7 NIGHTS

FF scritta a 4 mani da billaly & Lela Kaulitz™ [ Reden ]

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  1. »lullaby~
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    Brava così si fa!
     
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  3. »lullaby~
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    Si ma vorrei il chappy .-.
     
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    La bufala non si fa sentire....ò,ò
     
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  5. »lullaby~
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    Huhu ci sto aprlando u.u
     
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  6. ;Reden™
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    Uhm...
    Non... Ho scritto...
    Ma giuro, ora scrivo!
     
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  7. »lullaby~
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    Ecco io copio il chappy della ff u.u
     
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  8. ;Reden™
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    Brava donna!
     
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  9. ;Reden™
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    eccomi qui!



    CAPITOLO 76:

    Valery prese un respiro profondo, notando in lontananza quella macchina nera che si avvicinava sempre di più. Era arrivato il momento.
    Erano tornati. Julia sorrise felice, strillando e saltellando vicino alla nonna Vera.
    Alex si stava torturando le mani. Con la partenza per l’America, lei e Bill si erano lasciati con un grande sospeso, che in quel giorno avrebbe trovato la sua risoluzione.
    Espirò, quando la grande Mercedes parcheggiò davanti l’ingresso dello stesso locale nel quale si era tenuta la mostra fotografica.
    Naturalmente Julia non perse tempo, gettandosi fra le braccia dei gemelli.
    “Mi siete mancati!!” continuava a strillare, riempiendo i gemelli di baci.
    Georg e Gustav, scesi dall’auto, alla scena, risero di gusto. Ricordavano quella bambina così vivace, ma di certo non si aspettavano che lo fosse diventata ancora di più.
    Quando la piccola si accorse degli altri due componenti del gruppo, salutò anche loro, con la sua manina paffuta. “Ciao!” esclamò, seguita subito dalla signora Vera, la quale sorrise ai Kaulitz, e salutò gli altri due componenti.
    “Bill!” strillò Vale, abbracciandolo. “Grazie di tutto…” gli respirò contro, sperando di fargli capire quanto era stato importante il suo supporto.
    Il moro annuì, e sorridendole le sussurrò: “Andrà tutto bene…”
    Tom, intanto, osservava Valery, totalmente rapito. Era dimagrita e sciupata, ma sempre di una bellezza travolgente. “Amore mio..” soffiò non appena le fu vicina. Lei sorrise, e ricambiò a quel bacio donatole con una dolcezza al miele.
    “Mi sei mancato.” Confessò, abbassando lo sguardo. Avrebbe avuto tutta la serata per dirglielo. Ora desiderava solo le sue attenzioni. Come le aveva ricevute alle Maldive. Come amava riceverle dal suo Tom. “Ciao ragazzi!” Salutò ancora, prima di tornarsi a dedicare totalmente a Tom.
    Poco più lontano Bill si avvicinò ad Alex. “Ehi, ciao. Sembra quasi che mi stia evitando.” Disse lui, stringendola in un caldo abbraccio.
    “Ma no, è solo che ho avuto molto da fare.” Rispose la donna, sposandogli il ciuffo dagli occhi. Quel ragazzino era incorreggibile. Doveva sempre portar i capelli davanti agli occhi!
    Alex sorrise, suscitando la curiosità di Bill. “Che hai da ridere?”
    “Nulla signora Diva! Ehi, gente, avete fame? Conosco un bel ristorante qui vicino!” Alex sorrise, sperando che il gruppo la seguisse. Assopitasi un po’ l’agitazione nel rivedere Bill, le era tornato un po’ l’appetito. Dopotutto erano le 21, e non doveva esser l’unica ad avere fame, dati i cenni di consenso che i ragazzi le rivolsero.
    “Si ci può arrivar a piedi, o dobbiamo prendere la macchina?” domandò Georg, calandosi maggiormente il cappellino in capo.
    “Possiamo andar a piedi. Conosco i gusti di mia figlia, e, se non erro, il ristorante è dietro l’angolo. Saki, lei viene con noi?” Chiese Vera.
    “No grazie signora, starò fuori dal locale e poi mi congederò.”
    “Oh, va bene. Ma se cambiasse idea, non si faccia scrupoli.” Rispose la signora, prendendo per mano la piccola Julia, la quale mostrava un certo interesse verso Gustav.
    “Tu sei il batterista, vero?” domandò, mentre camminava.
    “Esatto piccola!” confermò il biondo, ridendo. Quella bimba le piaceva, era perspicace e sincera.
    “Allora potrai insegnarmi a suonare quei grossi tamburi!”
    A quell’affermazione, Vera rise. “Non è il caso July. Magari quando sarai un po’ più grande!”

    Vale camminava al fianco di Tom. Il suo corpo esile era avvolto nel suo abbraccio protettivo, e, nonostante tutto, la bionda si sentiva felice.
    Aveva desiderato poter rivedere il suo amato tutti i giorni per un mese intero, e ora che era lì, le sembrava quasi un torto camminare affianco a lui con quel segreto custodito nel cuore… O meglio, nella pancia.
    Scosse la testa evitando di pensarci, e alzando il capo, incontrò lo sguardo del rasta.
    “Non dovevi dirmi qualcosa? Al telefono la volta scorsa mi hai fatto preoccupare.” Disse lui, sperando di carpire nello sguardo cioccolato di Vale una qualsiasi risposta.
    “Si, scusami. Arriverà il momento di parlare. Per ora, ti prego, godiamoci la serata…” La bionda lo guardò quasi implorante, ed impossibile fu, per lui, non acconsentire.
    Ma un pensiero ben preciso si faceva largo nella sua testa. Cosa le stava nascondendo Valery?

    Bill sospirò tenendo stretta la mano di Alex. La sua preoccupazione era leggibile sul volto magro. Poco più avanti, Tom e Vale stavano camminando uniti, ma lui sapeva che non sarebbe durato per molto, quel momento. Si poteva definire quasi la quiete prima della tempesta. Sicuramente qualcosa si sarebbe scatenato, dopo che Valery avrebbe puntato la luce sul suo ventre, e su ciò che conteneva.
    Si riscosse dai suoi pensieri solo quando Alex gli strattonò una mano. “Bill, ho dimenticato una cosa al locale. Mi accompagni a riprenderlo?”
    Non ci furono bisogno di altre parole. Sotto lo sguardo ammiccante di Georg, Bill e Alex tornarono indietro, già impazienti.
    Non aspettarono neanche di esser dentro il locale, prima di iniziare a baciarsi.
    “Mi… Mi sei mancato.” Ammise lei, fra un sospiro che l’aveva colta.
    “Anche tu.” Bill si chiuse dietro la pesante porta, e benedì le persiane abbassate.
    Gettò a terra, senza mai staccarsi da Alex, il suo cappotto con relative sciarpe e cappello, e ben presto fu seguito da quelli della donna.
    I due si baciarono ancora con foga, mentre il gelo che c’era fuori non poteva perforare il calore dei loro corpi.
    Alex sorrise, sentendo il ragazzo fremere. Non poteva che esser contenta della reazione che gli scatenava ogni volta. Bastava pochissimo, e Bill era totalmente succube.
    Come in quel momento.
    Lo sfiorò piano, e quello, per il moro, fu il segnale. Continuando ad intrecciare le loro lingue con ardore, Bill le sfilò la maglia, e successivamente i jeans stretti.
    “Sei sempre più bella.” Mormorò affannosamente.
    Alex sorrise, e anche quel suo sorriso, nel buio, fu percettibile. Con le unghie sfiorò il tessuto dei jeans del ragazzo, per poi sbottonarglieli.
    L’ultimo ostacolo, non sembrava poi così insormontabile.
    Colti da una passione ammaliante, Alex e Bill non desideravano altro che completarsi.
    “Bill!” invocò la donna, sperando che la sua lenta tortura terminasse. Il moro abbandonò l’intento di baciare il collo di Alex, e si piegò su di lei.
    Con un sospiro colmo d’amore, la penetrò, spingendo dapprima piano, e poi sempre più veloce.
    Alex sorrise, sigillando tutti i suoi sentimenti in un bacio elettrico.
    Erano tornati dall’America. E avevano preso possesso dell’altro.

    “Ho mangiato decisamente troppo…” si lamentò Gustav, posando un gomito sulla spalla di Georg, seduto accanto a lui.
    “E di certo tu non bruci come questi quattro…” rispose il bassista, indicando prima Bill e Alex, tornati magicamente al ristorante con le guance infuocate e un sorriso enorme, e poi Tom e Vale.
    “Ragazzi, che ne dite di fare un giro per Sophienstrasse?” domandò Vera.
    “Nonna, ma io ho sonno..” si lamentò la piccola Julia, ormai quasi addormentata sulle gambe della sua nonna.
    “Vera non si preoccupi. Io e Gustav ci faremo accompagnare da Saki in hotel, non c’è problema.” Disse Georg, notando con quanta difficoltà la donna stava cercando di smuover la nipote.
    “Hotel? Ragazzi, siete sicuri?” chiese Alex, risvegliandosi in quel momento dallo sguardo ipnotico di Bill.
    Gustav e Georg si guardarono, e poi guardarono i gemelli Kaulitz. “Sicuri, Alex… Non c’è problema! Ci vediamo domattina!”
    “Va bene ragazzi… A domani! Mi raccomando, non fate le ore piccole!”
    Appena usciti dal ristorante, Georg e Gustav si fecero accompagnare al Ritz Carlton da Saki, e la famiglia Ullrich-Mayer, insieme ai Kaulitz si diressero alla villa delle donne. Una volta entrati in casa, e acceso il fuoco, il gruppo prese posto in salotto. Julia andò subito a letto, salutando i presenti con un sorriso impastato dal sonno.
    “Piccola non hai mangiato quasi nulla al ristorante…” notò Tom, guardando Valery, sempre più pallida.
    Doveva farlo. Doveva dirglielo. Non poteva continuare a tener nascosto quel segreto per sempre, e ora era il momento adatto. Erano tutti lì, le persone alle quali teneva di più.
    La bionda guardò Bill, il quale ricambiò preoccupato.
    “Tom, mamma, nonna, per favore, ascoltatemi.” Esordì Vale, alzandosi dal divano, sul quale era stretta al rasta.
    Lui la fissò sconcertato, come il resto dei presenti. Anche Bill si alzò, andando a posare una mano sulla spalla della ragazza.
    “Ehm..” Voleva trovare le parole giuste. Dal risultato di quel discorso, ne sarebbe uscita ciò che sarebbe stata la sua vita. Pensò a Carol, e alle sue parole di conforto. Pensò alla dottoressa, e a quel minuscolo puntino che si vedeva attraverso l’ecografia.
    Sospirò, e iniziò a parlare, ricacciando indietro altre lacrime. “In questi giorni non sono stata molto bene.” Esordì, guardando la madre. “Ma non è stato a causa di un virus infettivo, né tanto meno a causa di una strana influenza. Ho avuto la nausea per due settimane. Tutt’ora mi sento molto spossata, e sì, Tom, lo so che non sono al massimo della forma.” Valery sorrise amabilmente al ragazzo, prima di continuare. “Il… Il mio ciclo non è… Non è arrivato e…” Andare avanti era sempre più difficile, soprattutto ora, che le lacrime avevano preso a scendere.
    Bill abbracciò quella fragile ragazza, notando che tutto, intorno a loro, si era fatto silenzioso. Vera cercava di nasconder il tremore delle mani, stringendosele in grembo. Alex era un pezzo di ghiaccio, e gli occhi di Tom erano persi nel vuoto.
    Sicuramente avevano capito, dove sarebbe arrivato tutto quel discorso.
    “Nonna… Mamma… Tom, amore mio. Ho fatto il test… Quel test… E… Sono risultata positiva.” Un singhiozzo costrinse Valery a fermarsi.
    “Ciò che sto cercando di dirvi è che… sono incinta.”
    La ragazza non resse più. Urlò quelle ultime due parole, scoppiando a piangere fra le braccia del moro, incapace di darle un qualsiasi conforto.
    Una domanda aleggiava nell’aria. E ora?

    COMMENTI...
    PER RIMANERE IN TEMA, E' STATO UN PARTO DIFFICILE!
     
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    Ma il neonato ha pianto subito e a pieni polmoni!!!!!
    La mia tochter mi farà venire un infarto prima o poi!!
    Mi hai lasciato una bella incombenza!!!
    Le reazioni del gruppo......
     
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  11. ;Reden™
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    no mamy mai!!
    tu sei immortale...
    Eh beh, sono sicura che non fallirai nel tuo compito...
     
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  12. ..FroZen.TeMpTaTiOn..
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    CDB!!!!
    (tradotto, cazzo di Buddha xD)
    E ora?

    SPOILER (click to view)
    Sembra ironico, ma è la stessa domanda ceh mi sto ponendo io xD

    Aleeeeeeeee!!!!! mi appello a te!
    Fai prima che puoi e POSTA!! xD

    A parte il mio commento melodrammatico xD, che capitolo stupendo Vale! Più leggevo e più mi ripetevo quanto sei migliorata.
    SPOILER (click to view)
    Già prima scrivevi bene, ora immagina ^^


    Un bacio ;)
     
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    Una domanda. Scrivo da madre o da Alex?
     
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  14. »lullaby~
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    huhu u.u
    Pannolini scacarellati in vista u.u
    Iuppidu u.u (notare faccetta felice)
    Ossì voglio continuo **
     
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    appena finisco di stirare scrivo....
    problemi terreni.... =.=
    Notare faccina felice eh?
     
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3746 replies since 1/5/2008, 08:29   40644 views
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