7 NIGHTS

FF scritta a 4 mani da billaly & Lela Kaulitz™ [ Reden ]

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  1. °BitcH l o v e SugaR«
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    uppy!
     
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  2. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Ecco il capitolo

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    CAPITOLO 56:

    Il sole mattutino di Berlino illuminava due corpi stavano abbracciati in un piccolo lettino, non di certo adatto alla loro corporatura.
    “Sai, ora mi fa sorridere pensarti come un sogno impossibile…” sussurrò appena Vale, disegnando con le unghie gli addominali di Tom.
    “Mi dispiace averti fatta soffrire, prima di tutto ciò. Da quando ci siamo conosciuti ne abbiamo passate tante, ma immagino che da sola, devi aver vissuto non benissimo…”
    “No, infatti, vivevo nel mio inferno ghiacciato…” La bionda si mise a sedere sul letto, immortalando gli occhi di Tom nei suoi. “La mamma tentava di parlarmi, ma io non volevo ascoltarla. Una volta ho anche litigato con Carol, per questo… Mi aveva detto che ero solo una stupida, a pensarti, quando non esistevi realmente al mio fianco…” Gli occhi della ragazza si incupirono leggermente, ma quell’ombra venne cancellata da un delicato bacio di Tom.
    Lei sorrise, ringraziandolo con un dolce sguardo innamorato. “Poi abbiamo fatto pace.” Disse, riferendosi alla migliore amica. “Anzi, ora che ci penso mi aveva incaricata di scoprire se avevate un terzo gemello!” Vale iniziò a ridacchiare, sotto lo sguardo perplesso di Tom. “No, non credo proprio che la mia essenza avrebbe sopportato la perfezione di tre gemelli, racchiusa in me!”
    “Ma sentilo! Modesto, devo dire!” La bionda prese al volo in cuscino del letto, per poi lanciarlo con forza contro il rasta, il quale cadde rovinosamente a terra. “Ma dico, sei impazzita ragazzina?!” affermò minacciosamente, per poi afferrare le gambe di Vale, e portarla con lui a terra. “Nessuno può permettersi di colpire Tom Kaulitz!” Si portò sopra la piccola figura della ragazza, iniziando a farle il solletico.
    “No, ti prego! No, lasciami! Tom! No!” Lei continuava ad implorarlo di smettere, ma nulla lo aveva fermato. Almeno fino a quel momento…
    “Ehi, cosa fate?” La piccola Julia stava sulla soglia della loro camera, con i suoi grandi occhioni scuri, che fissavano i due giovani.
    “July, salvami! Tom mi sta ammazzando!” soffiò ridendo Vale, tendendo una piccola mano verso la sorella.
    “Tom” si intromise lei, con uno sguardo da perfetta maestra “Se Vale muore, poi tu non potrai più baciarla, e io non potrò più annaffiare i vostri futuri fiorellini!”
    “JULIA!” La sorella maggiore scattò in piedi, e prese in braccio la bimba. Entrambe si sedettero sul letto, e Tom le seguì a ruota.
    “July, sai che la mamma si arrabbia se dici queste cose!”
    “Si, lo so. Scusa Vale…” Sembrava davvero mortificata, così il rasta le tirò piano un boccolo castano.
    “Principessa, non devi sentirti in colpa… Non è da tutti essere cosi perspicaci a sei anni. Però devi star attenta a ciò che dici.”
    “Ok Tomi. Vale, ha detto la mamma di controllare che tutto sia in valigia.” La bimba si alzò dalle gambe della sorella, e dopo aver donato un bacio sulla guancia ad entrambi, sparì nel corridoio.
    Improvvisamente, quella piccola stanza sembrò più cupa e più stretta, incapace di contenere il loro sentimento.
    “Tom…”
    “Lo so.”
    Valery si strinse al ragazzo, che la racchiuse in un abbraccio colmo di calore. “Ogni volta è più difficile.”
    “Non sarà cosi per molto. Almeno spero.” In quel momento entrò Bill nella stanza. Sospirò anche lui, e sfiorando con un dito la guancia di Vale, disse: “Siamo tutti giù, voi scendete?” Con un cenno del capo, Vale e Tom seguirono il moro giù per le scale, fino ad arrivar nel grande salone, nel quale c’erano Alex Julia e Vera.
    “Bill, vieni a sederti qui, in mezzo a me e alla mamma?” domandò Julia, battendo una mano su un cuscino del divano, di fronte il camino.
    “Arrivo piccola.” Rispose lui sorridendole. Si accoccolò in mezzo alle due, e subito Julia posò la testa sul suo petto. Bill rimase sorpreso da quel gesto. Era abituato alle coccole della bambina, ma quel gesto era più delicato degli altri. Quasi come se volesse, con i suoi movimenti, far percepire che nella sua vita mancasse qualcosa. E in quel momento Bill decise. No, non voleva che nella sua vita mancasse qualcosa, doveva far qualcosa. Qualcosa di preciso.
    Quando si voltò verso Alex, la donna lo guardava con dolcezza. Lui le prese la mano, e se la portò piano sul cuore, che batteva scandendo battiti lenti e ritmati.
    Sì, doveva far qualcosa, e lui sapeva cosa. Anche se ciò avrebbe comportato delle rinunce.
    Intanto, Tom si era seduto sulla poltrona vicino il divano, e guardava negli occhi Vera, la quale sorrideva amichevole.
    “Siediti qui, amore…” Le poltrone e i divani erano stati occupati, cosi il rasta prese la mano di Vale, e la tirò a se, per poi farla sedere in braccio a lui.
    “Ragazzi…” Alex li riprese bonariamente, ma subito cadde il suo tentativo di rimprovero. La famiglia Ullrich-Mayer sarebbe ripartita per Pisa quel pomeriggio, e inutile erano i richiami, in un clima già abbastanza sofferente.
    “Dobbiamo restar qui fino a quando non dobbiamo partire?” domandò ingenuamente Julia, posata sul petto di Bill.
    “Potremmo far qualcosa..” osò dire il moro, guardando Vera. “Signora, era lei l’esperta di sorprese!”
    “Oh Bill, il ‘signora’ mi fa sentir vecchia, ti ho già detto di chiamarmi Vera! E, mi dispiace, ma per oggi non ho idee… Sono concentrata per il mio prossimo dipinto!” esclamò con un sorriso la nonna, fermando per un attimo gli occhi sulla coppia Valery Tom, i quali si osservavano senza muovere un muscolo.
    “Ehi, ragazzi, consumerete gli occhi, se continuate cosi!” sbottò Alex, di malumore. Non le andava di lasciare Bill, e questo, almeno a se stessa, poteva ammetterlo. L’aveva già fatto una volta, poteva riuscirci una seconda, ad esser sincera, almeno con il suo io interiore. Quel magro corpo, fonte del suo calore in quelle ultime due notti, fra poco si sarebbe allontanato da lei, e, risultò strano persino a lei, scoprire di essere addolorata per questo.
    “Dai Alex, li rivedrai tutti alla mostra…” cercò di consolarsi, sfiorando con un dito la mano di Bill, il quale le sorrise, passandole un braccio intorno la vita senza farsi notare. “Già, il problema è che ci saranno davvero tutti…” Ammise ancora, pensando a quel giorno che stavano programmando. “Ma in che situazione mi sono andata a cacciare!” Questo era il suo pensiero costante. Bastò, però, un’occhiata a Bill per aver la risposta. E, una semplice parola, scoppiò come un fuoco d’artificio all’interno del suo cervello, e soprattutto, del suo cuore. Innamorata.

    “Non voglio lasciarti ancora. E’ stato un incubo il ritorno a casa, non voglio ripeterlo.” Vale stava abbracciata a Tom, il quale passava le mani sulla sua schiena.
    “Ma ci rivedremo alla mostra!” Il rasta sfiorò il piccolo polso della ragazza, e scoprì un leggero braccialetto di cuoio. “Lo porti ancora.” Disse, guardando quel piccolo cordoncino.
    “Si, sempre. Come te, che sei sempre qui.” Prese una mano di Tom,e se la posò sul petto, all’altezza del cuore.
    “Vedi, non si è rotto. Neanche il nostro rapporto si romperà, te lo prometto piccola.” Tom posò le sue labbra su quelle di Vale, accarezzandola piano. Il bacio che ne scaturì non voleva esser né un addio, né un arrivederci. Era solo una dimostrazione di quel sentimento che tutti cercano ma che pochi trovano davvero: l’Amore.
    La mano di Vale era posata sul petto del rasta, e quel braccialetto sembrava splendere sotto il placido sole pomeridiano della Berlino invernale. Quel braccialetto, testimone della vacanza alle Maldive che la famiglia Ullrich-Mayer aveva condiviso con i Kaulitz, scatenò in loro il ricordo di quell’ultimo giorno, all’aeroporto di Malè. Lì, Tom le aveva ceduto quel pezzo di cuoio, giurandole che la loro avventura sarebbe continuata insieme. E fino ad allora la promessa fatta, l’avevano mantenuti entrambi.
    Ed era sempre più difficile tornare a casa, e ad ogni incontro, le ragazze e i gemelli, ne prendevano maggiormente consapevolezza.



    COMMENTINI, GRAZIE!
     
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    Tochter che dire?
    Non dico niente che è meglio...
    SPOILER (click to view)
    imageSono da taglio di vene stasera... :1:


    L' allieva ha superato la maestra.
     
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  4. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Macchè superato!
    La migliore resti sempre TU!
     
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    Ma và siema....
     
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  6. »Just me.
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    Ammiro il Bill di questa storia.
     
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  7. »Just me.
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    Umpf... Up.
     
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    Pure io l' ammiro... anche se combinerà casini...
     
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  9. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Io l'ammiro non solo in questa ff...
    *Si è intromessa, e poi va via xD
     
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  10. °BitcH l o v e SugaR«
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    Bhè che dire?
    Non non dico niente -.-
    Vale vaffanculo ..Hai rotto il capsus con questi chappy..
    Io nn riesco a commentareeeeeeeeeee >_<
    Fanculo :cry:
    Ti voglio bene Bufala u.u
    *Muuuuu.
     
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    CAPITOLO 57

    I giorni seguenti trascorsero lenti e noiosi. Alex lavorava alacremente per la mostra, le ragazze andavano a scuola. Vera aveva terminato in una settimana il suo dipinto. La neve era stata sostituita con la sabbia, i doposci con infradito colorate. Quel quadro così reale da sembrare una delle fotografie di Alexandra, sarebbe divenuto la copertina del book. Un ammasso di corpi giocosi. Un’ assurda famiglia.
    Alex abbracciò la madre con le lacrime agli occhi.
    “ Oddio mamma, è uno spettacolo!”
    “ Ho pensato che un’ autoscatto non avrebbe mai colto tutte le sfumature, le espressioni dei vostri volti..”
    “ Nonna….” Vale le raggiunse nello studio, rimanendo incantata dal dipinto.
    “ Ma io sono così?” Chiese indicando la sua figura sulla schiena di Tom, nel tentativo di atterrarlo. Il volto sorridente, gli occhi, due diamanti.
    “ Sì amore mio, non sei mai stata bella come ora..” Disse la donna accarezzandole il viso.
    “ Julia ha una faccia qui…”
    “ Beh, sta difendendo sua madre dagli attacchi del nemico..” spiegò Vera, riferendosi alla bimba attaccata ai bermuda da bagno di Bill che aveva preso per la vita Alex inscenando un’ improbabile mosse di karatè.
    “ Si respira.. amore mamma, ma è realmente così quello che diamo a vedere?” chiese Alex.
    “ Sì, anche se non ti fa piacere ammetterlo..” rispose in un soffio.
    Alex divenne scura in volto e Vera smise di parlare.
    Vale tornò nella sua stanza non appena sentì il cellulare squillare, diffondendo le note di ‘Monsoon’ nell’ aria.
    “ E’ Tom!” Gridò felice e sparì oltre la porta dello studio, correndo.

    Vera e Alex si guardarono in silenzio per qualche istante.
    “ Non so come tu possa pensare di tenerlo nascosto al mondo intero….” Disse finalmente Vera.
    “ Ma io devo, mamma.. devo difendere la mia famiglia e la sua…..” Rispose con una calma che tradiva i suoi movimenti nervosi.
    “ Bill ti ama molto…”
    “ Bill è molto giovane, domani potrebbe innamorarsi di Miley Cirus per quel che mi riguarda…”
    “ O bussare a quella porta con un mazzo di rose ed un anello di fidanzamento per quel che riguarda me invece…” Le fece eco la madre.
    “ Mamma smettila!”
    “ Tu lo ami bambina mia, perché vuoi negare l’ evidenza?”
    “ Perché fa male amare, dannatamente male, soprattutto se sai che non è la persona giusta da avere al tuo fianco!”
    “ L’ hai già ucciso ancor prima di sapere se era una preda da cacciare…”
    “ Io non l’ ho ucciso, ma semmai il contrario! Mi son fatta fregare mamma, per l’ ennesima volta…”
    “ Amare una persona, non è mai una fregatura. Ci saranno brutti momenti che ricorderai con dispiacere, ma avrai di che sorridere quando la tempesta sarà passata…”
    “ Oltre che pittrice sei pure filosofa!”
    “ Ho solo qualche anno più di te Alexandra…”

    La voce di Julia interruppe il loro discorso.
    “ Mamma, nonna, Vale!! C’ è un signore alla porta con tanti fiori!!”
    Vera guardò la figlia scoppiando in una sonora risata:
    “ Non ha aspettato neppure domani!”
    Alex la guardò in cagnesco, mentre si dirigeva verso la porta. Prese i quattro mazzi di fiori tra le braccia e ringraziando il fiorista, dandogli una piccola mancia, li portò sul tavolo di cucina.
    Un mazzo di rose rosse portava il nome di Vale, un’ altro il nome di Alex. Rose bianche per Vera e Julia.
    “ Wow!!” Esclamò la bimba. “ Chi ce li manda?”
    Alex aprì il bigliettino allegato al suo mazzo:

    Rosse come la passione,
    come il sangue che mi scorre nelle vene,
    come quelle lingue di fuoco che ci hanno accarezzato quella notte.
    Ti amo Bill.



    La donna deglutì, cercando di ricacciare indietro le lacrime.
    Bill era un pazzo e lei era pazza di lui.

    Molto più semplicemente Tom aveva scritto:

    “ Mi manchi da morire..”



    Ma per Vale aveva valenza di una dichiarazione di amore eterno. Mise il biglietto in mezzo al suo diario e chiamò Carol.
    “ Ciao Cà, è successa una cosa bellissima!!” Gridò nell’ orecchio dell’ amica.
    “ E’ morta Elena?” Disse con sarcasmo.
    “ Tsk!! Quella serpe non morirà mai purtroppo! Noooooooooo!!! Tom mi ha mandato un mazzo di rose rosse stupende!”
    “ ODDIO! Come ti invidio amò!!”
    “ Sono così felice! Un attimo prima che arrivasse il fiorista mi aveva chiamato lui! Siamo telepatici!!”
    “ Io direi matti! Ma comunque vi invidio lo stesso! Stai studiando italiano?”
    “ Sì ma ora sono fusa e non credo che capirò qualcosa nei prossimi 30 minuti!!”
    “ Vedi di resettarti prima di sera o sennò la prof. domattina ti farà il mazzo!!”
    “ Fortuna che ormai avevo finito! Cà domattina passi tu a prendermi?”
    “ Ja, Vale fatti trovar pronta!!”
    “ Ok, amò a domattina, vado a chiamare il mio amoreeee!!!!!”
    “ E’ andata!” Sorrise Carol, guardando il suo cellulare ormai muto.
    Julia stava ancora girando per casa alla ricerca di un posto adatto per il suo mazzo di rose immacolate.

    “ Alla nostra piccola principessa…”



    Lei ora era veramente così che si sentiva.
    “ Nonnina lo posso mettere sul tavolo in sala?
    “ Certo amore, ora ci metto anche il mio!”

    “A Vera, la donna che tiene legata questa meravigliosa famiglia..”



    “ Ma così li confonderemo!” disse la piccola indecisa.
    “ No July, guarda questo con il fiocco rosa è il tuo e questo con il fiocco verde è il mio. Semplice no?”
    “ Già non ci avevo pensato! Nonna tu trovi sempre una soluzione a tutto!” disse la bimba abbracciandola.

    Alex era nella sua stanza. Aveva messo i fiori al centro del comò, davanti all’ enorme specchio che rifletteva la sua immagine.
    Gli occhi erano gonfi di lacrime. Teneva ancora tra le mani quel biglietto.
    Poche parole che le avevano sconvolto definitivamente l’ esistenza.
    Si soffiò il naso con vigore e accarezzò i petali di quel pegno d’ amore.

    “Amare una persona, non è mai una fregatura….”

    Prese il cellulare, cercò il numero e premette il tasto invio…

    Kommentieren bitte!!
     
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  12. »Just me.
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    CITAZIONE
    Rosse come la passione,
    come il sangue che mi scorre nelle vene,
    come quelle lingue di fuoco che ci hanno accarezzato quella notte.
    Ti amo Bill.

    Come non ripetermi, dicendo che ammiro la persona che descrivete...

    Stupendo, davvero.
    Anche se sono pronta a qualsiasi triste sconvolgimento...
     
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    Stop Babe

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    Questo è solo il nostro Bill...
     
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  14. »Just me.
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    Infatti io ammiro il Bill di questa storia, come ho già detto.
    Per poter affermare lo stesso di quello reale, mi mancano le motivazioni.
     
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  15. »Just me.
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    Come sempre quando dico qualcosa nessuno mi da retta. -.-''
    In ogni caso: Ultimo Up.
    Ci sentiamo presto, non so quando di preciso.
     
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3746 replies since 1/5/2008, 08:29   40644 views
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