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{Morphine_Diva•°
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Juls;PornoMuffin .
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Ho recuperato u.u . -
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- dalla città che i TH hanno scelto per lasciare un segno indelebile: Modena!
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;Reden™ .
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Ho chiesto una cosa alla mamy per il chap, appena risponde scrivo...
Sono ispirata xD. -
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Ispirati e scrivi bimba mia! . -
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Eccomi qui!
Questo capitolo è dedicato a tutte coloro che sono state a Roma, e che hanno vissuto un sogno. Il loro sogno.
CAPITOLO 114:
L’Italia. Per quanto fossero felici in Germania, accanto ai loro ragazzi, le Ullrich-Mayer guardavano Roma con gli occhi che brillavano.
Quella era in assoluto la città italiana che amavano di più, e ora erano lì, il sei luglio, in vista del concerto dei Tokio Hotel all’Ippodromo delle Capannelle.
“Caspita, Roma è stupenda!” I ragazzi guardavano affascinati la città che scorreva sotto i loro occhi.
Carol rise insieme a Valery, prevedendo le prossime ore di shopping sfrenato ad opera di Bill.
“Amore, sei contento?” chiese Alex, notando che il moro batteva ininterrottamente le mani da una mezz’ora.
“Contento?!” L’urletto stridulo che emise rendeva perfettamente l’idea del suo stato d’animo.
Tutti risero, guardando la capitale sfrecciare veloce intorno al Tour Bus.
“CIAO ROMA!”
Il pubblico esplose in un urlo sovraumano, mentre Bill rideva di gusto, seguito dal resto della band.
L’Ippodromo era gremito di fan, contente di esser entrate per vedere i loro idoli, dopo una giornata sotto il sole cocente.
L’acqua era stata spruzzata da una pompa nelle ore di punta, ma le ragazze erano arrossate dove il sole le aveva colpite.
Questo non aveva loro impedito di spingere contro i cancelli, e, una volta entrate, dare sfogo tutta alla loro energia per urlare, cantare, piangere e anche solo respirare in sincronia con i ragazzi.
Quelle ore di attesa non erano bastate a scoraggiare il loro desiderio.
Adesso, mentre Bill si accingeva a cantare, Valery e Carol, abbracciate, guardavano il pubblico.
“Sono bellissime, tutte.” Esclamò la bionda, accarezzandosi distrattamente la pancia.
“Vale, non mi dire che anche dopo tutti questi mesi hai paura che Tom vada con le groupie?” Carol la guardò con un lieve rimprovero negli occhi, ma Valery sorrise, scuotendo il capo.
“No, non mi riferisco a questo. Guardale: sono unite. Cantano con Bill, suonano con Tom Gustav e Georg. Sono bellissime. Tante stelle rinchiuse in una teca di cristallo.”
Carol sorrise. “E’ vero.”
Cantarono anche loro due, per sentirsi vicine a quel mondo che ogni volta le stupiva. Quel mondo fatto di stelle, parole e musica. Quel mondo che ad ogni concerto aveva una sfumatura differente.
Julia le raggiunse presto, abbracciandosi alle ragazze.
“Come sono bravi!” urlò, indicando Gustav tutto sudato che stava suonando con energia.
“Ragazze!” Alex tirò indietro le figlie e Carol, guardandole divertita. “Un altro passo e cascavate addosso ai ragazzi.”
In effetti, estasiate da quello spettacolo, le tre si erano avvicinate un po’ troppo, scatenando il sorriso malizioso di Tom, che sul palco guardava la sua Valery.
“Mamma, ascolta!”
Monsoon aveva da sempre sortito uno strano effetto su Alex. La riteneva la canzone adatta alla sua relazione con Bill, presa di mira da un monsone feroce, che a volte si placava.
Ma loro correvano insieme, attraverso tutto e tutti. Proprio come la canzone. E Bill la stava indicando, mentre cantava quella strofa che era diventato un po’ loro.
Gli occhi cioccolato si aprirono brillando, colmi d’amore per quel ragazzino capace di arginarlo, quel monsone.
“Amore!” Tom schioccò un bacio umido a Vale, un attimo prima di entrare per suonare rescue me. “Questa è per voi.” Le sussurrò all’orecchio, prima di rientrare in scena.
La bionda sentì gli occhi inumidirsi, e maledicendo bonariamente i suoi ormoni sballati sorrise al ragazzo che amava.
Sì, decisamente quella vita le piaceva.
Sentivano le fan urlare le parole delle canzoni, non ancora stanche.
Mille voci convergevano in quella emozionata di Bill, piccolo di fronte a quella folla.
Quella folla per loro.
Il pensiero delle ragazze che avevano attaccato Valery e Julia sfiorò a malapena Alex in quel momento magico. Probabilmente erano lì, ma non importava.
La voce di Bill danzava davanti alle note create da Gustav, Tom e Georg.
Voci luci e musica si fusero in un globo solo.
“Alex, Alexandra!”
La donna si guardò attorno, chiedendosi chi la stava chiamando.
Il concerto era appena finito, e i ragazzi si stavano cambiando, e le guardie stavano tenendo d’occhio le fan.
Possibile che qualcuno fosse riuscito a penetrare le loro barriere?
“Alex!”
Questa volta la donna capì da dove proveniva la voce, e si voltò.
“Merda.” Riuscì solo a pensare, prima che Jorg Menzer, il giornalista di Süddeutsche Zeitung Magazin le si presentasse davanti con un sorriso sornione dipinto in volto.
“Ciao Alex! Sei sempre più bella!”
Lei tentò di sorridere senza far trasparire la sua seccatura. “Jorg buonasera. Che fa qui?”
L’uomo mosse la mano avanti, come se non fosse importante ciò che stava per dire. “Oh, nulla di importante! Diciamo che è una piccola pausa di due giorni dal giornale.”
“Ah, ho capito.” Come fargli quella domanda, senza sembrare inopportunatamente scortese? “Jorg, con la sicurezza ha avuto problemi?”
Lui rise di gusto, come se fosse una divertente battuta. “No, assolutamente. Mi hanno fatto entrare quando ho detto che ero tuo amico e ho mostrato una foto che hanno scattato mentre ti intervistavo. Non ti dispiace vero, ma altrimenti non sapevo come raggiungerti, non so neanche dove alloggi.”
Incredibile, aveva fatto tutto da solo!
Alex cercò di far rientrare gli occhi nelle orbite, pensando alla velocità della luce in che modo avrebbe potuto liberarsi di lui.
“Magari posso portarti a cena.” Aveva però proposto Jorg, prima che la donna potesse svignarsela.
“A cena?” Il suo volto stava prendendo fuoco. E non era l’emozione.
All’orecchio le risuonò la frase di Bill “Perché Jorg Mezner è un uomo e io non voglio che pensi, neppure per un secondo che tu possa esser interessata a lui…”
“Guardi, devo tornare con le mie figlie in hotel.”
“Potrei accompagnarti.”
Oh, ma quell’uomo non si arrendeva mai!
“Jorg, non credo sia il caso, seriamente. Però ti ringrazio del saluto.”
Si stava già voltando lasciando all’uomo un mezzo sorriso, quando lui le prese piano la mano.
“Alex, dai! Ti farò da taxi personale, cosa vuoi di più?!”
Non fece in tempo neanche a rispondere, perché sentì la voce di Bill alle sue spalle.
“Jorg Mezner.” esclamò fintamente compiaciuto, ma Alex non si lasciò ingannare. I suoi occhi ardevano di rabbia, pronta a fuoriuscire come lava incandescente.
“Bill Kaulitz! Bellissimo concerto, complimenti.”
“Grazie.” Bill, sempre logorroico, quando rispondeva a monosillabi era davvero incazzato.
“Stavo chiedendo alla bellissima Alex se voleva venire a cena con me…”
Gli occhi di Bill si spalancarono così tanto che Alex ebbe paura che scagliasse un pugno contro la faccia dell’uomo.
“Mi dispiace, ma Alex è impegnata stasera. Con permesso…”
Strattonò così violentemente la donna via di lì, che quasi perse l’equibrio.
Poi iniziò a camminare sempre più velocemente, diretto ad uno dei camerini.
“Bill, sei impazzito?!” Alex lo guardò stupita, quando chiuse violentemente la porta dietro di sé.
“No, sono solo geloso! Quello ti stava corteggiando davanti a me!”
Alex lo guardò alzando un sopracciglio. “Cosa ti aspetti, dopo che ho affermato a vento e fuoco che non sono fidanzata con te?”
“Non questo! Alex, diamine, quell’uomo è in astinenza, e tu eri la preda perfetta!”
“Bill, non ho bisogno di essere protetta!”
Il moro sbatté un piede a terra. Sembrava un bimbo quando faceva in quel modo. “Sì che ne hai bisogno! Gli uomini ti sbavano dietro come pesci all’amo, delle pazze ti distruggono la casa, e io non posso uscire allo scoperto!”
“Bill, non lo faccio per proteggere me stessa. Restiamo nascosti per proteggere te e Julia.”
“Lo so! Ma questo mi manda in bestia! Non appena mi distraggo un attimo ecco tutti pronti a portarti al letto!”
“Ma io non voglio esser portata a letto da loro! E non capisco perché ti infuri tanto, dato che non ho mostrato il minimo interesse…”
Il moro assunse una faccia imbronciata. “Perché sono geloso come un matto. Perché quelli lì possono starti vicini, e io no.”
Alex sorrise un po’. “Ma lo sai che amo te, sciocco.”
“Questo non basta…” I suoi occhi erano accesi dalla rabbia.
“Non voglio che nessuno ti tocchi.”
Alex scosse il capo. “L’unico che può farlo sei tu.”
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harvardgirl515 .
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Wow veramente bello!
Poi mi ha fatto rivivere tutti i magnifici momenti trascorsi prima dopo e durante il mitico concerto di Roma il 6 luglioQ
Grazie <3. -
katarina stratford .
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Al rogo il giornalista libidinoso 
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Stop Babe
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Tochter!!
Vedi che hai fatto bene a postare?
L' Alex che c'è in me sta sbavando!. -
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UP! . -
;Reden™ .
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Grazie ragazze!
Mamy, spero di averti soddisfatta! Ihiuhih. -
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Stop Babe
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Sò ancora tutta un fremito!! . -
;Reden™ .
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Ihihih immagina quando ti troverai me e Bill sotto casa per quel nostro famoso pellegrinaggio xD . -
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Stop Babe
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Tu si scem!! 
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DOBBINA ''FONDATRICE ''ADULTE MALATE DI TOKIOHOTELLITE''
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QUOTE (*billaly* @ 1/6/2009, 15:55)Tochter!!
Vedi che hai fatto bene a postare?
L' Alex che c'è in me sta sbavando!me gelosa invidiosaSPOILER (click to view)io ti affogherei nella bava
brava val il capitolo é molto bello.l'emozione di un concerto,non si scorda mai.
poi che dire? che invidio la storia tra bill e ale,pero' mi é piaciuto vederlo ingelosito e perdere le staffe...
ma é pur vero che una bella donna non puo' essere sola... e lei agli occhi del mondo lo é..e per scelta tua...di entrambi.sono curiosa di sapere come andrà a finire questa storia
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7 NIGHTSFF scritta a 4 mani da billaly & Lela Kaulitz™ [ Reden ] |
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