata. L’ aria era carica di elettricità, le nuvole correvano nel cielo. Il vento era caldo e anche se forte, tutto sommato piacevole sulla pelle. Si udivano strani suoni in quella sinistra oscurità. Chiusi gli occhi, impedendo al pensiero successivo di farsi strada nella mia mente.
Non mi ero sbagliata, quel rumore appena avvertito, proveniva dalla mia stanza…