7 NIGHTS

FF scritta a 4 mani da billaly & Lela Kaulitz™ [ Reden ]

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  1. Chanel
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  2. ;Reden™
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    Finito!
    Ora vediamo un pò cosa ne pensa la mia mamy! XD
     
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  3. Chanel
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    posta presto please!!
     
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  4. ;Reden™
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    Io ho scritto... xD
    Quindi, ecco a voi:

    image



    CAPITOLO 68:

    Le fan, come impazzite, spingevano per entrare nelle tre sale della mostra, più interessate ai Tokio Hotel in persona, che alle foto che li ritraevano, un tempo, sorridenti.
    Alex si aggirava per la sala agitata, e sembrava non percepire minimamente le urla di quelle ragazzine al di fuori del locale.
    Controllò per la centesima volta che tutto fosse in ordine, e, soprappensiero, chiamò Hans.
    “Ehi, possiamo far entrare le duecento fortunate. Ammesso che non sono state soppresse prima.” Disse la donna con una nota di disprezzo. Subito dopo, si impose la calma, e mostrando un grandissimo sorriso, si diresse all’entrata.
    “Mamma! In quel modo verrai ammazzata!” Valery dietro di lei, la richiamò. Senza l’aiuto della polizia e dei body-guards sarebbe stato impossibile smuovere la situazione. Ma Alex era troppo impegnata ad azzittire le urla del suo cuore, per giudicare cosa sarebbe stato più sicuro.
    Così Hans, dopo aver fatto una breve telefonata, annunciò: “I poliziotti al di fuori, aiutati dagli incaricati, stanno cercando le ragazze con il braccialetto. Entreranno fra poco, scortate. Abbiamo massimo mezz’ora di tregua.”
    Alex annuì. In quella mezz’ora avrebbe dato il meglio di sé per tornare la Alexandra Meyer di un tempo.
    Quella donna forte come la roccia e possedente un cuore di diamante. Prezioso, sì, ma altrettanto impenetrabile.
    Quella donna che non provava dolore e sofferenza, o almeno, fingeva di non provarlo.
    Quella donna che andava avanti in qualunque momento, lasciandosi alle spalle la sua vita privata, per mandare avanti il suo lavoro.
    Avrebbe allontanato la Alex innamorata e ferita a morte, per tornare ad essere quella donna che, ormai, non era più.
    Si diresse velocemente in bagno, frenando le domande con la scusa di doversi aggiustare il trucco.
    Richiuse la porta dietro di sé, asciugando con stizza una lacrima.
    La sua ultima lacrima.
    Lo giurò solennemente, imponendosi il controllo. Lei era forte. Forte.
    Vale entrò in bagno silenziosamente, con gli occhi cioccolato puntati sulla madre. Non parlò. Non ce ne fu bisogno. Abbracciò piano Alex, sospirando leggermente.
    Riflessa nello specchio, la donna la vide pronunciare le parole che avrebbero dovuto darle un po’ di coraggio in più: “Anche oggi finirà, mamma. E poi andrà meglio.”
    Prendendo per mano la figlia, e stampandosi in volto un grandissimo sorriso, uscì dal bagno.
    Peccato che quel sorriso, fosse enormemente falso.

    La polizia scortò all’interno della sala della mostra le ragazze che avevano al polso il braccialetto che avrebbe permesso di incontrare i Tokio Hotel.
    I ragazzi stavano seduti dietro un lungo tavolo, coperto da una tovaglia tanto pesante quanto rossa.
    Con un sorriso, accolsero le fan, le quali non repressero le loro urla per l’emozione.
    Alex rise a quella scena, notando già i volti rigati di lacrime delle ragazze.
    Georg, Gustav, Bill e Tom per quelle fan erano bellissimi come sempre, e forse anche di più. Si avvicinavano a loro quasi con timore, e anche se la sala era continuamente illuminata dai flash delle macchine fotografiche, e riempita dalle parole delle interessante, c’era un equilibrio.
    Alex osservava i Tokio Hotel firmare e rifirmare autografi senza sosta. A volte le ragazze si voltavano verso di loro, strillando frasi come “Quella è la Meyer! Ha avuto la fortuna di fare le foto a Loro!”. Oppure: “Avete visto? C’è la fidanzata di Tom! Ha paura che glielo rubiamo?”
    Valery era molto a disagio, e teneva la mano di Julia con fare protettivo. Capitava che lanciasse occhiate a Tom, il quale ricambiava sempre, con un sorriso.
    Il suo, almeno, era un vero sorriso. Vale, cosi come Julia, notarono immediatamente come il sorriso di Bill fosse incrinato e come i suoi occhi non brillassero più.
    Il suo angelo si stava spegnendo. E la cosa più brutta, è che nessuno, tranne la donna che amava, poteva farci nulla.
    Uno sguardo ad Alex, fece comprendere alle due figlie che non ci sarebbe stato nulla da fare.

    Quattro ore.
    Quattro ore nelle quali le mani dei Tokio Hotel non avevano fatto un momento di pausa.
    Quattro ore nelle quali i loro sguardi, e i loro sorrisi venivano mostrati regolarmente.
    Le fan non avevano intenzione di abbandonare il grande tavolo, e di conseguenza la sala, fino alle 18, l’ora in cui la i Tokio Hotel avrebbero lasciato la mostra, per permettere alle altre fan di visitarla fino alle 20, e di ritirare una loro foto autografata.
    Le ragazze non avevano quasi guardato le foto appese ai muri, interessate com’erano ai soggetti dal vivo.
    Comunque, quando i quattro, proposero alle giovani di girare un po’ per la mostra, permettendo così a loro di aver un attimo di riposo, l’idea fu accettata. Le fan si muovevano a gruppi, mandando urli e strilletti quando notavano una foto ancor più splendida delle altre.
    Alex, sorridendo falsamente, assisteva a quelle scene, rivedendo in quelle ragazze anche un po’ della figlia.
    Due ragazze si avvicinarono a lei, con lo sguardo che splendeva. “Salve. Signora Meyer, giusto?” chiesero, educate.
    “Alex. Solo Alex.” Rispose lei, sempre con il sorriso sulle labbra. Ce la stava facendo.
    “Alex, lei è stata bravissima! Queste foto sono… spettacolari…” Una ragazza si guardò intorno, e con la forza dei suoi occhi blu squadrò tutte le foto.
    “Grazie mille ragazze.” La donna fu finalmente contenta di poter esser apprezzata per le sue creazioni, e non solo per esser riuscita a portare quei quattro ragazzi lì.
    “Io spero di poter esser brava come lei… Non è molto facile scattare fotografie, soprattutto con dei soggetti cosi!” esclamò la seconda ragazza, spostandosi una ciocca di capelli dagli occhi.
    Alex rise malinconicamente. “Già! E poi i gemelli Kaulitz non stanno fermi un attimo!”
    Quell’affermazione le riportò alla mente il ricordo di quei giorni. Le carezze di Bill, e le sue prolungate resistenze. I sorrisi, e le occhiatacce.
    No. Tutto finito. Era forte.
    Sorrise alle ragazze, ringraziandole di cuore. Poi proseguì nella seconda sala, quella della paesaggistica, sapendo di trovarvi meno gente.
    Invece, qui, vi erano Tom Gustav e Valery, intenti a parlare.
    Alex li salutò con la mano, non potendo raggiungerli, data la miriade di fan che li circondava.
    La donna continuò il suo giro, sempre con il sorriso stampato sulle labbra.
    Sempre con quel maledetto falso sorriso, che condivideva con un Bill mascherato male da Bill Kaulitz.

    “La giornata sta per finire.” Questo fu il pensiero che attraversò la mente di Alex, vedendo la folla scemare.
    Tutto il pomeriggio aveva intrattenuto chiacchiere con quelle scalmanate ragazzine. Aveva finto di divertirsi, di sorridere, di ridere.
    Ma ora basta.
    Al buio della notte, poteva tornare quella Alex che era, e quella Alex che odiava.
    Bill le passò davanti, con un paio di occhiali scuri inforcati. Nascondevano il suo bellissimo sguardo, ma Alex non si oppose.
    Non voleva vederlo. Non voleva sapere, né toccare.
    “Devo resistere ancora un po’.” Sorrise ad Hans, che, stremato, ricambiò, e salutò Saki, il quale era molto contento di vederla.
    Valery si accostò a Tom. “Metà delle ragazze mi hanno chiesto se sono la tua ragazza di facciata.”
    “Hai risposto che fra un po’ tornerò sulla piazza, dato che ti licenzierò?” scherzò lui.
    “Oh si. Ma continueranno ad odiarmi, credo!” Vale rise abbracciando il suo rasta.
    Alla risata si aggiusterò Georg e Gustav, che teneva in braccio una Julia assonnata. Batterista e bassista lasciarono la mostra con un sospiro stanco, lasciando Julia nelle braccia di Vera.
    “Nonna, andiamo a casa?”
    “Certo piccola.” Vera guardò la figlia. “Alex, vieni con noi?”
    La donna scosse la testa. “No, rimango con Hans fino alla chiusura. Vale, Tom, voi?”
    I due giovani si guardarono un momento. Quel momento bastò. “Casa!” affermarono sicuri e all’unisono, pur pensando, in realtà, ad una camera ben precisa della casa.
    Inevitabilmente, lo sguardo cadde su Bill.
    Voltato verso Alex, anche attraverso gli occhiali, si vedevano i suoi occhi spenti. Un breve sussurro, anticipò la sua uscita dalla mostra. “Ci sto provando a farti capire quanto conti per me. Ma tu continui a non volerlo capire.”
    Parole lasciate al vento. Poiché Alex non le udì. O forse scelse di non udirle.

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    Tochter io non faccio testo....
    STUPENDA!!
    Ma le nostre fans sono in sciopero?
     
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  6. ;Reden™
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    Infatti, solo perchè hai detto stupenda, non fai testo! XD
    Bho, foste fanno come noi a scuola... autogestione! XD
     
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    La prossima volta scriverò che fa schifo..
    Ti amo tochter...
     
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  8. ;Reden™
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    Buahahah xD
    Ti amo anche io mamy
     
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  9. Chanel
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    mi piace un sacco!! bravissima :)
     
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  10. ;Reden™
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    Grazie mille Fede! ^^
     
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  11. Chanel
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    FIGURATI! è sempre un piacere leggere una storia ben scritta!!
     
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    Tutta per te Fede, visto che non ci legge più nessuno!
     
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  13. Chanel
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    ma grazie :) ne sono onorata... beh non sanno che si perdono!!

    up!!
     
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  14. ;Reden™
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    uppolino
     
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    Tochter scritto niente me!!!
     
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