7 NIGHTS

FF scritta a 4 mani da billaly & Lela Kaulitz™ [ Reden ]

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    Rapite dagli alieni....
    SPOILER (click to view)
    Amò correggi è il capitolo 66, quello che hai scritto..
     
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  2. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Ops, ho digitato male!
    Ecco, corretto ^^
     
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    No problem, amò. Tanto qui ci siamo solo io e te!!!
     
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  4. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Già...
    E aggiungerei un periodo molto Down
     
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    UP!! ECCHECAZZ!!
     
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    TOCHTER AMORE!! BUON COMPLEANNO!!!

     
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  7. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Grazie mamy! :1:
    Ti amooooo
     
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  8. _Moonlight Shadow.•
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    Auguri Tesora. *-*

     
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  9. Chanel
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    auguri :)
     
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    CAPITOLO 67

    “ Mamma?...”
    “ Mamma?.....” Alex alzò il capo, rivelando uno sguardo spento e gli occhi colmi di lacrime.
    “ Mamma, Bill mi ha dato questa….” Era una lettera. Scritta sulla carta del Ritz Carlton.
    “ Lui mi ha detto che dovresti leggerla…” Continuò Vale mettendogliela tra le mani.
    Alex con gesti meccanici la aprì, sicura che non sarebbe riuscita nemmeno a capire che ci fosse scritto. Il dolore le impediva di ragionare.
    Era stata una lunga notte quella.
    Piena di incubi e fantasmi.
    Aveva dormito pochissimo e si era svegliata troppe volte con il pensiero di correre da lui.
    Avrebbe dovuto odiarlo per ciò che le aveva fatto.
    In realtà ora tutto improvvisamente le era diventato chiaro nella mente.
    Aveva agito d’ impulso comportandosi da ragazzino, ma finalmente ne comprendeva le ragioni.
    Un momento cruento che lei aveva rimandato fin troppo a lungo, nascondendo a se stessa la grigia realtà.
    Matthias non era mai stato intenzionato ad avere un rapporto con lei, figuriamoci ad avere un figlio.
    Lo aveva intuito quella sera stessa, quando lui nel cuore della notte si era alzato, rivestito e senza nemmeno una parola se ne era andato.
    Il mattino successivo sul tavolo un biglietto.
    Poche parole come pugnalate in pieno petto: “Mi sono divertito. Ci vediamo. Matthias.”
    La sua parte razionale aveva compreso ed elaborato quello scarno biglietto, facendole odiare se stessa per la sua stupidità, ma una piccola parte di lei aveva continuato ad alimentare il pensiero che forse se avesse saputo di Julia, le cose sarebbero potute cambiare….
    Ma era la piccola ad averne bisogno o lei stessa?
    Un dubbio che per anni l’ aveva assillata, ma che non aveva mai avuto il coraggio di chiarire.
    Era quindi rimasta in una sorta di limbo, con questo mistero irrisolto che ritornava alla mente ogni qualvolta incrociava lo sguardo di sua figlia.
    Si era convinta che forse avrebbe potuto continuare così per tutta la vita….
    Dopotutto non era l’ unica bambina a crescere senza un padre…..
    Era circondata da persone che l’ amavano….
    E anche lei era amata….
    Forse ce l’ avrebbe fatta anche senza un uomo vicino….
    Fino a quando Julia non le aveva cominciato a chiedere di suo padre.
    La testa sembrava scoppiarle, gli occhi bruciavano.
    Aprì quel foglio bianco piegato in tre parti.
    Poche parole, scritte con mano malferma:

    Il dolore che provo, riempie la stanza, tanto da rendere l’ aria irrespirabile.
    Ma sappi che ben poco mi importa di continuare a farlo, se non ci sarai più tu accanto a me.
    Ho sbagliato e me ne assumo la responsabilità, ma tu avevi bisogno di sapere.
    Quell’ ultimo dubbio che ancora attanagliava la tua mente, andava dissipato.
    Lui non vuole te e nemmeno Julia, mentre io non vedo l’ ora di stringervi in un abbraccio.
    Sono solo un ragazzino di 18 anni, avventato ed immaturo.
    Ma io vi amo.
    Bill.



    Le lacrime che da qualche minuto le avevano dato una tregua, ripresero a scendere impietose.
    Ma sarebbero state le ultime. Si asciugò il viso, con la manica del maglione e andò nella sua stanza. Poteva ancora sentire il suo profumo nell’ aria. L’ armadio lasciato aperto, senza i suoi vestiti appesi, la colpì come un cazzotto alla bocca dello stomaco. Lui era andato via, aveva preso le sue cose…..
    Si tolse i vestiti ed andò in bagno. Aprì il rubinetto della doccia e senza aspettare che l’ acqua raggiungesse la temperatura ideale, vi si buttò sotto. Il getto gelido la scosse in un brivido, sentiva l’ impellente necessità di lavare via dal suo corpo quel malessere che le impediva di reagire.
    Ripensò alle parole di Bill e a quanto quel moccioso avesse ragione. Piuttosto che prendere atto di una brutta verità, lei si era nascosta per anni dietro ad una bella bugia. Raccontata a Julia e a se stessa.
    Quell’ essere che aveva contribuito al concepimento della sua bimba, non aveva diritto ad alcun posto nella loro vita. Era lui l’ unico incidente di percorso. Si scoprì a sorridere a quelle parole, ma non poteva perdonare ancora il gesto fatto da Bill. Lui si era intromesso nella sua vita, conscio di ciò che questo avrebbe provocato in lei. O forse no, non aveva quantificato la devastazione sentimentale che ne sarebbe derivata.
    “Stupido. Avevamo appena conquistato il primo gradino della scala per arrivare alla felicità….”

    Arrivarono alla galleria con fatica. La notizia che i Tokio Hotel al completo avrebbero fatto una signing session per le fans aveva scatenato un putiferio. Sophienstrasse era stata invasa da una miriade di ragazzine urlanti. Sarebbe stato impossibile entrare dall’ ingresso principale senza esser travolti.
    Vale seduta sul taxi a fianco di Tom, gli strinse il braccio.
    “Che facciamo ora?”
    “ Non so. Non so nemmeno dove siano gli altri…. Tua madre?”
    “ Ora la chiamo…”
    Alex, Vera e Julia erano appena arrivate ed Hans le aveva fatte entrare da un’ entrata secondaria, attraverso i garage sotterranei. Era una specie di cunicolo, stretto e odorante di fogna, ma in alternativa alla ressa che c’ era all’ esterno, sembrava un viale alberato.
    “ Mamma? Sono Valery! Io e Tom siamo qui fuori, come facciamo ad entrare?”
    “ C’è un’entrata secondaria, nei garage sotterranei… Gli altri sono arrivati?”
    “ Non so, Tom sta provando a chiamare, ma Bill non risponde…”
    Per un attimo il cuore mancò di un battito.
    Bill doveva rispondere…
    Arrivò la polizia che finalmente creò un varco tra la folla e delimitò la zona transennandola. Nonostante fossero stati concessi tutti i permessi possibili, nessuno aveva previsto un caos simile e gli uomini della security fuori dalla galleria non erano riusciti a metter un po’ d’ ordine tra quelle fans scatenate.
    Tom e Valery qualche metro più indietro, osservavano la scena. Finalmente Bill rispose.
    “ Cazzo Bruder, dove ti eri cacciato?”
    “ Siamo bloccati all’ inizio della via… Non sentivo il cellulare, perché l’ avevo messo in modalità silenziosa…”
    “ Alex ha detto che dietro al palazzo, nei garage sotterranei c’ è un’ entrata secondaria che conduce alla galleria….”
    “ Non riusciremo mai a svoltare… Saki ce la fai?” Chiese rivolgendosi al bodyguard, che al volante dell’ auto stava imprecando.”
    “ Noi praticamente dobbiamo rifare il giro dell’ isolato se riusciamo a muoverci da qui…”
    Il cellulare di Vale, squillò.
    “ Vale, ora la polizia, libererà l’ ingresso, così potrete entrate.. gli altri dove sono?”
    “ In auto dietro di noi..”
    “ Bene la security è tutta qui fuori che vi aspetta. Fate veloce…”
    Scesero dal taxi e scortati dalla polizia entrarono nella galleria. Dopo qualche istante anche gli altri vennero ‘prelevati’ dalla sicurezza e frettolosamente lasciarono l’ auto.
    Non era stata una grande idea, ammise Hans scuotendo la testa. Certo si sarebbero fatti una grande pubblicità e sicuramente il book una volta messo in commercio sarebbe andato a ruba, ma già pensava alla salatissima multa che avrebbe dovuto pagare per disturbo alla quiete pubblica ed intralcio al traffico. Il fatto che solo i primi duecento avessero diritto a partecipare alla sessione di autografi, non aveva contribuito certo a mantenere l’ ordine. Erano stati distribuiti dei braccialetti che i fortunati avevano indossato come segno di riconoscimento. Per gli altri rimaneva l’ opportunità di visitare la mostra e di ricevere una foto dei 4 autografata.
    Bill incrociò lo sguardo di Alex. Il trucco non era riuscito a nascondere in entrambi l’arrossamento dei loro occhi.
    Nessuno dei due parlava. In fondo ai loro cuori ogni parola sembrava vana. Solo il tempo avrebbe rimarginato la ferita. E ora non era in caso di mettersi a discutere.
    “The show must go on” gli sussurrò la donna all’ orecchio mentre lui rovistava nella sua grande borsa alla ricerca di un paio di occhiali che potessero nascondere gli effetti delle lacrime versate.
    “ Già…” Rispose con un accenno di sorriso. “ Alex…..”
    “ Shh…. Non parlare…non potrei ascoltarti….Andiamo e facciamo finta che non sia accaduto nulla…”
    Un’ ultima occhiata nello specchio del bagno.
    Bill Kaulitz von Tokio Hotel era pronto per il bagno di folla.
    Bill stava ascoltando le grida silenziose del suo cuore.

    I commenti sono sempre graditi...
     
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    Ma UP!!
     
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  12. Chanel
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    bravissima è un capitolo molto bello!! speriamo che alex ritorni sui suoi passi!! un bacione e up :)
     
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  13. _Moonlight Shadow.•
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    ...Questo l'ho letto.
    ...Ma mancano i 2 precedenti.
    ...Ale..........
     
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  14. il_Aria
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    sono arrivata in un paio d'ore al chap 34
    le tue fic mi rapiscono troppo
    ora vorrei continuare a leggere
    ma non ci riesco
    sono delusa
    da Bill
    che cazzata però
    come può una dentatura nuova farmi cosi male
    :cry:
     
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    Può sempre cadere e romperseli tutti quei dentini... Oppure potrebbe romperglieli Alex con un bel cazzotto.... Chissà tutto è possibile!
     
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3746 replies since 1/5/2008, 08:29   40644 views
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