SEI COME LA MIA MOTO

Donne e motori...gioie e dolori per i Kaulitz

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Lassola_stella_del_vespro
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ciao ragazze questa fanfiction l'ho scritta in circa un mesetto, spero vi piaccia, è la prima che scrivo e la vedo un pò come "la mia figliastra"...aspetto i vostri commenti numerosi!

    Cap .1
    Sono ormai un paio di settimane che giro nella Germania del Nord, alla ricerca di qualcosa che mi porti a loro, ogni mattina mi sveglio piena di energia e di ottimismo. So già che saremo soltanto io e lei: la mia moto, la mia compagna di avventure. Noi due alla ricerca di quella che per me è l’isola che non c’è. C’è un’aria frizzantina oggi, questa bellissima giornata di sole è rara da queste parti mi conviene godermi il momento. Salto in sella e parto. Oggi la mia meta è raggiungere un sogno.
    Corro, con in testa i miei pensieri disordinati, scombussolati, sorpasso diverse auto e un riflesso incondizionato mi porta a guardare lo specchietto…Cavolo!!! No, non può essere, non è vero! Un’ Audi Q7 e una Cadillac entrambe nere, man mano diventano piccole alle mie spalle quasi a confondersi con le altre auto. Il mio cuore inizia a battere all’impazzata così lascio un po’ la manopola dell’acceleratore per accertarmi che siano le loro auto. Mentre aspetto che mi raggiungano la mia mente inizia a volare e il mio cuore ha già preso la sua decisione: devo seguirli! Sono anni che li osservo da lontano: giornali, tv, concerti ed internet ma ora ho bisogno di vederli da vicino e per una volta che la buona sorte è dalla mia, non posso rifiutarmi ed ecco qui, arriva la mia coscienza che subito mi dice di lasciar stare,che non è una buona idea e che sarebbe solo un peso e una rottura di scatole la solita fan che irrompe nella loro vita privata. Non resisto, sono combattuta, ma la tentazione è troppo forte, rallento un po’ ma quasi non ce n’è bisogno, erano già alle mie costole… decido di divertirmi un po’ così lungo il tragitto che porta a casa loro gioco un po’ con la manopola dell’acceleratore: do un po’ più di gas poi rallento e vedo le due auto nere altrettanto divertite da questa pseudo-gara, finchè non decido di rimanere dietro, al mio posto. Si. Avevano vinto loro…come sempre.
    Cap. 2
    Dopo qualche chilometro di tira e molla finalmente rallentano, prendono per un viottolo brecciato e il mio cuore sobbalza, di nuovo arriva alla gola e sembra intenzionato a restare li e gonfiarsi nel battere così forte quasi da impedirmi di respirare. Il mio corpo trema sotto la tuta di pelle rossa, è come se sentissi freddo, eppure sento il mio viso ardere dall’emozione. No, non avevano ancora vinto, questa deve essere la mia vittoria, Li sorpasso e mi avvio verso il massiccio cancello: devo vederli in volto prima che entrino e vengano inghiottiti dalla vegetazione che circonda la loro casa, prendo coraggio e gli taglio la strada. I due gemelli affiancano le loro auto e si guardano intensamente attraverso i vetri; si capisce dai loro volti il fastidio di quel gesto spudorato. – sarà il solito cretino che vuole farci un dispetto- così scendono e si avvicinano alla mia Ducati nera. Ed ecco che il mio cuore ricomincia a battere come un tamburo e a gonfiarsi in gola, mi sento svenire chiusa dentro quel casco tanto da doverlo togliere immediatamente con un gesto veloce ed incondizionato. Una pioggia di morbide onde color cioccolato travolge la mia schiena e i loro volti increduli. Con gli occhi sgranati dallo stupore si avvicinano. Il primo a parlare è Tom che già ha un radioso sorriso stampato sulle labbra carnose – Ma come, sei una donna? Oh mio Dio, ma guidi come una pazza! – Bill invece rimane silenzioso, si vede che è turbato dalla situazione ma non vuole ammetterlo così appena ripreso dalla sorpresa ammonisce Tom – Ma dai Tom, hai visto anche tu che alla fine era lei che non riusciva a starci dietro! – Io li fisso, sembra strano, ma la più shockata dei 3 sono proprio io, mi sento una stupida non riesco a parlare, a spiegargli il motivo per cui ero li, che ero solo alla ricerca di quello che stavo vivendo: uno sguardo, un sorriso, una parola e niente di più. Non essendo riuscita a spiccicare parola e così sicura della mia pessima figura mi infilo il casco e provo a riaccendere la moto, non sento nessun rombo, ma soltanto dei piccoli colpetti di tosse scomposti. Ma che succede? Oh no! Maledizione, forse l’ho tirata un po’ troppo…d’altronde quelle strade così dritte e lunghe sono una forte tentazione! Ancora più in imbarazzo e ferita nel mio orgoglio per non riuscire a mettere in moto la mia piccola scendo, sposto la moto da davanti al cancello e faccio cenno ai gemelli che ora possono passare. Non tolgo neanche il casco per non mostrare le lacrime che solcano il mio volto…lo so, sono una maledetta testarda orgogliosissima ragazza, eppure quel poco che ho avuto può bastarmi d’altronde la mia idea era proprio quella di non infastidirli troppo.
    Bill fa per rientrare in auto ed aprire il cancello, Tom invece lo guarda torvo e viene verso me. Ma cosa stavo combinando? E’ tutto così surreale… e Bill così maleducato! - Scusa hai qualche problema a riaccenderla? Magari posso darti una mano… hai una moto fantastica… Ehi! Pronto? Sto parlando con te! – Ritorno al pianeta terra anche se non sono così sicura che quello lo sia. “Ehm mi dispiace, non so cosa gli sia preso, il serbatoio è pieno eppure non vuole ripartire! Non disturbarti per me, ora troverò un garage e proverò ad aggiustare questa fannullona! –
    - Ma ci mancherebbe! Vero Bill? Bill!!! Dove vai? Vieni qui che dobbiamo aiutarla- . Sento una voce mentre si abbassa il finestrino della Q7: - Se non avesse fatto la spiritosa in autostrada ora non si troverebbe in questa situazione…che si arrangi! – Sento un rombo, ma non è quello della mia Ducati… è quello dell’auto di Bill che con aria di sufficienza apre il cancello ed entra nella loro tenuta di campagna. Si sta facendo notte ed io sono qui bloccata dopo aver fatto una grandissima figuraccia con le uniche persone al mondo che venero come Dei in terra. Bene!! Alex sei proprio una grande!!! La voce di Tom irrompe di nuovo tra i miei pensieri: - Non far caso a mio fratello, non accetta mai di perdere le sfide….quando ha visto che l’hai sorpassato e che gli hai tagliato la strada gli sarà andato il sangue al cervello, è proprio uno stupido, una moto come questa non si può far altro che ammirarla! Come hai detto che ti chiami?- Alex, piacere…e tu… non hai bisogno di presentarti con me, sei solamente TOM KAULITZ- Allora Alex, il minimo che io possa fare per questo gioiellino di due ruote è invitarti in casa, e chiamare un meccanico. Dai, accetta la mia proposta, d’altronde si è già fatto notte e non troverai un garage aperto a quest’ora-.
    Ha maledettamente ragione,così, accetto il suo invito a patto che non chiamasse il meccanico che mi sarebbe costato troppo. – Senti Tom, che ne dici se uso il vostro garage ed i vostri attrezzi? Farò in un baleno, così mi defilo e vi lascio in pace! – mmmh come vuoi… è tutto tuo!Queste sono le chiavi del garage che trovi nel retro della casa, nel frattempo avverto mio fratello di ordinare una pizza in più – Oh Tom, no davvero, non dovete scomodarvi, farò subito sarà senz’altro il carburatore un po’ sporco o una candela fuori uso, vai in casa e cena tranquillo, ti lascio le chiavi sotto il tappeto, quando ho fatto basta soltanto che mi apri il cancello per uscire! – Ok fai come vuoi … allora ciao Alex, è stato un piacere….e … la tua moto è uno schianto! – Lo so Tom, la adoro anche io… piacere di averti, anzi di avervi conosciuto…ADDIO.-
    Trascino la moto fino al garage, accendo la luce e …wow! E’ pieno di attrezzi, è più fornito di un’officina meccanica! Chissà che ci fanno i gemelli con tutta questa roba, scommetto che non sanno accendere neanche il fornello del gas in cucina. Però Tom che dolce che è… si è offerto subito di aiutarmi, va beh che l’ha fatto soltanto perché la mia moto è stupenda, però almeno non mi ha trattata con sufficienza come quel montato di suo fratello…Si devo ammetterlo, è un montato! Eppure…che cos’ha che mi intriga così tanto da uccidermi dentro? Scaccio i miei pensieri, ora devo mettermi a lavoro e devo farlo subito sennò tornerò a casa tardissimo.
    Controllo il carburatore ma è ok e le candele sono tutte apposto…ma cosa gli è preso? Si sarà emozionata anche lei? Mah…fatto sta che di questo passo a casa non ci torno neanche per le tre! Mi appoggio un attimo sul banco degli attrezzi a riflettere sul guasto e su quella incredibile giornata, a quelle emozioni così forti e snervanti che mi addormento esausta avvolta dalla mia tuta di pelle rossa che mi isola dal freddo notturno.

    Cap 3.
    Mi sveglio con un raggio di sole che entra dalla finestra e che riscalda piacevolmente la mia guancia…guardo l’orologio e oh mio Dio, sono le nove! Ma quanto ho dormito? Devo aggiustare la mia … la mia MOTO!!! Dov’è la mia moto? Oh no! Me l’hanno rubata! Mi strofino gli occhi pensando sia un brutto scherzo della mia mente, ma non la vedo. Esco di fretta dal garage e trovo Tom a lucidare il mio gioiellino. - Buongiorno, dormito bene? Scommetto che non ti sei nemmeno accorta della coperta che ti ho messo addosso, a giudicare da come sei conciata, oh guarda si è incastrata alla tua tuta! – mi giro e un lungo strascico blu pieno di sassolini era già diventato il gioco di un piccolo gattino grigio che si preparava all’agguato. Mi tolgo di dosso la coperta ancora stupita da tutto ciò e Tom continua – Sai, sono sceso verso mezzanotte ho visto che la luce era ancora accesa così ti ho portato un po’ di pizza, ma dormivi così profondamente che non ho avuto il coraggio di svegliarti – Grazie Tom, sei stato gentile , ma non preoccuparti più per me, ora chiamerò un meccanico così io e la mia moto ci togliamo dalle scatole, abbiamo già dato troppo disturbo a te e a “TUO FRATELLO IL RE DELLA SIMPATIA” . Una forte risata di Tom risuona nell’aria – Sai mio fratello è un po’ così, ha difficoltà ad aprirsi subito con le persone, specialmente con quelle che lo sfidano… è così insicuro che a volte ha paura anche di perdere a tombola… e poi … non devi chiamare nessun meccanico, questo gioiellino l’ho aggiustato io… Ha un ruggito da far tremare…ma come hai fatto a non svegliarti? – bhe Tom,non so veramente che dire, grazie per averla aggiustata… quanto ti devo? – Secondo te io ho bisogno di soldi? L’ Unica cosa che potresti fare per me è portarmi a fare un giro su questa meraviglia! – Beh sono senza parole, ma se ti fa felice, corri a rimediare un casco che andiamo-
    Vedo Tom salire le scale urlando – Bill, Bill, io starò fuori tutta la giornata… Vado a fare un giro in moto con Alex! – Ma Alex chi? – Bill sei proprio un cretino, a volte non ti sopporto, perché non provi ad essere meno acido? Va beh, comunque ci vediamo stasera e ordina tre porzioni al ristorante cinese. Alex è invitata a cena … DA ME! – Eccolo tornare con una tuta larghissima e un casco verde lucertola… A volte è proprio ridicolo… ma è così simpatico e dolce! Possibile che quell’esaltato di suo fratello mi faccia stare così male? Sono pronta, raccolgo i miei capelli e mi infilo il casco. Tom arriva e si siede dietro di me; attraversiamo il viottolo che ci riconduce alla strada principale. – Tieniti Forte!- Ok! – L’abbraccio di Tom diventa serrante,forse ha paura…Ingrano la prima, la seconda, la terza ma non esagero, non ho voglia di torturarlo, in fondo è stato carino con me e non se lo merita. Percorriamo diversi chilometri fino ad arrivare ad una strada che costeggia il freddo Mare del Nord, è una bellissima giornata di primavera e voglio godermi tutti i bei momenti che sto vivendo. Rallento in prossimità di una spiaggia di ciottoli – Facciamo pranzo, che ne dici? Poi guidi tu fino a casa, voglio vedere come te la cavi, ci stai? – Wow! Ci sto, anzi non vedo l’ora! – Ci fermiamo, ci togliamo i caschi e ci sistemiamo, Tom tira fuori dallo zaino una coperta e 2 sacchetti… Ci sediamo, scartiamo il pranzo ed iniziamo ad addentare quei panini dall’odore invitante…Tom mi guarda silenzioso, chissà cosa starà pensando. – Senti Alex…perché quando Bill parla tu non gli rispondi? Cioè lo so che le sue frecciatine non sono simpatiche, ed è proprio per questo che te lo chiedo, perché ti ho vista così orgogliosa nel voler aggiustare da sola la tua moto e nel tuo atteggiamento sulla strada. Mi sembra strano che tu rimanga basita di fronte alle sue porovocazioni, perché è di questo che si tratta…le sue sono soltanto delle inutili e stupide provocazioni- Lo so Tom, lo so , quelle provocazioni però a me fanno male perché vedi … Bill… - Tom mi fissa mentre il mio sguardo scurisce - … Bill mi disarma. – e poi mi uccide avrei voluto aggiungere. A quelle parole Tom si avvicina, una folata di brezza porta con se il suo profumo dolce e fresco allo stesso tempo, guardandomi mi bacia la fronte, poi la guancia, poi il naso – Bill è uno stupido-. Il mio cuore scoppia ,temo che lui possa sentirlo urlare così forte, sento il rossore bruciare ed invadere le mie guance. Delle labbra umide e morbidissime impossessarsi dolcemente della mia bocca. La mia testa inzia a girare…si Tom…Bill mi disarma…tanto quanto te. L’aria frizzante di una calda giornata di Aprile porta con se una passione inaspettata e travolgente Tom è davvero un Uomo, mi stupisce di minuto in minuto, ha quel modo di fare così sicuro e seducente che poco si addice ad un ventenne. Ci guardiamo intensamente negli occhi e lui inizia a giocare con il piercing al labbro inferiore .. Dio quanto mi fa impazzire! Dev’essersi accorto di quanto io sia turbata da quello che stava accadendo, cosi mi slaccia delicatamente la camicia e poggia prima la mano sul mio petto quasi volesse sentire se effettivamente il mio cuore stava battendo così forte,poi…per accertarsene avvicina la testa e poggia l’orecchio,sorride, forse ha trovato il tempo per una nuova canzone. Le nostre carezze dolci si trasformano in veri e puri momenti di passione, forte, indimenticabile,travolgente, non avrei mai immaginato di fare l’amore con TOM KAULITZ e soprattutto che sia così meravigliosamente perfetto. La giornata passa in fretta, io rientro nella mia aderente tuta rossa, ma la mia testa sta scoppiando, mi sento come se fossi stata travolta da un tir. I pensieri mi tormentano, mi attanagliano. E’ stato tutto così meraviglioso, ma perché la mia anima sta correndo lontano qualche chilometro indietro? Perché il mio cuore è legato da un filo sottile che mi riporta da Bill? Tom si accorge della mia momentanea “assenza” ,forse ha già capito tutto. – Alex senti, è stato stupendo,lo sai, ma ti vedo così turbata che spero non ti sia pentita di quello che è successo. Ti si legge nello sguardo che hai altro per la testa, non devi giustificarti con me. Io sono qui, per te se lo vuoi, ma non voglio metterti ulteriormente in difficoltà,non dirò niente a Bill.- Ci sono cose che a volte non vanno confidate nemmeno a un gemello. – Oh Tom, Bill non c’entra nulla è che … sai… - Alex, anche se non mi dici la verità si vede lontano un chilometro che sei pazza di mio fratello. Solo uno come lui può non accorgersi di questo.-
    Cap. 4
    Silenziosamente ci prepariamo per rimetterci in marcia, stavolta verso casa Kaulitz. Ripercorriamo la strada che costeggia il mare, ma questa volta sono io ad abbracciare il forte torace di Tom. Mi sento al sicuro, è proprio un bravo ragazzo… il sole tramonta sul mare del nord ed io sono sempre più incredula e confusa. Con tutti quei pensieri in testa il tempo sembra volare ed ecco già percorso il lungo tragitto. Siamo arrivati. La luce della mansarda è accesa e un batticuore fortissimo invade il mio petto. Devo stare calma, d’altronde Bill non mi considera affatto, a cosa servono queste mie preoccupazioni e smanie? Scendiamo dalla moto, ci sistemiamo ed entriamo in casa. Porto con me il mio zainetto che da mesi mi accompagna in questa avventura, ho proprio bisogno di darmi una rinfrescata…soprattutto alle idee. La cucina è vuota, apparecchiata per tre e vicino ogni piatto c’è già una scatola ricoperta di ideogrammi. Tom mi fa strada, mi accompagna nella stanza “degli ospiti” e mi lascia sola per un po’ dicendomi di rilassarmi e di fare come a casa mia, e che la vasca era già pronta. Il bagno è grande e molto luminoso…ne approfitto , ho proprio bisogno di distrarmi e di sciogliermi un po’. Dopo un bagno caldo e rilassante decido di affrontare quella cena così insolita, indosso la cosa più carina che ho, cioè dei pantaloni sportivi, la mia felpa preferita e un paio di scarpe da tennis… La mia borsa è già pronta sul letto, non ho intenzione di dare ulteriore fastidio ai gemelli, appena finito di cenare, sono sicura me ne andrò e non tornerò mai più. Torno in cucina che è ancora vuota, decisa a studiare un po’ “l’habitat” dei gemelli, i quadri che hanno, i libri che leggono, la musica che ascoltano, ogni oggetto,ogni foto mi stupisce, sono così diversi da come si presentano al grande pubblico, che non mi sento proprio a casa dei fratelli Kaulitz, sembra di essere a casa di un qualsiasi ragazzo ventenne, ma molto più curata dei soliti appartamenti di universitari, non è decisamente una casa “standard”. Mentre mi guardo intorno sento un rumore, ed eccolo apparire: con il gomito apre la porta mentre “abbraccia” un’enorme quantità di bottiglie, riesco solo a vedere qualche etichetta di birra, coca cola e vino…Tutta quella roba basterebbe per 15 persone! Vorrei andargli incontro ed aiutarlo, ma sono completamente paralizzata finchè non è lui a parlarmi per primo – Hei allora! Vuoi aiutarmi o aspetti che mi cadano tutte sul pavimento? Non riesco a rispondergli perché il mio cuore si è di nuovo posizionato al centro della gola e batte così forte da farmi fischiare le orecchie. Mi avvicino e prendo qualche bottiglia dalle sue braccia. Quella vicinanza mi turba, e poi…è così alto da vicino che mi sento come Pollicino vicino all’orco. Arriva Tom e ci sistemiamo a tavola. Un silenzio imbarazzante cala come un muro di cemento, ma è Tom a spezzare la tensione – Bill, lei è Alex, la ragazza della Ducati, sai oggi abbiamo fatto una bella passeggiata ed è stata così gentile da lasciarmi guidare quel gioiellino al ritorno…dovresti sentire che rombo che ha!- Ah…piacere Alex, spero che Tom non ti abbia importunato troppo oggi, sai a volte non sa proprio trattenersi di fronte….a moto…e fans – Non capisco il perché di tutte queste frecciatine e di questo tono, forse è scocciato dalla mia presenza, ma non resisto, gli rispondo – No, guarda al contrario è stato molto gentile, a differenza di tanta altra gente.- Fortunatamente il discorso cade lì, ed io inizio ad ascoltare Bill e Tom che parlano del più e del meno, il mio sguardo rimbalza come una pallina da ping-pong tra i due gemelli che si guardano intensamente. Speriamo che Bill non capisca cosa è successo oggi pomeriggio,altrimenti cosa penserebbe di me? Che sono facile,che sono una tra le tante, anche se io non mi sento affatto una tra le tante. Forse per l’imbarazzo inizio a bere un po’, il caldo che sentivo e la gola secca iniziavano a tradirmi e a procurarmi una sete insaziabile. La cena passa velocemente tra i racconti dei gemelli e qualche domanda irrilevante che mi porgono, forse per rendermi partecipe, o forse per pura e semplice curiosità. Squilla il telefono di Tom che risponde e la sua espressione diventa preoccupata: - Si, si Georg, arrivo subito. E’ Georg dice che Gustav è bloccato a Francoforte , gli aeroporti sono chiusi a causa neve e non riapriranno nei prossimi 2 giorni. Io e Georg dobbiamo andare a prenderlo perché domani pomeriggio abbiamo la registrazione di un nuovo pezzo, tu Bill resta qui dato che registrerai in mattinata, non vorrei che restassimo tutti bloccati in autostrada.- Ok resterò qui. Tom mi lancia uno sguardo e con il suo sorriso dolcissimo mi dice: - Alex, se vuoi restare , fai come se fossi a casa tua, sei la benvenuta e vorrei salutarti meglio, non sparire così, aspetta almeno che io torni! Allora ciao…ciao Bill!-
    Cap. 5
    Sento Tom tornare dalla sua camera, chiudere il portone e partire con la sua Cadillac. Dopo qualche minuto di silenzio, prendo coraggio e gli rivolgo parola: - Bill senti, scusami se in questi giorni ti ho disturbato, credimi non era mia intenzione. Io volevo soltanto vedervi e scomparire, infatti ora ti aiuto a sistemare la cucina poi me ne vado, Tom me lo saluterai tu. – Tranquilla, non preoccuparti, sono abituato alle fans davanti casa, solo che Tom non ne aveva mai fatta entrare una. Dovresti ringraziare la tua moto, quello quando vede una Ducati va nel pallone e non ci capisce più nulla-. Ferita e umiliata da quelle parole quel poco di alcool inizia a farmi effetto , faccio per alzarmi e ribatto: - No Bill, io non devo ringraziare nessuno, io non sono una tra tante, vi ho sempre seguito con passione e dedizione che forse non meriti. E se non ti bastano le mie scuse allora….- vuoto. Forse il caldo, forse l’alcool mi sento mancare , sento il vuoto soffocarmi addosso, ma cosa sta succedendo? Mi sveglio dopo qualche istante avvolta in un divano di velluto grigio e da una coperta morbidissima. E’ stupendo , sembra una visione. Il viso di Bill davanti a me che mi fa aria con un giornale, è la più bella cosa che io abbia mai visto. I suoi occhi scuri e caldi mi scavano nel profondo. Sento l’aria fresca dallo sventolio di un giornale, Bill mi sta sventolando uno dei tanti Bravo che erano sparsi sul tavolino del soggiorno, ma non è soltanto aria, quello che mi arriva è un fresco profumo, il più dolce e fresco allo stesso tempo che io abbia mai sentito, è inebriante, e sono sicura, non lo è soltanto perché mi ha fatto rinsavire. – Alex come stai? Ti sei un po’ scaldata e… mentre provavi ad andartene la tua caviglia si è incastrata tra sedia e tavolino….ed hai fatto una bella botta per terra. Sinceramente è stato molto divertente, ma lo è stato molto meno l’idea di avere un cadavere in casa, hai fatto tutto da sola,guarda qui che bernoccolo che hai in fronte, vado a prenderti del ghiaccio- No, Bill, non scomodarti ulteriormente per me ora mi alzo e … Ahiiiii non riesco ad alzarmi maledizione, devo essermi storta la caviglia – Alex la tua caviglia è gonfissima, non crederai davvero di riuscire a camminare in queste condizioni? – Lo credevo….e lo volevo, anzi lo vorrei tanto, desidero scappare da questa casa che non mi porta altro che delusioni, ed io sono soltanto un peso. Eccolo tornare con in mano la borsa del ghiaccio e nell’altra il cordless. –Ho appena chiamato il medico, perché se alla tua testa basta un po’ di ghiaccio, non sarà così per la tua caviglia,sta arrivando-. Ecco ci mancava solo il dottore dei Kaulitz e abbiamo fatto l’unplein! Passa qualche minuto ed ecco arrivare il dottore. –Buonasera dottor Ulrike, può dare un’occhiata alla caviglia di questa ragazza temeraria che litiga con sedie e tavolini? Gli lancio un’occhiataccia, ha proprio voglia di sfottermi il ragazzo, ma forse non mi conosce bene. – Uh signorina, questa caviglia ha subito una distorsione abbastanza traumatica quindi, dovrà restare immobile per circa 4-5 giorni, intanto gliela stecco.Ma in quale situazione del cavolo mi sono ficcata? Ora come faccio a tornare a casa? Di sicuro non resto qui, già quel viziato mi ha fatto sentire di troppo in soli 2 giorni, figuriamoci se resto qui per una settimana! No. E’ troppo devo trovare il modo per andarmene al più presto possibile. Nel frattempo sento dalla cucina le voci di Bill e del dottore mescolarsi, forse stanno discutendo di me o forse di altre questioni in sospeso, poi li sento camminare ed aprire la porta, Bill lo saluta ed io non ho tempo. Devo andarmene e devo farlo ora. Mi alzo a fatica, il dolore alla civiglia è lancinante ma la mia forza di volontà mi conduce in camera da letto, prendo il mio zaino e senza fare rumore mi avvio verso le scale che danno sul retro, d’altronde le case dei personaggi famosi hanno tutte l’uscita sul retro da utilizzare in caso di necessità. Era il mio caso. Respiro profondamente, sono fuori. Lo sbalzo di temperatura è fortissimo, sento l’aria ghiacciare nei miei polmoni e la caviglia pulsare e ad un tratto è di nuovo buio e freddo.

    Cap. 6
    Passano secondi,forse minuti o forse ore, delle braccia calde mi stringono forte , sono sottili, ma calde e forti, e a posto dell’aria gelida i miei polmoni si riempiono di un caldo profumo dolciastro. Pian piano rinsavisco il mio sguardo è annebbiato, ma riesco a distinguere la chioma corvina muoversi ad ogni passo e la porta della camera. Mi posa sul letto poi accende la piccola abat-jour del comodino. Di nuovo Bill. Pensavo che non l’avrei rivisto mai più, che non avrei mai più incrociato il suo sguardo ostile. Questa volta però non sono gli occhi dell’orgoglio. Sono gli occhi castani di un ragazzo preoccupato,sono gli occhi profondi che mi stanno scavando nell’anima. Ancora intontita e incredula di quello sguardo così dolce da invadere il mio corpo lo sento avvicinarsi a me ed abbracciarmi. Un abbraccio forte, ma allo stesso tempo dolce per paura di farmi ancora del male. Credo di sentirmi male, tutti quei brividi che mi scorrevano lungo la schiena non possono essere soltanto la reazione del mio corpo alla caduta. E’ qualcosa di più. Restiamo in silenzio,finchè Bill non scioglie piano il suo abbraccio e mi fissa intensamente: -Alex, cosa ti è saltato in mente? Hai sentito il dottore? Devi riposare per una settimana! E poi…se non ti avessi trovata…se saresti scappata in moto…e ti sarebbe successo qualcosa, Io…Io non me lo sarei mai perdonato. E non è soltanto il senso di colpa a parlare. Non avere più traccia di te, non avere il modo di contattarti, sarebbe stato orribile. Ho paura Alex. Il suo sguardo fisso su di me ed io,sono già estasiata dal suono della sua voce e dalla dolcezza del suo abbraccio. Non riesco a parlare, l’unica cosa che faccio è accarezzargli il viso. La sua pelle così morbida e liscia, come una porcellana pregiata. Quel tocco mi provoca un fremito e mi accorgo che anche lui è sorpreso da quel gesto. Lo vedo alzarsi piano, è cosi alto…così irraggiungibile. Con la grazia e l’eleganza di un grosso felino inizia a togliersi il morbido maglioncino nero e i jeans griffati. Poi si avvicina a me. E’ il mio turno. La mia testa è in tilt, il mio corpo non risponde a nessun comando, perché il mio cervello non riesce più a mandarne. Mi toglie la mia felpa e la tuta. Dalla nuca partono dei brividi simili a scariche elettriche che attraversano completamente la spina dorsale. L’Angelo profano si accorge dei fremiti e dolcemente mi abbraccia e mi avvolge con il suo calore. Ci infiliamo insieme sotto le coperte abbracciati, mi sento trasportare da un vortice di folle felicità. Lo sento tremare, e senza pensare gli chiedo: -Perché? -Alex l’effetto che hai su di me è devastante. Fin dal primo momento in cui ho visto piovere dal casco le onde impetuose dei tuoi capelli e posarsi sulla tua schiena, io non ho capito più nulla. Ho inizialmente cercato di odiarti, invano. Poi ho provato a trattarti con indifferenza. Niente. Nulla ha funzionato. La tua immagine mi martellava giorno e notte, agli studi di registrazione, sotto la doccia, in auto, dappertutto. Non voglio rovinare la tua vita, non voglio renderti schiava di quello che era un sogno per te, io lo so. Diventerà una tortura, ti sentirai abbandonata, tradita, lasciata in disparte. E finirà. Ed ho paura, ho paura di quando finirà, ho paura di me stesso perché diventerò pazzo. Non è giusto renderti subordinata alla mia vita, Alex. Ti ho conosciuta come uno spirito libero, testarda, fiera, sognatrice. Non voglio rovinarti tutto. Io…non posso permettermi di renderti triste….
    A quelle parole il mio cuore stava già battendo sordi tonfi nel mio petto. -Bill per favore…ti supplico…ma cosa stai blaterando? Guarda che quella che ha battuto la testa sono io (cerco di sdrammatizzare). Ti giuro che non stai rovinando niente, anzi! Stai solo correndo con la fantasia. Rilassati. Per una volta ho bisogno di godermi il momento, ho bisogno di non pensare e di lasciarmi trasportare dal mio cuore. E credo ne abbia bisogno anche tu. – Ci guardiamo in silenzio, abbiamo bisogno entrambi della stessa cosa. Ho bisogno di sentirlo, di averlo. E anche lui, si lui ha bisogno di me. Le nostre mani si intrecciano e i nostri sguardi si fondono. Riesco a vederlo,riesco a guardare la sua anima stupenda in un corpo d’angelo. Le nostre labbra si toccano piano e poi si schiudono. La sua lingua curiosa e timida si intrufola nella mia bocca avara del suo sapore. Ad un tratto quella rock-star lontana e irraggiungibile mi sembra l’essere più bello e fragile che sia mai stato creato. Un diamante nero purissimo, era lui, la mia “stella d’africa” da 3000 carati. Il modo in cui mi guarda mi rende inerme ad ogni tentativo di essere lucida, ma mi da un’adrenalina che non ho mai avuto nella mia vita. Il sangue scorre veloce e caldo dentro le ,mie vene e sento persino il mio cuore mentre lo pompa energicamente. Le nostre mani scorrono lente e delicate sui nostri corpi accarezzandoci e stringendoci, sento il suo cuore battere forte …lo sento ora, rimbombare dentro di me, nel mio petto all’unisono col mio. Non ho mai provato un’emozione tanto forte e bella allo stesso tempo. Se questo è un sogno non voglio svegliarmi,voglio restare incatenata a lui per tutta la vita.
    Cap. 7
    Quando si soffre d’insonnia, sembra che la notte non passi mai, quando si vive l’amore, la notte scorre veloce, le lancette corrono sull’orologio e sfidano il buio silenzioso. Sono così agitata che non riesco a prendere sonno, sono così inebriata dal suo profumo che ho paura che chiudendo gli occhi solo per un istante possa sparire e rivelarsi tutto un bellissimo sogno. Passano le ore, inizio a sentire la stanchezza e le mie palpebre cedono proprio quando il nero inizia a diventare violaceo, e poi bluette. Cado in un sonno leggero ma che non mi impedisce di rivivere nell’inconscio la passione di quella notte. Il suo sguardo mi è rimasto dentro e non riesco a togliermelo dalla testa neanche in sonno. Passa forse qualche ora, un delizioso profumo zuccherato proviene dalla cucina e una soave voce inizia ad intonare le note di “Hilf Mir Fliegen” - Komm und hilf mir fliegen Leih mir deine Flügel Ich tausch sie gegen die Welt Gegen alles, was mich hält Ich tausch sie heute Nacht Gegen alles, was ich hab” – La sua voce così allegra, e quelle parole per me sono come la più bella dichiarazione d’amore che una ragazza possa ricevere. Già da appena sveglia si preannunciava per me un grandioso giorno! Pian piano mi alzo trascinandomi verso il bagno, mi faccio una doccia veloce e calda, ed appena esco zoppicando, trovo il mio “diamante” con un enorme asciugamano aperto pronto ad accogliermi. Mi stringe forte a se, mi asciuga e mi bacia sulle labbra. Sento il suo calore che mi scende fino al cuore, poi mi tira su e mi riporta in camera. Un bellissimo vassoio pieno di ogni ben di Dio era poggiato sul comodino,ma non ci facciamo tanto caso. Stamattina trovo un Bill tutt’altro che impacciato. Si fa strada con le sue mani calde dentro all’asciugamano come un bimbo che pesca avido nel cappello di un mago. Quella magia era così strabiliante da togliere il fiato. La nostra unione così perfetta, così in sintonia mi stupiva di secondo in secondo, di minuto in minuto. Sembra che le sue mani conoscano il mio corpo meglio di quanto lo conosca io, decido di stupirlo un po’ con i miei baci e le mie carezze, anche in confusione la mia passione sale e ci travolge entrambi. Dopo il “bel risveglio” ci mettiamo comodi e facciamo colazione. Non so cosa dirgli, sono così felice ma allo stesso tempo confusa, che ci guardiamo a lungo sorridendo, e mangiamo silenziosamente. Non riesco a parlare, lui mi guarda con i suoi occhi scuri e lucidi…forse per la levataccia mattutina o forse per l’emozione…chi lo sa! Finito di fare colazione Bill riporta il vassoio in cucina poi si veste e si prepara per andare allo studio di registrazione. Io intanto mi preparo ad una lunga,triste, mattinata in solitaria. A mia sorpresa esce senza dire nulla, ma poi ritorna in camera con un mucchio di riviste, la playstation (ovviamente la collega al grande schermo lcd di fronte al letto), giochi, i-pod e varie cose per passare il tempo più in fretta. Si avvicina, mi bacia dolcemente e mi sussurra:- Alex, io vado a registrare, ti lascio qui delle cose finchè sono in studio. Tornerò nel pomeriggio, fai come fossi a casa tua. Mi raccomando non scappare, non voglio trovarti di nuovo sullo zerbino inerme ;-) A dopo. – Bill senti…grazie per farmi restare qui in casa. E … non me ne andrò. –
    Il rumore dei suoi passi e della sua macchina che se ne và mi lascia un vuoto che non avevo mai provato, neanche quando mi sentivo sola dopo che i miei se n’erano andati lasciandomi abbandonata in una grande città. Mentre faccio zapping per cercare qualcosa di interessante da vedere, cadono dal comodino 2 riviste di gossip lasciando sul pavimento in parquet una busta argentata. Non voglio aprirla ma quel ragazzo ha creato in me una dipendenza così forte che non posso farne a meno. La grafia è molto bella e delicata, leggo la firma . Bill. I miei occhi iniziano a scorrere tra quelle righe, lottando tra la curiosità e il senso di colpa della privacy che gli stavo togliendo.
    Cap. 8
    30 Mar. 09
    Cara Ingrid,
    lo so, è un modo stupido per iniziare una lettera, ma credimi le cose che sto per dirti sono così importanti che l’inizio non conta. Tesoro, mi manchi da impazzire, purtroppo la notorietà ci ha allontanati, come già sai non posso rivelare ai miei fans fatti importanti della mia vita privata, perché ridurrebbe molto il loro interesse nei miei confronti, ma ciò non mi importerebbe molto se non fosse che ridurrebbe il loro interesse anche nei confronti di tutto il gruppo per cui io mi sento responsabile. Ancora non riesco a credere che tu abbia pensato che non ti amassi. Ingrid ti prego, almeno rispondimi al telefono, così ne parliamo, ho bisogno di chiarire con te, ho bisogno di dirti che il mio amore per te non è mai finito e non finirà. Non c’è nessuno al mondo che conti quanto te nella mia vita se non Tom. Ti prego dammi l’opportunità di continuare la nostra storia, lasciando fuori il gruppo. Purtroppo è essenziale che tu accetti la mia condizione di non rivelare nulla sulla mia vita privata, è un grande sacrificio che se facciamo in due ci porterà prima o poi a stare insieme alla luce del sole. Ti supplico Ingrid, dammi un’altra possibilità,
    Ti amo
    Bill

    I miei occhi si rifiutano di leggere quelle parole, il mio cuore si rifiuta di credere che quelle parole vengano da Bill , non avrei avuto alcun sussulto se quella lettera riportasse un’altra data. Quella lettera era stata scritta quella stessa mattina. Nessuno era in casa, non poteva averla scritta Tom o David… Era una lettera uscita fuori dal pugno di Bill mentre io ero a fare la doccia o forse a sognare di non svegliarmi. Forse era meglio non mi fossi svegliata in quel letto , forse era meglio credere che quello che era successo tra noi era soltanto frutto della mia fervida immaginazione. Invece no, è tutto vero. Mi sento così umiliata che dai miei occhi iniziano a sfociare lacrime salate.
    Devo andarmene, devo fuggire da quella casa, da quella situazione,che scema sono stata, se avessi seguito il mio sesto senso fin dall’inizio, se me ne fossi andata, avrei soltanto subito l’umiliazione della moto che non partiva, ed ora invece? In che situazione mi trovo? Bill la stella nascente del pop-rock internazionale mi ha usato come usa e getta un semplice oggetto senza valore. Che stupida sono. Non riesco a fermare le mie lacrime che scendono copiose sul mio volto e bagnano i miei capelli e le lenzuola. La porta di casa si apre, provo terrore e disgusto al solo pensiero che la alta sagoma leonina apparirà tra poco alla mia vista. Infilo la busta argentea tra le pagine del giornale dove l’avevo trovata. Forse Bill è tornato proprio per questo, per prenderla e portarla dalla sua Ingrid.

    Cap. 9
    Provo a ricompormi nel letto anche se gli occhi gonfi e i capelli bagnati, sicuramente mi tradiranno. La porta della camera si apre mentre una voce alquanto allegra esordisce: - Bill cosa fai in camera degli ospiti? Non dovresti essere allo studio? Non avrai fatto tardi st… Alex! Ma cosa ci fai qui? Pensavo te ne fossi andata ieri sera! Non sai che avventura è stata andare a Francoforte con quel maltempo….ma…ti vedo malconcia che ti succede? – Ciao Tom…no niente, tranquillo, ieri sera sono caduta e mi sono slogata una caviglia e… ho rimediato questo bernoccolo in testa… Però ora devo andarmene, davvero, ho bisogno di prendere la mia moto… - Alex no dai! Ma dove vai che non riesci neanche a salirci sopra….e poi…dato che sei ancora qui…ho una sorpresa per te! . Una figura slanciata appare alle sue spalle. Il blu elettrico della tuta aderente fa spiccare ancora di più le sue curve al punto giusto e i suoi lunghi capelli biondi e lisci fanno da cornice a degli occhi azzurri come l’acquamarina. Ha sul volto roseo un simpatico sorriso stampato che la rende ancora più autentica. – Lei è Hilde. Ci siamo conosciuti in strada, mentre tornavamo da Francoforte l’ho vista in difficoltà, la sua moto è rotta, ora è dal nostro meccanico…quindi è nostra ospite. – Sento lo sguardo di Hilde che mi scava, e mi sento un po’ in imbarazzo. Quella ragazza dagli occhi chiari e sinceri stava viaggiando sulla mia stessa lunghezza d’onda e sembrava spaventosamente che avesse già capito la situazione. – Tom, credo che la tua amica Alex sia stanca, si è fatta male e ha proprio bisogno di riposare. Che ne dici se intanto segui Bill allo studio mentre io e lei restiamo qui a parlare di moto?. Lo sguardo di Tom si rasserenò, pensò subito che per lui non sarebbe stato facile capire il mio stato d’animo improvviso quindi molto meglio lasciarci pensare un’altra ragazza, d’altronde si sa…non è facile capire le donne! Si alzò con fare convinto , ci salutò e si avviò verso lo studio dove stava registrando suo fratello.
    –Ciao Hilde, piacere io sono Alex . Ehm…scusa lo stato in cui mi trovi ma purtroppo non riesco ad alzarmi…allora che moto hai? – Ho una ducati 848 bianca… durante il tragitto per arrivare fin qui Tom mi ha raccontato di te…che anche tu hai una moto e come me hai avuto un guasto…tu che moto hai? – Anche io ho una 848 ma è nera… Abbiamo molto in comune! – dico tristemente guardando i suoi occhi azzurri che sembravano capissero fino in fondo il mio stato d’animo. Non mi era mai capitato di trovare una sintonia così forte con una ragazza. Sono sicura che di lei potrò fidarmi, anzi già mi fido. – Si Alex abbiamo molto in comune. Posso farti una domanda? Cosa ti è successo? So che non ti conosco, magari non ti va di parlarne, però percepisco che non sei serena e se posso fare qualcosa per aiutarti…sai com’è la fratellanza tra motocicliste è un sentimento che va rispettato! – Hilde vedi…non so come mai, non riesco mai a fidarmi di nessuno, sarà che sono molto testarda ed istintiva che faccio sempre di testa mia…però…con te sento che posso raccontarti…anzi … ti prego devi aiutarmi.- Mentre Hilde mi fissa io le racconto tutta la storia da quando ho iniziato questo strano viaggio, fino ad allora. Anche lei è in viaggio da sola, ama come me questi 4 ragazzi alla follia, ma mai avrebbe pensato di vederli un giorno dal vivo, forse per lei è tutto stato un puro colpo di fortuna, proprio come dovrebbe essere. Dopo il mio racconto delle ultime ore però, si rabbuia,forse è una delusione anche per lei questo comportamento.- Hilde, ora devo chiederti un favore. Devi aiutarmi. Portami da qualche parte in Germania o anche in Giappone se servisse. Non voglio stare qui un minuto di più ti prego. Ogni secondo che passo in questa casa per me è un’umiliazione alla mia persona, se continuo così divento pazza. Non so cosa mi stia prendendo, sono sempre così forte ed invece sono maledettamente a pezzi…- tornano i singhiozzi e la grafia perfetta e crudele di Bill mi passa davanti con dei flash che mi attanagliano la mente. –Alex, ti capisco. Anche se a volte è meglio chiarire, farò quel che mi chiedi d’altronde non riesco a vederti in questo stato. La tua moto è ancora in garage? – Si. – Prepara la tua borsa, ora ti aiuto a vestirti , mi raccomando metti un paio di felpe sotto la tuta. – Hilde …ti chiedo di promettermi una cosa. – Come vuoi Alex – Non dire nulla a Bill sul posto dove mi trovo. Anche se non lo chiederà mai, ha fatto di tutto per togliermi di mezzo, forse è questo quello che voleva, togliermi di mezzo. – Te lo prometto.

    Cap. 10
    Mi stringo forte ad Hilde, non sono abituata a stare da passeggera sulla mia moto. Siamo partite poco fa, dopo aver preso degli antidolorifici per la mia caviglia ed ancora non so dove siamo dirette. Il cielo grigio e le nuvole nere cariche di pioggia preannunciano un temporale a breve. La strada corre veloce sotto di noi, Hilde ha una guida fluida che mi permette da estraniarmi e rilassarmi un po’. I miei pensieri volano alle ultime ore vissute, le nostre carezze, i nostri sguardi così intensi , come può essere tutto falso? E quella lettera, lasciata così per caso o forse messa li apposta sembra così assurda. Eppure era tutto vero. L’unica cosa positiva che ho trovato in casa Kaulitz oltre ad un Tom adorabile è Hilde. E’ così sveglia e dolce! Ci capiamo al volo, e mi sta aiutando, nonostante non mi sia dovuto. I miei pensieri vengono interrotti da Hilde che con voce traquilla mi dice: - Alex, siamo arrivate, questo è il mio appartamento per le vacanze, puoi restare qui quanto vuoi, riprenditi in tranquillità. – Grazie Hilde, ti lascio la mia moto così potrai usarla in assenza della tua…Poi quando tutto sarà apposto ci rincontreremo per ridarci le rispettive chiavi di casa-moto. Ma … non ho fatto molto caso al tragitto…dove siamo? – Siamo a Wittenberge tra Amburgo e Berlino. Spero ti piaccia, è una città molto tranquilla, avrai modo di rilassarti…dopo questa brutta avventura-. Hilde mi mostra l’appartamento, è piccolino, ma bene arredato, c’è tutto il necessario. Ceniamo insieme poi lascio andare Hilde dopo esserci abbracciate a lungo: - Hilde grazie davvero, e mi raccomando…non fare parola con Bill su dove mi trovo, sono sicura che non mi cercherà , ma se dovesse farlo, ti prego non dirglielo, mi sento a pezzi, frantumata , umiliata. Non riuscirei ad avere un altro confronto con lui. – Non preoccuparti Alex, farò di tutto per non creare problemi al tuo stato d’animo. Stai tranquilla, ci vediamo presto. - Dopo un lungo sguardo fraterno si infila il casco e riparte: destinazione casa Kaulitz. La stanchezza si fa sentire subito e dopo una doccia calda mi butto sul letto pensierosa. Di nuovo le lacrime solcano il mio viso, ma non ho intenzione di soffrire a lungo per quel maleducato ed esaltato. Questa volta giuro, smetterò di seguirli, anche se a malincuore per la loro musica e gli altri componenti della band molto carini. Per me i Tokio Hotel non esistono più. E con questa frase che riecheggia nella mia mente Morfeo mi avvolge dolcemente tra le sue braccia e mi culla in un sonno profondo e disperatissimo. Mi sveglio , è già mattina, ho voglia di scoprire Wittenberge, ma questa maledetta caviglia mi impedirà in casa ancora per altri 3 giorni. Annoiata preparo un cappuccino e accendo la tv. Non ho fame, così con la mia tazzona stracolma mi rimetto a letto in attesa che in tv ci sia qualcosa di decente da guardare. Sento la sua voce, ormai credo di essere pazza, immagino che lui mi canti una canzone con la sua voce calda e sensuale, eh si sono proprio alla frutta. Alzo la testa e al notiziario bello come il sole c’è lui. L’intervista è recente, è appena uscito dallo studio di registrazione e sta rivelando al mondo intero l’imminente partenza per gli Stati Uniti. I Tokio Hotel faranno un tour di 3 mesi in america dove toccheranno le principali città con concerti , signin session ed eventi radiofonici. Il mio cuore inizia a trottare come un cavallo imbizzarrito, i miei occhi tentano di ricacciare indietro le lacrime che ormai sono diventate indomabili. Continuo a ripetere a me stessa di controllarmi che questo è un colpo di fortuna, che la lontananza non farà altro che farmi dimenticare questa brutta avventura, ma il mio cuore no, non lo vuole accettare. Sa che non sarà in grado di restargli lontano così a lungo, che ha bisogno di vederlo,toccarlo,sentirlo come un paio di notti prima. Stanno già iniziando delle brutte crisi d’astinenza. Delle maledette crisi da Kaulitz-astinenza.

    Cap. 11
    Sono appena arrivata a casa Kaulitz, ancora è tutto buio, forse non sono ancora rientrati i gemelli. Fortuna che Tom mi ha lasciato le sue chiavi. Entro tranquilla nella bella residenza di campagna, eh si, questi ragazzi hanno proprio gusto, anche nell’arredamento. Mi faccio una doccia veloce, mi metto un paio di jeans chiari e un morbido maglioncino bianco. Inizio a preparare la tavola, è proprio una casa che anche se ci entri la prima volta, riesci a trovare tutto facilmente. La cena è già pronta forse l’ha preparata qualche colf, è uno splendido polpettone contornato da una miriade di patatine. Mentre apparecchio si apre la porta, ed ecco i gemelli che stanchi si precipitano in cucina felici di trovare già tutto pronto.
    -Bill, lei è Hilde un’altra ehm…motociclista. La sua moto è rotta, è in mano al nostro meccanico, l’ho incontrata lungo il tragitto di ritorno ieri, quando sono andato con Georg a riprendere Gustav a Francoforte. – Ciao Hilde, sono curioso di sapere come hai fatto a fidarti di questo marpione. – Una risata collettiva invade la cucina, ma dura ben poco. E poi… avrai già conosciuto Alex, la ragazza che hai trovato in casa al tuo arrivo,anzi dov’è finita? E’ ancora in camera? – Ehm…innanzi tutto piacere Bill. Poi devo darvi una notizia: Alex se n’è andata, credo abbia preso un taxi, ma io sono uscita a fare una passeggiata e quando sono tornata era sparita. – Tom mi guarda sbalordito, forse si sono accorti che sto mentendo, non sono brava a dire bugie, ma devo coprire quella ragazza, non può soffrire ancora. Bill senza dire nulla va lentamente verso la camera degli ospiti, forse pensa di trovare qualche messaggio lasciato dalla ragazza. Apre la porta e la stanza è perfettamente in ordine. Il letto rifatto, i cuscini al loro posto, il telecomando sul comodino sopra una pila di giornali. Faccio finta di andare in bagno a lavarmi le mani, ma con la coda dell’occhio seguo la sagoma alta e slanciata di Bill che si siede lentamente sul letto , si guarda intorno e poi raccoglie il suo volto tra le sue mani curate e delicate. Poco dopo, mentre torno dal bagno, Bill si accorge della mia presenza nel corridoio, esce dalla stanze e mi blocca subito. I suoi occhi scuri brillano,sembrano quelli di un leoncino che scruta l’immensità africana. – Hilde forse Tom ti crederà, perché lui non sa cosa c’è stato tra me ed Alex, ma non pensare che ti creda io. Devi dirmi cosa le è successo e perché se ne è andata e soprattutto…. Dove è adesso, le devo parlare-. In quel momento i suoi occhi sembrano sinceri, non voglio mentirgli, ma se poi Alex si facesse di nuovo del male? D’altronde questo ragazzo può avere tutte le donne di questo mondo, ha fascino, carisma, popolarità, insomma. E’ Alex che va tutelata non di certo lui. – Bill credimi non lo so dove sia andata e perché, davvero! Io ero uscita per una passeggiata, quando siamo tornati dopo un lungo viaggio in auto non abbiamo fatto altro che presentarci, poi io avevo bisogno di sgranchirmi le gambe e sono uscita . Stop. – Non dire fesserie, Alex non lascerebbe mai la sua moto, figuriamoci se l’avrebbe lasciata qui. Ti prego dimmi quello che sai. – Non so niente Bill mi dispiace. Quello che è successo tra voi sono fatti vostri-. La conversazione finisce li, torniamo entrambi al tavolo e iniziamo a mangiare. Bill mangia poco, è pensieroso, chissà davvero cosa gli passa per la testa. Forse dovrei dirgli tutto su Alex, ma non ora, non è questo il momento giusto. Tom mangia e mi guarda divertito, è così carino e dolce. E poi..chissà sotto quei vestiti così larghi cosa si nasconde? Arrossisco , lui mi guarda e mi sorride divertito, come se avesse ascoltato i miei pensieri.

    Cap. 12
    Finito di cenare inizio a sistemare un po’ la cucina, mi voglio rendere utile dato che ho ricevuto ospitalità. Mentre metto i piatti in lavastoviglie penso ad Alex, a come si sta sentendo ora, a quello che l’ha portata lontana da qui, alla sofferenza che le si leggeva in volto e che traspariva dai suoi occhietti solitamente furbi. Penso che se succederebbe a me la stessa cosa, sarei felice di trovare una persona che mi capisca, una persona che mi aiuti ad alleviare le mie pene. Sussulto al tatto delle mani grandi e calde che si posano inaspettatamente sui miei fianchi. Mi giro di scatto, è Tom. Mi guarda fisso con i suoi occhi ambrati e lunghi, affascinanti tanto da rapirmi , da portarmi fuori da quella situazione. Non ricordo chi sono, dove sono e cosa sto facendo, so soltanto, che quelle 2 gemme incastonate in quel viso angelico mi hanno tolto il respiro. Imbarazzata abbasso lo sguardo, riprendo conoscenza, mi guardo intorno, la cucina è vuota. – Bill è andato in camera, ha bisogno di starsene un po’ per conto suo, forse ha in mente una nuova canzone. – Forse ha in mente qualcos’altro, o qualcun altro. Mi prende per mano ed io ancora incredula di quello che il mio cuore stava provando lo seguo. Andando verso l’uscita noto che la camera degli ospiti ha la luce accesa, mi avvicino per spegnerla, forse è rimasta accesa da prima, ma nel leggero spiraglio vedo Bill adagiato sul letto, abbracciato ad un cuscino, come volesse respirare il profumo di Alex, come se lei non se ne fosse mai andata. Faccio cenno a Tom, che entra silenzioso, prende la coperta dall’armadio e lo copre. Uscendo mi sussurra: - Nessuna nuova canzone….si è addormentato! Dev’essere proprio stanco oggi, ha registrato tutta la giornata. Usciamo nel cortile di quella grande villa, ci incamminiamo per un viottolo appena illuminato dalla grande luna piena che quella sera ci guardava curiosi. Arriviamo ad un altro edificio, molto basso per essere una casa, ma curatissimo. Tom apre la porta e all’interno si scopre una meravigliosa piscina illuminata. Sul fondo dorato troneggia un ghirigoro prezioso. E’ una grande K. Stupita lo guardo: -Non avrai in mente di fare una nuotata ora? Hai visto che ore sono? – La vicinanza diventa serrata, sento il suo corpo a contatto col mio, le sue labbra solleticano il mio orecchio e il suo respiro mi provoca dei brividi di piacere lungo tutto il corpo: - E chi ha detto che voglio nuotare?
    Entriamo in acqua semi-vestiti presi dalla foga dei nostri baci e dalla nostra passione. Il mio maglioncino bianco resta incollato al mio corpo , ma non a lungo perché pian piano Tom curioso mi spoglia completamente. Non mi sento in imbarazzo, sono ancora troppo shockata di quello che i miei occhi stanno godendo. Un corpo da uomo, le spalle larghe, gli addominali scolpiti che ben si nascondono dentro ai suoi abiti larghissimi. Sono convinta, lo fa di proposito, per accendere la curiosità che aveva letto poco prima nei miei occhi e che gli aveva illuminato il sorriso. Gioca con il suo piercing ed è così sensuale che non resisto lo bacio con foga e con passione. Il suo profumo dolce e sensuale riempie le mie narici, mi sento ubriaca del suo profumo, drogata dalla sua passione, abbandonata al suo desiderio travolgente e dolcissimo. Forse Alex mi direbbe di non giocare con il fuoco in casa Kaulitz, ma lo sento così vero,così sincero che voglio fidarmi. A pensarci bene…. Se non mi fidassi non cambierebbe proprio nulla perché non riuscirei mai e poi mai a resistergli. Dopo una lunga ed intensa nottata di passione e di coccole, rientriamo in villa. Ci asciughiamo e ci infiliamo sotto le coperte. I nostri corpi nudi si infreddoliscono a contatto con le lenzuola, così,delicatamente ci abbracciamo e ci addormentiamo esausti.
    Il sole del mattino che entra dalla finestra e bacia i nostri volti sereni, anticipa una bellissima giornata di sole. Mi giro nel letto controllando che Tom ci sia ancora, che quel ragazzo giovane ma impetuoso come un uragano che rade al suolo tutto quello che lo circonda. E’ li, accanto a me che dorme beatamente con un sorriso stampato sulle sue labbra impeccabili. Lo accarezzo delicatamente sulla guancia scaldata dai raggi del sole, la sua pelle così morbida e liscia sembra quasi dorata. I suoi occhi si aprono, si schiudono come dei boccioli alla luce del mattino e rivelano le mie due gemme d’ambra, oggi più calda che mai. Dopo esserci coccolati un po’ , ci vestiamo ed andiamo in sala da pranzo per fare colazione ridendo come se ci conoscessimo da una vita, e felici come 2 bambini muniti di carta di credito in un negozio di caramelle.

    Cap. 13
    Stamattina la colazione è servita in veranda, il tavolo grande ed imbandito è ornato da ogni tipo di fiore e piante che invadono il grande porticato. Bill è girato verso il giardino, indossa dei grandi occhiali da sole, ed è pensieroso, tanto che non si accorge del nostro arrivo “allegro” e continua a girare il cucchiaino nella tazza colorata. – Bill, Bill! Pronto? Mi senti? – Buongiorno Tom…dormito bene? – Mmmmh mai “dormito” meglio…vero Hilde?- Sento avvampare, ma sono felice che Tom parli già di me con suo fratello. Gli faccio un occhiolino: - Diciamo passabile dai!- Tom mi lancia uno sguardo perplesso, ma poi scoppiamo entrambi in una fragorosa risata. Guardo Bill sempre più assente, e con il cucchiaino ancora in mano. Quel ragazzo ha qualcosa che non va, non capisco come possa nascondersi dietro a dei grandi occhiali da sole. Il suo stato d’animo traspare e suo fratello inizia ad accorgersi dello strano comportamento del gemello. Bill si alza e con una banale scusa se ne va. Forse ha bisogno di star solo, ma io ho bisogno di capire cosa gli passa per la testa, ho bisogno di capire perché la mia amica Alex sta soffrendo così tanto. – Tom posso chiederti una cosa? Non vorrei essere invadente, ma … chi è Ingrid? Sai ieri ha suonato il telefono mentre eravate entrambi in studio e non sapevo cosa dirle. – Ingrid??? Aspetta fammi pensare…io non conosco nessuna Ingrid… Forse sarà qualche fan, ma di sicuro non ha rapporti diretti con noi…chissà come mai ha avuto il numero di telefono…speriamo non chiami più- Già…speriamo!-
    Come può essere? Bill ha scritto di suo pugno quella lettera, Ingrid dev'essere una persona importante per lui....è proprio impossibile che Tom non ne sia a conoscenza. Dopo la tranquilla colazione e qualche effusione anche Tom se ne va, certo che è proprio un coccolone! Non avrei mai pensato che fosse così dolce e solare. Sento che questa per me sarà una storia importante, e spero che la serenità che provo ora non finisca mai. Le due auto si avviano verso il cancello, chissà se Alex qualche giorno fa, si sentiva come me.
    Arriva ad interrompere i miei pensieri una simpatica cameriera sudamericana, che con il suo sorriso mi saluta "Hola Senorita!" Mi alzo,ancora un pò confusa dai miei mille pensieri, la aiuto a sistemare il tavolo, poi corre via come un fulmine verso il giardino. E' proprio buffa! Di sicuro avrà un sacco di cose da fare in casa Kaulitz. Chissà quante cose saprà lei a proposito dei gemelli. Mi viene un'idea, mi incammino lungo il viale finchè non intravvedo tra i cespugli la simpatica signora intenta a togliere via i fiori secchi dalle aiuole. Le dò una mano, magari si scioglie un pò..." Senora, tu conoces Dona Ingrid? Es una mia amiga, de vez en cuando nos encontramos con los gemelos!" "No, yo no sabes qui es, en esta casa yo no hay conocito ninguna senorita". Silenziosamente finisco di pulire l'aiuola poi torno verso casa, mentre la grossa signora da lontano sorride.
    Questa volta devo proprio capirci qualcosa, entro in casa e mi precipito in camera di Bill. Apro la porta, mi guardo intorno, non è difficile credere che quella sia la sua camera, ha un letto grandissimo tutto in stile moderno chic nero e argento, una grossa poltrona Barocca di velluto rosso è appoggiata ad una parete occupata quasi per intero dalla riproduzione di "il sorriso dalle ali in fiamme" di Joan Mirò una delle mie opere preferite. Il contrasto dei mobili scuri e di acciaio è forte con quello degli accessori e quadri dai colori sgargianti. Sembra quasi rispecchi la sua identità: un Dio,irraggiungibile quanto fragile.
    Mi metto subito alla ricerca di qualcosa che mi riconduca a questa fantomatica Ingrid. Sulla scrivania dei fogli sparpagliati con delle frasi, un pentagramma, un i-pod e delle cornici con delle foto: La sua famiglia, Andreas, Foto di gruppo con in mano i premi musicali più prestigiosi. Ma nulla di più,nulla che riconduca alla presenza di una figura femminile nella sua vita. Sul comodino un libro, riconosco la copertina, "Narziss und goldmund" - narciso e boccadoro di Hermann Hesse.L'ho letto qualche mese fa, faccio per aprirlo, incuriosita di sapere a che punto passa e cade un foglio piegato su se stesso interamente scritto. Lo apro,cade una foto, forse è Ingrid. Ma è Alex! la foto è scattata mentre dormiva appollaiata sul banco degli attrezzi nella loro grande officina, è così dolce, sembra una bambina indifesa, eppure ha un carattere di una tigre, ostinata e orgogliosa. Nel libro c’è una frase sottolineata che ricordavo per la sua bellezza "Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come s'avvicinano il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra mèta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro, d'imparar a vedere ed a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento."
    Velocemente spiego il foglio, per leggere quelle righe fitte e nere scritte in un corsivo leggibile ed elegante:
    “Alex, Alex,Alex cosa mi sta succedendo? Dal momento in cui ho visto il tuo viso, non ho in mente altro. La mia testa è stata sempre piena di idee, di canzoni di temi più disparati, ma ora non riesco a togliere l’attenzione dal tuo volto. La tua espressione fiera e ferita quando mi hai tagliato la strada. Cosa mi hai fatto? Ogni secondo la tua immagine riempie la mia mente. Ogni secondo è un flash dei momenti che hai passato qui, ma io ho voluto allontanarti con una bugia, la più crudele che si possa raccontare. Ho paura, il mio cuore non ha mai provato niente di simile, ho visto tante ragazze, ma nessuna è mai stata quello che tu sei per me. Ho capito subito che sei speciale, per questo ho deciso di mandarti via. Sei una donna libera, la tua moto, i tuoi sogni dove ti porteranno? Non posso legarti a me, non posso permettermi di farti del male, non ho mai amato nessuna donna, non sono capace di farlo. Eppure mi manchi, mi manca la tua pelle candida e calda, mi manca il tuo sorriso mentre dormi, mi manca il tuo profumo. Non so se riuscirò mai ad inviarti questa lettera, forse quello che mi rimarrà di te è una foto rubata in un’officina, ma non posso continuare a mentire a me stesso. Io ti amo. Sto scrivendo una canzone per te, sai, forse quando l’ascolterai, penserai che l’ho scritta per Ingrid. Ingrid non esiste. Scusami se ti ho fatto soffrire, ma meriti molto di più di una vita passata dietro le quinte, in secondo piano. Meriti una vita da vera protagonista. Ora ascolta la mia canzone, ma ti prego, pensa a me.”
    Ti amo,
    Bill

    Cap. 14
    La mia mano trema, quelle parole così belle, rivelano tutta la fragilità di un ragazzo appena ventenne sull’onda del successo. Bill non ha mai amato, ha paura di fare del male, ha paura di farsi male. Prima di conoscere Tom non avrei mai pensato di provare sensazioni simili. No, lui non può negarsi l’amore, sarebbe uno sciocco, è stato uno sciocco a non capire che Alex lo ama più della sua moto, più della sua libertà. Rimetto tutto al proprio posto, pensando a come far avere quella lettera ad Alex il più presto possibile, ma vorrei prima parlare con Bill, deve sapere tutto. Torno in cucina e mi preparo mentalmente per un discorso che lo possa convincere a parlare con Alex. E’ ormai sera, sento le 2 auto arrivare e parcheggiare in garage. I gemelli entrano in casa rumorosamente, anzi Tom entra rumorosamente è stanchissimo, ma ha sul viso quell’energia che tanto mi piace e mi affascina. Si avvicina, mi bacia e mi chiede di aspettarlo un po’ perché ha bisogno di una doccia. Bill arriva dopo, silenzioso, stavolta non ha su gli occhiali da sole, ma ha un volto sconvolto. Si butta sul divano a peso morto, chiude gli occhi qualche istante, tanto da indurmi a pensare che si sia addormentato. Mi avvicino, mi siedo sul morbido divano e mi faccio coraggio: - Mi ha chiamato Alex oggi. – Due enormi occhi castano scuro mi fissano speranzosi. – Chi? A-a-Alex? Dov’è ? come sta? Con chi è? Ti prego dimmi solo questo, non andrò a disturbarla ti giuro,non voglio mentirle ancora,non voglio farle più del male. – Forse Bill non capisci che le fai del male standole lontano. Lei ha bisogno di te, ti ama. Non lo vedi? Non ha neanche portato via la sua moto, non ha nemmeno chiesto che gliela portassi io. Io ti dirò dove si trova ora, ma dobbiamo fare un patto Bill, e credimi proteggere Alex da altri guai mi interessa, matu sei il gemello del ragazzo che amo e se tu sei felice , lui è felice. Promettimi che non ti precluderai nulla, e che vivrai questa storia come viene, con o senza lieto fine. – Te lo prometto Hilde.-
    I suoi occhi lucidi trasparivano una voglia matta di sapere dov’era quella ragazza che per lui era come droga, ed ora aveva bisogno di lei. – Alex è nel mio appartamento per le vacanze di Wittenberge, è distrutta. Le ho promesso che non ti avrei detto nulla, ma non posso continuare questa recita. Ti scrivo l’indirizzo, raggiungila e chiarite. – Bill ha gli occhi lucidi e tutto il grigiore del suo viso fino a pochi minuti fa si è trasformato in un rosato leggerissimo, nonostante la sua pelle diafana. – Grazie Hilde, ti chiedo soltanto una cosa. Vorrei portarle la sua moto, sono sicuro che le mancherà tantissimo, inoltre se decidesse di non perdonarmi non vorrei metterla ulteriormente in difficoltà dovendo tornare qui a riprendere la moto. Tu che dici? Riuscirà a perdonarmi?- La sua voce strozzata lascia trapelare paura e dolore. Possibile non si sia reso conto che è più facile amare che rifiutarsi di farlo? – Eccoti le chiavi, mi raccomando sii prudente. Dille tutto, e vedrai che ti perdonerà.
    Cap. 15
    Un lungo cappotto nero di pelle è cullato dal vento, mentre la moto corre sulle strade deserte. Un piccolo temporale si sta avvicinando, le sue nuvole cariche viaggiano dietro di lui, sembra che stiano giocando a rincorrersi. Wittenberge è una piccola cittadina adagiata sul fiume Elba, le sue casette dai tetti rossi lo costeggiano fino al centro cittadino. Inizia a piovere e il cielo diventa rossastro. E’ ormai sera. Sono arrivato, il mio cuore batte forte, sembra rimbombare nel casco che mi scalda la testa. Devo solo trovare il coraggio di scendere e suonare il campanello.

    Sento un rumore , un tuffo al cuore, questo è il rombo della mia moto! Dev’essere Hilde, chissà come mai me l’ha riportata così in fretta. Mi affaccio alla finestra,no, non può essere vero, Un lungo cappotto nero, e la figura slanciata alquanto familiare mi mandano in tilt. Riconosco subito la sua sagoma, le sue gambe lunghe e magre, la sua postura da Dio. Inizio a tremare, mi ha ferito, ma non resisto. In questi giorni ho capito che non posso vivere senza di lui. Non riesco a correre per via della caviglia ancora dolorante, ma è steccata e riesco a camminare bene. Scendo le scale il più veloce possibile, prendo un respiro e apro la porta. Piove, il temporale ha vinto la sua gara. Bill scende dalla moto, il suo cappotto lungo e gocciolante mi ricorda il mio film preferito “Il corvo” ed inizio a sciogliermi ancora di più. Si toglie il casco, i suoi capelli perfetti inziano a bagnarsi, lo guardo e il mio cuore torna in gola come la prima volta. Non riesco a parlare strozzata da quel battito e dall’emozione. Si avvicina sempre di più, il suo volto appena bagnato dalla pioggia inizia a rigarsi di trucco nero, i suoi occhi gonfi di lacrime mi guardano implorandomi perdono. Inerme resto immobile, senza forze, solo le lacrime che sgorgano dai miei occhi e cadono per terra mimetizzandosi tra gocce di pioggia. Mi abbraccia forte come non ha mai fatto, il suo calore e il suo profumo di nuovo li, a drogarmi a stordirmi. Mi arrendo è più forte di me. Mi sento mancare, ma 2 braccia forti mi sostengono e mi portano sul dondolo sotto la veranda. Butto la testa all’indietro cercando di riprendermi un po’, forse per me quelle emozioni sono troppe, forse lui è troppo per me. Vorrei riprendere lucidità, ma non ci riesco, sono ancora ebbra del suo volto così angelico e magnetico allo stesso tempo. –Alex sono qui per chiederti scusa e per dirti delle cose, spero tu vorrai ascoltarmi. – La sua voce calda trema, e tradisce la sua immagine divina che lo rende superiore a tutti. Ancora incapace di parlare faccio cenno di si con la testa, ho bisogno di ascoltarlo, di sentirlo ancora parlare anche se dovesse con la sua voce infliggermi le più crudeli delle pene. – Alex, dal primo momento in cui ti ho vista, fuori dal cancello di casa, ho sentito dentro di me una sensazione mai provata prima,ero felice, al settimo cielo di guardarti, non mi era mai capitato con nessuna donna, eppure già lo sai, ne vedo a migliaia. Nessuna aveva mai catturato la mia attenzione, non si tratta di vedere, ma di guardare. Ecco io, non avevo mai guardato una donna. Quando hai tolto il casco e i tuoi occhi si sono fermati su di me, ho avuto paura. Stavo guardando una donna. La più bella che avessi mai visto. Ti ho odiata, per avermi tolto quella che io credevo la cosa più importante per me, mi avevi tolto la libertà di pensare a quello che volevo, la mia attenzione era catalizzata solo e soltanto su di te, sui tuoi capelli, sul tuo sorriso, sui tuoi occhi e sul tuo corpo. Ho provato a ripetermi di disprezzarti di tenerti lontana da me, sono stato maleducato, ma oltre a ferire te, ferivo anche me. Quel giorno che hai provato a scappare e ti sei fatta male, mi sono sentito morire. Non potevo sopportare che la ragazza che mi stava rapendo l’anima si umiliasse per me. Che grande dimostrazione d’amore è stata, e ti chiedo scusa per averti offesa e per averti reso impossibile la permanenza a casa mia. Abbiamo fatto l’amore ed è stata la cosa più bella della mia vita. La notte che resterà per sempre nel mio cuore, io e te uniti e spogliati delle nostre paure, dei nostri battibecchi, io e te sinceri fino in fondo. La mattina mi sono alzato, ti ho visto dormire serena ed ho rivisto la donna che dormiva in officina con la sua moto e la sua libertà. Ho pensato che ti avrei fatto soffire, che non avendo mai provato quelle sensazioni prima d’ora avrei sbagliato tutto con te, che saresti stata succube del mio lavoro e della mia notorietà, tanto da renderti infelice a vita, ed ho scritto quella lettera, pensando che se ti avessi ferita subito, forse mi avresti dimenticato più in fretta e io mi sarei messo l’anima in pace durante la mia tournèè in America. Ingrid non esiste Alex, non è mai esistita. Scusami se ti ho mentito se ti ho ferita sono stato un bastardo a farti trovare quella lettera proprio dopo aver fatto l’amore con te, ma non avevo scelta, la mia mente mi diceva che dovevo salvare te e me prima possibile. Il mio cuore però si è ribellato, mi ha fatto passare dei giorni infernali, sono stato male senza di te, era come se mi mancasse l’aria, ti cercavo in un profumo, in un ricordo, ho passato ore guardando la tua moto e immaginandoti li sopra felice. Alex, non so se mi perdonerai, scusami se forse ho parlato troppo, ma dovevo dirti tutto, torna con me ti prego, ti giuro che non ti farò mai più del male-. Nonostante la mia testa girava come una trottola impazzita, dovevo rispondergli o avrebbe pensato che non lo amassi. – Oh Bill, mi hai ferito è vero, non tanto durante i primi giorni, essendo una ragazza orgogliosa per me era quasi divertente risponderti a tono. Ho abbassato tutte le mie difese con te, in tutti i sensi, e mai avrei pensato che avresti tradito la mia fiducia così, ti ho odiato per quella Ingrid, ti ho odiato per avermi resa ridicola, ma non riuscivo ad odiarti a tal punto di provare indifferenza per te. Purtroppo non ho mai smesso di amarti. Fin da quando ti seguivo come un Dio nei concerti, negli eventi,nelle premiazioni, i miei occhi cercavano i tuoi, ma il mio amore era soprattutto per la tua musica per ciò che trasmetti quando canti. Per come ti estranei mentre la tua voce intona Spring Nicht o Vergessene Kinder o altre meravigliose canzoni. Non sai minimamente quante volte mi sono chiesta “chissà dove sta volando la sua mente ora”. In quei giorni passati a casa tua, ho invece conosciuto un altro Bill, un ragazzo “umano” una persona con i suoi pregi e difetti che io amavo nella sua totalità. Ho sofferto molto per la lettera che ho trovato, mi sono fatta milioni di domande su di te, se ciò che amavo era soltanto frutto della mia immaginazione, se ti avevo idealizzato come persona ed invece in quel momento valevi un briciolo del valore che ti dava la gente. Però non riuscivo ad odiarti, sentivo che quello che c’era stato tra noi, era più forte , non potevo credere che tu amassi un’altra donna, dopo aver passato insieme quella notte. Il tuo sguardo mi abbracciava di tutto l’amore che una donna può desiderare. Hai sbagliato Bill, ma anche io ho qualcosa di cui parlarti, se dobbiamo ricominciare da zero, è giusto che tu sappia tutta la verità. Non è un pareggiamento di conti, per carità , questa cosa, se veramente mi ami, ti farà soffrire e forse ti allontanerà per sempre da me, ma non posso ricominciare con le bugie…vedi Bill… il giorno in cui sono andata in giro con Tom in moto…noi…noi… abbiamo fatto sesso. Ti prego lasciami spiegare. – Gli occhi di Bill mi guardavano increduli, le sue lacrime stavano scaricando ormai le ultime traccie del suo trucco sfatto. Forse non aveva parole da dirmi forse mi stava per lasciare li definitivamente, ma la sua testa mi fece cenno di si, di continuare a parlare. Forse per me c’era una speranza, di una comprensione inaspettata. – Bill non avrei mai dovuto, non ci sono scuse, ma devo spiegarti. In quei giorni ti vedevo distante e ostile, stavi deludendo la mia aspettativa di donna più di quella di fan. Di sicuro come fan non mi aspettavo accoglienza da parte tua, lo so quante migliaia di ragazze tutti i giorni vi importunano. Però mi ferivi come donna. Tom quel giorno con me è stato gentile e carino, ho trovato in lui la tua metà. Ma ciò che volevo non era una metà. Tuo fratello è straordinario, ma non era te. Non potevo sostituirti, nonostante con te era soltanto un battibecco continuo. Me ne sono accorta subito, anche Tom. Prima di ripartire per tornare a casa ci siamo abbracciati, ma già sapevamo che sarebbe finita lì. Ti prego non prendertela con Tom, lui non sapeva cosa tu provassi per me, al contrario si era accorto che io ero già persa nei tuoi confronti. Se devi scegliere di tornare a casa con me, ma di arrabbiarti con Tom allora preferisco restare qui e non uccidere il vostro rapporto viscerale-. Bill soffre, il suo volto triste mi fa temere il peggio, ma i suoi occhi sono anche pieni di comprensione. – Alex , tutti facciamo degli sbagli. Forse non sarà facile per me dimenticare, ma come non lo sarà per te dimenticare le mie bugie. Ricominciamo ti prego, torna da me , non riesco a lasciarti qui, so che me ne pentirei per il resto della mia vita.- Lo abbraccio forte, è un si, è evidente. L’unica cosa che mi preoccupa ora, è dover dire la verità anche ad Hilde, lei mi ha aiutato, non posso permettermi di restare in casa con lei e vivere nella menzogna. Bill prende il telefonino, chiama Tom e gli dice che questa notte saremmo rimasti li, che avevamo ancora molto di cui parlare e che saremmo tornati a casa insieme il giorno dopo.
    Cap. 16
    Sono stanca, la paura di rivederlo e di raccontargli la verità su me e Tom mi stava sventrando. Bill mi guarda curioso, come se volesse leggermi nella mente, il mio volto è talmente stanco che mi abbraccia e mi aiuta a tornare in casa. Lentamente ci togliamo i vestiti e ci asciughiamo a vicenda, non c’è niente di più bello che riscoprire l’amore dopo averlo perso. Ricordavo benissimo il calore delle sue mani su di me, il suo profumo, la sua delicatezza e passione allo stesso tempo, ma non è affatto come viverlo di nuovo. E’ notte, non abbiamo cenato eppure la nostra fame si placa in camera da letto. Mi lascio andare completamente, ora si, sono tranquilla, mi fido di lui. Sembra così anche da parte sua, è come la prima sera, è stupendo e inebriante. Le mie gambe tremano mentre le sue mani lente scorrono sulle mie cosce e arrivano al centro del mio piacere. Il suo corpo magro e candido si muove lento , i suoi occhi fissi nei miei mostrano una sincerità e devozione assoluta. Bill Kaulitz è mio. Il mio non è un sogno, è realtà. Il suo viso sudato e dolce, gode inumidendosi le labbra e riapre gli occhi estasiato, quegli occhi che ad ogni sguardo mi portano lontano, mi portano fino alla sua anima. Ci addormentiamo accoccolati e vicini, stavolta non ho paura di svegliarmi da un sogno, stavolta dormirò tranquilla con il mio amore vicino. E’ mattina ci prepariamo per il rientro a casa Kaulitz, sistemo un po’ l’appartamento di Hilde, metto a posto le ultime cose e partiamo. Dopo la tempesta c’è sempre il sole infatti fortunatamente il nostro viaggio verso Amburgo è accompagnato da caldi raggi che irradiano la campagna ancora bagnata dal temporale. Arriviamo, un forte senso di colpa mi pervade, eppure Hilde neanche c’era quando c’è stata la storia tra me e Tom, però per me è diventata come una sorella e l’idea di doverle dare questa notizia mi manda in confusione. Esce Tom ad aprirci il cancello, era con Hilde in veranda, ci stavano aspettando per fare colazione insieme all’aperto data la bella giornata. Prima di entrare mi tolgo il casco e spiego a Tom le mie intenzioni. Se dovevo restare a casa Kaulitz, non potevano esserci segreti tra me ed Hilde. Anche lui, con la paura nel cuore di perdere la ragazza che tanto ama, annuisce, è giusto che lei sappia tutto prima di legarsi definitivamente a lui. Ci sistemiamo e ci avviamo tutti e 3 verso il grande tavolo in giardino. Hilde ci accoglie con un grande sorriso, mi guarda mi fa l’occhiolino:- Alex…scusa non ho mantenuto la promessa, ma ho scoperto la verità e non riuscivo a pensarti triste a kilometri di distanza da qui….- Hilde grazie per quello che hai fatto per me. Ormai sei come una sorella, però vedi, io e Tom dobbiamo parlarti- Bill si siede guardandomi fiducioso, mi fa un sorriso di incoraggiamento, Tom prende posto vicino ad Hilde e la guarda intensamente. Dalla sua espressione Hilde capisce subito che qualcosa non va, il suo sguardo si trasforma in una preoccupata richiesta di spiegazioni. Prendo coraggio e le rivolgo parola: - Non so come cominciare, però vedi… devo dirti che prima che arrivassi tu, io e Tom abbiamo avuto una relazione, ti giuro non è durata neanche un giorno, ma io ero confusa e lui non ti conosceva ancora. Ci siamo subito accorti che avevamo fatto una cavolata e così abbiamo deciso che sarebbe finito li. Scusami se non te ne ho parlato prima, ma vedi… - Tom prende la parola , la sua voce trema, ha paura di perderla: - Hilde vedi, lei non te l’ha detto perché spettava a me raccontarti tutto. Però non volevo che tu te ne andassi subito, in fondo non c’è stato più nulla tra di noi, lei è sempre stata innamorata di mio fratello!- Gli occhi di Hilde si riempiono di lacrime, lacrime che non vorrebbero uscire mai per orgoglio, ma che sgorgano e solcano il suo viso delicato. – Stai zitto Tom. Per favore. Mi hai mentito e tu…Alex…mi hai chiesto il favore di andartene ed io che ti volevo bene ti ho riportato qui. Ora sei contenta? Li hai tutti e 2. Come faccio a fidarmi di voi? Ma che casa è questa? Basta me ne vado. Tanto la mia moto è pronta. E non provate a fermarmi che vi giuro non sarò così clemente con nessuno dei tanti. Un’ultima cosa. Bill imbocca al lupo. Se è questa la sincerità di tuo fratello e la sua amichetta, allora scusami di averti riportato da lei. – Si alza furiosa, i suoi capelli lisci legati in una coda alta si muovono mentre lei corre a prendere il suo zaino. Tom si alza, le corre dietro, ma la scena da lontano è soltanto lo sfogo della delusione. Lui la trattiene per il braccio cercando di spiegarle, lei cerca di sciogliere la presa e non riuscendoci lo schiaffeggia. Tom guarda in basso ferito, non dallo schiaffo, ma dalla reazione della ragazza. Un rombo risuona nelle nostre orecchie, è la 848 bianca di Hilde che furiosa lascia casa Kaulitz. Bill mi viene incontro mi abbraccia mentre piango, non è giusto perdere così una persona importante, per me era diventata ormai una sorella. Non è giusto che io sia qui e lei fuori a disperarsi da sola. Quando ero io a disperarmi, non ero sola, c’era lei ed invece ora sta finendo tutto così, con un rombo che risuona nella mente di noi 3.

    Cap. 17
    Sono passati circa due mesi da quando Hilde se ne è andata. Io e Bill abbiamo ricominciato da zero e sembra esserci davvero una sintonia imprescindibile tra noi, ora non posso più davvero fare a meno di lui. Hilde ci manca molto, il suo sorriso simpatico e la sua delicatezza elegante. Tom sta soffrendo moltissimo è convinto che qualcosa non sia del tutto chiaro, che deve in qualche modo raggiungerla e cercare di recuperare il loro rapporto. Bill però lo sta tenendo lontano, è giusto che lei abbia un periodo di riflessione, se lui correrà a cercarla c’è il rischio che lei a sangue caldo si rifiuti ancora di vederlo e gli chiederebbe di lasciarla in pace per sempre. Non è facile vedere un ragazzo distrutto così, chissà se Bill quando io non c’ero era come suo fratello. Il pensiero mi fa rabbrividire, torno in me e cerco di trovare una soluzione, d’altronde deve capire che non ci sarà più nulla tra noi. Io amo Bill, è lui il mio futuro, il mio unico e grande amore. Decido di andare da lei, so dove si rifugia per stare tranquilla, Wittenberge è veramente adatta per meditare. Mi faccio accompagnare in auto da Bill, in questo mese non so come mai, non riesco a prendere la moto,mi fa strano, ma appena salgo mi viene un senso di vertigine e decido di lasciar stare. In auto Bill mi guarda sorridendo, chissà cosa avrà da ridere oggi! Io sono così impegnata a cercare qualcosa da dire ad Hilde per convincerla a tornare a casa. Arrivati, mi abbraccia forte, sarò solo io a scendere e parlare con lei, d’altronde lui in questa storia non c’entra e non sarebbe il caso di mettere più confusione di quella che già c’è. Mi faccio coraggio, un respiro profondo e vado. La sua moto è parcheggiata in cortile, sicuramente sarà in casa. Suono lei apre la porta, i suoi occhi si riempiono di lacrime e mi apre facendomi cenno di entrare. Strano, non pensavo si arrendesse così facilmente. –Hilde, cara, sono venuta a parlarti, è passato molto tempo, avrai avuto modo di elaborare la cosa. Ti prego non buttare via tutto. Tom è a casa, che ti aspetta, non riesce a superare giorno per giorno la tentazione di chiamarti, così ho deciso di venire io per evitare che faccia qualcosa di avventato. Sta davvero male Hilde, ti giuro Bill è davvero preoccupato per lui. E anche tu…a guardarti non stai per niente bene. Sei pallida, hai delle occhiaie violacee…immagino che tu non dorma, ma ti vedo davvero sciupata. Dagli un’altra possibilità, ti prego, provaci. Vedrai che non ti deluderà, Tom è un ragazzo sincero, se ha aspettato tanto per dirti la verità è perché forse aveva bisogno di tempo per elaborare il modo migliore e indolore per dirtelo. Se non fosse stato per te probabilmente io non avrei mai più rivisto Bill, invece è di sotto in auto che mi aspetta. Ti prego Hilde torna a casa-. Gli occhi di Hilde si gonfiano di nuovo e scoppia a piangere. Mi abbraccia e singhiozza forte: - Alex sono incinta di Tom…Non posso tornare da lui, non posso metterlo difronte al fatto compiuto. Tornerebbe con me solo per questo bambino e non è giusto. – Ma Hilde, cosa dici? Lui è già intenzionato a tornare con te, anzi, sono di preciso 65 giorni che ogni mattina ci tormenta chiedendoci di accompagnarlo da te. Hilde devi tornare a casa- . Mi guarda silenziosa,mentre le preparo la valigia, il nostro sguardo sembra essere tornato quello di sempre, di comprensione. Sta per diventare mamma, non può negare un figlio a suo padre, a un ragazzo che lei ama più di se stessa. Non so come, ma ora più che mai la sento vicina. Scendiamo insieme, Bill incredulo scende e la abbraccia: - Hilde bentornata tra noi. Ti aspettavamo con ansia.- Hilde gli sorride e lo bacia sulla guancia. –Vorrai dire vi aspettavamo con ansia!- Bill guarda me e poi di nuovo lei. Un grande sorriso invade il suo volto e una risata fragorosa invade l’abitacolo: - Amore hai sentito che notiziona?? Diventerò zio! Io amo i bambini, e sinceramente ho sempre sognato di averne uno della stessa età di quello di Tom…diciamo 2 cuginetti quasi fratelli! – Lo guardo perplessa,lui ride di nuovo e ripartiamo per Amburgo. Speriamo che questa sia la volta definitiva.
    Cap. 18
    Casa Kaulitz sembra ridare a Hilde lo sprint giusto per affrontare Tom. Scende, Tom la vede arrivare, spalanca il portone e si precipita sul porticato. La guarda a lungo poi la abbraccia forte. La vedo piangere, di sicuro è felicità. Mentre Tom molla la presa, la guarda fisso, sembra essersi accorto di un cambiamento radicale nella ragazza, il volto arrotondato, la pelle rosea il corpo più morbido e curvilineo del solito. Dovranno parlare a lungo, Bill scarica la valigia, io lo seguo, lo aiuterò a sistemarla in camera di Tom. Li vediamo allontanarsi passeggiando , mi gira la testa, forse per le troppe emozioni di questa giornata. Appena entro in camera mi precipito in bagno, mi bagno la fronte, bevo un po’ d’acqua. Dev’essere un calo di zuccheri. Dopo circa 20 minuti sento sbattere il portone, è Tom che entusiasta entra in casa con in braccio la sua Hilde, ci guarda, con un sorriso sincero: - Bill, Alex. Ho un comunicato da farvi. Diventerò papà, non è fantastico?- Io e Bill ci guardiamo e scoppiamo in una forte risata. – Tom ci dispiace deluderti….ma sapevamo già di diventare zii…prima che tu sapessi di diventare padre!- Tom guarda Hilde che ride sotto i baffi e mi fa l’occhiolino. Ci rilassiamo tutti insieme per la prima volta nel grande soggiorno, mettiamo un bel dvd, ma io e Hilde ci addormentiamo quasi subito. Che strano non ho mai avuto così tanto sonno, è difficile che mi addormenti con un film. Un dolce bacio mi sveglia, è Bill che mi accarezza il viso e mi dice che è pronto pranzo, dalla cucina arriva un odore forte di pasta al forno, ma non riesco ad esserne attirata…anzi mi sembra come se non mi fosse mai piaciuta. Hilde sveglia da poco prima di me, mi guarda preoccuparmi, si avvicina e mi chiede di seguirla in camera di Tom. Per la prima volta entro in quel tempio di colori. Tutto intorno sembra morbido, dalla testata del letto multicolor ai numerosi pouff con fantasia stile graffiti. Al muro poster di skate, chitarre e belle donne. Sorrido. Di sicuro è come me l’aspettavo. Hilde mi fa cenno di sedermi accanto a lei sul letto. – Alex, ti senti bene? No perché… innanzi tutto pensavo che saresti venuta da me in moto…non la lasci mai! Poi ti sei addormentata in un flash all’inizio del film…scommetto che non ricordi neanche i nomi dei personaggi – dice sorridendo. Poi….la tua faccia appena hai sentito l’odore della pasta al forno ha cambiato colore. Ho passato queste cose proprio un paio di settimane fa e a dirla tutta ancora ho questi sintomi. Boh forse sono fissata…ma …sarai mica incinta? –Io??? Ma Hilde cosa dici?? Ma no…d’altronde il ciclo dovrebbe tornarmi il venti….tre ! si il ventitre! – Alex oggi è il 28 Maggio… - Sgrano gli occhi incredula, questi giorni sono passati cosi veloci, l’aver fatto pace con Bill, organizzarmi per tornare a prendere Hilde, la futura tournee in America dei ragazzi mi avevano assorbito completamente, facendomi dimenticare il calendario. – Oddio Hilde, non è possibile! Io sono sempre regolare!- Alex ho qui un test che non ho usato…il primo è stato positivo, poi ho fatto subito le analisi…quindi, chiuditi in bagno e fai questo test.- La mia mano trema tenendo in mano quel sottile bastoncino bianco. Prendo la scatola confusa e mi chiudo nel bagno. – Hilde ti prego, stammi vicina…mi sto odiando a morte , se fosse tutto vero avrò rovinato la vita di Bill Kaulitz ti rendi conto? – Alex cara, allora saremo in due ad aver rovinato i gemelli Kaulitz.
    Il mio cuore batte forte, non so descrivere cosa si prova. Un misto tra paura, ebrezza, amore , felicità incondizionata. Le sensazioni più importanti che una persona può vivere nell’arco di una vita si concentrano in quei 3 minuti dove gli occhi fissano un bastoncino bianco aspettando che si colori. E’ semplice, 2 linee rosa sei incinta, 1 linea rosa non lo sei. I tre minuti più lunghi della mia vita.
    2 linee rosa. Sono incinta. Adesso cosa faccio? Inizio a piangere, sono sconvolta dall’emozione, e dalla paura. Hilde da fuori mi incita ad aprire. – Alex allora? Apri dai! – Faccio un grosso respiro, apro la porta a testa bassa. Una figura alta di fronte a me mi prende il polso che ormai era adagiato sul mio fianco a peso morto e mi sfila il bastoncino dalle mani. Le mie lacrime cadono per terra una dopo l’altra come una collana di perle che si rompe e una ad una le piccole palline rotolano sul pavimento. Con la mano libera, mi alza il viso per guardarmi negli occhi. I suoi diamanti scuri mi scrutavano impauriti dalla mia reazione, la sua voce tremolante sembra implorarmi: - Alex amore, non sei felice? Ti prego, non rinunciare a questo bambino. Io lo voglio, come voglio te, non vi lascerò mai per nulla al mondo. – Bill, non è che non sia felice, ma capisci che questo scombussola tutti i vostri piani? La vostra band è richiesta in tutto il mondo, 365 giorni all’anno. Perché devi rinunciarci a causa mia? Anzi…nostra? – Amore ci prenderemo un periodo di pausa, anzi dato che io e Tom avremo da fare le stesse cose e più o meno nello stesso periodo, non sarà difficile prendersi del tempo. Un anno sabbatico si concede a tutti no? Poi chi lo sa, magari sarà più di un anno o meno, magari una volta nati i bimbi potrete seguirci in tournee o restare qui se vi fa piacere. Alex ti prego. Non voglio vederti triste, non sai quanto mi ferisce vederti giù per via del bambino. Io sono già pazzo di lui o lei..di te…- Bill io non sono triste, ho soltanto paura.- Allora amore avrò paura con te.
    EPILOGO:
    La lunga estate a casa Kaulitz passa veloce e felice. Tutti sono concentrati sulle future mamme Hilde che avrà Stella a metà dicembre e Alex che avrà Julia a fine Gennaio. E’ già settembre e con la scusa di un’importantissimo pranzo, i gemelli ci costringono a dei vestiti pre-maman decisamente eleganti. A nostra sorpresa ci troviamo di fronte al palazzo comunale di Amburgo addobbato con un lunghissimo tappeto rosso e delle candeline a terra che rendono l’atmosfera più intima e romantica. Appesi al grande portone scuro ci sono 2 grandi fogli. Sono delle pubblicazioni di matrimonio. Sull’anta sinistra Tom e Hilde e su quella destra io e Bill. Sento delle lacrime di gioia scendere dal mio viso, ma stavolta non ho intenzione di piangere ancora. Entriamo tutti e 4 in sala, un bellissimo salone barocco pieno di quadri e di specchi con un gigantesco lampadario in mezzo alla sala. Tutt’intorno a noi tante sedie occupate da volti conosciuti. Familiari e amici. Una musica bellissima ci accoglie, è la canzone che Bill ha scritto per me in mia assenza. Davanti al sindaco 4 sedie ci aspettano. Ai lati 2 volti curiosi e sorridenti ci incitano ad avviarci. Georg e Gustav i nostri testimoni. Che effetto vedere tutti vestiti eleganti! Bill e Tom con 2 bellissimi smoking neri, Bill con cravatta e fiore argento, Tom invece con gli accessori azzurri. Io e Hilde ci guardiamo sorridendo, tutto questo ci sembra un sogno. La cerimonia è la più bella a cui io abbia mai assistito: intima, elegante e calorosa. Appena finito, salutiamo tutti e per evitare di stancarci troppo i gemelli ci riportano dopo a casa. Il loro anno di pausa è già iniziato e non andranno in America. Tutti rientrano in villa Hilde ha una voglia di castagne e Tom è disperato ….Non sa come trovare delle castagne a Settembre. Bill va diretto a cambiarsi, preferisce di gran lunga i suoi Jeans e il dolcevita. Scendo in garage, avvolta da un grande telo rosso c’è lei, la mia ducati 848 nera. La mia moto, la mia libertà i miei sogni. Infilo la chiave, la accendo. Il suo rombo risuona nel grande garage. La spengo e la ricopro. Ritorno in casa, in camera da letto c’è lui Bill: il sogno diventato realtà, il mio presente, il mio futuro. Mi allungo accanto alla sua figura snella (ora sicuramente più di me) , sorridendo appoggia delicatamente prima la mano, poi l’orecchio alla mia pancia. Julia scalcia. Forse ama già il rombo della mia moto.
     
    Top
    .
  2. ;GehZillionaire
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Oddio ma è bellissima! *-*
     
    Top
    .
  3. Lassola_stella_del_vespro
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    grazie....
    ne ho appena iniziata un'altra!
     
    Top
    .
  4. ;GehZillionaire
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    CITAZIONE (Lassola_stella_del_vespro @ 6/5/2009, 23:59)
    grazie....
    ne ho appena iniziata un'altra!

    Wooo come si chiama???
     
    Top
    .
  5. Lassola_stella_del_vespro
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Non lo so ancora....ho solo buttato giù delle idee!!
     
    Top
    .
  6. frankie_LuNaS
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    una Ducati nera.. sbaaav *ç*
    i love ducatiiii xD
     
    Top
    .
  7. Lassola_stella_del_vespro
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    Ragazze tiro fuori questa fanfiction in quanto dopo aver ascoltato il nuovo cd ieri, e aver letto bene il testo di phantom rider...beh ragazze....è la traduzione in musica della mia fanfiction!!!! il pezzo più impressionante secondo me è questo:

    "promises i scratched so deep in your empty seat the sky is turning uspide down i turn the wheel around i don't know your name but still believe now it's time for you and me time for you and me now i'm here"

    sarebbe il pezzo in cui Bill corre a prendere Alex sulla sua moto e il cielo anticipa il temporale.... Bill mette da parte la sua paura d'amare e si dichiara ad Alex.

    Sarò scema ma non faccio altro che pensare a questa coincidenza.....
     
    Top
    .
  8. Cucciola Dark
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    ora piano piano la leggo *_*
     
    Top
    .
  9. Cucciola Dark
        +1   -1
     
    .

    User deleted


    è deliziosa *__*
     
    Top
    .
8 replies since 25/4/2009, 11:26   374 views
  Share  
.