7 NIGHTS

FF scritta a 4 mani da billaly & Lela Kaulitz™ [ Reden ]

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  1. »lullaby~
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    Si vero Cicci? u.u
    Bovini vi mando al macello se non postate u.u
     
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  2. ;Reden™
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    xD
    domani scrivo xD
     
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  3. »lullaby~
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    BraFa u.u
     
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    Amori miei ci sentiamo Martedì!!
    Vale tu scrivi e posta!! Sarà una sorpresa anche per me così!!!
    Vado ad Amburgo!!!!
     
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  5. ;Reden™
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    Lo farò mamy!
    Non svenire, mi raccomando...
    Oddio, mi vien da piagere
     
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  6. ..FroZen.TeMpTaTiOn..
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    Che bello...Più penso a domani sera, più mi viene in mente Ale.
    E loro, loro più di tutto...E mi chiedo come sarebbe stato...^^
    Spero che Ale si diverta tantissimissimo *-*
     
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    Tochter dove sei?
     
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  8. ..FroZen.TeMpTaTiOn..
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    Esatto Vale, tutto ok?
     
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  9. »lullaby~
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    ciccii u.u
    Manca poco vacconcella mia u.u
     
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  10. ..FroZen.TeMpTaTiOn..
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    Up ciccine! :1:
     
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    La mia tochter è senza internet, quindi niente chap per ora....
    Sorry....
     
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  12. ;Reden™
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    scusatemi...
    Ho riavuto internet in questo istante, e adesso posto...
    Lo so mamy, non te l'hofatto legger...
    Però credo che per una volta sgarrar le regole non faccia male ^^
    Spero che vi piaccia!



    CAPITOLO 78:

    Valery si stropicciò gli occhi arrossati dal pianto, sapendo che si sarebbe ritrovata da sola nella stanza.
    Senza fretta, aprì a poco a poco la distesa di cioccolato quali i suoi occhi, spostando lo sguardo dalla finestra alla sua pancia, per il momento piatta.
    Un sospiro riempì la camera, fin quando una voce non fece sobbalzare la ragazza: “Buongiorno.”
    Vale si girò velocemente verso la scrivania posizionata dietro il letto, e non poté far a meno di portarsi una mano sul cuore, che aveva preso a battere velocemente, pompando sempre più alla svelta il sangue.
    Tom era lì, e cercava di sorridere. Peccato che quel sorriso sghembo che piaceva tanto alla bionda fosse tirato dalla stanchezza e dalla preoccupazione. “Come stai?” chiese lui, guardandola con dolcezza.
    Prima o poi avrebbe dovuto parlarle, ed era meglio affrontare il prima possibile il discorso, visto quanto era importante.
    “Tiro avanti.” Rispose Vale, guardandolo con dolcezza. “E… E tu?”
    “Anche io.”
    I due giovani si guardarono, senza saper bene che dire. Eppure di argomenti da affrontare ce ne sarebbero stati a migliaia.
    Stranamente, non venivano rumori dal piano inferiore, così Tom spiegò: “Vera ha portato Julia a far una passeggiata, e Alex e Bill sono usciti un po’ dopo di loro. Vale, credo che dovremmo parlare.”
    La bionda si portò una mano al volto, nascondendo la sua espressione. Adesso i suoi pensieri erano tutti concentrati sul rasta, credendo che lui le avrebbe scagliato contro tutte le responsabilità.
    E come dargli torto, dopotutto?
    “Si. Parliamo.” Si trovò ad acconsentire. Dovevano scegliere il meglio, per entrambi.
    E, anche se la domanda ‘il meglio per lui, coinciderà con il mio?’ aleggiava nella mente di Vale, si fece coraggio, e invitò il ragazzo ad iniziare quella conversazione così grande per loro, ma indispensabile.
    “Cosa…Cosa hai intenzione di fare?” chiese Tom, porgendo una vestaglia a Valery, che si era alzata dal letto.
    Lei, pallida, cercò di misurare le parole. “Io… E’ stata una decisione difficile. Lui,” si sfiorò la pancia, con un gesto eloquente “è mio e tuo figlio. In qualunque caso, non sarei riuscita a sopravvivere con il rimorso di aver… non so se ucciso è la parola giusta, ma è cosi che mi sarei sentita: sterminatrice di mio figlio. Quindi… Tom, io avrei deciso di tenerlo.”
    Il rasta non poter far a meno di trattenere il respiro, per quel breve discorso. Vale, come aveva immaginato, si sarebbe presa le responsabilità del loro ‘errore’. Ora toccava a lui.
    “Vale, io ti amo… E… Io non credevo ci saremmo mai trovati in questa situazione. Non pensavo che avremmo potuto commettere un simile errore.”
    “Non definirlo errore. Ti prego, Tom. Se non vuoi chiamarlo ‘figlio’ almeno usa qualche altra parola… ma non ‘errore’. Io ho dovuto convivere con l’alone di questa parola sul capo di Julia. Non voglio che il bambino o bambina che sia, debba aver questo peso sul collo.” Il tono di Valery rasentava da disperazione e l’angoscia. Era evidentemente stressata, ma Tom sapeva che aveva ragione. La parola ‘errore’ o peggio ancora ‘equivoco’ avrebbero fatto molto male anche a lui, se gli fossero state rivolte.
    “Scusami…” Il suo tono era impacciato, ma deciso a continuare. “In ogni caso, siamo stati in due a concepirlo… La responsabilità è di entrambi. Dobbiamo collaborare, per prender la decisione migliore. Sarà indubbiamente difficile, però...”
    “Ne parli come se fosse una nuova idea commerciale per i vostri cd.” Constatò Vale, ancora una volta addolorata.
    “Vale, cazzo, come dovrei parlarne?! Non sono mai stato padre, e ho diciotto anni! E magari, fra poco, avrò a carico una quindicenne e un bebè! Come dovrei parlarne?”
    Tom aveva alzato la voce, e la bionda si era ritratta di molto, allontanandosi spaventata. Lui sembrava non solo perforato dall’indecisione, ma anche… dalla rabbia.
    “S-Scusa…” mormorò subito il rasta, porgendole una mano.
    Mano che lei non prese. La guardava come se fosse un serpente, pronto a morderla. “Vale, non fare così.”
    “Come dovrei fare? Scusami Tom, ma non riesco a capire…” Ora aveva le lacrime agli occhi, ma le scacciò con un dito. “Non ti ho chiesto di mantenere me e il bambino. Ho una famiglia che mi aiuterà comunque andranno le cose. Io ti amo, e mi farà enormemente male se dovessi scegliere di non prenderti la responsabilità di esser padre, ma non ti obbligo a restare con me. Piuttosto, preferirei lasciarti. Tu sei grande abbastanza da capire ciò che vuoi. Ormai io sono… sono incinta, e non possiamo farci nulla. No, non abortirò, terrò il bambino, in qualunque caso. Soffro, certo che soffro, ma voglio prendermi le mie responsabilità. E vorrei sapere se tu hai scelto che fare.” In quel momento, Valery sembrava molto più grande di Tom, nonostante la sua minuta statura.
    Quell’avvenimento l’aveva costretta a maturare in fretta, e stava diventando una splendida donna.
    “Io ti starò vicino. L’ho promesso alle Maldive con quel bracciale che porti ancora al polso.” Disse Tom indicando il braccialetto di cuoio legato intorno al piccolo polso di Vale.
    “Non voglio che sia una promessa da mantenere controvoglia. Se non vuoi, sei libero di andar via.”
    “Voglio. Non me ne andrò. Ma mi serve tempo Vale. Devo analizzare la situazione. Non posso aver la mente lucida il giorno dopo aver scoperto che diventerò padre…”
    “Tom…” Vale tentò una debole protesta. Nonostante le parole, il ragazzo sembrava ancora dubbioso. Un conato di vomito, le impedì di andar avanti nel suo discorso.
    Fu costretta a scappare in bagno, sotto gli occhi inerti di Tom, che qualche minuto dopo capì che si trattava di un attacco di nausea, e la sorresse mentre vomitava.
    “Piccola mia, quanti problemi che dovremo affrontare…” le sussurrò Tom all’orecchio, mentre lei cercava di combattere contro l’assenza di respiro dovuta ai conati.

    Bill camminava tranquillo al fianco di Alex, ben mascherato e con al seguito Saki.
    “Siete tornati…” mormorò la donna, guardandolo.
    Ciò che era successo la sera prima, fra incontri ravvicinati al locale della mostra, e la rivelazione di sua figlia, non aveva avuto modo di analizzare davvero ciò che il suo cuore urlava.
    E non era sicura di volerlo fare neanche in quel momento.
    “Sì, siamo tornati. E guarda che macello che è successo.” Constatò Bill, aprendo le mani come se tutta la famiglia Ullrich-Mayer e suo fratello gemello fossero li con loro.
    “Già. Però sono contenta che siate qui.”
    Alex si torceva le mani, e quando lanciò uno sguardo al moro, notò che egli la guardava con tenerezza. Quella tenerezza che colma un cuore colmo di gioia. Quella tenerezza che si riserva ai bambini appena nati. La donna scosse il capo. I paragoni con bambini concepiti non era di certo dei migliori…
    “Bill.” Alex sospirò, sperando che le parole non le si bloccassero in gola. Era già abbastanza difficile così. “Scusami. Per ieri. Mi sono comportata male, e non dovevo. Ti ho accusato, quando l’unica da accusare ero io… Non sono stata vicina a mia figlia e…”
    “Alex, questo è un discorso già affrontato. Non chiedermi scusa, lei, a suo modo, sta diventando la mia migliore amica. Credo che avesse paura della tua reazione, oltre tutto. Altrimenti sarebbe corsa da te, tu sei la sua SuperMamma!”
    Un sorriso si fece strada sul bel volto di Alex. “Ho lavorato troppo… E l’ho fatto per non pensare a te.”
    “A me? Non so se esserne lusingato, o offeso…” Bill scoppiò in una risata piena e gentile, poi si fece serio. “Alex, io voglio amarti senza limiti. Voglio essere un buon padre per Julia, e un buon amico per Vale. Voglio poter sorridere a Vera appena sveglia. E tutto questo, lo voglio far con te.”
    “Non credo sia il momento adatto per parlarne.” Rispose lei, cercando di misurare parole e gesti.
    “E quando sarà?” Adesso Bill l’aveva fermata, e stavano uno di fronte all’altra.
    “Non lo so. Io non so neanche come ci siamo arrivati in questa situazione.” Sospirò la donna, con uno sguardo malinconico, e perso in chissà quali ricordi. “So soltanto che ho una figlia incinta di un noto chitarrista, e il gemello cantante di questo chitarrista, altrettanto famoso e di talento, che mi chiede di diventare padre e amante, di sua spontanea volontà, una madre che cerca di accollarsi tutte le responsabilità della casa su di lei, e un’altra figlia che, oltre a diventar zia all’età di sei anni, è molto perspicace. Bill, dove posso sbatter la testa?!” Domandò, ironizzante.
    Il moro ricambiò lo sguardo che lei le stava lanciando, per poi pronunciare solennemente: “Contro la mia. Perché sappi che io non ti lascio sola.”

    Vera aprì la porta di casa, tentando di non far rumore. Ordinò a Julia di far silenzio, e si richiuse la porta d’ingresso alle spalle.
    La piccola, però, era troppo vivace e contenta per rimaner in silenzio, così iniziò a strillare: “VALE! TOM!”
    “Julia, shh!” la supplicò sua nonna, mettendole una mano delicatamente sulla bocca. “Non sappiamo se stanno ancora dormendo, e poi hanno molto di cui parlare.”
    Vera si maledì per quelle parole. La curiosità di sua nipote era proverbiale!
    “Tipo, che cosa?”
    “Nulla piccola, affari fra fidanzati…” rispose vaga, sperando che Julia non andasse oltre con le domande.
    Speranza vana. “Allora è stato per quello che ieri sera, quando mi sono svegliata per andar in bagno ho sentito un sacco di rumori?”
    “R-Rumori di che tipo?” La signora pregò ardentemente che la conversazione finisse.
    “Gente che parlava. Erano Tom e Vale?”
    “Forse si, Julia. Ora che ne dici di andare in cucina per preparare il pranzo?”
    “Però ho riconosciuto la voce della mamma! E anche quella di Lupo Lucio!” protestò la piccola, ignorando totalmente la proposta di sua nonna che, a quel punto, era decisa a metter un freno alle domande rivoltale.
    “Julia, non lo so, dormivo!” rispose, sperando che la nipote si arrendesse.
    “Vabbè. Ma di voce ho sentito anche la tua…” mormorò invece lei, piccata.
    “Buongiorno.” La voce fievole di Vale le raggiunse dalle scale, e infatti la ragazza era arrivata all’ultimo gradino.
    “Ciao Vale!” strillò Julia, saltellando verso di lei.
    La sorella maggiore sorrise, pronta a prenderla in braccio, ma subentrò subito Tom, rapendola come se fosse un alieno.
    “Ti ho presa!” rise, facendola volteggiare per la stanza.
    “Tooom! Lasciami, voglio andare da Valeee!” La bambina rideva allegra, mentre il rasta la trasportava nelle sue braccia forti.
    “Allora andiamo da Vale.” Acconsentì. Ma non lasciò che la bionda prendesse in braccio la sorella.
    “Ehi, Tom! Devo dare il bacino a Vale!” protestò Julia, quando capì che non c’era modo di passare dalle braccia di Tom a quelle della sorella.
    “Julia, dai, basta.” La rimproverò piano Vera, sperando che l’ascoltasse.
    Tom la mise giù, permettendole di correre verso Vale che, però, si era inginocchiata a terra. Schioccò un bacio sulla guancia paffuta di Julia e poi si rialzò. “Vai dalla nonna, su.” La incitò con un sorriso tanto bello quanto tirato.
    Quando nonna e nipote furono sparite saggiamente dietro la porta della cucina, Tom si avvicinò alla bionda.
    “Non ti sforzare.” Le disse, con apprensione.
    Vale rise un po’, prima di annuire e tornare seria. “Prima o poi dovremo delle spiegazioni a Julia. La pancia non si potrà nascondere.”
    “Non si potrà nascondere a nessuno…” mormorò Tom, guardandola.


    La sorpresa è gradita?
    Lo scoprirò con i commenti!
     
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    Vale cazzo non farmi più leggere nulla in anteprima!!
    E' meraviglioso!!
    Proprio quello che speravo che scrivessi e io non avrei saputo fare di meglio!!
    Mi inchino alla scrittrice!!
    SPOILER (click to view)
    Ho letto gli MP.... E ti volevo ringraziare per le belle parole!
     
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  14. •*..Diva™
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    Mamy la sto leggendo tutta piano piano sto a pagina 87 u.u
    e fino ad adesso posso dirti che siete bravissimeeeeeee *_____________*
    la finirò di leggere domani promesso *-*
     
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    Uh, Jess don' t worry. Non vorrei che andassi in overdose!!!
    Leggi con calma!! image
    Grazie!!
     
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3746 replies since 1/5/2008, 08:29   40644 views
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