7 NIGHTS

°BitcH l o v e SugaR«

Posted on 28/9/2008, 12:08

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Spendacciona U_U

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Lela Kaulitz™ [ Reden ]

Posted on 28/9/2008, 13:38

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CITAZIONE

Non è connessa. Le ho mandato un sms, ma non mi ha risposto, come solito sarà senza soldi!!

Ahahahah, esatto mamy... xD
0.02 centesimi... Sono ricca! XD
Comunque, sto per postare.. giusto l'ultimo appunto!

CAPITOLO 60:

Alex sbuffò, maledicendo la sua lenta connessione ad internet. Erano le 16 del pomeriggio, e lei aveva poco tempo. Il computer non dava segni di volersi velocizzare, e continuava a far lampeggiare la scritta ‘caricamento pagina’ davanti agli occhi di Alex.
La donna sbuffò stizzita. “Computer di merda! Non riuscirò a prenotare se continui ad andare così lento!” esclamò, lanciando uno sguardo allo schermo.
Controllò per la centesima volta il link dell’aeroporto, sapendo in ogni caso che era scritto correttamente.
Improvvisamente, lo schermo del pc si illuminò, rivelando la pagina internet dell’aeroporto berlinese. “Grazie Dio!” cinguettò Alex, sorridendo. Afferrò il mouse, e ciccò un paio di volte su dei collegamenti, per poi arrivare alla pagina delle prenotazioni aeree via internet.
Il volo per Cannes delle 18 era ancora disponibile, e lei si era fatta convincere da quel ragazzino pazzo a raggiungerlo nella città francese.
Stava giusto per prenotare quel tanto agoniato biglietto, quando il cellulare della donna squillò, spandendo nell’aria una stramba suoneria. Alex sospirò, e lanciando la sua postazione davanti al computer, corse a rispondere.

Vale e Carol stavano in camera della bionda, e stavano guardando la tv.
“Oggi è una giornata noiosa…” disse Carol, iniziando a fare zapping, con lo scopo di trovare qualche programma interessante.
“Già…” acconsentì l’amica, soprappensiero. Continuava a guardare il calendario appeso sulla parete, dove un puntino rosso indicava l’inizio del suo ciclo, una settimana prima.
“Amò, che c’è?” Carol seguì lo sguardo di Vale, e si posò sul calendario.
Carol chiuse la tv. Si mise a sedere sul letto, incrociando le gambe, in attesa che la bionda parlasse.
“Vado un attimo in bagno. Aspetta.” Del suo ciclo, non c’era neanche l’ombra. Quel gonfiore alla pancia e al seno,che preannunciava l’arrivo delle mestruazioni, il mal di schiena che aveva sempre avuto quando era indisposta, non si sentivano neanche.
Ritornò in camera sua, e si sedette affianco a Carol.
“Amò mi spieghi cosa c’è che non va? Sei nervosa, e continui a scappare in bagno. Parla con me, per favore…”
Gli occhi cioccolato di Vale si riversarono in quelli di Carol. La preoccupazione e l’ingenuità della ragazza avevano preso in quello sguardo, e quel sospiro preannunciò un lungo, lunghissimo discorso fra le due amiche.
“Carol, sono in ritardo…”
“In ritardo per cosa? Vale, ti prego, spiegati, perché non ci sto capendo nulla..”
“Il ciclo è in ritardo. Precisamente di una settimana…” ammise la bionda, guardandosi la punta delle converse.
“Cosa stai dicendo? Ma se sei sempre precisa! E’ impossibile…”
“Invece è cosi…”
Gli occhi dell’amica si spalancarono, stupiti. “Mi stai dicendo che credi che…?”
“Non lo so! Cioè, è troppo presto… Non lo so amò, non lo so!”
Carol abbracciò l’amica, sperando anche lei che quel ritardo non fosse nulla di grave. Vale si rifugiò nelle sue braccia, trovandovi un magro conforto. Fermò il tremore delle mani, e guardò il telefono.
Avrebbe aspettato solo un altro giorno. Poi, avrebbe scoperto quale fosse la causa di quel maledetto ritardo.

“Pronto?”
“Alex, abbiamo un problema!” La voce ansiosa di Peter Kraus, responsabile dello studio di fotografia berlinese che aveva messo a disposizione di Alex i loro strumenti, prese vita dall’altra parte della cornetta.
La donna sbuffò. I problemi non finiscono mai. “Dimmi, Peter, cos’è successo?”
“L’ingrandimento della foto dei gemelli Kaulitz sta creando difficoltà. La carta opaca che abbiamo scelto non va bene, toglie luce ai loro volti, e la dimensione non è la più adatta! Alex, che dobbiamo fare? I miei assistenti sembrano dei bambini alle prime armi con una bicicletta!”
“Peter, fate una sostituzione. E’ meglio un 100x150cm, piuttosto che un 130x180. E se la carta opaca non rende, usate quella lucida, che darà un’altra prospettiva ai volti dei Kaulitz.”
La voce stridula del responsabile fuoriuscì più squillante del solito. “No, fermi incapaci!!! Sarebbero stati meglio dei neonati, al posto vostro! Cosi rovinate tutto! Uscite di qui, adesso!” Poi, Peter tornò a rivolgersi alla donna. “Alex, ci servi qui! Per favore, fai il più presto possibile! Rovineranno tutto, se continuano cosi!”
Con un sospiro, Alex congedò il responsabile. “Arrivo Peter.”
Prese il cellulare dalla tasca dei jeans, e spegnendo il computer digitò: “Problema con i vostri ingrandimenti. Create disordini anche quando non ci siete, Kaulitz! Mi dispiace, non posso raggiungerti.”
E così, addio Cannes.

Stefano Gabbana chiuse il cellulare, e corse subito al telefono fisso del suo ufficio. Compose un numero, e senza aspettare che la persona dall’altro capo del filo dicesse ‘pronto’ iniziò a parlare. “Ciao, ho una notizia per te. Fra sei giorni a Berlino, c’è una mostra. No, non voglio che sfili…” disse, portandosi una mano al mento. Come poteva porre l’invito, senza far si lui che rifiutasse?
“Devi assolutamente venire, ci saranno alcuni stilisti. E la mostra è stata organizzata da una persona che conosci. Allora siamo d’accordo, ci troviamo due giorni prima della mostra. Mi raccomando. A presto, Matthias.”

Ora voglio i commenti! U_U

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*billaly*

Posted on 28/9/2008, 13:45

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