TRA FINZIONE E REALTA' 2

“ Ho voglia di scoparti Gaby….” Sussurrò roco baciandole il collo, mentre con le mani le abbassava le bretelle della salopette di jeans a minigonna che lei indossava, per poi togliere la canotta e il reggiseno. Sul suo seno era ancora visibile il morso che lui le aveva dato la sera prima.
“ Quanta roba indossate sempre, voi donne….”
“ Ha parlato quello che porta la maglia della salute anche ad agosto!!” rispose lei ridendo.
Le leccò i capezzoli facendola gemere di piacere.
“ Ehi Tom che ti prende?”
“ Non voglio che abbracci Georg, che guardi Gus, o baci mio fratello…”
“ Sei impazzito?”
“ Voglio far l’ amore con te, subito…”
Si tolse i jeans e le due magliette extra large, rimanendo in boxer. Sulla sua pelle ancora il sudore del concerto misto all’odore del suo profumo.
Le abbassò le mutandine e la baciò sull’ inguine.
“ Gaby il tuo sapore mi fa morire….”
Lei sorrise e lasciò che lui continuasse, facendole provare in piacere immenso.
Sentiva la sua lingua, che conosceva alla perfezione quel corpo, spingersi in terreni inesplorati. La testa pulsava, come il suo ventre….
“ Tom….”
Lui la guardò per poi ricominciare a baciarla. Tolse la salopette e i boxer, ultima barriera al loro amplesso.
“ Vieni….” Le mormorò, un attimo prima che in lei esplodesse il piacere.
Ancora palpitante la condusse verso il letto e la fece sdraiare prona. Si adagiò su di lei, penetrandola con vigore. Gabrielle emise un gemito, ma subito di rilassò, sentendo le mani di lui accarezzarle la schiena e il collo.
Lo sentì in lei come mai prima di allora. Ogni sua spinta era la conferma di quanto lui la volesse.
Gli accarezzò le cosce magre, unica parte a lei accessibile in quel momento.
“ Mi fai impazzire Gabrielle...”
Lei amava il modo in cui pronunciava il suo nome, arrotolando le “ erre” alla francese.
Da sempre la chiamava a quel modo. Un piccolo gioco di quando erano bambini.
La fece girare verso di lui, per baciarle i seni, la bocca, il viso e adagiarsi su quel corpo morbido e perfettamente aderente al suo, un attimo dopo l’ orgasmo.

Baciò piano quella pelle così morbida al tatto.
Benedetta si lasciò cullare dal suo tocco, chiudendo gli occhi, in un languido sospiro.
Le piacevano le sue mani un pò dure e dolcissime allo stesso tempo, quasi timorose di poterle in qualche modo far male.
Indugiò sul suo seno, sull’ addome, sul suo inguine che implorava di esser preso.
Affondare in lei, fu un viaggio fantastico.
Muoversi ritmicamente con lei, una danza sfrenata.