Catch me, if you can....

Una nuova impresa!

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  1. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    No, è un modo di dire!
     
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    Ah ok! Sai che io mi preoccupo!
     
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  3. ;Reden™
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    up!^^
     
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  4. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    Sì, ma non ce n'è bisogno, tranquilla mamy!
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    Capitolo 100

    Vanessa e Nicole uscirono dal cancello del cimitero comunale di Rostock, in compagnia dei genitori. Era stato così strano ritornare alla loro città natale dopo un anno, per un evento così tragico. Durante le esequie del cugino, avevano avvertito gli occhi dei presenti puntati addosso, quasi fossero animali da circo. Dopotutto erano quelle che erano fuggite dalle mediocrità di quella tranquilla e noiosa città per andar a fare le ballerine a Berlino.
    “ Vi fermerete? “ Chiese la madre.
    “ No, dobbiamo tornare subito a Berlino. Domani c’è il funerale di Barbara.” Disse Nicky con voce incolore. Le faceva pena sua madre. Era invecchiata e decisamente infelice. Non aveva ancora digerito il fatto che se ne fossero andate, che il padre avesse messo qualche centinaia di Euro tra le loro mani e avesse augurato loro buona fortuna.
    Lui stesso aveva più volte pensato seriamente di lasciare quella città che gli era sempre andata troppo stretta ed inseguire i propri sogni.
    “ Almeno per un po’, è tanto che non ci vediamo…” Supplicò la donna.
    “ Georg e Michael ci stanno aspettando…” Disse Vanessa indicando quelle due figure appoggiate all’ auto di grossa cilindrata nera dall’ altra parte della strada.
    Michael era prepotentemente entrato nella vita di Vanessa. Da quella sera che l’ aveva soccorsa insieme a Bill. Erano trascorsi pochi giorni, ma sembravano secoli. La sua presenza era rassicurante, le affinità molte. Uniti dalla perdita di un proprio caro, trovatisi a condividere il medesimo dolore. Era stato estremamente semplice per lei lasciarsi cullare da quelle forti braccia e piangere finalmente fino allo stremo delle forze.
    “ Sono i vostri fidanzati?” Chiese la madre.
    “ Quello a sinistra con gli occhiali scuri è Georg, il fidanzato di Nicky. L’ altro è Michael, il fratello di Barbara…” Rispose Van consapevole che quelle domande avrebbero poi assunto un tono da interrogatorio.
    “ Perché non hanno partecipato al funerale?” incalzò la donna.
    “ Perché Georg è famoso e non era il caso di trasformare una funzione funebre in un circo, mamma…” Esclamò Nicky.
    “ Pensi di presentarcelo?” Intervenne il padre.
    “ Se mi promettete che non lo subisserete di domande, sì.”
    Si avviarono verso l’ auto e subito il bodyguard scese dal posto di guida, parandosi davanti al bassista.
    “ Stephen, tranquillo sono i nostri genitori…” Lo rassicurò Vanessa.
    Georg si fece avanti e per primo tese la mano a Silvye, la madre delle gemelle.
    “ Piacere signora, io sono Georg.” Tese poi la mano anche ad Hermann, il padre, che lo salutò con un sorriso. Il bassista notò l’ incredibile somiglianza con le sue figlie, eccetto per il colore degli occhi, che era lo stesso di quelli materni. Nicky gli aveva raccontato un’ infinità di volte, quanto suo padre fosse deluso dalla vita che era costretto a condurre. Lui era un artista nato, un pittore e scultore, ma queste sue velleità erano sempre state piuttosto malviste in famiglia e dalla moglie stessa, per cui aveva finito davvero per convincersi che non avrebbe mai fatto fortuna con le sue opere che continuavano ad esser stipate nel solaio, una volta terminate.
    Anche Michael si presentò e al padre non sfuggì la parola “amico” pronunciata con un tono che alludeva a ben altro.
    Hermann era un grande osservatore, al contrario della moglie che preferiva tenere gli occhi chiusi e rimanere immersa nella sporcizia del porto della sua amata Rostock.
    Si concessero una breve sosta in un caffè del centro e poi si salutarono. Entrambe le gemelle sentivano il peso opprimente degli sguardi curiosi della gente e non vedevano l’ ora di tornarsene a Berlino.
    “ Veniteci a trovare ogni tanto…” Sussurrò Hermann all’ orecchio di Nicky, mentre si abbracciavano.
    “ Vieni tu papà. Berlino è una città fantastica.”
    “ Lo so. Meglio star lontano dalle tentazioni.” Rispose mesto.
    Salirono in auto e si allontanarono veloci.
    Vanessa chiuse gli occhi massaggiandosi le tempie.
    “ Che c’è?” Chiese Michael premuroso.
    “ Oh, nulla, mi sembra già di sentire la voce stridula di mia madre mentre accusa mio padre di non aver fatto nulla per trattenerci…”

    Angie adorava le mani di Bill. Grandi, con quelle lunghe dita affusolate. Seduto sul bordo del letto le stava massaggiando lentamente i piedi. Aveva già trascorso molti giorni in quell’ ospedale e cominciava ad averne abbastanza. Soprattutto ora che le forze stavano ritornando e la ferita era in via di guarigione. Riusciva ad alzarsi senza quasi provare dolore e le era stato tolto il drenaggio addominale. La microfrattura cranica stava evolvendo in maniera favorevole e il medico si era dichiarato ottimista sulla prognosi.Aveva voglia di stringersi a Bill, di sentirlo su di sé, ma per questo avrebbe dovuto attendere ancora parecchio.
    Quel giorno, così triste per tutta la famiglia Holtzer e anche per lei visto il legame con Gabriel, si era rivelato senza volerlo come il migliore da quando Ingermann aveva frenato così drasticamente la sua esistenza.
    Il Commissario Peters si era recato da lei di prima mattina per informarla che tutte le accuse erano decadute, che non ci sarebbero stati procedimenti penali a suo carico e che ora doveva solamente esser chiusa la pratica legale per il risarcimento dei danni da parte dello Stato.
    “ Un bel po’ di soldi…” le aveva detto il poliziotto, “ Anche se non potranno rimpiazzare la perdita dei suoi amici e l’ orrore che continuerà ad albergare nella sua memoria…” Queste ultime parole erano state pronunciate quasi in un sussurro e la cosa non era sfuggita a lei né a Bill. Aveva poi sorriso e si era congedato lasciandoli soli.
    “ E’ una brava persona, quel Peters…” Aveva affermato Angie.
    “ Ci ha preso in simpatia, molto probabilmente, ma io ho come la sensazione che nasconda qualcosa.”
    “ Cioè” Chiese curiosa, aggiustandosi meglio il cuscino dietro la schiena.
    “ Non so, questa vicenda l’ ha presa a cuore, come se per lui fosse stata una sorta di deja-vù…”
    “ Bill, il fatto che ci abbia sostenuto, ha comunque giocato a nostro favore. Ora io sono libera da ogni accusa e tu potrai, voi potrete, andare in America…”
    “ Io vorrei solo poter stare in pace con te. Non smetterò mai di chiederti di venire con me.”
    “ Ora non potrei proprio…” Disse sospirando amaramente, alludendo alle sue condizioni.
    Il moro le accarezzò la testa rasata quasi completamente e poi il volto ancora segnato dall’ aggressione. Solo gli occhi avevano mantenuto integra la propria bellezza.
    “ Mi dovrai andar a comperare una parrucca prima di partire…” Tentò di scherzare, baciandogli il palmo della mano. “ Mi sono vista allo specchio e sono orrenda.”
    “ Sei viva e qui accanto a me, questo è ciò che conta. I capelli ricresceranno.” Si avvicinò per posare sulle sue labbra un bacio leggero.
    Un lievo rumore alla porta li fece allontanare immediatamente.
    Hilary Kellermann fece timidamente capolino.
    “ Buonasera Angie, Bill… scusate, forse vi disturbo…”
    “ No, per niente entra pure…”
    “ Come ti senti?”
    “ Meglio, mi sto riprendendo… Tu piuttosto, sei pallida…”
    “ Domani ci sono i funerali di Barbara, Helmut e Michael sono fuori e io non riuscivo più a rimanere da sola in quell’ enorme casa dove ogni angolo mi parlava di mia figlia…”
    Angie le tese una mano e la invitò a sedersi accanto a lei. Dopo la morte della ragazza, Hilary era andata a trovarla tutti i giorni in ospedale. Il suo era quasi un bisogno fisico, quello di stare vicino alle ultime persone che avevano visto in vita Barbara. Si sentiva colpevole, per la vita dissoluta che aveva condotto la figlia, vita alla quale lei stessa l’aveva spinta. Una stupida madre lusingata dai complimenti rivolti a quella bambina prodigio che incantava migliaia di ragazzi su Disney Channel.
    “ Vi lascio sole..” Sussurrò Bill alle due.
    “ No, per favore rimani. Ecco, io oggi stavo guardando tra le cose di Barbara e ho trovato questo…”
    Dall’ ampia borsa tirò fuori un diario.
    “ Non ho resistito…” continuò alludendo alla chiusura sforzata.
    Scorse le pagine che riportavano brandelli e ricordi della sua esistenza fino a fermarsi ad una delle ultime pagine.
    “ Questo credo che sia stato dedicato a voi…”
    “ Caro diario,
    Oggi sono successe un po’ di cose, ma non voglio raccontarti che andrò in America, anche se non ben accetta, per la tournèe dei Tokio Hotel insieme alle ragazze. So che farebbero volentieri a meno della mia presenza, ma per me è un’ occasione troppo ghiotta per rinunciarci. Quello di cui voglio raccontarti è Bill. E’ ancor meglio di quanto ricordassi. A parte la bellezza stratosferica, l’ ho trovato cresciuto e irrimediabilmente innamorato. Non di me purtroppo. Me lo sono giocato sai? Lui credo proprio che mi odi per tutto il male che gli ho arrecato.
    E’ innamorato di Angie, così tanto che nemmeno lui riesce a quantificare.
    Angie è bellissima, ha un viso così particolare e due intensissimi occhi viola. Sembrano quelli di Liz Taylor, hai presente?”
    Credo che quei due, quando finiranno di litigare per l’ America e capiranno che non possono vivere separati, si sposeranno. Sono troppo belli insieme…
    Io li invidio, veramente, e darei un braccio per contribuire alla loro felicità.
    Ma per loro rappresento il male, colei che non è in grado di amare nessuno. Una portatrice di guai…
    Ben è l’ unico che crede nel mio cambiamento…
    Mi piace quel ragazzo, ha dei modi così pacati…ma al tempo stesso è deciso. Credo che per lui potrei cambiare davvero, se la nostra storia dovesse evolvere in qualcosa di più serio. Io gli voglio bene veramente. Come ne voglio anche agli altri, sebbene il mio caratteraccio faccia trasparire ben altro.
    Ho sbagliato tanto, forse tutto nella mia vita e sento che ho bisogno di rinascere, di riscattarmi…
    Andare in America è solo un palliativo, ma la cosa che più mi interessa è stare con loro…”

    Hylary chiuse il diario e lo rimise nella borsa. Le guance erano rigate di lacrime.
    “ Io non vi chiedo di perdonarla, ma solo di ricordarla come quella ragazza che ha scritto queste parole…”
    Si alzò dal letto, baciò Angie sulla fronte e se ne andò…

    Mi è uscito strano...

    Edited by *billaly* - 13/5/2009, 22:54
     
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  6. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    Mmh... Presentazioni ufficiali, eh?
    Mi piace il padre delle gemelle, sembra tosto!
    ... Voglio il continuo, jaja.
     
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    Appena mi viene qualche idea... :eh:
     
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  8. katarina stratford
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    Devo iniziare a leggermela.

    Vorrei averla tutta i word ce l'hai mica Aly? Così me la stampo e posso leggerla in treno?
    E' una troppo grande lacuna da parte mia non averla mai letta
     
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  9. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    Kat, forse ce l'ho io tutta su word. Controllo sull'altro pc e casomai te la mando?
     
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    Noe gliela mandi tu alla Kat?
    Dimmi qualcosa sennò provvedo io!
    Grazie!
     
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  11. katarina stratford
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    Grazie ragazze!
     
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  12. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    Ho appena controllato, sono ferma al capitolo 79 là :( Scusate T.T
     
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    Le ho mandato il malloppo io!
    Pazza suicida che vuol legger tutto sto scempio!
     
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  14. [broken*iNNOCENCE] ~just run;
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    Scempio? Ma se c'è Niky che è un gran pezzo di donna!
    ... Ah, ops, scusa... Anche l'altra donnina Bill è un bel bocconcino! ^^ xDDD
     
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    Siamo due bei bocconcini!!
     
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