7 NIGHTS

FF scritta a 4 mani da billaly & Lela Kaulitz™ [ Reden ]

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    CAPITOLO 72:

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    A volte, quando si è felici, sembra che anche l’intero pianeta lo sia con l’interessato.
    Sembra che il sole splenda di più, donando calore e luce. Sembra che le nuvole spariscano come per magia dal cielo.
    Così si sentiva Bill quel mattino, quando, aprendo gli occhi, trovò Alex stesa accanto a lui con un braccio posato sul suo petto.
    Sorrise, sperando che non si sarebbe pentita di esser rimasta, la notte precedente. Dopotutto fra loro non era successo nulla. La cosa più importante, ora, era riconquistare quel gradino importante per arrivare alla felicità.
    “Buongiorno.” Mugolò Alex stiracchiandosi. Gli occhi di Bill brillavano, notando che la donna non aveva ancora assunto un atteggiamento scontroso.
    “’Giorno. Oggi è una splendida giornata, non trovi?”
    Alex guardò con occhi enormi quel ragazzino che le sorrideva. Ma com’era possibile che fosse così contento il giorno della sua partenza, e per di più, in primo mattino?
    “Già, già, bellissima. Kaulitz, cambiati e andiamo. Vuoi vedere la tua principessa?”
    Se possibile, la cascata nocciola del moro straripò dal mare dei suoi occhi. “Si!” trillò, alzandosi e prendendo una giacca. “A Julia non farà differenza una maglia Dior o D&G, andiamo!”

    Vera era a dir poco esasperata. Non riusciva più a contenere Julia, che saltava da una parte all’altra della casa, irrascibilissima.
    Valery e Tom ancora dormivano, e la signora voleva evitare che si svegliassero. Dovevano godere fino in fondo di quei momenti, seppur dormendo. Comunque erano insieme.
    “Julia, smettila! Sveglierai tua sorella!” la riprese per l’ennesima volta Vera. Il suono della sua voce, però, fu coperto dal campanello della porta. “Ecco.” Sospirò. “Se questo non sveglierà i due piccioncini, non li sveglierà più nulla.”
    Come non detto. L’urlo di Julia, che era corsa ad aprire, invase tutta la casa.
    “LUPO LUCIO! BILL!” Strillava senza sosta, abbracciandolo e baciandolo. Scrollava gli occhi scuri, come a conferma che il suo moro fosse lì, e poi riprendeva con le coccole. Alex osservava i due con aria sorniona, e non vide sua madre avvicinarsi a lei.
    “Figlia mia, hai fatto la scelta giusta.”
    “No mamma, per adesso non ho fatto nessuna scelta. Ci vorrà del tempo, ma speriamo entrambi che il periodo in America ci aiuti.”
    Julia, in braccio a Bill, finalmente sorrise. “Hai fatto pace con la mamma?”
    “Si vedrà fra un po’ di tempo, July. Tu intanto tienila d’occhio.” Rispose con un sorriso enorme in volto. Strizzò l’occhio, e Julia annuì, posizionandosi meglio sul fianco del ragazzo.
    Sembravano due koala. Il più grande che proteggeva la figlia, infilandola nella sacca…
    Alex scosse la testa, e si avvicinò ai due. “Allora July, sei contenta che ti ho portato Bill?” domandò.
    La bimba subito annuì. “Solo se lo fai restare!”
    Nessuno dei due ebbe occasione di rispondere. Si sentirono dei passi, al piano superiore, prendere la rincorsa e precipitarsi giù dalle scale. Uno strillo, anticipò l’entrata in scena di Vale, coperta solo da degli short e un top. Indiscutibilmente abiti un pò succinti per la stagione che attraversava Berlino, ma nessuno le disse nulla, dato il suo entusiasmo.
    “Bill!” Corse subito ad abbracciarlo, schioccandogli due sonori baci sulla guancia. “Tom era preoccupato per te…” mormorò all’orecchio del moro, lasciandolo andare dal gemello. Il rasta lo guardò con la gioia negli occhi. “Beh, dimenticato i trucchi in bagno?” scherzò tirandogli una pacca sulla spalla.
    “Spiritoso!” Bill fece la linguaccia al gemello, osservato da Alex.
    Era quella una famiglia? Sì, assortita con persone di tutte le età, ma l’affetto vigeva su di loro.
    E, per la prima volta da quando avevano litigato, Alex si augurò che il periodo in America terminasse presto.

    “Non voglio che ve ne andate.” Protestò Julia, seguendo i gemelli che caricavano le valigie di Tom nella macchina.
    “Piccola, dobbiamo partire, ma ci rivedremo presto, te l’abbiamo promesso.” La rassicurò Bill, scompigliandole i capelli ricci.
    La bimba annuì, prima di chiedere: “La prossima volta porterete anche Gus e Georg? Mi stanno simpatici!”
    Tom scoppiò in una fragorosa risata, stringendo di più a sé Valery. “Vedremo July. Mi raccomando, non crescere troppo!”
    “Va bene Tomi…” Solo in quel momento la piccola si rese conto del soprannome usato. Sapeva che in quel modo era concesso solo a Bill chiamare il gemello.
    Tom, però, non ci fece caso, anzi, sorrise affettuoso. “Ora mi lasci salutare come si deve tua sorella? Altrimenti potrebbe ucciderti.”
    “Fate pure ragazzi, io e Julia rientriamo per salutare Vera e Alex. Tom, non congelarti qui, non mi va di fare il cacciatore di piovre.” Bill fece l’occhiolino al gemello, e sparì con la piccola dentro casa.
    “Tom…” A Vale non fu dato neanche il tempo di parlare. Le labbra furono chiuse da quelle del rasta, in un bacio morboso. La bionda sorrise, sentendo Tom stringerla di più, facendo combaciare alla perfezione i loro corpi. Gli passò le mani dietro il collo, e lo attirò maggiormente a sé, approfondendo quel bacio.
    “Non è un addio, vero?” Gli domandò quando si staccarono.
    Tom scosse la testa. “Solo un ‘ciao amore, ci vediamo presto’.”
    “Promettimi che l’America non ci separerà… Per favore.”
    “No, non ci separerà la lontananza. Te lo giuro. Piuttosto tu, prometti che non cederai alle lusinghe dei tuoi compagni di scuola!”
    “A meno che i miei compagni non si chiamano Tom Kaulitz, mi dispiace, ma non ti libererai di me.”
    “Chissà perché, mi va più che bene.” Tom la strinse con fare protettivo, baciandole il naso. Sentiva che lei non era ancora del tutto tranquilla.
    “Valery ti amo. E ti giuro sul mio amore per te che non ci separeremo.”
    Valery sorrise. Non si era mai sentita così completa. Fra le braccia di Tom, tutto sembrava perder tempo e dimensione. C’erano solo loro due in quel giardino. Solo loro due, e il loro amore, ancora forte.

    “Arrivederci Vera, si prenda cura di Julia Vale e Alex. Senza di lei non so cosa farebbero!” Bill sorrise alla signora, abbracciandola delicato.
    “A presto Bill.” Lo salutò cordialmente lei. Julia, attaccata alla gamba di Bill, aspettava a malincuore il suo momento.
    “Ehi, principessa!” Il moro si inginocchiò a terra, facendo si che si guardassero negli occhi. Quelli di Julia erano già umidi. Senza dubbio era una bimba emotiva.
    Infatti gli si strinse contro, in un abbraccio forte e delicato. “Ti voglio bene, Lupo Lucio.”
    “Anche io principessa Odessa. Fai la brava.” Si raccomandò ancora Bill. La piccola annuì.
    “Ciao Bill.” Lo salutò con un bacio dolce sulla guancia e uscì dalla cucina con la nonna Vera, lasciando il posto ad Alex. Bill sorrise, abbracciandola. “Amore, rifletti. Perché voglio sorridere con te fra le mie braccia, una volta tornato.”
    Alex annuì semplicemente. Alzandosi in punta di piedi, baciò il moro all’angolo della bocca. Le parole non erano necessarie, ma entrambi sapevano che c’era un grande sospeso fra loro.
    Bill era sicuro di amare Alex, e sapeva che anche per lei era lo stesso. Il voler diventare padre di Julia, era comunque una decisione importante da prendere, e da ponderare nel migliore dei modi. Bill si lasciò scappare una risatina quando pensò che, stando con Alex, avrebbe dovuto esser per Vale una specie di patrigno.
    “Che hai da…” Non fece finire ad Alex la frase. La baciò sulle labbra, restando immobile. Quel bacio metteva a tacere le parole, ma le riflessioni avrebbero dovuto viaggiare nel cervello di entrambi con molto impegno.
    Tom e Vale entrarono in cucina, pronti all’ultimo saluto. Vale abbracciò il moro, baciandolo sulle guance. Lo stesso saluto applicarono Alex e Tom. “Se la fai soffrire ti spezzo.” Mormorò la donna al rasta, che rise. “Posso dir lo stesso a te.”
    E così, stavano partendo. Entrati nella macchina, Bill e Tom rivolsero un ultimo saluto alle donne sulla soglia di casa e partirono per Amburgo.
    Due settimane.

    Valery stava salendo le scale. Non si era neanche fermata in cucina per parlare un po’ con sua nonna, sua madre e Julia. Non le andava. Si sentiva un po’ spossata, ma immaginava che fosse la tensione per la partenza dei gemelli.
    Arrivò in camera sua, pronta a far le valigie per tornare a casa, ancora una volta.
    Aprì l’ultimo cassetto sotto l’armadio con noncuranza. Infatti, quando si alzò, dovette trattenersi con tutta se stessa dall’urlare dal dolore.
    Si portò velocemente una mano alla pancia dolorante, con gli occhi aperti e sorpresi.
    Il dolore già spariva, era stato fulmineo.
    Vale si decise a muoversi, cominciando a fare la valigia. Al mal di pancia avrebbe pensato dopo.

    COMMENTI!

    Edited by ;Reden™ - 5/11/2008, 15:35
     
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    :wub:
    Grazie!
     
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  7. ;Reden™
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    *Piccola particella di sodio nell'acqua lete
     
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    Quando mi passerà la sbornia post vincita scriverò qualcosa!!!!
     
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  9. ;Reden™
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    Amò prenditela proprio con comoda!
    Però io il capitolo prima o poi lo voglio u.u
    sennò ti rapisco u.u
     
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  10. ;Reden™
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    Vale prometto che ti scriverò qualcosa!! Ma sono fuori di testa!! Poi Noe non viene e sono un pò così.....
     
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    CAPITOLO 73

    “ Mamma, Vale non vuole alzarsi, dice che non sta bene stamattina!” gridò Julia sulla porta della camera da letto.
    Alex uscì dal bagno con lo spazzolino da denti infilato in bocca. Non aveva intenzione di discutere con la figlia, almeno non quella mattina.
    Era trascorsa una settimana dal loro ultimo viaggio a Berlino e ogni mattina per un motivo o per l’altro, si ripeteva l’ ennesima solfa.
    “ Valery, alzati immediatamente!! Sei già in ritardo e io oggi non sono dell’ umore giusto per sopportare le tue lagne!!”
    “ Mamma, davvero non mi sento bene, mi gira la testa… forse ho anche un po’ di febbre…”
    La donna si avvicinò alla ragazza mettendole una mano sulla fronte.
    “ Sei fredda come un ghiacciolo, come fai a dire che hai la febbre? Forza oggi è sabato, domani ti riposerai…”
    Svogliatamente Vale si alzò dal letto e barcollante si avviò verso il bagno. L’ odore di caffè proveniente dalla cucina, le provocò immediatamente un moto di nausea incontrollabile.
    Lo stomaco pareva ribaltarsi. Raggiunse a malapena il water e vi ficcò la testa al suo interno.
    “ Mamma Vale beve l’ acqua del gabinetto!!” Gridò Julia spaventata.
    “ Eh?” Alex corse in bagno. Valery era pallida e sudata.
    “ Ho vomitato..” disse in un soffio, prima che un altro conato la scuotesse.
    “ Beh, forse è meglio se rimani a casa oggi…. Non avrai preso un virus?”
    “ Non lo so.. ma sto malissimo!”
    Appena le fu possibile ritornò a letto. Julia la guardava terrorizzata. Non le piaceva che la sua sorellona stesse male.
    Si rannicchiò di fianco, mentre la bimba le accarezzava il viso con le sue manine paffute.
    Vale chiuse gli occhi e si lasciò cullare da quelle innocenti carezze. “ Sorellona se vuoi sto a casa con te così ti curo e domani mi porti al parco se c’ è bel tempo…”
    La bionda sorrise appena. “ July, grazie, ma è meglio che tu vada a scuola.. non vorrei che fosse qualcosa di infettivo!”
    “ Infettivo?” Era una bimba sveglia, ma le sue nozioni di medicina erano ancora piuttosto scarse.
    “ Come il raffreddore, che se stai vicino ad un altro che ce l’ha, te lo attacca…”
    “ Ah, ho capito! Ma tu non hai mica il raffreddore, però!!”
    Alex entrò in camera delle figlie.
    “ July, sei pronta? Siamo già in ritardo…. Vale la nonna ora chiamerà la guardia medica. Io porto a scuola tua sorella, poi ho appuntamento con Sergio Stefani, il giornalista che mi aiuterà nella stesura delle didascalie per le foto….. Sarò impegnata tutto il giorno… Ce la farai?”
    “ Certo mamma, è un semplice virus… Mamma?”
    Già varcata la porta, tornò indietro.
    “ Che c’è Vale?”
    “ Perché non chiami Bill?”
    “ Perché non ho tempo! Il book mi sta portando via un sacco di energie!”
    “ E’ triste, non vi sentite da 3 giorni….”
    “ Lo so, ma non mi sembra un dramma!”
    “ Mamma?!”
    “ Oh, che c’ è ancora?”
    “ Una telefonata. 5 minuti del tuo preziosissimo tempo…” Disse sarcastica.
    “ Vale, rimettiti in sesto. Ci vediamo stasera. Se hai bisogno urgente, mi trovi sul cellulare…” Tagliò corto.
    Le diede un rapido bacio sulla fronte e uscì dalla stanza.
    “ Ci mancavano solo i rimproveri di mia figlia ora…” Borbottò tra sé mentre aiutava Julia ad allacciarsi la cintura di sicurezza.
    La nausea di Valery non accennava a diminuire di intensità. Nonostante la guardia medica le avesse prescritto un antiemetico, il suo stomaco non voleva saperne di rimettersi in carreggiata. Qualsiasi cosa introducesse veniva automaticamente espulsa. In tutta la giornata aveva trattenuto mezzo cracker e una fetta di mandarino, che più che altro le era servita per addolcire il sapore acido della sua bocca.
    Il medico le aveva prescritto degli esami di sangue al più presto. Il suo sospetto era che fosse stata contagiata da qualche virus tropicale, visto il recente viaggio alle Maldive.
    Però almeno aveva dormito. Un sonno pesante, senza sogni. Si era svegliata udendo la voce della sorella che rientrava da scuola, raccontando alla nonna del bel voto ricevuto dalla maestra per il dettato.
    “ Ho scritto delle parole di dieci lettere nonnina!!” La maestra mi ha detto che sono stata la più brava della classe!!!” Esclamò orgogliosa la bimba.
    “ Bene, dobbiamo festeggiare allora!! Oggi gelato?”
    “ Sììììì!! Quello alla menta e cioccolato!!! Ce l’ abbiamo nel freezer vero?”
    “ Certo piccola mia. Ora presto a lavarsi le mani e poi a tavola!!”
    Julia entrò in camera dalla sorella e si fermò ad osservarla. Il volto pallido. Due profonde occhiaie le circondavano gli occhi. La accarezzò piano sui capelli.
    Vale si mosse sussurrando il nome Tom.
    “ Vale non sono Tom. Sono July….”
    La bionda aprì gli occhi e le sorrise.
    “ July, sei già tornata? Com’ è andata a scuola?”
    “ Ho preso ottimo nel dettato!!! E il tuo stomaco?”
    “ Mmh, così così…”

    I giorni trascorrevano veloci. Alex non era mai a casa. Il book era stato dato alle stampe. Alla fine ne era uscito un bel lavoro. Accanto alle fotografie, vi erano stati descritti brevemente alcuni aneddoti, anche spiritosi, riguardanti le loro vacanze.
    Non a caso il titolo del libro sarebbe stato: “ L’ uragano Ulrich-Mayer si è abbattuto sul Tokio Hotel”.
    “ Nulla di più veritiero…” Disse Alex tra sé sfogliando la copia “ Zero “ del libro.
    Era il giorno di San Valentino, non sentiva Bill dal concerto di Toronto.
    Aveva cercato di spiegargli che era un periodo di lavoro estenuante, che non aveva tempo nemmeno per la sua famiglia. Bill accondiscendente, le aveva detto di non preoccuparsi, anche se di ben altro avrebbe voluto parlare. Non avevano più fatto alcun accenno al loro rapporto, come se quell’ episodio fosse stato letteralmente cancellato, ma non vi era comunque stato alcun progresso.
    Alex guardò l’ orologio, ormai erano le 21. Rapidamente fece il calcolo del fuso orario. A Los Angeles dovevano esser all’ incirca le 13.
    “ Spero non stia ancora dormendo….” Disse mentre faceva partire la chiamata.
    Il suo numero risultava occupato. “ Bene. Almeno l’ hanno già tirato giù dal letto…”

    “ Vale calmati che succede?” Esclamò Bill, in preda al panico. Valery da alcuni minuti gli piangeva all’ orecchio disperata, senza proferire una parola sensata.
    “ E’ successo qualcosa ad Alex? Julia? Vera?”
    “ No, stanno bene…” riuscì finalmente a dire la ragazza.
    “ Allora, perché piangi? Oddio Vale non tenermi sulle spine!”
    “ Bill….sono disperata…Tom… Oddio, non ci riesco scusa….”
    “ Vale per l’ amor di Dio! E’ successo qualcosa con Tom? Giuro che lo ammazzo se è così!”
    “ Bill, tu sei l’ unico con cui posso parlare. La mamma non è mai a casa…”
    “ Sono qui dimmi…” Si mise seduto sul letto invaso dalle borse contenenti gli ultimi acquisti fatti in Rodeo Drive la mattina stessa.
    “ Io…sono… sto male da alcuni giorni…Il dottore mi ha fatto fare degli esami….Ma io lo so che cos’è…”
    “ Vale, ti prego dimmelo, l’ ansia mi sta uccidendo….”
    “ Mi prometti che non lo dirai a nessuno? “
    “ Certo anche se non so cosa stai per dirmi…”
    “ Bill, ho fatto il test…”
    Il moro sentì il sangue defluire nelle vene.
    “…Il…test?...”
    Vale riprese a piangere.
    “ Il test.. di gravidanza…Aspetto un bambino, Bill…..”

    Scusate il ritardo..
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  14. ;Reden™
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    Questo è uno di quei capitoli che si dice essere Perfetto.
    E voi commentate u.u
     
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  15. kiara_K
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    DIO MIOOOO!!!!!!!!!
    Scusate la bestemmia!! Povera Vale....
    Comunque la storia si fa sempre più avvincente!!!
    Ed è raccontata benissimo!! (ormai non so più che aggettivi usare per questa ff)....

    Continuate ovviamente!!! :D
     
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3746 replies since 1/5/2008, 08:29   40644 views
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