7 NIGHTS

FF scritta a 4 mani da billaly & Lela Kaulitz™ [ Reden ]

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  1. always&forever
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    CITAZIONE
    E Glo... Grazie per il commento! Quello che ha più senso di tutti! XDXD

    Ah perchè è uscito un commento sensato?!?!?
    Mi sfugge...
     
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  2. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Muahahaha, si, è uscito un commento sensato!!
    Però non lo quoto perchè non lo trovo più! XD
    Questa è colpa dei vostri commenti insensati! xD U.U
     
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  3. always&forever
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    Tzè!
    Invece di ringraziare.
    Muhahaha.
     
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  4. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Muahahaha, ma me ha ringraziato :cry:
    Mi avete anche fatta ridere!!
    e avete aiutato la mia ispirazione!
     
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  5. always&forever
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    Oddeus.
    Se questi cosi, a malapena definibili commenti, ti hanno ispirata...
    Sparerò cazzate più spesso! ^^
     
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  6. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Brava! XD
    *Me mette gli occhialuzzi da prof e inizia a scrivere! XD
     
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  7. always&forever
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    Ecco: così si fa!
    Buon lavoro Tesora.
     
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  8. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Grazie Tesora!
     
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  9. billaly
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    Tochter!!! Scrivi scrivi!!! così io poi appena riesco, ti mando il mio, quello del sogno, che ho trascritto sulla carta igienica al mare al cesso di notte, di nascosto da mio marito! ma come sono messa!!!
     
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  10. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    Ahahahahahahhahahahahah!!
    Oddio mamy! XD
    Io scrivevo sul cellulare... Poi si è rotto, e ho perso tutto... -.-"
     
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  11. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    ed ecco qui, dopo due settimane di calma piatta, un certo capitoletto! XD

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    CAPITOLO 46:

    “Carol, ti prego muoviti, siamo in ritardo!!” strillò Vale mentre correva diretta a scuola.
    “Ma io non ce la faccio più!!” mugugnò la ragazza, prendendo per mano la migliore amica, con uno sguardo di supplica.
    “E’ inutile che mi guardi così Carol, devi correre, so che puoi farcela! La campanella è suonata da mezz’ora, ed è un miracolo se ci fanno entrare!”
    “Ma non ce la faremo mai, siamo ancora lontanissime!!” Carol si poggiò ad un palo, tentando di riprendere fiato. Le due ragazze avevano perso la circolare che le avrebbe portate a scuola in perfetto orario e così erano state costrette ad andare a piedi.
    “Macchè, è dietro l’angolo!!” disse Vale, trascinando l’amica, per poi riprendere a correre.
    “Maledetta scuola!! Ti odio!!” Carol riprese a correre, seppur stremata. Lo faceva per l’amica, sapendo che se non avesse preso buoni voti nel corso dell’anno la speranza di incontrare Tom si faceva sempre più fievole.
    “E’ lui che ti da il coraggio in quel manicomio, vero?” chiese lei, guardando la bionda correre.
    “Si, e se non ti muovi a te il coraggio di andar a scuola lo daranno le mie manie omicida!!”

    Alex, intanto, aveva accompagnato Julia alla scuola elementare, e tentava di non pensare a Bill. Come sempre, fu impossibile. Alla radio ebbero la felice idea di passare ‘il nuovo singolo della band che sta spopolando fra le adolescenti’, e così, le prime note di der letzte Tag si diffusero nell’abitacolo della macchina di Alex.
    “Stupida radio, cosa vuoi che faccia?!” sbraitò, tentando invano di calmarsi.
    In quel momento, squillo il cellulare, e Alex fu costretta a fermarsi. Spense la radio con sommo sollievo, e rispose: “Pronto, chi è?”
    “Alex, sono Hans, come stai??” Hans Friedrick era il suo agente da molti anni ormai, e insieme erano stati considerati una coppia di lavoratori vincente. Alex sapeva che Hans pensava soprattutto ai soldi che lei gli avrebbe fruttato, ma con il passare del tempo si era convinta di aver ricavato dell’affetto dell’uomo.
    “Ciao, tutto ok! Allora, ci sono novità?”
    “Nulla di eccessivamente grosso, prima di agire vorrei vedere i provini, anche se sono sicura che saranno perfetti! Sei una fotografa fantastica!”
    La donna sorrise appena. “Hans, non c’è bisogno che fai il ruffiano! Ci vediamo a Berlino fra due giorni, va bene?”
    “Perfetto Alex! Farai scintille! Ciao!”
    ‘Vuoi dire che farai soldi a palate’ pensò lei, per poi rispondere: “Ok, ciao!”
    Rientrò in auto, lasciando la radio spenta, e si diresse a casa. “Sono già le dieci!” notò, osservando il grande orologio pisano che stagliava il passare dei minuti.


    La professoressa di greco era intenta a spiegare un difficile passo dell’Iliade di Omero, naturalmente in greco, ma Vale e Carol, entrare a scuola grazie solo alla loro amata segretaria, erano già distratte. Infatti, nessuna delle due si accorse che la professoressa si era avvicinata alle due per farle chissà quale domanda.
    “Allora ragazze, sapete rispondere o avevate qualcosa di meglio da fare che ascoltare la mia interpretazione?”
    Vale e Carol si guardarono impaurite, ma per fortuna la campanella che segnalava il cambio d’ora suonò in quel momento.
    “Ci vediamo domani, ragazze.” La professoressa si allontanò, lasciando il posto davanti al loro banco ad una ragazza snella e alta. “Carol, Vale, buongiorno.” Salutò, usando i loro nomi completi.
    “Ciao Elena, cos’è questa confidenza? Ti hanno estratto il veleno e la lingua biforcuta?” la provocò Carol, già irritata.
    Elena Richetti era considerata la snob della classe, sempre pronta a pugnalare alle spalle anche i suoi genitori, pur di ottenere ciò che voleva. Fin dal primo giorno di liceo aveva dimostrato la sua antipatia per Vale e Carol, prima facendo dispetti, come una bambina di due anni, e poi incanalando l’attenzione dei professori su di lei, così da trascurare la bravura in matematica di Carol, e la capacità di scrittura di Vale.
    Naturalmente sia la professoressa di matematica, che quella di italiano, per i primi tempi avevano dedicato tutti i loro complimenti ad Elena, fin quando, un giorno, lei fece una scenata davanti a tutta la classe, soltanto perché non le avevano messo 10 ad un compito. Da allora, Vale e Carol erano le più ammirate, ed Elena l’invidiosa.
    “Come sei abbronzata Valery, hai fatto una lampada in queste vacanze natalizie?” domandò, velenosa.
    “No tesoro,” rispose lei con ironia, arricciando una ciocca di capelli biondi al dito. “Sono stata alle Maldive, quel posto che tu neanche conosci, dato il tuo scarso quoziente intellettivo.”
    Carol batté una mano sulla gamba di Vale, per appoggiarla, e insieme ricominciarono a parlare, come se Elena non esistesse.
    “Sai, sono sicura che…” Lei, irritata, ricominciò a blaterare, dimostrando tutta la sua acidità. “…che avrai passato tutto il tempo a piangerti addosso per quella sottospecie di trans…Naturalmente, anche se l’avessi incontrato in quel buco tropicale, sono sicura che lui non ti ha degnata di uno sguardo… Tutte quelle bimbe che voi chiamate fan dicono che è un puttaniere.” disse, indicando la foto di Tom che spiccava sul diario della bionda.
    “Elena, sparisci, se non vuoi che ti rompo le gambe.” Sibilò Carol, tirando Vale fuori dal banco proprio mentre la professoressa di religione entrava. “Prof, andiamo in bagno.”
    Vale, una volta fuori dalla classe, si appoggiò alla porta del bagno, respirando rumorosamente. “Ehi, calmati! Lo sai che quella è una troia che spara solo veleno… Non mi sembra che ‘il trans puttaniere’ sia trans, e soprattutto, bastardo come lo immagina lei…” Carol tentò di risollevare l’umore dell’amica, che però, tremava ancora di rabbia.
    “No Carol, non lo è per nulla, ma sono stanca. E’ sempre così… rompipalle! Diamine, non sono mica la pagliaccia di corte!”
    “Certo che non lo sei, le tieni testa perfettamente!”
    Vale guardò l’amica. Due occhi di un simile color cioccolato si scontrarono. E in quel momento si abbracciarono, perché non avevano bisogno di dirsi nulla di speciale, per essere ciò che erano.
    “Chiamalo appena esci da scuola…” suggerì Carol.


    Vera aspettava con Julia nella piccola auto che guidava. “Nonna, quando esce Vale da scuola?”
    “Uhm, più o meno ora, tesoro…” rispose Vera alla nipote, per poi sorridere al suono della campanella che segnalava l’uscita.
    “Posso scendere per andare a prenderla?” domandò la piccola, rivolgendo alla nonna uno sguardo supplichevole.
    “Vai, guarda, è lì…” Un dito affusolato di Vera indicò la figura magra di Vale, la quale camminava con Carol verso la fermata dell’autobus.
    “Vale! Vale!!” Julia corse incontro alla sorella. Ella si meravigliò, nel vederla.
    “July! Che ci fai qui?”
    “E’ venuta la nonna a prendermi…” rispose lei, indicando la macchina. “Oggi andiamo via con lei…”
    Vale prese in braccio la sorella minore, salutando Carol con un bacio sulla guancia. “E perché? Dov’è la mamma?”
    Insieme, le sorelle entrarono in auto, e Vera mise in moto. “Alex è partita… Starà via un paio di giorni…”
    Vale capì all’istante, seguita da Julia. “E’ andata a Berlino??”
    Un cenno del capo dell’anziana signora scatenò una reazione a catena. Vale urlò che doveva portarla con sé, e Julia iniziò a piangere, mentre Vera tentava di consolare entrambe le nipoti.
    Ma, non appena arrivate a casa, sia Vale che Julia corsero nella loro camera.
    Vera sospirò. “Differente età, eppure così uguali… Quelle due sono accomunate da una stessa passione.”

    COMMENTINI GRAZIE! xD
     
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  12. billaly
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    La mia tochter non si smentisce mai!!
    Vale sei la mia scrittrice preferita!!! Te amu!!
     
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  13. always&forever
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    CITAZIONE
    Ci vediamo a Berlino fra due giorni, va bene?”

    Ho capito bene?!?!
     
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  14. Lela Kaulitz™ [ Reden ]
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    :1: Grazie amò! te amo anche io!!

    CITAZIONE
    Ho capito bene?!?!

    ehm.... si... xD
     
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  15. always&forever
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    Ma quindi... cioè... voglio dire...
    Berlino=Germania
    Germania=Tedeschi
    Tedeschi=Kaulitz??
     
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3746 replies since 1/5/2008, 08:29   40644 views
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